Idee e grafici. - Cap. 2 (5 lettori)

dondiego49

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09/07/2012 11:50
Trimestrali Usa al via, Alcoa al banco di prova
IG Markets



Prevediamo un'apertura in calo per gli indici statunitensi questo pomeriggio in vista dell'apertura della stagione delle trimestrali. Il future sul Dow Jones Industrial Average cede lo 0,6%, mentre quello sull'S&P 500 segna un -0,55% e quello sul Nasdaq 100 segna un -0,4%. Incertezza anche in Europa con il Ftse 100 di Londra che cede lo 0,4%, mentre il Dax di Francoforte segna un -0,25% e il Cac di Parigi un -0,65%. La settimana è inziata all'insegna della debolezza in vista dell'Eurogruppo di questo pomeriggio, dove sono attesi dettagli concreti in merito all'unione bancaria e all'utilizzo dei fondi Esm-Efsf come scudo anti-spread. Gli investitori stanno cercando di capire ora quale sarà la direzione dei mercati durante l'estate e la nostra view rimane cautelativamente positiva. Certo è che restano molti nodi da sciogliere nell'area euro che nel caso dovessero esserci sviluppi positivi potrebbero alimentare la corsa. Oggi gli investitori si concentreranno sull'audizione di Draghi davanti al Parlamento europeo, dove potrebbero esserci dichiarazioni in merito alla reazione dei mercati dopo il taglio dei tassi di interesse dello scorso giovedì. Questa sera a mercati chiusi inizierà la stagione delle trimestrali che vedrà la pubblicazione dei conti di Alcoa. A nostro avviso i conti del 2° trimestre non dovrebbero essere brillanti visto il rallentamento dei consumi negli Usa e i recenti dati macro. Italia: Ftse Mib verso supporto 13.600-13.500 A Milano il Ftse Mib cede lo 0,45% a 13.660 punti. Siamo ormai vicini alla soglia dei 13.600-13.500 punti, livello oltre il quale si avrebbe un inversione del sentiment e si aprirebbe la strada verso i minimi di giugno. Contrastati i bancari con Mediobanca che cede il 2,7% e Banca Popolare di Milano il 3%. Male Finmeccanica (-3%). Da segnalare che i titoli legati alla fusione tra Unipol (-10%) e Fondiaria (-17%) Sai segnano cali teorici importanti dopo il rinvio dell'aumento di capitale che doveva iniziare questa mattina. , Valute: euro/dollaro, prossima fermata a 1,2150 Tra le valute, prosegue sui minimi degli ultimi due anni l'euro/dollaro in area 1,2270. La moneta unica non sembra avere la forza di recuperare i livelli della scorsa settimana. La nostra view rimane cautelativa con un possibile test a 1,2150 sulle spalle dell'head & shoulders formatosi a cavallo tra maggio e luglio 2010. Stabili euro e dollaro vs yen, mentre segnaliamo i nuovi minimi del cambio euro/sterlina da novembre 2008 a 0,7930. Macro: Germania, domanda import è positiva Sul fronte macro, in Germania il surplus commerciale a maggio è sceso a 15 miliardi di euro dai 16,2 di aprile, complice un'accelerazione maggiore dell'import (+6,3% m/m) rispetto all'export (+3,9% m/m). Il dato è da considerare positivo visto che l'import va ad alimentare la catena produttiva tedesca e quindi impatterà sulla produzione industriale dei prossimi mesi. Continua a rallentare l'inflazione in Cina, che ha toccato un minimo da 29 mesi, al 2,2% a/a, dal precedente 3% a/a, giustificando così la politica monetaria espansiva della Banca centrale cinese. Peggiora ancora l'indice sentix sulla fiducia degli investitori nell'area euro, scesa a luglio a 29,6 punti dai 28,9 di giugno. Titoli di Stato: spread continua ad allargarsi Sul fronte governativo, non ci sono aste di rilievo oggi. Domani dovrebbero essere annunciate aste Btp a medio termine fino a un massimo di 5 miliardi di euro per il prossimo venerdì. Lo spread tra il decennale italiano e quello tedesco è salito a 485 punti base in scia alle tensioni sulla periferia dell'area euro e in vista dell'Eurogruppo di questo pomeriggio. Commodity: petrolio prosegue in timido recupero , Tra le commodity, rimane stabile l'oro intorno alla soglia dei 1.580 dollari/oncia, mentre il petrolio prosegue moderatamente positivo, con il Wti a 84,60 dollari/barile. VINCENZO LONGO Market Strategist of IG Markets Italy Fonte: News Trend Online Fonte: News Trend-online
 

dondiego49

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09/07/2012 11:57
Fiat Industrial: Ubs taglia stime su debolezza mercato camion in Europa, buy confermato

