Idee e grafici. - Cap. 2 (18 lettori)

Leberna

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mmmmmm......vuoi che non facciano un altra scarica
anche se piccola ?????
Mi pare strano ci sia un up ....ora.
:mmmm:
Guarda a 840 da grafico ci stava un'entrata long strasicura (parlo di minifib..) solo che a 890 poi passava la sma e visto che ora vado a pranzo..
Vi lascio col dilemma!:D
Saluti
LEB
 

WANTED

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situazione ts

short 2 contratti da 17.130

primo stop 17.290

primo target 16.980-17.000


Azz.....stavo guardando il TS di Giù.
Il suo target, mentre io ho long
:D
 

WANTED

Forumer storico
Guarda a 840 da grafico ci stava un'entrata long strasicura (parlo di minifib..) solo che a 890 poi passava la sma e visto che ora vado a pranzo..
Vi lascio col dilemma!:D
Saluti
LEB


strasicura non c'è mai nulla.....soprattutto
in questa bolgia di mentecatti.
però giustamente ci si poteva provare.
Ma quando hai la tua idea , poi è difficile cambiarla in corso.
Io a volte sparo pure al volo, manco guardo dov'è.
 

dondiego49

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13/05/2013 12:34
Fiat: blocco stabilimenti causa mancanza delle forniture del gruppo Selmat

Nuovi disagi produttivi per Fiat a causa della mancanza delle forniture da parte di Selmat. Il gruppo automobilistico torinese ha reso noto che stamattina l’impianto di Officine Maserati di Grugliasco ha dovuto sospendere la produzione, come era già accaduto venerdì scorso, a causa della mancanza delle forniture del Gruppo Selmat. Per lo stesso motivo è fermo lo stabilimento di Fiat Automobiles in Serbia, mentre quello Iveco di Madrid non produce da venerdì e altri stabilimenti corrono il rischio di bloccare l’attività nei prossimi giorni. “Il tutto sta creando gravissimi danni al Gruppo Fiat e agli altri fornitori – rimarca la nota del Lingotto - che stanno regolarmente consegnando il proprio materiale. Sono alcune migliaia le persone che venerdì scorso ed oggi non hanno potuto essere al loro posto di lavoro”. Fiat sottolinea che il protrarsi di questa situazione non può non destare preoccupazione per le prospettive dei rapporti tra Fiat ed il fornitore e per le inevitabili ricadute occupazionali.
Fonte: News Finanza.com
 

