Idee e grafici. - Cap. 2 (2 lettori)

dondiego49

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Vendite in Europa, tonfo di Tokyo: -4,18%.
Piazza Affari rialza la testa, spread a 215


Continua la correzione iniziata con il nuovo anno per i timori legati alla tenuta delle Piazze emergenti: secondo Bloomberg ormai si sono volatilizzati 2.900 miliardi di dollari. Il Nikkei tiene per un soffio quota 14mila punti, ma è ai minimi da cinque mesi. Europa avanti incerta in attesa delle mosse della Bce e del dato sull'occupazione Usa, in calendario per venerdì. Milano recupera con le banche

di RAFFAELE RICCIARDI Lo leggo dopo
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Pioggia di vendite sulla Borsa di Tokyo APPROFONDIMENTI
Articolo

Crollano le Borse, Milano la peggiore, cresce la paura per i Paesi emergenti


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borse europee, borse asiatiche, Wall Street, tapering, bce, Fed, oro, petrolio, spread, dollaro, euro, mercati emergenti, mario draghi, Janet Yellen

MILANO - Ore 12:00. Dopo il lunedì nero dei mercati, che da Tokyo a Wall Street hanno registrato pesanti perdite, il cielo sui listini mondiali fatica a rasserenarsi, anche se l'Europa dà segnali di tenuta migliori rispetto ai mercati orientali. Proprio Tokyo ha registrato un pesante scossone e ha chiuso in picchiata del 4,18%: il Nikkei ha tenuto per un soffio quota 14mila punti, ma è comunque ai minimi da cinque mesi. Da inizio anno, il listino principale del Sol Levante ha rosicchiato il 14%. Negativi anche tutti gli altri mercati orientali, da Hong Kong (-2,89%) a Sydney (-1,75%), tanto che gli operatori parlano di "panic selling" in quell'area. Secondo i calcoli di Bloomberg, da quando il calendario ha girato sul 2014 dal comparto azionario mondiale si sono messi in fuga 2.900 miliardi di dollari.

In Europa gli scambi partono con il segno "meno", poi avanzano deboli. Il Ftse Mib di Milano registra la miglior performance del Vecchio Continente, dopo aver accusato un calo del 2,6% ieri: oggi tiene la parità grazie al recupero delle banche. In sofferenza le altre: Francoforte arretra dell'1%, Londra cede lo 0,1% e Parigi lima lo 0,25%. A Piazza Affari è osservata speciale
Enel, chiamata alla prova dei conti; recuperano le Popolari, ieri particolarmente penalizzate dalle vendite. La banca americana JPMorgan ha intanto tagliato il rating di Eni a underweight da overweight, mentre continua a soffrire World Duty Free. Lo spread, la differenza tra il rendimento di Btp e Bund tedeschi, è in leggero ampliamento a 215 punti base, ma il rendimento del decennale italiano è sempre intorno all 3,8%; la fuga di capitali dall'Oriente continua a premiare l'obbligazionario occidentale. L'euro è stabile sopra 1,35 dollari. L'ondata di vendite sui mercati finanziari continua a spingere gli investitori ad acquistare beni rifugio come lo yen, che si rafforza ancora salendo a quota 101 sul dollaro.

La ragione di questa fuga dai mercati azionari è composita: da una parte la Federal reserve americana ha dato corso al "tapering", la riduzione degli stimoli straordinari, che seppure preveda un percorso molto "soft" ha dato la certezza agli investitori che il tempo del denaro facile è agli sgoccioli. Mentre i mercati Occidentali hanno incassato alla grande il colpo, nel giro di poco tempo si è assistito a una vera a propria fuga dalle Piazze emergenti: sono quelle preferite dagli investitori maggiormente avvezzi al rischio, che quindi ottengono anche maggior rendimento. Ma senza il denaro facile, hanno preferito tornare verso i lidi sicuri rappresentati soprattutto dall'obbligazionario dei mercati maturi e da alcune valute. Il resto è storia recente: crollo delle monete in India, Russia, Argentina o Turchia; intervento infruttuoso delle Banche centrali (che non sono riuscite a limitare i danni pur con importanti strette monetarie); timori dilaganti.

