Idee e grafici. - Cap. 2

dove sono in argentina, adesso le distanze sono piu brevi ci vuole coraggio a prendere decisioni come in borsa, adesso viene il natale fai loro una sorpresa senza dire niente, i miei vengono da me perche tutto e gratis, a me e mia moglie fa piacere
 
gira UP
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Grazie Don
scusa se non son riuscito prima , ma spesso per dovere
devo scappare.
;)
 
dunque sp500 a target 1772 preciso...anzi ora ha un doppio max settimanale.....rimango sempre dell'idea che vada a 1600 circa...

il nostro indice ha fallito per 3 volte l'aggancio dei 19450
graficamente ha un forte pattern ribassista quindi è + probabile che vada a 17000 piuttosto che 20000

secondo me entrambi dovrebbero aver già fatto i massimi mensili

buona giornata :ciao:

per me stanno disegnando la spalla dx di un testa/spalle riba,se contate le candele della spalla sx si potrebbe intuir il giorno del ribasso...;)

:ciao:
 
per me stanno disegnando la spalla dx di un testa/spalle riba,se contate le candele della spalla sx si potrebbe intuir il giorno del ribasso...;)

:ciao:

Ciao Fib,
spalla o non spalla, esistono e sono rimaste in essere solo tre figure cicliche identiche a quella a cui stiamo assistendo.
Due proseguirono per trend ribassista e una per trend rialzista ma paradossalmente è proprio quest'ultima la più precisa e dunque quella più attendibile.
Per cui,come ho scritto in altro thread prevedo una puntata dalle parti di 19850 +/- e poi giù verso i target da te indicati.
 
JP Morgan: un tapering a dicembre? -5% sull’azionario

News alert: Tapering, fedNe è convinto Thomas Lee secondo cui una scelta del genere a dicembre coglierebbe i mercati di sorpresa e arriverebbe tra capo e collo di un’economia in fase di ripresa, ma non di consolidamento.

Rossana Prezioso 25 minuti faNe è convinto Thomas Lee secondo cui una scelta del genere a dicembre coglierebbe i mercati di sorpresa e arriverebbe tra capo e collo di un’economia in fase di ripresa, ma non di consolidamento.

Il volume creato da 5 anni di immissioni di liquidità si sta sgonfiando ma molto lentamente e il mercato stesso si sta riposizionando altrettanto lentamente visto che le prospettive di un ritiro della Fed si sono concretizzate solo negli ultimi mesi diventando impellenti solo nelle ultime settimane, mentre il QE ha avuto una durata spropositata nel tempo e nelle dimensioni.
Da qui le varie dissertazioni che si aggrappano ad ogni minimo segnale in arrivo dalla Federal Reserve che possa far capire quando inizierà la manovra. Perciò si pensa all’audizione della Yellen di giovedì al Senato, durante la quale, in seguito della sua nomina a governatore della Fed potrebbe dare qualche informazione aggiuntiva sulle intenzioni. La Yellen è notoriamente una colomba e l fatto che l’avvicendamento tra le due figure resta comunque un momento delicato fa propendere gli analisti per un tapering spostato oltre la soglia di dicembre, ultimo meeting prima della fine dell’anno e anche ultimo che vedrà Bernanke sulla sedia di governatore, difficile quindi che possa avviarsi una strategia dalle dimensioni di 10 o forse anche 15 miliardi di dollari proprio al cambio della guardia.
Un tapering che, spostato nel 2014, coinciderà anche con le trattative per il tetto del debito e la politica di bilancio (gli accordi presi tra repubblicani e democratici scadono tra metà gennaio e i primi di febbraio), con il cambio di molti componenti tra i membri votanti del board della Fed, con la campagna elettorale per le elezioni di medio termine di novembre. Insomma, come conferma Lee l'anno prossimo sarà un " campo di battaglia”. E proprio a proposito delle elezioni sarà di vitale importanza per i partiti, repubblicani in testa, riconquistare la credibilità perduta con lo shutdown creatosi per loro volontà durante i primi 15 giorni di ottobre.
Ad ogni modo un panorama piuttosto affollato al quale si andrebbe ad aggiungere un’uscita di scena della Fed. Paradossalmente, però, sarebbe una situazione migliore anche perchè vedrebbe basi più solide per riuscire a portarla avanti. Anche perchè, anticipando il tutto a dicembre, l’altra finestra che al momento è tra i pensieri degli analisti, il rischio di una correzione del 5% non sarebbe una possibilità poi così tanto lontana anche se, c’è da ricordarlo, gli indici, tutti, hanno registrato record continuati proprio dietro lo stimolo continuato della Federal Reserve con l'esempio preclaro dell’S&P 500 a +24 per cento dall’inizio dell’anno. Ma a questo punto una domanda è d’obbligo: se il mercato anticipa le tendenze, come spiegare il nervosismo dichiarato nelle parole degli operatori ma non ancora manifestatosi nei fatti?
 
