Idee e grafici. - Cap. 2

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06/12/2012 10:23
La Gran Bretagna rischia la tripla A di Fitch, possibile ritracciamento dell’euro

Ieri l’annuncio del ministro delle finanze britannico George Osborne del mancato raggiungimento degli obbiettivi di debito per la Gran Bretagna. Oggi l’avvertimento di Fitch: nel 2015-2016 il debito/Pil raggiungerà il picco del 97%. Il Paese rischia quindi di perdere la tripla A nella revisione che l’agenzia di rating condurrà l’anno prossimo. Ieri Osborne ha fatto sapere che taglierà le previsioni sulla crescita britannica: nel 2012 la stima scende dal +0,8% al -0,1%, per il 2013 da +2% a +1,2%, per il 2014 da +2,7% a +2,0%, per il 2015 da +3,0% a +2,3%, per il 2016 da +3,0% a +2,7%. “L'avvertimento di Fitch sull'economia Uk”, commentano Michael Hewson e Ben Taylor, Senior Market Analyst e Sales Trader di CMC Markets. “è considerato un segnale praticamente certo del fatto che il rating verrà abbassato il prossimo anno. L'abitudine ad un quadro ormai in costante deterioramento nel Vecchio Continente ci porta ad attendere una contrazione dello 0,6% per quanto riguarda il dato revisionato del Pil [europeo] del terzo trimestre e un nulla di nuovo dalle decisioni sui tassi della Bce, per quanto debbano essere monitorate attentamente le parole del Presidente Draghi, i cui recenti commenti lasciano presagire attese per una ripresa nella seconda metà del 2013, per quanto fragile in quanto accompagnata da una possibile revisione al ribasso delle stime di crescita e inflazione. Eurodollaro passibile di un ritracciamento almeno fino a che non supererà 1,3175 che aprirebbe la strada verso 1,3485; per vedere un'inversione di tendenza dovremmo scendere sotto 1,2900”, aggiungono gli analisti.

Fonte: News Finanza.com
 
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06/12/2012 10:23
Rolls-Royce, sospettata di corruzione in alcuni mercati esteri

La britannica Rolls-Royce che ha dovuto fornire delle informazioni al Serious Fraud Office (SFO), l'ufficio anti frode inglese, per sospetti di corruzione, ha fatto sapere oggi che potrebbe essere perseguita. "E' troppo presto per prevedere l'esito, ma potrebbe includere il perseguimento degli individui e della società - si legge nel comunicato odierno - Ci impegniamo a collaborare pienamente". L'annuncio fa seguito a una richiesta di informazioni da parte del SFO per sospetti di corruzione in alcuni mercati esteri, dopo le accuse in Indonesia e Cina. "Voglio che sia chiaro che né io né la commissione tollera comportamenti scorretti sull'attività di qualsiasi tipo e adotterà tutte le misure necessarie per garantire la conformità. Questa è una società con prospettive eccezionali e non voglio accettare nessun comportamento che mina il suo futuro successo", ha commentato l'amministratore delegato del gruppo, John Rishton. Fonte: News Finanza.com
 
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06/12/2012 10:28
Moody's: Emea, società minacciate da debito zona euro e debole Pil nel 2013

La perdurante crisi del debito sovrano nella zona euro e la crescita debole o negativa del Prodotto interno lordo (Pil) saranno i principali elementi che influenzeranno nel 2013 il merito di credito delle società non finanziarie nell'area Europa, Medio Oriente e Africa (Emea). E' quanto emerge dal report diffuso oggi da Moody's dal titolo: "EMEA corporates threatened by euro area crisis and weak growth in 2013". A livello di emittenti, Moody's si attende una persistente debolezza del credito, con un numero di downgrade che nel corso del prossimo potrebbe essere maggiore rispetto a quello delle promozioni. Secondo l'agenzia Usa una crescita non elevata unita alle costanti misure di austerità messe in atto dai governi impatterà sulla propensione alla spesa nei consumatori. E questo potrebbe condizionare in particolare alcuni settori come quello delle tlc, delle vendite al dettaglio e quello dei produttori di auto. Fonte: News Finanza.com
 
Ecco a cosa serve pagare l'IMU di dicembre ... non vogliamo aiutarle un po', queste povere banche fallite? :D

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Mps, mentre il Tesoro lavora agli aiuti S&P la declassa a spazzatura

Secondo l'agenzia di rating è improbabile che la banca senese in procinto di ricevere 4 miliardi dallo Stato riesca a ritrovare redditività e migliorare la sua posizione patrimoniale. Il colpo di scure arriva mentre il governo si arrovella per tamponare la situazione senza assumersi il "rischio d'impresa"

di Gaia Scacciavillani | 5 dicembre 2012 Commenti (68)

Il rebus del rimborso degli interessi sugli aiuti di Stato per 4 miliardi di euro in mancanza di denaro contante è ben lontano da una soluzione ed ecco che sul disastrato Monte dei Paschi di Siena si è abbattuta la scure di Standard & Poor’s. L’agenzia di rating, infatti, ha tagliato il merito di credito della banca da pochi mesi passata dalle mani di Giuseppe Mussari in quelle di Alessandro Profumo portandolo BBB- a BB. Cioè a un livello che in gergo tecnico è chiamato junk, spazzatura, per indicare gli investimenti di tipo speculativo e, quindi, rischiosi per definizione.