A questa dinamica si aggiungono le preoccupazioni legate all'economia reale: la Cina batte in testa, gli ultimi dati Usa pubblicati ieri sono stati poco incoraggianti. Motivo per cui si guarda ora agli appuntamenti di fine settimana: venerdì negli Stati Uniti verrà pubblicato il dato sull'occupazione, che potrà orientare le prossime mosse della Fed di Janet Yellen. Prima, giovedì, sarà il turno della Bce: gli osservatori non si aspettano modifiche sul costo del denaro - già al minimo storico - quanto piuttosto scommettono su qualche operazione straordinaria che sostenga la liquidità a disposizione del sistema produttivo e delle famiglie.

Oggi, intanto, i prezzi al consumo in Italia hanno mostrato un andamento stabile a gennaio (+0,7%); nell'area Ocse sono aumentati dell'1,6% su base annua a dicembre 2013, rispetto al +1,5% tendenziale registrato a novembre 2013. I prezzi alla produzione industriale hanno segnato un +0,2% a dicembre nella zona della moneta unica, per un saldo di -0,2% nel 2013. Nel pomeriggio, negli Stati Uniti verranno pubblicati i dati sugli ordinativi industriali; gli economisti di Bloomberg si attendono un calo. Intanto in Spagna è tornato a crescere il numero dei disoccupati: a gennaio erano 4,8 milioni, con un tasso pari al 26,03%.

Seduta da dimenticare, come accennato, ieri a Wall Street, delusa dall'ultimo dato sul manifatturiero americano, calato a gennaio oltre le previsioni degli analisti: tutti gli indici hanno lasciato sul terreno più del 2%, con il Dow Jones sotto la soglia di 15.500 punti. Quanto infine alle materie prime, sui mercati asiatici le quotazioni del petrolio si risollevano dopo il ribasso di ieri. La correzione al rialzo appare però legata soprattutto al deciso deprezzamento del dollaro. Il light crude Wti di New York avanza di 16 cent a 96,59 dollari al barile, il Brent di Londra sale di 3 cent a 106,7 dollari al barile. Il crollo dei mercati azionari, specie in Asia, rafforza le quotazioni dell'oro tornato a essere un bene rifugio: il metallo con consegna immediata sale così per il terzo giorno consecutivo a 1.261 dollari l'oncia con un rialzo dello 0,2%. (04 febbraio 2014)
 

dondiego49

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LE RISATE[SIZE=-1]

Tre professori si recano a piedi dall'universit�alla stazione. Completamente assorbiti nella loro discussione, non sentono arrivare il treno n�gli annunci della partenza. Solo quando il treno si mette in moto e inizia a sferragliare sgranano gli occhi, cominciano a correre affannosamente e dopo un balzo al volo solo due riescono a salire mentre il terzo, sul marciapiede, resta a guardare tristemente il treno allontanarsi.
"Non se la prenda" dice un passante che aveva assistito alla scena "Almeno due di voi sono riusciti a prenderlo"
"Gi�.." sospira il professore "Peccato che fossi io quello che doveva partire."
(da Conny)
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dondiego49