Da Moody’s a Bankitalia: Italia ok. Ma...

Moody’s, ottimista, vede per il prossimo anno un Pil tra lo 0 e l‘1%. E qui la conferma del paradosso: un aumento della ricchezza del paese che non si basa sulla ricchezza prodotta. Ovvero un aumento del Pil che si accompagna a un aumento della disoccupazione destinata a toccare anche il 13% nel 2014.

Rossana Prezioso 12 novembre 17:23La ripresa c’è ma non si vede. O almeno non si vede ancora. Infatti i dati macro non la rilevano e tanto meno quelli sul lavoro che, come sappiamo, è purtroppo l’ultimo indicatore a muoversi. E ce ne siamo accorti tutti. Il problema, però, rischia di aggravarsi dal momento che le banche si ostinano a puntare ai Btp, considerati beni a basso rischio (ma fino a quando?) a differenza dei prestiti, ripresa o meno che sia.
E perciò sia Bankitalia che Moody’s restano convinti di una effettiva potenzialità all’orizzonte, ma che resta ancora scoperta di fronte alle tante incognite interne (in particolar modo per l’Italia) unita alle difficoltà che potrebbero creare fattori esogeni.
E questo è il punto dolente: un miglioramento qualitativo nei report che però non diventa quantitativo nell’economia reale. Per questo il problema principale resterà ancora la disoccupazione. Da un punto di vista prettamente finanziario il meglio già si nota: ritorno degli investitori esteri che si fidano dei titoli di stato, ritorno della fiducia anche da parte dei piccoli e dei retails di casa nostra con il successo del Btp Italia, uno spread tra Btp e Bund che è stato dimezzato nel giro di poco meno di due anni e che adesso non fa più paura. Insomma, se il 12,5% di disoccupati potessero sperare in queste cifre non avrebbero da temere.
Purtroppo, però, allo stato dei fatti le cose peggiori riguardano proprio loro. E per la precisione quel credito che stenta a circolare ai piani “bassi” della piramide dei consumi (ma anche della produzione). Credito che, proprio perchè stentato nell’elargizione, è stentato anche nella domanda. Una stasi che non giova a nessuno dei due attori in scena, banca e imprenditore/famiglia e tanto meno all’economia in generale.Le prime, perciò, anche in vista dell’Unione bancaria e delle norme cui dovranno sottostare, preferiscono evitare il rischio continuando a puntare sui Btp, anche se secondo il report di Bankitalia si tratterebbe in realtà di una strategia che vede l’uso dei fondi ricevuto con l’Ltro per il rimborso delle obbligazioni in scadenza. I secondi, invece, le famiglie e i piccoli imprenditori, data l’atmosfera, rischiano di peggiorare una situazione già di per sè incurabile (leggi licenziamenti e fallimenti).
Moody’s invece, è più ottimista, con previsioni che per il prossimo anno vedono un Pil tra lo 0 e l‘1%. E qui la conferma del paradosso: un aumento della Ricchezza del paese che non si basa sulla ricchezza prodotta. Ovvero un Pil che vede anche un aumento della disoccupazione destinata a toccare anche il 13% nel 2014.
 

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