Parmalat (PLT) I promessi sposi: Lucia Parmalat e Renzo Lactalis (1 Viewer)

salcatal

Come i Panda
Buongiorno e buon week end.

Caro Dario, non mi sembrano notizie di particolare rilievo, anche perché le notizie sulla Grecia sono note a tutti.

Insomma l'effetto e' nullo, anche perché ormai le perdite sugli asset greci sono già state assorbite dalle banche europee, in parte con la furbata (vera e propria truffa ai danni dei risparmiatori e dei contribuenti europei, tra cui noi italiani in prima fila) di vendere i titoli alla BCE, con l'accordo di tedeschi e francesi, e con la svalutazione al 25% per il resto.

Per cui anche una (probabile) ulteriore svalutazione, più che probabile, avrebbe effetti minimi sui mercati.

E' chiaro a tutti che la partita dell'euro si gioca, a questo punto, sull'Italia e conseguentemente sulla Francia.

Solo una caduta, per me probabile, della Francia determinerà il tracollo, per me inevitabile, dell'euro.

L'unico dubbio che ho sono le modalità della fine dell'euro, vale a dire se sarà una separazione consensuale o meno.
 

dariomilano

novellino
Caro Dario, non mi sembrano notizie di particolare rilievo, anche perché le notizie sulla Grecia sono note a tutti.
..Per cui anche una (probabile) ulteriore svalutazione, più che probabile, avrebbe effetti minimi sui mercati.
..
E' chiaro a tutti che la partita dell'euro si gioca, a questo punto, sull'Italia e conseguentemente sulla Francia.
Solo una caduta, per me probabile, della Francia determinerà il tracollo, per me inevitabile, dell'euro.

hai ragione sull'effetto minimo di una potenziale svalutazione e che l'attenzione è su spagna,italia e francia..
io pensavo più all'effetto di creare un "precedente", relativamente alla grecia, sia se danno un segnale che uno stato può uscire dall'eu anche dopo avere ricevuto aiuti, sia se continuano a finanziarlo anche se non rispetta i target..
se è un segnale + o - ....


intanto penso un bel video dove Schwartz, oltre alle questioni economiche e politiche, evidenzia come ci sia un problema di mentalità nella nostra società! anche a livello di educazione.. il settore pubblico non sempre è efficiente ad individuare la domanda e quindi fornire un'offerta culturale adeguata, ma piuttosto è pianificata e a volte inutile.

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=UMb61dyw2Js&feature=player_embedded]Pedro Schwartz on the creation of money out of thin air - YouTube[/ame]




ps. invece su parmalat leggevo..

Parmalat chiude tre stabilimenti, per sito Genova proposta alternativa
Di Francesca Gerosa

Parmalat chiude tre stabilimenti e si impegna a un piano sociale per fronteggiare le ricadute occupazionali. Al termine di un incontro al ministero dello Sviluppo economico con le parti sociali, il gruppo di Collecchio oggi si è detto disponibile a mettere in atto, d'intesa coi sindacati, un piano per fronteggiare le ricadute occupazionali derivanti dall'attuazione delle concentrazioni produttive.

Un processo che comporta appunto la chiusura di tre stabilimenti con problemi di saturazione: Genova, Villaguardia in provincia di Como e Cilavegna in provincia di Pavia. Il piano contempla una serie di iniziative tra cui il ricorso alla mobilità interna infra gruppo e il trasferimento di personale presso operatori logistici terzi; il potenziamento del polo logistico di Villaguardia e, per la parte eventualmente residuale, il ricorso allo strumento del new placement a cura di una società specializzata nella ricollocazione del personale.

Parmalat, inoltre, è disponibile a favorire forme di utilizzo del sito di Genova diverse dall'attuale, da parte di soggetti imprenditoriali in grado di svolgere attività che possano ricreare occupazione sul territorio. In proposito, l'azienda ha già ricevuto un progetto per la cessione del terreno e dell'immobile, finalizzata alla realizzazione di attività di natura commerciale.

