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Materiale informativo per migliorarsi.Vadecum sullo stress da gain. Parte III
Un utile Vademecum che se attuato nella sua totalità ci può permettere di cavalcare il trend con "tranquillità", evitando che ci si ritorca addirittura contro o di non sfruttarlo nella sua interezza.
di
exodus, 11 novembre 2013, ore 10:08
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Gli aspetti “patologici” dello “stress da gain”
Non vi è dubbio che la spinta a realizzare prematuramente i nostri guadagni discenda in larga parte dalla diffidenza e dall’apprensione che ciascuno di noi ha maturato in questi ultimi catastrofici anni di borsa. Il trauma che molti piccoli investitori hanno dovuto subire nell’assistere, malgrado gli sforzi profusi, al progressivo depauperamento dei propri risparmi, si è trasformato in un ricordo indelebile, ben difficile da dimenticare.
Ma ciò che si vuole in questa sede sostenere è che lo stress da gain, ancorché possa originarsi da esperienze “
storiche” del nostro vissuto, ha sempre e comunque una base emotiva e, quindi, irrazionale.
E’ infatti risaputo come nelle fasi di stress elevato le nostre decisioni finanziarie non siano più in linea con le strategie inizialmente definite, bensì vengano assunte sull’onda di
paure/previsioni assolutamente contingenti spesso slegate dalla realtà. In una fase di trend crescente dei mercati, chi è in gain tenderà a vendere prematuramente le proprie azioni, realizzando guadagni spesso modesti. Alla base di tale comportamento vi è la “
patologica” tendenza di anteporre ad una visione “
razionale” dei fatti (trend crescente del mercato) la paura di natura ansiogena di un ritracciamento o di un crollo improvviso.
Non si può quindi non evidenziare come in un contesto di inversione (in positivo) dei mercati,
lo stress da gain rappresenti la principale causa alla base della incapacità di “adattare” la nostra operatività al mutato scenario di riferimento.
In proposito, è alquanto curioso osservare come tale “
patologia” venga spesso ignorata dal piccolo investitore. Anzi, la decisione di vendere prematuramente e irrazionalmente le azioni in portafoglio viene addirittura “
giustificata” dall’investitore con veri e propri “
alibi”, utili più che altro ad auto rassicurare sulla “
bontà” della decisione presa. Si va dal “
bisogna accontentarsi” al “
vendi e pentiti” al “
vendo e sto alla finestra per valutare con più calma un rientro” al “
è salito troppo” e così via.
Ebbene, grazie a questi “
alibi” il sottoscritto in questi mesi si è perso gain davvero clamorosi.
Ciò che mi rimprovero non è la vendita in sé (è impensabile coltivare l’ambizione di vendere sui massimi)
ma il fatto che al momento dell’acquisto avessi definito una strategia vincente che, se seguita fino in fondo, mi avrebbe consentito di triplicare il mio capitale iniziale. E, invece, grazie all’alibi del “
meglio accontentarsi”, ho venduto prima del dovuto, senza neppure che vi fosse un benché valido segnale di correzione.
Eppure, nei lunghi mesi in cui i titoli scendevano non avevo mai fretta di vendere anzi “
tenevo duro”!
Autore del Vademecum:
Kobalto