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31/01/2013 09:30
Un ribasso da non crederci
Borsaprof Gerbino
Pietro Origlia, trader privato, sarà presente martedì 5 Febbraio dalle ore 18.00 alle ore 19.00 nel video incontro: STRATEGIE OPERATIVE DI TRADING E WATCH LIST. Cercherà di dare una spiegazione alla probabile direzione dei mercati nei prossimi mesi utilizzando la piattaforma WHS FutureStation per CFD e Forex. Per iscriverti CLICCA QUI. Ieri è arrivato un primo stop alle velleità rialziste dei mercati. Tuttavia la giornata di ieri è di difficile e non univoca interpretazione, specie se ci si ferma a valutare l'andamento della borsa italiana. In realtà i colpi inferti all'ottimismo imperante sono stati due, ma uno riguarda solo il nostro mercato. Cominciamo proprio da quest'ultimo. All'apertura delle contrattazioni chi ha guardato l'andamento del FIB e lo ha confrontato rapidamente con la situazione dei titoli del paniere Ftse-Mib ha pensato di essere stato assalito da un improvviso attacco influenzale fulminante: quasi -2% sul FIB e tutti i titoli del paniere che hanno aperto in positivo. La contraddizione era apparente perché due titoli non hanno aperto alle 9: Eni e soprattutto Saipem, controllata da Eni, segnavano un calo mostruoso che le manteneva provvisoriamente sospese, e giustificava il differenziale di oltre 2 punti percentuali tra il FIB e la percezione di positività che pervadeva il resto del listino. La colpa, come ci hanno raccontato i media è tutta dei manager di Saipem, che la sera prima, a mercati chiusi, hanno comunicato un profit-warning, rivedendo al ribasso di circa il 50% rispetto alle stime degli analisti i conti del 2012 e le aspettative per il 2013. , La reazione del mercato è stata così brutale da registrare ieri una chiusura del titolo a -34% rispetto al giorno prima, una debacle che su un titolo del paniere principale io non ricordo di aver mai visto in precedenza. Un gap ribassista destinato a non essere ricoperto per chissà quanto tempo. Immediati i riflessi su Eni che la controlla (-5% circa) e sull'intero listino: perdita del 3,36% del Ftse-Mib, mentre gli altri mercati europei ed anche l'indice SP500 si sono limitati a cali frazionali. Il calo delle borse straniere, che fino alle 14,30 non avevano affatto voglia discendere, è stato imposto dal dato preliminare sul PIL americano del 4° trimestre, a sorpresa comunicato addirittura con variazione trimestrale annualizzata negativa (-0,1%), contro le attese di rallentamento della crescita stimate dagli analisti intorno al +1,3%. Lo scostamento è notevole ed è decisamente grave. Non solo le speranze di rafforzamento della ripresa americana (che nei prezzi azionari sembravano ormai tramutate in certezze) vanno a farsi benedire, ma, se il dato venisse confermato dalle successive e più precise rilevazioni, dovremmo discutere non di ripresa, ma di come evitare una seconda caduta ufficiale in recessione per il gigante economico americano. Verrebbe quasi da dire: "roba da non crederci". Ed infatti la reazione delle borse di tutto il mondo (eccetto la nostra che aveva motivi di calo specifici), è stata negativa ma assai contenuta, proprio come se nessuno credesse veramente al dato comunicato. Pertanto oggi, dato che anche in Asia si sta snobbando l'enorme distanza tra la realtà dei dati e la speranza delle aspettative dei mercati, la giornata sarà di difficile interpretazione. , Non escludo affatto che per qualche giorno i mercati riescano a mantenersi agganciati ai massimi dei giorni scorsi, rimuovendo la necessità di fare i conti con la realtà, e sperando che sia questa ad adattarsi alle aspettative alla prossima revisione del dato sul PIL. In questa eventualità il nostro listino oggi dovrebbe addirittura recuperare l'enorme spread di performance che si è aperto ieri, magari trainato proprio dai recuperi, almeno parziali, di Eni e Saipem. Intanto le mani forti cercheranno di distribuire al pubblico un po' di azionario. Poi si vedrà. Pierluigi Gerbino Fonte: News
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