Idee e grafici. - Cap. 2

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era arrivato a la mia riga spartiacque ,e il segnale era iniziato a piegare ,son sollo stato in po veloce ma sembra che si sistema bene

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20510
 
la settimana e i dati macro
Tra Renzi, Fed e Bce bisogna stare attenti alle incognite

Meglio non inneggiare troppo alla politica, anche perchè il miglioramento dei titoli di stato italiani, non è certo merito di Renzi, come conferma anche Vincenzo Longo, market strategy di IG.

Rossana Prezioso 4 ore fa
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Oknotizie

In una settimana che si è aperta senza grandi stimoli, il vero market mover tornano ad essere ancora l'economia e i dati macro, mentre la Bce, la settimana prossima, potrebbe dare una svolta all'Europa. Potrebbe. E in Italia? Meglio non inneggiare troppo alla politica, anche perchè il miglioramento dei titoli di stato italiani, non è certo merito di Renzi, come conferma anche Vincenzo Longo, market strategist di IG.

1) Partiamo prima di tutto dal focus sulla politica: il nuovo governo Renzi sul quale si puntano le aspettative dei mercati.

Renzi ha completato la formazione, ottenuto la fiducia e adesso non resta che attendere i fatti. Fatti che partono da un programma estremamente ambizioso, scandito anche cronologicamente (“una riforma al mese”) da punti precisi. Ma l’applicazione del programma non è del tutto scontata con tensioni continue che potrebbero aumentare in occasione della famosa patrimoniale che è stata citata più volte o con la parallela riforma del Fisco, che rischieranno di mettere sotto pressione l’esecutivo, il quale, ricordiamolo, non ha avuto l’approvazione popolare. Ad ogni modo tutto lo svolgimento della “crisi politica” delle ultime settimane, non ha avuto un impatto negativo sul mercato, anche perchè il miglioramento che si è visto sui rendimenti dei titoli di stato è in realtà estesa a tutto il resto dei periferici (la Spagna come anche il Portogallo hanno visto rendimenti ai minimi) grazie a un posizionamento, da parte degli operatori internazionali, proprio verso questo panorama, sia per l'azionario che per l’obbligazionario. Il vantaggio dell'Italia rispetto agli altri potrebbe essere quella di maggiori aspettative, maggiori riforme, soprattutto prospettive di rapidità in questo processo.
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2) Ieri la Commissione Europea ha reso note le stime di crescita. Per l'Italia una situazione ancora tra luci e ombre?

La Commissione europea ha inviato un messaggio, sia dal punto di vista del debito che del Pil, per cui ci sarà una fase di assestamento ancora per quest’anno su questi minimi toccati negli ultimi anni, con il 2014, mentre nel 2015 si potrebbe avere una crescita sia del Pil che ad una discesa del rapporto deficit/Pil che dovrebbe assestarsi nel 2015 al 2,2%. Per il debito Pil, invece, potremmo toccare una soglia del 133% per quest’anno e rientrare, ridimensionandosi al 132,4%. MA al di là dei numeri, il 2014 su questi rapporti si toccherà l’apice massimo e poi dall’anno prossimo inizieremo una graduale discesa sia per il debito/Pil che per il deficit/Pil. Lo stesso dicasi per il tasso di disoccupazione, con un 12,6% nel 2014, per arrivare a un 12,4% nel 2015, anche se sono comunque misure frazionali. Purtroppo, però, queste cifre sono fortemente limitate dal fatto che non tengono conto, per ovvi motivi, degli sviluppi della situazione politica italiana degli ultimi giorni. Mi riferisco in particolare alla riforma del lavoro e del cuneo fiscale prevista epr marzo, che potrebbe dare slancio a un recupero per l’occupazione, innescando una serie di processi che potrebbero innescare una crescita più sensibile rispetto a quanto dettato dalla Commissione Europea.

3) Anche Wall Street ha qualche problema: i dati macro non sono al massimo, ma la Federal Reserve non sembra voler rallentare il tapering. Eppure si respira un certo ottimismo. Come mai?

Sui mercati, negli ultimi giorni c’è stato un recupero piuttosto evidente, soprattutto sulle borse statunitensi, nonostante un ridimensionamento dell’attività economica rallentata (non vediamo dati positivi fondamentalmente da inizio anno) a causa, per molti operatori, delle condizioni climatiche avverse. In realtà la stessa Federal Reserve si è detta convinta che con il miglioramento delle condizioni, in primavera, i dati macro saranno in miglioramento, il che ha portato i vertici della Banca a non fermare il tapering in atto. Purtroppo non si può spiegare il rallentamento limitandolo alle sole condizioni climatiche, per questo motivo, qualora anche in futuro i dati dovessero continuare a scendere oltre le aspettative, si potrebbe creare altro nervosismo sui mercati. Nervosismo che nella scorsa settimana si è già insinuato per le dichiarazioni di due membri della Fed i quali hanno prospettato un possibile rialzo dei tassi di interesse già dal 2014 (anche se la mancanza di consenso verso questa politica rimanderebbe il suo attuarsi alla metà del 2015). Questa circostanza ha solo temporaneamente disturbato Wall Street. Ad ogni modo, adesso, l’atmosfera è caratterizzata da una forte euforia che si è venuta a creare a seguito di alcune operazioni societarie come l’acquisizione di Whatsapp da parte di Facebook per 19 miliardi di dollari, oppure alla Ipo di King.com, la società che controlla Candy Crush, il famoso gioco online.
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4) Il 6 marzo la Bce e il meeting durante il quale si potranno decidere eventuali misure contro la deflazione. Cosa aspettarsi?

Giovedì e venerdì saranno rilasciate le stime flash sull’inflazione rispettivamente di Germania ed Eurozona riferite al mese di febbraio. Saranno gli ultimi due dati cui la Banca Centrale guarderà con attenzione prima della decisione del 6 marzo con il meeting di politica monetaria durante il quale la Bce rilascerà le proprie stime sull’inflazione e sulla crescita economica dell’eurozona. Non è da escludere che proprio in quest’occasione ci potrebbe essere l’adozione di misure non convenzionali dopo il recente rallentamento della crescita dei prezzi al consumo. Se i dati di giovedi e venerdi dovessero risultare nuovamente sotto le attese, potremmo assistere a una serie di vendite sull’euro proprio perchè gli operatori inizieranno a scommettere su una possibile azione della Bce per la settimana successiva. In altre parole saranno un market mover che potrebbe indebolire la moneta unica e quindi riportare il cross euro dollaro verso livelli più sostenibili allontanandoli da quei massimi che rappresentano un ostacolo alla crescita dell’eurozona.
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