Tale progetto può prevedere, nei tempi tecnici occorrenti, l'assorbimento dei lavoratori in esubero a seguito della dismissione del sito di Genova e la possibilità di creare, altresì, occupazione aggiuntiva sul territorio, per un totale, compresi gli esuberi, di circa cento unità lavorative, che vanno ben oltre l'entità degli esuberi stessi. Parmalat è comunque disponibile a valutare con le istituzioni locali questo e altri progetti che potessero eventualmente essere presentati da altri soggetti.

Il gruppo ha infine garantito che proseguirà l'acquisto della materia prima latte di produzione locale non essendo previsto un ridimensionamento produttivo, ma solo un trasferimento delle produzioni. Il piano operativo 2012-2014 di Parmalat per l'Italia ha l'obiettivo di accrescere il fatturato nel nostro Paese nel triennio e di migliorare la produttività della business unit Italia di Parmalat Spa, attraverso un percorso di concentrazioni produttive e semplificazioni gestionali, sostenuto da adeguati investimenti, per riguadagnare la necessaria competitività.

Investimenti che Parmalat ha quantificato in 180 milioni di euro nei prossimi tre anni sia a livello di marketing che strutturale a fronte di una crescita del fatturato del 4%, secondo quanto ha anticipato Mauro Macchiesi, segretario nazionale Flai Cgil, al termine dell'incontro che oggi si è tenuto presso il Ministero dello Sviluppo economico.

Rimangono, tuttavia, alcuni punti ancora da chiarire. Si prevede, infatti, nei prossimi tre anni un aumento del 4% del fatturato dovuto quasi esclusivamente alla produzione per conto terzi "che non può essere sufficiente alla saturazione della capacità produttiva dei vari siti produttivi, occorre che l'azienda definisca nel più breve tempo possibile una strategia per la produzione di nuovi prodotti", ha osservato Macchiesi, sottolineando che nella produzione per conti terzi i margini sono pochi.

Inoltre, non è stata ancora chiarita, come richiesto dal Ministero dello Sviluppo Economico nell'incontro precedente di giugno, quale sia la vera missione dell'azionista di riferimento Lactalis. Per questo motivo la Flai Cgil ha ottenuto dal ministero di mantenere aperto il tavolo per monitorare con continuità la realizzazione del piano industriale e sovraintendere ad alcune criticità come le chiusure dei tre impianti.

A questo proposito, nell'incontro è emersa la disponibilità dell'azienda a ricorrere alla cassa integrazione in alternativa alla procedura di mobilità. Lunedì proseguirà il confronto in sede sindacale fra azienda e Rsu per definire un piano sociale di sostegno economico ai lavoratori e un piano di ricollocazione per gli stessi lavoratori interessati alla Cig. Martedì 25 settembre è invece previsto un incontro al Ministero del Lavoro per verificare le condizioni di quali ammortizzatori sociali possono essere attivati. A Piazza Affari il titolo Parmalat sale dello 0,88% a quota 1,72 euro.
 
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dariomilano

novellino
poi visto che oggi sono prolisso, riporto un passaggio di Ambrose Evans-Pritchard dove spiega che il pretesto delle isole giapponesi/cinesi è un test all'america, con una similitudine storica..



China, Japan and the world’s Agadir Crisis (1911)


