Indicizzazione pensioni, Mastrapasqua: “massimo rispetto per il parlamento"
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Renato Marino - martedì 12 novembre 2013
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Per le coperture il Pd preme per togliere qualcosa alle pensioni sopra 90.000 euro, il Pdl vuole la rottamazione delle cartelle esattoriali e l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.
Al presidente dell’Inps
Antonio Mastrapasqua questa mattina è stato chiesto un parere sulle proposte avanzate nella
Legge di stabilità, ora all’esame del parlamento, volte allo sblocco dell’
indicizzazione sulle pensioni.
In particolare Mastrapasqua ha (non) commentato l’ipotesi di uno sblocco totale dell’indicizzazione per i
trattamenti pensionistici fino a 3.000 euro al mese, limitandosi a dire:
“Ho massimo rispetto per il lavoro del parlamento”.
Domenica il presidente del consiglio Enrico Letta aveva annunciato la raggiunta intesa di massima tra Pd e Pdl per il ritorno dell’indicizzazione piena, al 100%, (quindi un adeguamento totale al costo della vita) per gli assegni
fino a 3.000 euro lordi mensili, a partire dal 2014. Il blocco degli aumenti automatici rimarrebbe invece per le pensioni che superano quella soglia.
Questa è la prima legge di Stabilità, da diversi anni, che non interviene sulla spesa pensionistica
dice soddisfatto Letta. Tuttavia per ora, nero su bianco nella bozza della legge finanziaria, l’indicizzazione (cancellata con il decreto salva Italia del governo Monti per le pensioni sopra i 1.500 euro) si traduce in una rivalutazione del 100% per le pensioni fino a 1.500 euro, del 90% per quelle fino a 2.000 euro, del 75% per quelle fino a 2.500 euro e del 50% fino a 3.000. Poi, oltre quella soglia, stop alle rivalutazioni.
Le coperture finanziarie? Il Pd preme per togliere qualcosa alle
pensioni d’oro, sopra i 90.000 euro, con una nuova forma giuridica che tenga conto dei
recenti rilievi della Consulta. Il Pdl invece propone la rottamazione delle cartelle esattoriali e l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. Per il premier comunque la misura porterebbe poco in cassa. Ricordiamo che le pensioni superiori ai 90.000 euro lordi l’anno sono solo 35mila: il 5% degli assegni per i pensionati più ricchi costa all’Inps quasi quanto il 44% di quelli percepiti dai più poveri.
© Foto TM News