dondiego49
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amare analisi
Il debito è sovrano, l'Italia non più
Dopo aver ceduto la sovranità monetaria, l’Italia, come tutti nell’eurozona, sta cedendo anche quella fiscale, economica, bancaria e, di questo passo anche quella personale. Poco ci mancherà. Una nazione che nazione non è più ma che diventa suddito di un governo spesso inetto e non eletto.
Rossana Prezioso 17 gennaio 13:30
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Oknotizie
SI PUO’ VIVERE DI SOLO TRADING? Come è possibile fare lavorare i soldi per garantirmi un reddito? Come difendere il mio capitale? A questi quesiti risponderà l'analista Pietro Paciello in una giornata di formazione vicino a casa tua - Iscriviti gratuitamente!.
Dopo aver ceduto la sovranità monetaria, l’Italia, come tutti nell’eurozona, sta cedendo anche quella fiscale, economica, bancaria e, di questo passo anche quella personale. Poco ci mancherà. Una nazione che nazione non è più ma che diventa suddito di un governo non eletto e a lei inadatto. Un governo incentrato per lo più sulla Bce che, con la volontà di frenare la crisi dell’euro, volontà tutta politica, è riuscita, con quel poco fatto, a peggiorare le cose. Infatti nella tenue (fatua?) speranza di distruggere il legame tra titoli di stato e banche ha invece dato una copertura e un’assicurazione proprio per le emissioni di stato dei paesi più deboli, quelli più a rischio, riavviando una ripresa che su questa fiducia si basa. E su nulla più.
I numeri macroeconomici continuano a peggiorare, i titoli dei comparti finanziari a migliorare (l’indice bancario Stoxx Europe ha registrato un +35% dalla metà dell’anno e un rally inaspettato negli ultimi 15 giorni, dati che in Italia vanno oltre il 60% nel Ftse Mib bancario), aiutati da precedenti Ltro (e forse anche future) che potrebbero ripetersi questa volta con la postilla di favorire il credito alle PMI. Come? Forse rimettendosi alla clemenza del board? In Inghilterra pare essere riuscito, ma Londra è Londra e l’Europa è un coacervo di realtà troppo diverse, prova ne sia il fatto che le uniche unioni possibili sono quelle ottenute con la forza e sotto la minaccia di una catastrofe.
Lo stesso Draghi ha affermato che euro, unione bancaria e Fiscal Compact sono priorità. Tradotto significa: ci siete dentro e non potrete più uscirne. Il tutto mentre le Borse del Vecchio Continente ridono (addirittura in preda alla bolla) e gli italiani tornano ad ammazzarsi per la crisi. Una timida opera di trasparenza e regolamentazione arriva dagli accordi presi su derivati e trading, ma è un processo lungo e tortuoso che potrebbe non avere la stessa tempistica di un crisi dell’economia reale che sta distruggendo da tempo il motore della possibile ripresa (le proposte per gli scambi ad alta frequenza, ad esempio, sono stati avanzati due anni fa e, con modifiche, approvati solo ora). Si tratta di una possibilità di proteggersi contro la “tossicità” di un sistema che è stato alla base della crisi, ma quella nata negli Usa.
- See more at: http://www.trend-online.com/prp/analisi ... QJ7Dh.dpuf
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In Europa, invece, il problema sono state le regole che la stessa Basilea ha dettato a favore di maglie tropo larghe per gli istituti bancari. Cosa che adesso si dovrebbe correggere. Ma si avrà la forza necessaria? Anche perchè il legame tra stati e banche è il nodo che paradossalmente stringe il patto di fiducia creato dalla Bce. Ma quanto durerà? Non appena i titoli di stato non saranno più tenuti a bada dalle Banche Centrali, che non potranno essere generose in eterno come suggeriva O’Neill qualche giorno fa, la magia s’interromperà. A erodere le basi anche quella deflazione, il nuovo nemico della Banca centrale europea e altro target mancato. A nulla è servito il costo del denaro allo 0,25% per ammissione della stessa Lagarde la quale, per conto del FMI e insieme alla Banca Mondiale, avvisa del pericolo. Il sistema rischia e anche parecchio.
- See more at: http://www.trend-online.com/prp/analisi ... YC5UD.dpuf
Il debito è sovrano, l'Italia non più
Dopo aver ceduto la sovranità monetaria, l’Italia, come tutti nell’eurozona, sta cedendo anche quella fiscale, economica, bancaria e, di questo passo anche quella personale. Poco ci mancherà. Una nazione che nazione non è più ma che diventa suddito di un governo spesso inetto e non eletto.
Rossana Prezioso 17 gennaio 13:30
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I numeri macroeconomici continuano a peggiorare, i titoli dei comparti finanziari a migliorare (l’indice bancario Stoxx Europe ha registrato un +35% dalla metà dell’anno e un rally inaspettato negli ultimi 15 giorni, dati che in Italia vanno oltre il 60% nel Ftse Mib bancario), aiutati da precedenti Ltro (e forse anche future) che potrebbero ripetersi questa volta con la postilla di favorire il credito alle PMI. Come? Forse rimettendosi alla clemenza del board? In Inghilterra pare essere riuscito, ma Londra è Londra e l’Europa è un coacervo di realtà troppo diverse, prova ne sia il fatto che le uniche unioni possibili sono quelle ottenute con la forza e sotto la minaccia di una catastrofe.
Lo stesso Draghi ha affermato che euro, unione bancaria e Fiscal Compact sono priorità. Tradotto significa: ci siete dentro e non potrete più uscirne. Il tutto mentre le Borse del Vecchio Continente ridono (addirittura in preda alla bolla) e gli italiani tornano ad ammazzarsi per la crisi. Una timida opera di trasparenza e regolamentazione arriva dagli accordi presi su derivati e trading, ma è un processo lungo e tortuoso che potrebbe non avere la stessa tempistica di un crisi dell’economia reale che sta distruggendo da tempo il motore della possibile ripresa (le proposte per gli scambi ad alta frequenza, ad esempio, sono stati avanzati due anni fa e, con modifiche, approvati solo ora). Si tratta di una possibilità di proteggersi contro la “tossicità” di un sistema che è stato alla base della crisi, ma quella nata negli Usa.
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In Europa, invece, il problema sono state le regole che la stessa Basilea ha dettato a favore di maglie tropo larghe per gli istituti bancari. Cosa che adesso si dovrebbe correggere. Ma si avrà la forza necessaria? Anche perchè il legame tra stati e banche è il nodo che paradossalmente stringe il patto di fiducia creato dalla Bce. Ma quanto durerà? Non appena i titoli di stato non saranno più tenuti a bada dalle Banche Centrali, che non potranno essere generose in eterno come suggeriva O’Neill qualche giorno fa, la magia s’interromperà. A erodere le basi anche quella deflazione, il nuovo nemico della Banca centrale europea e altro target mancato. A nulla è servito il costo del denaro allo 0,25% per ammissione della stessa Lagarde la quale, per conto del FMI e insieme alla Banca Mondiale, avvisa del pericolo. Il sistema rischia e anche parecchio.
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