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News

04/02/2014 17:30
Arriveranno all'esproprio di massa
Paolo Cardenà
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Weidmann vuole la patrimoniale. E che la voglia il numero uno della Buba (cioè la banca centrale tedesca, non esattamente quella dello Zaire) lascerebbe pure il tempo che trova, se solo avessimo una classe politica degna di tale nome. Anche il Fondo Monetario Internazionale vuole la patrimoniale. Ma, anche in questo, sarebbe poca cosa. Poi, però, si arriva in Italia e ci si imbatte in un esercito di personaggi che, a vario titolo, occupano la scena pubblica e i luoghi di potere: la vogliono anche loro. E di quelle feroci, pure. Avete bisogno di nomi? Vabbè, facciamoci male: diciamo i nomi. La Camusso, Bersani, Fassina, Vendola, Renzi, Cuperlo, Modiano, Monorchio, Bonanni, Angeletti, Civati, D'Alema, Saccomanni, Letta, Bindi, qualche banchiere al comando di banche fallite, qualche altra dozzina di politici di minore importanza, che si lavano la coscienza (in anticipo) dicendo che serve per una redistribuzione della ricchezza; quando in realtà, la patrimoniale, serve solo per mantenere il loro status quo. Tutta gente che, nella loro onorata carriera (?), hanno lavorato assai e che capiscono il sacrificio del risparmio, insomma. Il vostro risparmio, non il loro. Perché, secondo loro, sarebbe peccato capitale aver accumulato dei risparmi, pochi o tanti che siano, frutto di impegno, lavoro, ingegno e sacrificio. Magari accumulati con il reddito prodotto in età lavorativa, dopo che hanno scontato un livello di tassazione tra i più alti al mondo. E il tutto si compie mentre le cronache giornaliere ci raccontano di miliardi di euro che vengono elargiti ai partiti politici e dell'uso che le varie segreterie fanno del maltolto. Dei veri parassiti sociali, che godono del denaro estorto al popolo italiano, talvolta usando queste risorse come se fossero degli Hedge Funds, per fini per nulla riconducibili al miglioramento e allo sviluppo della politica e della pessima classe dirigente che questa esprime. Le ruberire perpetrate servono per mangiare ostriche e champagne o per finanziare lussi e privilegi di una classe politica priva di ogni elemento morale, civile e sociale: degna del peggior basso impero, insomma. Oggi, come ieri, i partiti occupano tutte le istituzioni statali, centrali, intermedie e locali. Occupano banche, enti, luoghi di potere, televisioni, università e aziende pubbliche. Anzi, queste ultime, talvolta, vengono mantenute in vita proprio per riciclare poltrone da riservare a politici falliti, corrotti o addirittura condannati, e concedere a questi il favore di poter vantare un incarico, apparentemente di prestigio. E' sempre la Repubblica delle tangenti, della corruzione, della concussione e dell'illegalità diffusa; dei favoritismi, delle sopraffazioni, della difesa di interessi diparte, corporativi e lobbistici e delle raccomandazioni. Questi elementi appartengono ai politici di oggi come a quelli di ieri, proprio come se fossero una naturale eredità trasferita dal corso dei tempi. Il risultato di questa degenerazione è sotto gli occhi di tutti: una nazione prossima al fallimento, con una pressione fiscale ai limiti dell'esproprio e un apparato burocratico e amministrativo degno della peggiore unione sovietica, volontariamente mantenuto poiché enorme bacino di voti e quindi di privilegi. E proprio mentre gli italiani sono chiamati a sacrifici enormi in nome della salvezza di una nazione che loro hanno distrutto, questi continuano a farsi beffa del futuro della popolazione e delle generazioni a venire. Continuano nel nulla della loro azione in maniera spregiudicata e ad anteporre gli interessi personali a quelli della collettività, depredando la Nazione delle sua democrazia e del sogno di un futuro migliore. Stanno inducendo la popolazione alla disperazione e all'esasperazione Che poi, verrebbe da chiedersi: salvarsi da chi, da cosa, se non da loro? Ah, se vi fosse sfuggito, tra poche settimane, scatterà il controllo suo conti correnti,da parte del fisco. Ovviamente, sui giornali sussidiati che leggete, troverete scritto che lo faranno per sconfiggere l'evasione. Ma in realtà lo fanno per controllare il capitali. I vostri, non i loro. Il concetto della patrimoniale è assai semplice da capire. Se è vero che al credito di un soggetto, corrisponde il debito di un altro soggetto, quale soluzione migliore che quella di compensare debito e credito? In questo modo il debitore sarà stato reso solvibile, mentre il creditore sarà stato espropriato. Chiaro, il concetto? Autore: Paolo Cardenà Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 

