Sale allo 0,2% la mini patrimoniale
che scontenta tutti gli investitori
Affossato al Senato l'emendamento che proponeva l'introduzione di una no tax area fino ai 5mila euro abolendo l'imposta minima di 34,2 euro. L'attacco di Foà, gestore di AcomeA: "E' una tassa regressiva e distorsiva"
di GIULIANO BALESTRERI Lo leggo dopo
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta TAG
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Alberto Foà
MILANO - Dal Senato alla Camera. La speranza di intervenire sulla mini-patrimoniale ricorrente sugli investimenti si sposta a Montecitorio dopo che a Palazzo Madama è stato affossato un emendamento del Pd che proponeva una no tax area fino ai 5mila euro, abolendo l'imposta minima di 34,20 euro e la regressività che colpiva i piccoli patrimoni e tutelava - di fatto - le grandi fortune.
E' un'imposta di bollo "regressiva e distorsiva" per Alberto Foà gestore della sgr indipendente, AcomeA; un'imposta "non equa e contraria al principio di proporzionalità" l'aveva già definita Elio Lannutti, presidente di Adusbef che da senatore dell'Italia dei Valori aveva presentato un'interrogazione parlamentare caduta nel vuoto. A sostegno di una riforma della norma introdotta dal Salva Italia varato dal governo Monti lo scorso anno era partita anche una raccolta di firme da parte di Banca Etica arrivata oltre quota 7mila.
Eppure la mobilitazione di consumatori e investitori non sembra sortire alcun effetto. Anzi, nella legge di Stabilità varata dal governo l'imposta viene alzata dall'1,5 al 2 per mille lasciando invariata la soglia minima di 34,20 euro. "Un provvedimento - continua Foà - di distorsione concorrenziale perché per i depositi, le polizze ricorrenti e i conti bancari non si paga nulla fino a 5 mila euro, mentre in tutti gli altri casi l'imposta è fissa. Insomma di fatto viene penalizzata l'industria del risparmio e i piccoli risparmiatori".
Di
certo il tema è complesso. Con l'entrata in vigore del decreto Salva Italia è stata istituita una piccola patrimoniale sugli investimenti con una distinzione tra conti correnti bancari, postali e libretti di risparmio da un lato, e prodotti finanziari dall'altro. I primi saranno tassati tutti per 34,2 euro con esenzione per i depositi fino a 5mila euro (pagano 100 euro le società e le persone giuridiche); nel caso di prodotti finanziari l'aliquota sale - da quest'anno - al 2 per mille con esenzione per i fondi sanitari, pensione e i buoni postali fruttiferi con valore di rimborso inferiore a 5mila euro e fissando a 34,2 euro la soglia minima: la stessa dei conti correnti. Con un prelievo del 2 per mille pagheranno più del minimo solo gli investitori con un portafoglio superiore ai 17 mila euro: "L'80% degli investitori in Italia ha meno di 20mila euro - prosegue Foà -. Il 20% ha meno di 5mila euro". Tutti gli altri pagheranno 34,2 euro che, però, su 10mila euro sono pari al 3,42 per mille; su mille euro al 3,42 per cento. Insomma l'imposta diventa regressiva.
Netto il commento anche di Sergio Boido, presidente di Efpa Italia (Organismo che certifica i professionisti dei servizi finanziari), che a proposito dell'aumento dell'imposta di bollo dice senza mezzi termini: "E' una mini patrimoniale, per di più poco agganciata a un concetto di progressività". Vista la situazione di necessità delle finanze pubbliche e "con la coperta corta si è deciso di andare a recuperare con facilità risorse dove ci sono i soldi, ma lo si è fatto in maniera poco mirata".
In questo modo il governo conta di raccogliere almeno 4 miliardi di euro, ma per il gestore di AcomeA il gettito è destinato a calare rapidamente, "non appena gli italiani capiranno che con piccoli accorgimenti è possibile aggirare l'imposta. Magari spalmando 10mila euro su due conti correnti o rinunciando a piccoli investimenti preferendo depositi non tassati. Di certo questo è un favore alle banche, alle Poste e alla lobby del gioco d'azzardo. Piuttosto che investire mille euro, tanti preferiranno tentare la sorte alle slot machine. Peccato che Assogestioni sia rimasta così silente. In questo modo non creiamo di certo la cultura del risparmio nel Paese".
Ancora Boido, volendo cercare il bicchiere mezzo premio e mettendosi nell'ottica degli operatori del settore, dalle ultime evoluzioni normative vede la possibilità che scatti "una maggiore attenzione da parte dei risparmiatori" nella gestione del proprio patrimoni. "Bisogna affrontare in maniera chiara e serena con i clienti queste novità: aprono alla necessità di una sensibilità diversa, che spero si traduca in cultura del risparmio ed educazione finanziaria".
A sentire Foà il Pd sarebbe al lavoro per modificare la norma nel prossimo passaggio alla Camera, ma la strada resta impervia. "Capisco l'aumento dell'aliquota al 2 per mille - conclude il gestore -, ma deve essere introdotta una no tax area sotto i 5 mila euro per tutti gli investimenti ed eliminata la regressività cancellando l'imposta minima". (01 dicembre 2013)