Revisione al ribasso delle stime su Fiat Industrial da parte di Ubs. La casa d'affari elvetica ha ritoccato del 2-4% le stime di ricavi su Fiat Industrial alla luce del downgrade relativo al mercato europeo dei camion annunciato oggi in occasione della presentazione del suo 19° European Truck Survey. Le nuove stime vedono il mercato europeo scendere dell'8,5% rispetto al dato stabile pronosticato in precedenza. Il nuovo Eps 2012 indicato da Ubs per Fiat Industrial è di 0,71 euro (-6%) e di 0,91 euro per il 2013 (-10%), ma ritiene comunque che il titolo tratti a livelli interessanti, ossia 6,3 volte l'ebit 2012, che scende a 5,1 volte nel per l'ebit 2013, mentre a livello di Eps viaggia 11 volte quello 2012 e 9 volte quello 2013. Su Fiat Industrial il giudizio rimane quindi buy con prezzo obiettivo passato da 11 a 10,1 euro.
Fonte: News Finanza.com
 

fabiomc

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:up::up::up:
Loro hanno già messo tutto al sicuro all'estero,han tutto da guadagnare ,la lega oltre i loro soldi personali volevano portare in tanzania anche i rimborsi elettorali :wall: chi va con lo zoppo impara a zoppicare :D
Default Italia / Quanto tempo ci resta...

Furia
se andiamo in default,penso che qualcuno andrebbe col fucile e li stanerebbe in qualsiasi posto andassero..

secondo me dovrebbero già farlo adesso :up: così invece di blaterare e blaterare.. si metterebbero a servire di + il popolo
 

dondiego49

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09/07/2012 12:00
Le aziende possono sopravvivere a un clima politico instabile?
Henderson Global Investors