dondiego49

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04/02/2014 17:51
Mercati tentato recupero, ma ci credono in pochi
IG
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Proseguono in rialzo gli indici statunitensi in una seduta caratterizzata dalla mancanza di dati macro rilevanti. In Europa i rialzi hanno caratterizzato soprattutto la periferia, mentre il Dax ha registrato un calo di oltre mezzo punto percentuale. Dopo le forti perdite accusate nelle ultime due settimane, il movimento odierno potrebbe essere interpretato come un debole tentativo di recupero che non trova il pieno consenso degli operatori. I volumi oggi sono decisamente più bassi da quelli visti ieri sulla borsa statunitense (quasi 9,5 miliardi di pezzi scambiati). Probabilmente i minimi recenti saranno aggiornati ancora nelle prossime sedute. Domani torneranno in scena i dati macro che potrebbero in qualche modo tentare di scuotere il sentiment degli investitori, anche se molti potrebbero preferire attendere il meeting della Bce e i non farm payrolls prima di prendere posizioni sul mercato. In merito alla Banca centrale si sta diffondendo la voce di una possibile sospensione della sterilizzazione del programma SMP, che lascerebbe liquidità in circolazione per circa 175 miliardi di euro. Si rafforzano anche le attese di un taglio dei tassi di interesse di soli 15 punti base, con il refi rate abbassato allo 0,1%. Ci aspettiamo che se Draghi non dovesse agire con manovre concrete, probabilmente i mercati potrebbero dare seguito a un'altra ondata di vendite. Anche solo un taglio dei tassi potrebbe essere inefficace per risollevare la fiducia dei mercati. Segnaliamo, inoltre, il buono spunto di Facebook (+2,5%) con il titolo che scambia vicino ai massimi storici di 63 dollari nel giorno del suo decimo compleanno. Valute: Yen, si arrestano flussi in acquisto in scia recupero mercati Sul fronte valutario, prendono fiato l'euro e il dollaro verso lo yen dopo che nelle prime ore della mattina la divisa nipponica aveva aggiornato i nuovi massimi degli ultimi due mesi. Il recupero fisiologico di Wall Street ha temporaneamente arrestato il flusso di acquisti verso lo yen, percepito come porto sicuro nei momenti di tensione. Anche l'euro/dollaro è tornato a posizionarsi al ridosso di 1,35 dopo un tentativo di allungo che si è spento a 1,3540. Gli eventi delle ultime due sedute (Bce e non farm payrolls) potrebbero essere decisivi per l'avvio di una seconda ondata di vendite che proietterebbero il cross verso il target di 1,33. Osservato speciale sarà anche la sterlina in vista del meeting della Bank of England dalla quale si attendono variazioni della forward guidance alla luce dei buoni dati che sono venuti fuori dal mercato del lavoro e dai consumi di dicembre. Italia: Yoox torna al ridosso dei 30 euro L'indice Ftse Mib ha terminato le contrattazioni con un rialzo dello 0,6%, a quota 19.020 punti. Sul listino milanese brilla Yoox (+6,6%) con il titolo che si è portato nuovamente al ridosso della soglia psicologica dei 30 euro dopo lo scivolone accusato da inizio anno. Bene anche i bancari, male gli energetici sui quali pesano alcuni giudizi di broker esteri nei confronti di Eni. Titoli di Stato: Btp stabili in vista meeting Bce Sul fronte governativo, rimangono stabili al di sotto del 3,8% i rendimenti sul Btp a 10 anni, in una seduta che ha visto lo yield sul Bund risalire all'1,65%. Questi movimenti hanno ridimensionato lo spread Btp-Bund, tornato in area 214 punti base. Lo scenario sullo spread rimane incerto. Un ritorno delle tensioni sui mercati finanziari potrebbe agevolare un recupero veloce del Bund rispetto ai titoli periferici e questo potrebbe ampliare lo spread con il decennale italiano. Le attenzioni sono rivolte anche alla conferenza stampa di Draghi di giovedì, dalle quali sono attese misure di politica monetaria straordinarie, che potrebbero interessare proprio i titoli della periferia. Materie prime: oro in flessione in scia recupero borse Tra le commodity, torna a cedere terreno l'oro in concomitanza con il tentativo di recupero delle borse. Il metallo prezioso è sceso in area 1.250 dollari/oncia, lontano dai 1.266 dollari toccati ieri. Accelera il petrolio che si è portato al ridosso dei 98 dollari/barile. VINCENZO LONGO Market Strategist Autore: IG Fonte: News Trend Online
Fonte: News Trend-online
 