dondiego49

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13/05/2013 12:31
Atlantia in rialzo dopo i conti. Ottimismo diffuso tra i brokers
Davide Pantaleo
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Tra le blue chips che quest'oggi riescono a muoversi in controtendenza rispetto all'indice Ftse Mib troviamo Atlantia che, dopo aver chiuso la sessione di venerdì scorso con un rialzo di oltre un punto e mezzo percentuale, continua a muoversi lungo la via dei guadagni quest'oggi. Il titolo ha avviato gli scambi già in positivo e nella prima parte della mattinata è arrivato a toccare un massimo a 14,39 euro, con un progresso di quasi due punti percentuali. Da questo livello si è avuto un ritracciamento che vede ora Atlantia a 14,28 euro, con un vantaggio dell'1,2% e oltre 1,6 milioni di azioni passate di mano fino ad ora, già oltre la media giornaliera degil ultim tre mesi pari a quasi 1,5 milioni di pezzi. Atlantia guadagna terreno sulla scia dei risultati del primo timestre che sono stati diffusi venerdì scorso dopo la chiusura di Piazza Affari. Il periodo considerato è stato archiviato con un utile di competenza del gruppo pari a 111,3 milioni di euro, in calo del 10,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma a parità di perimetro di conslidamento l'utile si è attestato a 99,9 milioni di euro, in contrazione del 16,2%. I ricavi si sono attestati a 925,3 milioni di euro, con un rialzo dell'8% su base tendenziale, mentre su basi omogenee si è avuta una flessione del 2%. Il margine operativo lordo è aumento del 14,1% a 550,3 milioni di euro, mentre l'indebitamento netto del gruppo è stato pari a 10,95 miliardi di euro, rispetto ai 10,064 della fine del 2012. Gli analisti di Equita SIM hano parlato questa mattina di un'Ebitda i linea con le stime e di un trend dei costi migliore delle aspettative. La SIM milanese ha confermato le stime e ridotto di 125 milioni di euro i capex per l'anno in corso e per il prossimo, rivedendo verso l'alto del 5% le previsioni sul dividendo di quest'anno, in linea con la guidance. Gli analisti di Equita SIM hanno riservato una doppia promozione al titolo, migliorando la raccomandazione da "hold" a "buy" e alzando il prezzo obiettivo del 9% da 14,5 a 15,9 euro. Alla base della revisione del rating e del target price, c'è il fatto che lo scenario dei tassi è favorevole per il gruppo, inoltre il primo e il secondo potrebbero essere trimestri del bottom dell'andamento del traffico, senza dimenticare che i minori capex aumentano la visibilità sul dividendo. La SIM milanese segnala inoltre che Atlantia da inizio anno è il peggior titolo nel settore di riferimento e ora tratta a multipli convenienti, con uno yield 2013 pari al 5,6%, rispetto al 4,7% del settore di riferimento. Proprio sulla scia della doppia promozione, Atlantia è stato inserito nel portafoglio principale di Equita SIM con un peso di 400 basis points. Buone notizie anche da Società Generali che ha ribadito la raccomandazione "buy" sul titolo, con un target price rivisto verso l'alto da 15,1 a 16,3 euro. La revisione della valutazione è stata decisa sulla scia del calo dei rendimenti dei titoli di Stato italiani che comporta un minor costo medio ponderato del capitale in Italia per il gruppo. I colleghi di Kepler Cheuvreux sono rimasti sorpresi in positivo dall'Ebitda che si è rivelato superiore alle loro stime e a quelle del consensus, al pari del traffico italiano, di quello cileno e brasiliano. Malgrado ciò il broker ha rivisto le stime sul traffico in Italia per l'anno in corso da -4% a -4,5%, confermando però la raccomandazione "buy" sul titolo, con un fair value aumentato da 13,5 a 15 euro. Infine, a scommettere su Atlantia sono anche gli analisti di Banca Akros che ribadiscono l'invito ad accumulare il titolo in portafoglio, con un prezzo obiettivo alzato da 14 a 15 euro. Gli analisti ritengono che l'outlook 2013 del gruppo sia coerente con la loro view e con le loro stime, richiamando l'attenzione sulla tenuta della redditività e sul fatto che il capex sia sotto controllo. Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 