Da qualche tempo stiamo decidendo i nostri investimenti basandoci sul fatto che le Economie Europee stanno avendo, ed è probabile che avranno, dei bassi tassi di crescita economica. Ora è chiaro che, oltre a questa difficoltà di fondo, parte del problema è anche l'incapacità dei leader politici europei di assumere un approccio decisivo e unanime di fronte alle sfide che pone l'economia. Sembra che le agende politiche nazionali si concentrino più che altro sulla ricerca della rielezione al prossimo ciclo elettorale (fra 5-6 anni) piuttosto che sulla costruzione di un retaggio duraturo a vantaggio delle prossime generazioni. Il problema qui è che nessun esponente politico europeo viene eletto con mandato Pan-europeo, e questo crea una discrepanza tra la loro base elettorale e il ruolo a cui sono chiamati, e cioè salvare l'Europa. Mentre questo danneggia certamente diverse aziende, ce ne sono molte altre che si stanno impegnando per espandere le proprie attività nei settori e mercati a più rapido sviluppo, e che soprattutto stanno cercando di essere quanto più possibile indipendenti dall'influenza dei governi. Per esempio la debolezza di molte aziende di servizi europee è stata in gran parte causata dalle norme più severe - un fattore che ha influenzato anche le aziende di telecomunicazioni. D'altra parte, le avversità che ha vissuto Nokia non hanno niente a che vedere con il clima politico sfavorevole, proprio come il successo di Inditex (retailer del settore abbigliamento che include il brand Zara) si deve alla qualità del prodotto e a un'efficiente catena di fornitori. Sarebbe utile pensare a politica meno determinante, perché è sempre più impervio il sentiero che devono seguire le scelte economiche di un paese maturo. Mi chiedo se chiunque abbia scritto il libro "Una semplice guida per gestire un'economia moderna" e se qualche politico possa anche solo interpretare le regole entro un certo margine. In Europa, la tendenza è verso la crescita - ma ripetendo continuamente che il debito va tenuto sotto controllo. Tuttavia, ci sono diversi aspetti su cui porre l'attenzione nel condurre l'economia di un paese, ed è significativo che l'Europa abbia iniziato a parlare di focus sulla "crescita" piuttosto che sull'"austerity" a gennaio di quest'anno, quando l'ex presidente Sarkozy ebbe il famoso incontro con il Cancelliere Merkel: sanno che c'è bisogno della crescita - ma entrambi sono assolutamente consapevoli (come lo è il Primo Ministro UK Cameron) del pericolo di "chiedere un prestito per crescere". , Quindi cosa può fare un'azienda di successo? Molte aziende che abbiamo attualmente in portafoglio hanno raggiunto un certo livello di crescita per effetto del trend demografico - Fresenius per esempio ha beneficiato della crescente domanda di prodotti farmaceutici e Essilor dal bisogno sempre più sentito di migliorare le prestazioni degli occhiali da vista - per giovani e anziani. L'Oreal sta avendo risultati positivi nei mercati emergenti, beneficiando anche di una maggiore domanda nei propri mercati più maturi. Deutsche Post DHL trae vantaggio dal proprio ruolo di supporto alla logistica delle aziende, le quali diventano più efficienti attivando così un ciclo "win-win". Troppo spesso l'ossessione per la crescita del PIL nasconde le opportunità presenti sul campo - da qui il nostro tentativo di trovare investimenti in aziende che possono diventare "parte della soluzione". Mentre lottiamo contro un'impasse politica ed economica incredibilmente lenta e persistente, dobbiamo ricordare che le aziende su cui andiamo a investire sono informate quanto noi e sono in contatto con il mondo reale. Possono vedere l'evoluzione degli ordini molto velocemente - e noi dobbiamo saper capire quando, dove e fino a che punto cambiare i nostri orizzonti d'attesa. Un'azienda potrebbe essere influenzata positivamente dal clima economico, ma in definitiva la politica si muove su un terreno piuttosto limitato. Ma come Repsol ha potuto vedere in Argentina con la nazionalizzazione di YPF e come le aziende del petrolio hanno visto in Venezuela, la difficoltà maggiore è spesso nei mercati emergenti meno maturi. L'Europa ha molte sfide davanti a sé e a un certo punto la maggiore tassazione potrebbe diventare un problema, ma in realtà la politica può avere un effetto molto inferiore rispetto a quanto i mercati abbiano paventato negli ultimi tempi. La crescita delle frange politiche più estremiste (di destra o sinistra) avuta in Europa negli ultimi dodici mesi potrebbe essere vista come il segno della rabbia contro la cattiva gestione dell'economia da parte degli ultimi governi. Ciò sta già portando a un approccio più proattivo alla gestione dei problemi legati alla gestione della moneta unica, e come la barzelletta dell'uomo che si perde e gli viene consigliato di "non partire da qui", il fatto è che l'Euro esiste già e quelle strutture che avrebbero dovuto essere messe in campo prima del suo lancio, ora devono essere attuate. , Se la Grecia lasciasse l'Euro (e non credo che nessuno stia bluffando in questo dibattito), l'impatto immediato stimato dagli analisti di Citi sarà pari al 3% del PIL dell'Eurozona, ma il sollievo derivante dall'avere finalmente una soluzione sarà probabilmente superiore al peso delle perdite. Qualsiasi uscita della Grecia sarà salutata con una maggiore fiducia in una soluzione duratura al problema Euro, perché immediatamente dopo seguirà una maggiore integrazione fiscale. La politica dovrà poi fare i conti con il manuale su "come guidare un'economia moderna", senza più pensare troppo alle singole agende politiche. Fonte: News Trend Online Fonte: News Trend-online
 

dondiego49

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Furia
se andiamo in default,penso che qualcuno andrebbe col fucile e li stanerebbe in qualsiasi posto andassero..