The Senkaku/Diaoyu clash in the East China Sea is the paramount political and strategic story in the world today, although you would not know that from the scant and almost jocular coverage in the British and European press.
It is eerily familiar to anybody who has studied the escalating spat between Wilhelmine Germany and the Franco-British Entente in the lead-up to the First World War. The rise of a new global power is always fraught with risk, and usually mishandled by both sides.
If you think this is a storm in a teacup – the urbane reflex – listen more carefully to US defence secretary Leon Panetta, who warned that China and Japan risk provoking each other into war, drawing in other countries. He meant the US, of course.
The apparent absurdity of the dispute is misleading, although the issue of forward deployment by China’s fast-growing navy to the next line of islands is not a trivial matter for Japan.
(I once spent an hour with Japan’s vice-minister of defence in Tokyo where he repeatedly banged his hand on maps spread across the table, complaining that Chinese warships – under ever-more skilful crews – were probing deeper into Japanese waters every day)
This is a calibrated crisis to test the strength of the US alliance with Japan. It reminds me of the Agadir Crisis in 1911, when Kaiser Wilhelm sent the warship Panther to Morocco to prevent French annexation, though there were a series of such seemingly preposterous episodes.
In a strict sense, the Kaiser was correct. The French were violating earlier accords. But his real purpose was to probe and weaken the British Entente with France (not quite a formal alliance) by picking on an issue where London had little natural sympathy for French actions.
The Japanese have walked straight into the trap. In fairness to the Democratic Party of Japan, it interceded to buy three of the five disputed islands to head off an even more dangerous move by the nationalist governor of Tokyo, Shintaro Ishihara.
And in fairness to Chinese government, they have sent paramilitary vessels to the islands rather than a naval squadron. That is a crucial difference.
I do not wish to take any view on the rightful ownership of the islands themselves. There is no established community living on them so the paramount principle in such matters – the wishes of the inhabitants – is not relevant.
As for historical claims, every border in the world has changed at some point. There no safe frontier left it you open up that can of worms. But there is such a thing as The Hague, perfectly suited to frontier arbitration.
The Agadir Crisis backfired against the Kaiser. The Entente did not break. France was emboldened by British backing, with ripple effects through the Franco-Russian alliance when the Serbian crisis came in 1914
Yet Agadir also proved a curse for Britain. It fed an overwhelming sense of fury in Germany, a feeling that Britain had become an enemy. Hopes of heading off the cataclysmic clash that was come in August 1914 ebbed away. It is a stretch to date the First World War from Agadir, but not a big stretch.
The East China Sea is just as pregnant with risks. The US has an impossible task maintaining "neutrality", and Beijing knows it.
Washington guarantees Japan’s defence under its US nuclear umbrella. It uses military bases on Japanese soil as an unsinkable aircraft carrier. It works hand in glove with Tokyo in a tight military alliance.
The question is whether Washington is really willing to uphold the Japanese alliance as the going gets tougher. Will it let America to be led by the nose by Japanese nationalists into a clash that is not obviously – or immediately – in US national interest?
President Barack Obama faces the toughest diplomatic choice of any US leader since John Kennedy. Ultimately, this matters much more than the nuclear posturing of loud-mouth Ahmadinejad and his clerico-Fascists.
Mr Obama will put the world’s two superpowers on a collision course if he takes a hard line with China, that is to say if he feeds fears of strategic encirclement and feeds suspicions that America will try to block China’s rise as a great power.
He will cause panic Japan and a lurch towards full-blown rearmament – and a dash for nuclear weapons – if he seems to lets down Tokyo as the soon the pressure builds.
Judging by the new anti-missile radar system agreed between America and Japan on Monday, Mr Obama is tilting towards Japan. Whether that is the right policy or the wrong policy, it will certainly have consequences.
As long-standing readers know, my own view is that the West should "appease" China – in the old-fashioned and honourable meaning of the word – until and unless such a policy proves unworkable.
We must be very careful to avoid the "Wilhelmine syndrome", turning a potential enemy into an actual enemy by playing to China’s fears – perfectly understandable fears in many ways. Easier said than done, of course.
That means bending some way to accommodate a rising China and to draw it peacefully in the system of world governance as a full stakeholder and respected power. This, broadly, has been the policy Mr Obama has championed: a greater role for China in the G20, the IMF, and World Bank.
Ultra-hawks such as former UN Ambassador John Bolton pushing for a policy of containment and outright confrontation are in my view a danger to humanity.
These latterday MacArthurs are more likely to inflame the feelings of mid-ranking officers in the PLA – easily inflamed, mind you – and strengthen the hand of those in the Standing Committee who want a showdown with the West.
It is a formula for disaster at a time when moderates at the top – and I use that term cautiously in speaking of "two fists" Hu Jintao, the Tibet veteran – are trying to hold back a nationalist tide.
It is especially hazardous during a succession struggle where 70pc of top cadre posts are up for grabs. Nothing is fore-ordained in China. The situation is fluid; Boltonite imperialism risks bringing about the calamity it wishes to avoid.
The Communist leadership is of course riding a tiger that it fattened in the first place. Jiang Zemin stoked revanchist hatred of the Japanese with his "Patriotic Education Campaign" of the 1990s to divert attention from party corruption and the fallout from China’s Capitalisme Sauvage.
These feelings now have a life of their own, hard to switch on and off at will.
The immediate flap over the these islands may soon subside – if it has not already – but there will be many more such incidents in coming years. The world is heading into perilous waters.
 