dondiego49

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04/02/2014 18:10
Piazza Affari risorge dalle ceneri. Prima della classe in Europa
Davide Pantaleo
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La volatilità ha rappresentato anche oggi il fattore dominante a Piazza Affari che è riuscita però a regalarsi un finale positivo, mettendo a segno la migliore performance in Europa. L'indice Ftse Mib ha avviato gli scambi in calo ed è sceso subito a testare l'area dei 18.800 punti, violata solo parzialmente, sulla scia del netto calo registrato ieri da Wall Street e dell'affondo odierno di Tokyo. In seguito l'indice ha dato vita ad un recupero che lo ha portato poco sopra i 19.000 punti prima di lasciare spazio ad una nuova incursione da parte dei ribassisti. Nella seconda parte della giornata, malgrado l'andamento altalanente, ma in ogni caso positivo, di Wall Street, il Ftse Mib è riuscito a riconquistare la via del rialzo, spingendosi in avanti con più determinazione degli altri listini europei e terminando la seduta a 19.074 punti, con un vantaggio dello 0,6%. Un quarto delle blue chips non ha evitato le vendite, ma i ribassisti sono stati comunque contenuti e nessuno superiore ai due punti percentuali. La maglia nera quest'oggi va a Luxottica che ha ceduto l'1,67%, a dispetto degli spunti positivi offerti dagli altri protagonisti del comparto del lusso. Tod's ha registrato un rialzo dello 0,25%, mentre Ferragamo è salito dell'1,58% sostenuto dall'indicazione "buy" espressa da Goldman Sachs e da Bank of America che hanno però tagliato entrambe il prezzo obiettivo del titolo, da 34,3 a 33 euro la prima e da 30 a 26 euro la seconda. Decisamente frizzante Yoox che ha messo a segno un rally del 6,58% sulla scia di alcune ricoperture tecniche. In rimonta i bancari che hanno lasciato indietro solo Banca Popolare dell'Emilia Romagna e Mediobanca, entrambe con un calo contenuto al di sotto di mezzo punto, mentre la più vivace è stata Banca Popolare di Milano con un rialzo del 2,81%, seguita da Intesa Sanpaolo che ha provato a scavalcare nuovamente la soglia dei 2 euro, salvo poi fermarsi poco sotto di essa con un vantaggio del 2,3%. Bene i titoli del risparmio gestito con Mediolanum e Azimut in ascesa del 2,32% e dell'1,57% e gli acquisti hanno favorito anche Fiat, in crescita del 203%, malgrado le deludenti indicazioni arrivate dalle vendite di auto in Italia a gennaio, bilanciate ampiamente dall'ottimo andamento registrato da Chrysler in America. L'attesa per i conti preliminari del 2013 ha scaldato Enel che ha recuperato un punto percentuale, mentre si è mostrata decisamente più fiacca la controllata Enel Green Power, con un lieve rialzo dello 0,16% dopo la diffusione di indicazioni preliminari sul 2013 senza particolari sorprese per il mercato. Fonte: News Trend Online
 

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