L'Italia dei nani e ballerine ci ha tolto la voglia di fare
Pubblicato: 02/12/2013 13:57
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Corro il rischio di essere sconclusionata, parto da una sensazione pesante. E magari scrivo per alleggerire. Titolo: la cultura del malanimo. Oppure: la moda del disprezzo. Ma anche: il ribollir dell'odio. I giornali rigurgitano bocciature. E sono bocciature umane, gallerie di mostri, non critiche alla politica, a questa o quella posizione.
Quello ha messo in conto ai cittadini un tosaerba, la playstation e sei paia di mutande. Quell'altro era a cena la stessa sera in 5 ristoranti diversi e li abbiamo pagati noi. Un pantagruelico mangione con il dono dell'ubiquità. Quello è tonto, quella non fa niente, quello guadagna troppo. C'è il finto invalido che balla il tango, lo studente finto-povero con piscina e Maserati a casa di mamma e papà, c'è quello che ha comprato la laurea in Albania per il figlio caprone e quella che l'ha regalata alla guardia del corpo (certo il palestrato scolarizzato è più chic).
C'è chi ha una pensione superiore alla somma degli stipendi della maggioranza della popolazione attiva. C'è chi si vota gli stanziamenti e se li consuma. Da quando a Berlusconi s'è applicata la sordina, le algide olgettine, con il loro disincantato sussiego da miss per una notte, sono tornate momentaneamente nell'ombra. Il sesso tace, mentre continua a strepitare il danaro. Un'orgia di scontrini meschini, un gioco sciocco e, più che avido, inelegante.
Certo, non è colpa dei giornalisti. È che il nostro paese si sta sfarinando così, in scivolata libera fra le deiezioni di una banda di irresponsabili. Certo, non sono tutti così. Così sono i peggiori. Ma i peggiori, oggi come oggi, sono quelli che fanno notizia. Si parla soltanto di loro. E gli altri? Pagine su pagine per accendere piccoli fuochi di ludibrio, vortici di derisione. Inevitabilmente, chi ci va di mezzo sono i migliori, anche soltanto i normali. Quando poi, dalle pagine cartacee si passa all'aereo verbo dei social network, la situazione precipita. Come nota giustamente il blog di Eretica, "Oggi il linciaggio si pratica sul web". È lì che trionfa lo "hate speech". Il disaccordo con l'opinione altrui diventa pretesto per insulti e scomuniche. Eretica parla di "tolleranza zero". Dice: il branco si realizza su basi identitarie, si consolida trasformando chiunque dissenta, o esprima opinioni non conformi, in nemico da abbattere. Il mostro, reale o immaginato, serve a fare squadra. Al reprobo si chiede pentimento, gogna, espiazione. Volano i forconi virtuali. Le censure.
Più che un tecnologico sviluppo della democrazia pare un postmoderno ritorno al tempo della caccia alle streghe.
Che cosa ci sta succedendo? È vero, da Mani Pulite in avanti, e sono passati 20 anni, certe mani sembrano sempre più sporche. Abbiamo dovuto leggere troppi resoconti di disonestà, piccole e grandi, appalti truccati e parenti infiltrati, partite comprate e concorsi manomessi. Abbiamo ascoltato storie di mazzette e di meretrici, di menzogne e di cinismo. Ci siamo indignati. Abbiamo disertato le urne e poi votato Beppe Grillo e poi sperato in Matteo Renzi e poi chissà...
Ma questa punizione non ce la meritiamo. Non ci meritiamo quest'aria pesante.
Che ci toglie la voglia di fare e fare bene. Che ci impedisce di ricominciare.
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