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Buona sera :-o
Eccomi con alcuni scarabocchi :D:D
Campari sempre a ridosso della res. Possibile rottura. sotto 5,95 è short
PLT nel lungo, laterale. Nel breve un lento down
F nel lungo UP. Breve :down:
 

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salcatal

Come i Panda
sal cosa ne pensi dello scorporo della rete di Telecom (se dovesse avvenire), è positivo per il titolo e/o per l'italiano medio?

Buongiorno e buona domenica.

Difficile, se non impossibile, valutare l'impatto dello scorporo della rete, se non si conoscono le modalità e la regolamentazione cui verrà sottoposta la nuova società proprietaria.

In linea generale, però si può senz'altro dire che l'operazione dovrebbe essere molto positiva per il titolo e sostanzialmente neutrale per l'italiano medio, inteso come consumatore.
 

salcatal

Come i Panda
Intanto continua la sciagurata politica fiscale imposta dalla Germania.

A farne le spese questa volta e' stata la Francia, con Hollande che puntualmente si è' rimangiato tutto quanto precedentemente dichiarato, che si è avviata verso una politica recessiva, con una manovra fatta quasi interamente di tasse e senza varare alcuna riforma strutturale.

Esattamente l'errore fatto dall'Italia.

Il grande economista Federico Caffè disse che quando una politica sbagliata viene perseguita per molto tempo evidentemente e' perché fa comodo a qualcuno.
 

salcatal

Come i Panda
Per quanto riguarda i mercati tutto come previsto.

L'aspirina somministrata dalle banche centrali produce un sollievo che ogni volta ha una durata minore.

Quindi nessun dubbio che vedremo di nuovo spread in risalita e mercati in calo.

Del resto chiunque abbia un minimo di conoscenze di economia ha ben chiaro l'inganno perpetrato dalla opinione dominante e ripresa dai pennivendoli che scrivono sui giornali.

Ed e' quella che la crisi in Europa sia una crisi del debito sovrano, quando invece è evidente che di tratta di una crisi del debito privato, che trova origine in profondi squilibri reali, precisamente delle bilance dei pagamenti, a sua volta causati dalla politica mercantilista e deflazionista della Germania.

Conseguentemente gli interventi della Banca Centrale sono meri palliativi di breve durata.

Mentre le politiche di austerità imposte ai paesi periferici aggraveranno ulteriormente questi squilibri.

Qualcuno ha detto che la Germania non taglierà mai il ramo dell'albero su cui è seduta.

Io sono sicuro del contrario.
 
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dariomilano

novellino
Buongiorno e buona domenica.

Difficile, se non impossibile, valutare l'impatto dello scorporo della rete, se non si conoscono le modalità e la regolamentazione cui verrà sottoposta la nuova società proprietaria.

In linea generale, però si può senz'altro dire che l'operazione dovrebbe essere molto positiva per il titolo e sostanzialmente neutrale per l'italiano medio, inteso come consumatore.

grazie! allora te la riproporro quando e se ci saranno i dettagli ;)
certo che se la tirano per il lungo sono capaci che non fanno niente e il titolo segue semplicemente l'indice...
 

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