dondiego49

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13/05/2013 13:00
I soldi degli Italiani utilizzati per salvare le banche spagnole
Paolo Cardenà
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Suscita sempre molto scalpore e indignazione pensare che una banca italiana, il Monte dei Paschi di Siena, sia stata salvata con i soldi dei contribuenti italiani, appositamente spremuti di tasse. Tanto più se si considera che questi soldi, il più delle volte, sono denari tolti a persone che non ne hanno, soprattutto in questo periodo di crisi. VIDEO LIVE GRATUITO: COME DIVENTARE TRADER DI SUCCESSO. Gianvito D'Angelo racconta la sua esperienza personale: gli ostacoli da superare, la strada esatta da percorrere. Iscriviti qui. Nei mesi scorsi, magari da parte di chi cavalca l'onda dell'emotività, è stato detto che il gettito dell'Imu sulla prima casa, tanto discusso in questi giorni, sia servito proprio per il salvataggio del Monte Paschi. Cosa che, evidentemente, costituisce una mezza verità, essendo, quell'imposizione fiscale, non una tassa di scopo e men che meno soggetta a vincolo di destinazione. Banalizzando, possiamo dire che quando si pagano le tasse, queste finiscono in un "salvadanaio" e il governo "decide" poi come utilizzare queste risorse, il più delle volte in maniera sbagliata e talvolta clientelare. Nel caso specifico, il governo ha ritenuto opportuno destinare 4 miliardi di euro al salvataggio del Monte Paschi. Giusto o sbagliato che sia, tanto è. Chi segue questo sito saprà che, in questi pixel, si è molto discusso a proposito del MES e dei soldi versati dall'Italia ai vari piani di salvataggio europei. Ad oggi, possiamo affermare che i soldi versati nei vari piani di salvataggio ammontano a circa 45 miliardi di euro. Poco importa sapere che questa enorme massa di denaro sia stata presa in prestito sui mercati, perché, è evidente, l'Italia non dispone(va) di queste risorse all'atto del versamento. Quindi si sono contratti dei prestiti, sui quali, lo stato (ossia il contribuente), dovrà pagare gli interessi in base alle dinamiche dei tassi a cui è stata esposta l'Italia all'atto dell'emissione dei titoli che hanno consentito la raccolta di risorse successivamente versate nei salvataggi. Volendo giungere ad una quantificazione dell'impatto che avranno in 45 miliardi di euro in termini di interessi corrisposti ai finanziatori, potremmo agevolmente affermare che questi incideranno per ben oltre 2 miliardi all'anno, almeno fino a quando i titoli già emessi non verranno rimborsati e sostituiti con nuove emissioni a tassi più contenuti dei precedenti, sempre che ce ne sia occasione. Una cifra enorme che pesa sulla testa di ogni italiano, di oggi, e di domani. Ma se vi siete indignati per il salvataggio del Monte Paschi, spero che abbiate il cuore abbastanza forte per sapere che questi soldi sono stati versati per salvare le banche spagnole attraverso il fondo salva stati ESM, nell'occasione, appositamente intervenuto nella veste di fondo salva banche. E i dati ce li fornisce proprio l'ESM in una nota che potete trovare QUI Nel documento si legge che, già dal luglio 2012, l'Eurogruppo ha accordato aiuti finanziari al settore bancario della Spagna a seguito di una richiesta ufficiale da parte del governo spagnolo. Gli aiuti erogati sono circa 39.5 miliardi di euro e sono stati forniti al Fondo de Restructuración Ordenado Bancaria (FROB), il fondo di ricapitalizzazione delle banche del governo spagnolo, e poi canalizzati agli istituti finanziari interessati: BFA-Bankia, Catalunya-Caixa, NCG Banco, Banco de Valencia, Banco Mare Nostrum, Banco Ceiss, Caja 3 e Liberbank, oltre che alla SAREB. L'obiettivo è quello di ricapitalizzare il settore bancario spagnolo e ripristinare la fiducia del mercato in Spagna. Il contributo concesso dall'Eurogruppo - si legge - è progettato per coprire il deficit stimato dei requisiti di capitale con un ulteriore margine di sicurezza, che coprirà le esigenze di finanziamento fino a EUR 100 miliardi. L'assistenza finanziaria concessa alla Spagna è subordinata al perseguimento di piani di ristrutturazione del sistema bancario e saranno inoltre realizzate riforme relative alla governance, alla vigilanza e alla regolamentazione del settore finanziario. In parallelo, la Spagna dovrà rispettare pienamente gli impegni e gli obblighi derivanti procedura per i disavanzi eccessivi e le raccomandazioni per affrontare gli squilibri macroeconomici, nel quadro del semestre europeo. A proposito dei soldi versati al Mes, per quanto riguarda il nostro paese, come abbiamo già detto in precedenza, c'è da dire che l'Italia partecipa al capitale del fondo per un totale di 125 miliardi, di cui 14.29 in paid-in, e gli ulteriori, eventualmente, a chiamata da corrispondere entro una settimana. Dei 14.29 miliardi, l'Italia ha già versato poco meno di 9 miliardi e i rimanenti dovranno essere versati in ulteriori due tranche, entro la fine del 2013 e inizio 2014, salvo ulteriori versamenti per la quota a chiamata. Ma mentre gli italiani si stanno dissanguando per salvare gli altri - prime fra tutte le banche spagnole verso le quali la Germania ha forti esposizioni - nel frattempo, sempre in Italia: non si trovano i soldi per finanziare la Cassa Integrazione; le tasse hanno già oltrepassato i limiti dell'esproprio; verosimilmente ci dovremmo subire l'aumento dell'Iva dal prossimo luglio; non possiamo abolire l'IMU sulla prima casa senza che queste risorse non vengano recuperate da altri gettiti tributari, al fine di garantire gli stessi saldi; non possiamo pagare le nostre aziende fornitrici della PA che falliscono a centinai di migliaia; dobbiamo salvare le nostre banche, oltre che quelle spagnole; Questo, solo per citare alcune criticità ancora in attesa di soluzione. Ma la lista è ancora molto lunga. Autore: Paolo Cardenà Fonte: News Trend Online
 

