Idee e grafici. - Cap. 2

non credo vada fino in fondo ma vedremo questi sonno il giornaliero
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Allegati:


 
Suicidio broker a Roma
sequestrati beni per 50 milioni


L'inchiesta partita dalla morte di Giovanni Paganini Marana, titolare di una società di intermediazione mobiliare. L'uomo si è tolto la vita lo scorso 7 settembre nella capitale
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La Guardia di Finanza sta eseguendo a Roma e in altre città italiane un sequestro di beni da oltre 50 milioni di euro nell'ambito di un'inchiesta derivata dal suicidio di Giovanni Paganini Marana, broker romano titolare di una società di intermediazione mobiliare, uccisosi lo scorso 7 settembre a Roma.

Il provvedimento di sequestro, richiesto dal pm di Roma Luca Tescaroli, è stato disposto dal gip Maurizio Caivano. Le indagini sono state svolte da militari del Nucleo speciale di Polizia valutaria delle Fiamme gialle, dopo le segnalazioni di facoltosi clienti di Paganini, i quali hanno lamentato un grosso buco finanziario fatto dal broker e da altre persone con le somme da loro investite e mai restituite.

Nell'inchiesta - che ha riguardato prevalentemente la società Auditors italiana srl - risultano indagate 7 persone. Sono Paola Taccone Gallucci, Marco Chiarion Casoni, Amerigo Casamonti, Paolo Chiapparelli e Mauro Mazzantini, tutti di Roma; Anna Paola Tiscornia e Maria Immacolata Gambaro di Genova. I reati contestati, diversi da indagato a indagato, vanno dall'appropriazione indebita aggravata di somme degli investitori all'infedeltà patrimoniale aggravata, all'ostacolo dell'esercizio delle funzioni di vigilanza (affidate al ministero dell'Economia per le società di intermediazione mobiliare) e all'abusivo esercizio di attività finanziaria. Nei confronti di due degli indagati è anche ipotizzato il reato di riciclaggio. (13 novembre 2013)
 
Indicizzazione pensioni, Mastrapasqua: “massimo rispetto per il parlamento"

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Scritto da: Renato Marino - martedì 12 novembre 2013


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Per le coperture il Pd preme per togliere qualcosa alle pensioni sopra 90.000 euro, il Pdl vuole la rottamazione delle cartelle esattoriali e l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.

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Al presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua questa mattina è stato chiesto un parere sulle proposte avanzate nella Legge di stabilità, ora all’esame del parlamento, volte allo sblocco dell’indicizzazione sulle pensioni.
In particolare Mastrapasqua ha (non) commentato l’ipotesi di uno sblocco totale dell’indicizzazione per i trattamenti pensionistici fino a 3.000 euro al mese, limitandosi a dire:
“Ho massimo rispetto per il lavoro del parlamento”.
Domenica il presidente del consiglio Enrico Letta aveva annunciato la raggiunta intesa di massima tra Pd e Pdl per il ritorno dell’indicizzazione piena, al 100%, (quindi un adeguamento totale al costo della vita) per gli assegni fino a 3.000 euro lordi mensili, a partire dal 2014. Il blocco degli aumenti automatici rimarrebbe invece per le pensioni che superano quella soglia.
Questa è la prima legge di Stabilità, da diversi anni, che non interviene sulla spesa pensionistica
dice soddisfatto Letta. Tuttavia per ora, nero su bianco nella bozza della legge finanziaria, l’indicizzazione (cancellata con il decreto salva Italia del governo Monti per le pensioni sopra i 1.500 euro) si traduce in una rivalutazione del 100% per le pensioni fino a 1.500 euro, del 90% per quelle fino a 2.000 euro, del 75% per quelle fino a 2.500 euro e del 50% fino a 3.000. Poi, oltre quella soglia, stop alle rivalutazioni.
Le coperture finanziarie? Il Pd preme per togliere qualcosa alle pensioni d’oro, sopra i 90.000 euro, con una nuova forma giuridica che tenga conto dei recenti rilievi della Consulta. Il Pdl invece propone la rottamazione delle cartelle esattoriali e l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. Per il premier comunque la misura porterebbe poco in cassa. Ricordiamo che le pensioni superiori ai 90.000 euro lordi l’anno sono solo 35mila: il 5% degli assegni per i pensionati più ricchi costa all’Inps quasi quanto il 44% di quelli percepiti dai più poveri.
© Foto TM News
 

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