secondo me dovrebbero già farlo adesso :up: così invece di blaterare e blaterare.. si metterebbero a servire di + il popolo


Io non sonno molto pratico di fucili e forse manco di mira ma una idea del genere e già parecchio che mi balla in mente ,, Insegnarne 10 per educarne 1000 :cool:
 

dondiego49

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09/07/2012 12:00
Semestre da record per gli Etf
Morningstar



Un semestre così non si era mai visto. Secondo le statistiche dell'Etf Landscape - Industry Highlights a cura del BlackRock Investment Institute, la raccolta netta globale degli Exchange traded products (Etp, acronimo che raggruppa Etf, Etc ed Etn) nei primi sei mesi del 2012 è stata pari a 105 miliardi di dollari, segnando un +16% rispetto al primo semestre del 2011. Il patrimonio gestito globale, invece, ammonta al 30 giugno a 1.680 miliardi. Il reddito fisso mette il turbo I replicanti di indici obbligazionari sono stati i più ricercati, probabilmente a causa dell'elevata volatilità dei mercati azionari. Secondo il report gli Etp a reddito fisso hanno avuto afflussi netti pari a 42 miliardi di dollari (pari al 41% del totale afflussi), di cui 15,5 miliardi nel segmento investment grade. La raccolta del reddito fisso è aumentata del 114% rispetto al primo semestre dell'anno passato. Voglia di reddito In realtà, gli analisti di BlackRock sottolineano come anche altri strumenti che offrono un reddito abbiano ben raccolto, come le azioni ad alto dividendo o i replicanti di indici real estate. In totale, questa categoria ha registrato afflussi netti per 17,9 miliardi di dollari. Fuga dall'Europa L'equity dei paesi sviluppati ha segnato flussi in netrata nel primo semestre per 40,5 miliardi. Da segnalare però la forte discrepanza tra il mercato americano (che ha attirato 29,3 miliardi) e il mercato europeo, che ha segnato deflussi netti per 900 milioni di dollari. L'azionario emergente, invece, ha raccolto circa 15 miliardi. Gli indici di materie prime, dal canto loro, hanno segnato una raccolta netta pari a 5,4 miliardi, grazie soprattutto alla raccolta dei prodotti auriferi. , Secondo i dati di BlackRock, i primi tre Etf per flussi in entrata nel semestre sono: Vanguard Msci Emerging Markets, iShares iBoxx $ Investment Grade Corporate Bond Fund e Huatai-Pinebridge CSI 300 Etf. Invece, i primi tre Etf per patrimonio in gestione al mondo a fine giugno sono: SPDR S&P 500, SPDR Gold Trust e Vanguard Msci Emerging Markets Etf. Un tred che durerà "L'industria degli Etp continua a raccogliere nuovi capitali da parte degli investitori di tutto il mondo, attratti dall'accesso efficiente ai vari segmenti di mercato che questi strumenti offrono", ha commentato Dodd Kittsley, responsabile globale degli ricerca sugli Etp di BlackRock. "L'interesse per l'esposizione al reddito fisso è stato un tema chiave dell'ultimo anno e non mostra segni di cedimento, testimonianza del consenso raggiunto in merito all'investimento indicizzato in questa asset class". Fonte: News Trend Online Fonte: News Trend-online
 

dondiego49

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09/07/2012 12:13
BofA: gli Stati Uniti puntano all’autosufficienza energetica

Gli Stati Uniti verso l’autosufficienza energetica. Lo affermano gli analisti di Bank of America Merrill Lynche nel report settimanale sul mercato energetico. “Grazie ai miglioramenti registrati nel processo di estrazione del Gas Naturale e del petrolio dalle rocce scistose –si legge nel report- la produzione energetica statunitense è decisamente cresciuta negli ultimi anni, riducendo la dipendenza dalle importazioni”.
“Alla luce dell’incremento della produzione di carburanti fossili, il gap tra i prezzi statunitensi e quelli nel resto del mondo è destinato a continuare”. “Il calo della produzione di Gas, a causa della recente contrazione dei prezzi, dovrebbe spingere le quotazioni del metano al Nymex verso la soglia di 4-4,5 dollari che assicura nuovi investimenti”.
 

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