dondiego49

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13/05/2013 13:23
Le Borse restano tutte in rosso. Due i dati macro in Usa
Davide Pantaleo



Arrivate al giro di boa le Borse europee si confermano tutte in territorio negativo, con un parziale recupero dai minimi intraday. A frenare i listini del Vecchio Continente è l'intonazione ribassiste dei futures Usa, oltre ad alcune fisiologiche prese di profitto dopo i progressi messi a segno nelle ultime giornate. Il Cac40 e il Ftse100 si muovono quasi di pari passo scendendo rispettivamente dello 0,28% e dello 0,23%, mentre resta più indietro il Dax30 che arretra dello 0,4%. Ad avere la peggio è Piazza Affari dove il Ftse Mib, pur essendosi allontanato dai minimi intraday, viene fotografato ora poco sopra i 17.150 punti, con una flessione dello 0,65%. Si allentano in parte le tensioni sul fronte obbligazionario con lo spread BTP-Bund che ora si presenta poco sotto i 251 punti base, in rialzo di circa un punto e mezzo percentuale. Il differenziale si è ristretto parzialmente dopo l'esito dell'asta dei BTP a 3 anni che hanno visto un rendimento in calo al di sotto del 2% e precisamente all'1,92% nel collocamento odierno. Diverse le blue chips capaci di muoversi in controtendenza e si tratta di Mediaset che sale dell'1,44% alla vigilia dei risultati trimestrali. Bene Prysmian che guadagna l'1,37% dopo che JP Morgan ha rivisto al rialzo il prezzo obiettivo, confermando il rating "overweight", mentre Diasorin sale dell'1,32%, seguito da Atlantia che si apprezza dell'1,27% sulla scia dei risultati del primo trimestre che hanno incontrato il favore dei brokers. In positivo Azimut e Mediolanum che viaggiano in salita dell'1,04% e dello 0,19%, mentre tra le utilities spunti positivi sono offerti da Snam e Terna che avanzano dello 0,7% e dello 0,29%. Si appesantisce Fondiaria-Sai che scivola in fondo al paniere del Ftse Mib con un rosso di oltre il 3%, mentre tra i bancari la peggiore performance è quella di Monte Paschi che lascia sul parterre quasi tre punti, seguito da Banca Popolare dell'Emilia Romagna e da Intesa Sanpaolo che flettono dell'1,85% e dell'1,35%. Negative le indicazioni che arrivano intanto dall'opposta sponda dell'Atlantico dove quest'oggi si dovrebbe assistere ad una partenza in calo. Il future sull'S&P500 scende dello 0,37%, mentre quello sul Nasdaq100 arretra dello 0,41%. Sul fronte macro Usa per oggi si segnala l'aggiornamento relativo alle vendite al dettaglio che ad aprile dovrebbero mostrare una variazione negativa dello 0,3% rispetto al calo dello 0,4% precedente, mentre al netto della componente auto le attese sono per una conrazione dello 0,2%. In agenda anche le scorte delle imprese che a marzo dovrebbero registrare un rialzo dello 0,3%. Fonte: News Trend Online
 

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