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29/01/2013 08:48
Troppo tardi per buttarsi nel rally?
Rossana Prezioso
A questo punto è normale, sapendo che spesso in Borsa quando un trend diventa così lungo e palese significa che ha ormai i giorni, se non le ore, contate, è facile chiedersi: troppo tardi per gettarsi nella mischia, si rischia di fare la fine di un immenso parco buoi? La risposta è non meno semplice: si è ancora in tempo per un margine di guadagno, anche se non eccessivo, ma ad una sola imprescindibile condizione e cioè mantenere alta la vigilanza sulle tempistiche e i segnali. Secondo Eric Parnell di Seeking Alpha la visione a lungo termine per gli stock, è ribassista ma rialzista nel corso degli ultimi mesi per un motivo fondamentale. Questo è, naturalmente, il diluvio seguito alla liquidità immessa nel sistema finanziario della Federal Reserve implementata proprio a partire dal 4 gennaio. L'importanza delle sue mosse così come quella della Banca centrale europea, non può essere sottovalutata: dal marzo 2009 fino ad oggi, il mercato azionario si è mosso di pari passo con il flusso di liquidità nel sistema finanziario, infatti, la Federal Reserve ha attuato i suoi piani (QE1, QE2 e ora QE3) o la Banca centrale europea ha dato vita al famoso progetto per salvare l'euro (LTRO), secondo quanto più volte affermato, quasi in tono di rassicurazione, Mario Draghi, ebbene c'è stata una costante espansione del mercato azionario. E al contrario, nel momento in cui l'istituto centrale ha frenato la sua avanzata, anche i mercati si sono mossi di conseguenza, dando vita a periodi di forte volatilità, caratterizzata, continua Parnell da correzioni rapide ed estreme che vanno da -10% a -25% in poche settimane . Quindi, a differenza di quanto solitamente si possa credere (macroeconomia, crescita degli utili et similia) in realtà il grande burattinaio, stando alle parole dell'analista continua a essere la Fed per Wall Street e la Bce per le Borse europee. Così come anche per il Giappone con le azioni della BoJ. Una serie di azioni che se da una parte tendono a favorire e rassicurare gli investitori, dall'altro provocano un vero e proprio oscuramento delle reali analisi di mercato. , Perciò, a questo punto molti si chiedono: quali sono le reali potenzialità dell'azionario, una volta esclusa l'azione delle banche centrali? E cosa potrebbe visto che su tutto governano QE ed LTRO, far deragliare il mercato se non il ritiro dei piani di assistenza che potrebbe arrivare da un momento all'altro? La risposta che dà Parnell alla prima domanda è semplice. Sotto il "protettorato" di un illimitato quantitative easing, abbiamo potuto vedere risorgere il mercato azionario al di là di ogni più rosea prospettiva nei prossimi mesi. La risposta alla seconda domanda, invece, è molto più complessa: un andamento delle azioni non è del tutto immune alla volatilità nonostante la presenza del QE, proprio nel momento in cui, per esaurimento dei fondamentali, rischiano di non rispondere più nemmeno allo stimolo della Fed. Il problema, adesso, sta nel capire quando ciò accadrà. Per questo motivo sarà bene stare attenti: i margini sono particolarmente risicati e la tempistica anche. Fonte: News
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