Aveva 1.243 case e non le dichiarava: per Angiola Armellini evasione da 2 miliardi
20 gennaio 2014
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Angiola Armellini (Imagoeconomica)
Proprietaria di 1.243 immobili, quasi tutti nella Capitale, ha "nascosto" al Fisco oltre 2 miliardi di euro, un tesoro sparso in numerosi conti esteri. Per questo Angiola Armellini, erede della celebre famiglia di imprenditori romani, è stata denunciata dalla Guardia di Finanza insieme con altre 11 persone, tutte accusate di associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale.
I finanzieri le hanno contestato, tra l'altro, la mancata dichiarazione di disponibilità estere in Lussemburgo, nel Principato di Monaco ed in Svizzera, in violazione del "monitoraggio fiscale" per un valore complessivo (considerando la somma di tutte le annualità accertate dal 2003) di oltre 2 miliardi.
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I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria hanno inoltre disconosciuto all'imprenditrice dieci scudi fiscali presentati nel 2009, con riferimento al patrimonio estero posseduto dall' indagata. Gli investigatori hanno anche eseguito verifiche fiscali sia nei confronti dell'imprenditrice che di tre holding lussemburghesi (riconducibili alla donna) registrando l'omessa dichiarazione di ricavi, al lordo dei costi sostenuti, per circa 190 milioni di euro (oltre ad un'imposta di registro evasa per circa 230 mila euro).
Le altre 11 persone denunciate sono consulenti, italiani ed esteri, che erano incaricati della gestione contabile e fiscale ed responsabili, per gli investigatori, della creazione del fraudolento gruppo societario estero.
Le indagini, dirette dalla Procura di Roma e svolte dai finanzieri del Comando Provinciale, hanno permesso di rilevare come la donna sia sempre stata «l' amministratore di fatto» di un'articolata struttura societaria ideata negli anni Novanta al fine di nascondere al Fisco l' effettiva disponibilità di ingenti capitali detenuti nei cosiddetti paesi a fiscalità privilegiata, come Principato di Monaco, Lussemburgo, Svizzera, Nuova Zelanda, Jersey e Bahamas.
Angiola Armellini, secondo la Guarda di Finanza, risulta aver dimorato, dapprima «senza dichiararlo, in un'ampia villa all'Eur e, successivamente, in un lussuoso appartamento su due piani intestato a società lussemburghesi», un attico e superattico nel centro di Roma «che non era classificato come civile abitazione».
Le attività investigative sviluppatesi anche tramite numerose perquisizioni presso le abitazioni di 8 persone fisiche indagate, 5 sedi societarie e 3 studi commercialistici (dando corso, tra l'altro, all'apertura di cassette di sicurezza presso banche ed all'audizione di numerosi soggetti ritenuti di interesse ai fini delle indagini), hanno preso in esame le annualità dal 2003 al 2012.