Secondo Standard & Poor’s, la posizione finanziaria di Mps rende improbabile un recupero di redditività e un miglioramento sia patrimoniale sia nel finanziamento. L’agenzia sottolinea che la difficile situazione economica e l’ambiente operativo atteso nel mercato italiano renderanno poi più difficile per l’istituto l’implementazione del piano industriale che dovrebbe rimettere in sesto la banca e renderla in grado di restituire il debito con lo Stato. Il profilo finanziario di Mps ha subito l’effetto combinato negativo dei ricavi in calo e dei maggiori costi di rischio, sottolinea quindi S&P secondo la quale tali fattori hanno contribuito alle perdite ulteriori per 47,5 milioni riportate dalla banca nel terzo trimestre 2012. In più Mps la settimana scorsa ha chiesto nuovi finanziamenti allo Stato per 500 milioni, rispetto a quanto aveva annunciato a giugno. Senza contare che l’agenzia si attende tra l’altro che la redditività operativa della banca possa ridursi nel 2013, nonostante gli sforzi per la riduzione dei costi, a causa di un’ulteriore pressione sui ricavi e sul costo dei rischi attesa dall’agenzia.

Insomma, benché la valutazione di S&P sia in linea con quella espressa dai colleghi di Moody’s il mese scorso, anzi, leggermente più ottimista, rappresenta una bella tegola per il governo anche solo per il momento delicatissimo in cui è arrivata. Dopo aver trattato invano con l’Unione europea per ottenere il via libera agli aiuti di Stato con delle clausole talmente favorevoli per la banca da essere respinte al mittente per l’implicita “indebita distorsione della concorrenza”, l’esecutivo ora si sta arrovellando su una soluzione per tamponare la banca in linea con le regole, ma che riduca al minimo i rischi di restare col cerino in mano. Un conto, infatti, è essere creditori, un conto è assumersi il rischio d’impresa proprio degli azionisti nazionalizzando anche solo parzialmente un istituto bancario per di più imbottito di titoli di Stato per un controvalore ben superiore a quello dei 4 miliardi aiuti. Senza contare l’inchiesta della magistratura in corso da maggio.

Sui Monti Bond ”spero nei prossimi giorni di arrivare a una conclusione positiva”, aveva detto oggi pomeriggio, un’ora prima della notizia, il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, a proposito della vicenda. “Stiamo parlando sia con la Commissione che con Mps”, ha aggiunto, spiegando che “la commissione sta osservando e ha fatto commenti sul nostro approccio”. Dal canto suo il commissario Ue alla concorrenza Joaquin Almunia ha detto di avere “conversazioni” in corso con le autorità italiane sui Monti-bond, ma al momento “non abbiamo ancora ricevuto nessuna notifica formale”. Senza la notifica, l’Antitrust Ue non può formalmente prendere una decisione sulle misure per la ricapitalizzazione della banca controllata dell’emanazione piddina che è di fatto la Fondazione Mps.

E intanto il tempo stringe: inizialmente i denari statali sarebbero dovuti arrivare via Monti bond (emissioni obbligazionarie che il Tesoro si è già impegnato a sottoscrivere integralmente) entro fine dicembre. Termine che è stato spostato di un mese alla vigilia del ballottaggio delle primarie del Pd, quando un’iniziativa bipartisan dei democratici e del Pdl ha partorito l’emendamento allunga-debito di Mps, quello che è stato bocciato ieri dalla Commissione bilancio Senato. E che prevedeva che, nel caso più che probabile che la banca non generi profitti, gli interessi sugli aiuti pubblici, cioè circa 170 milioni sul 2012 in riferimento ai vecchi Tremonti bond e circa 380 milioni sul 2013, potessero essere pagati oltre che con titoli della banca (alle condizioni comunitarie, però) anche con nuovo debito. Per esempio obbligazioni sempre a carico dello Stato, che a loro volta avrebbero generato nuovi interessi oltre a non porre limiti ai potenziali aiuti di Stato alla banca.

La bocciatura di ieri, però, non significa automaticamente un dietro front, come notano perfino gli analisti finanziari. Secondo Equita Sim, per esempio, non “è escluso che oggi vengano ripresentate (ed approvate) le stesse novità, che avevamo giudicato positivamente in quanto consentirebbero a Mps di guadagnare tempo nel rimborso dei Monti bond ed evitare l’immediata emissione delle azioni a prezzi di mercato”. Mentre in Mediobanca ritengono che lo stop sia “legato principalmente a cause tecniche e crediamo che verrà risolto. Non vediamo particolare interesse nel governo italiano di diventare un’azionista di maggioranza di Mps così come nelle autorità europee nell’avere un’altra banca nel Vecchio Continente in mano ad uno Stato”. Mentre sul fronte della politica il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, annuncia che i Monti bond per Mps dovrebbero trovare posto nella Legge di Stabilità “se non ci sono ulteriori ostacoli”.

I primi a fare le spese della situazione saranno in ogni caso i dipendenti, con la banca che punta sui tagli del costo del lavoro. Oggi, infatti, è arrivata la proposta di un accordo quadro sul nuovo piano industriale con l’esternalizzazione di 1.110 lavoratori. Contraria alla trattativa solo la Fisac-Cgil, mentre Fabi, Fiba-Cisl, Ugl e Uilca sono pronte ad “aprire una fase di serrato confronto”. La pregiudiziale aziendale sulle esternalizzazioni – unicamente del Consorzio e presenti in tutti i poli – secondo il sindacato dei bancari della Cgil “non mira principalmente alla riduzione dei costi ma allo scardinamento delle garanzie contrattuali nazionali”.
 
Ultima modifica:
O.I. 41955. Continua a salire da giorni.
Ma con max. decrescenti (16250, 16220, oggi - per ora - 16110).
Solo io sento profumo di discesa? :D
 
ciao a tutti....se è vero il grafo che ho postato sembrerebbe un T&S che ha appena disegnato la sp. dx (perfettamente) e si appresterebbe a scendere!!!! sarà solo la mia speranza!!??:rolleyes::rolleyes: lo vedremo!!! a dopo..:):)

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