Caro Dario, non mi sembrano notizie di particolare rilievo, anche perché le notizie sulla Grecia sono note a tutti.
..Per cui anche una (probabile) ulteriore svalutazione, più che probabile, avrebbe effetti minimi sui mercati.
..
E' chiaro a tutti che la partita dell'euro si gioca, a questo punto, sull'Italia e conseguentemente sulla Francia.
Solo una caduta, per me probabile, della Francia determinerà il tracollo, per me inevitabile, dell'euro.
hai ragione sull'effetto minimo di una potenziale svalutazione e che l'attenzione è su spagna,italia e francia..
io pensavo più all'effetto di creare un "
precedente", relativamente alla grecia, sia se danno un segnale che uno stato può uscire dall'eu anche dopo avere ricevuto aiuti, sia se continuano a finanziarlo anche se non rispetta i target..
se è un segnale + o - ....
intanto penso un bel video dove Schwartz, oltre alle questioni economiche e politiche, evidenzia come ci sia un problema di mentalità nella nostra società! anche a livello di
educazione.. il settore pubblico non sempre è efficiente ad individuare la domanda e quindi fornire un'offerta culturale adeguata, ma piuttosto è pianificata e a volte inutile.
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=UMb61dyw2Js&feature=player_embedded]Pedro Schwartz on the creation of money out of thin air - YouTube[/ame]
ps. invece su
parmalat leggevo..
Parmalat chiude tre stabilimenti, per sito Genova proposta alternativa
Di Francesca Gerosa
Parmalat chiude tre stabilimenti e si impegna a un piano sociale per fronteggiare le ricadute occupazionali. Al termine di un incontro al ministero dello Sviluppo economico con le parti sociali, il gruppo di Collecchio oggi si è detto disponibile a mettere in atto, d'intesa coi sindacati, un piano per fronteggiare le ricadute occupazionali derivanti dall'attuazione delle concentrazioni produttive.
Un processo che comporta appunto la chiusura di tre stabilimenti con problemi di saturazione: Genova, Villaguardia in provincia di Como e Cilavegna in provincia di Pavia. Il piano contempla una serie di iniziative tra cui il ricorso alla mobilità interna infra gruppo e il trasferimento di personale presso operatori logistici terzi; il potenziamento del polo logistico di Villaguardia e, per la parte eventualmente residuale, il ricorso allo strumento del new placement a cura di una società specializzata nella ricollocazione del personale.
Parmalat, inoltre, è disponibile a favorire forme di utilizzo del sito di Genova diverse dall'attuale, da parte di soggetti imprenditoriali in grado di svolgere attività che possano ricreare occupazione sul territorio. In proposito, l'azienda ha già ricevuto un progetto per la cessione del terreno e dell'immobile, finalizzata alla realizzazione di attività di natura commerciale.
Tale progetto può prevedere, nei tempi tecnici occorrenti, l'assorbimento dei lavoratori in esubero a seguito della dismissione del sito di Genova e la possibilità di creare, altresì, occupazione aggiuntiva sul territorio, per un totale, compresi gli esuberi, di circa cento unità lavorative, che vanno ben oltre l'entità degli esuberi stessi. Parmalat è comunque disponibile a valutare con le istituzioni locali questo e altri progetti che potessero eventualmente essere presentati da altri soggetti.
Il gruppo ha infine garantito che proseguirà l'acquisto della materia prima latte di produzione locale non essendo previsto un ridimensionamento produttivo, ma solo un trasferimento delle produzioni. Il piano operativo 2012-2014 di Parmalat per l'Italia ha l'obiettivo di accrescere il fatturato nel nostro Paese nel triennio e di migliorare la produttività della business unit Italia di Parmalat Spa, attraverso un percorso di concentrazioni produttive e semplificazioni gestionali, sostenuto da adeguati investimenti, per riguadagnare la necessaria competitività.
Investimenti che Parmalat ha quantificato in 180 milioni di euro nei prossimi tre anni sia a livello di marketing che strutturale a fronte di una crescita del fatturato del 4%, secondo quanto ha anticipato Mauro Macchiesi, segretario nazionale Flai Cgil, al termine dell'incontro che oggi si è tenuto presso il Ministero dello Sviluppo economico.
Rimangono, tuttavia, alcuni punti ancora da chiarire. Si prevede, infatti, nei prossimi tre anni un aumento del 4% del fatturato dovuto quasi esclusivamente alla produzione per conto terzi "che non può essere sufficiente alla saturazione della capacità produttiva dei vari siti produttivi, occorre che l'azienda definisca nel più breve tempo possibile una strategia per la produzione di nuovi prodotti", ha osservato Macchiesi, sottolineando che nella produzione per conti terzi i margini sono pochi.
Inoltre, non è stata ancora chiarita, come richiesto dal Ministero dello Sviluppo Economico nell'incontro precedente di giugno, quale sia la vera missione dell'azionista di riferimento Lactalis. Per questo motivo la Flai Cgil ha ottenuto dal ministero di mantenere aperto il tavolo per monitorare con continuità la realizzazione del piano industriale e sovraintendere ad alcune criticità come le chiusure dei tre impianti.
A questo proposito, nell'incontro è emersa la disponibilità dell'azienda a ricorrere alla cassa integrazione in alternativa alla procedura di mobilità. Lunedì proseguirà il confronto in sede sindacale fra azienda e Rsu per definire un piano sociale di sostegno economico ai lavoratori e un piano di ricollocazione per gli stessi lavoratori interessati alla Cig. Martedì 25 settembre è invece previsto un incontro al Ministero del Lavoro per verificare le condizioni di quali ammortizzatori sociali possono essere attivati. A Piazza Affari il titolo Parmalat sale dello 0,88% a quota 1,72 euro.