Idee e grafici. - Cap. 2 (2 lettori)

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Dove si fermerà la discesa di Piazza Affari?
News alert: Raimondi Gianluigi

La correzione del Ftse Mib potrebbe proseguire perchè tutti i principali indicatori sono ancora distanti dalla zona di ipervenduto.

Davide Pantaleo 27 giugno 08:00
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L'estate delle IPO: come approfittarne? L'obiettivo è di riuscire a sfruttare le grandi occasioni. Partendo da Poste Italiane, passando per Fincantieri, Eni, Enel, Enav e Ansaldo. L'incontro è venerdì 27 Giugno alle ore 18.00 in diretta video. iscriviti quì.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Gianluigi Raimondi, analista tecnico e co-fondatore di Finanzaoperativa.com.

L’indice Ftse Mib ha perso terreno anche ieri, mantenendosi al di sotto dei 21.500 punti. Quali riflessioni si possono fare sull’attuale situazione e quali le sue aspettative nel breve alla luce della recente evoluzione del mercato?

Dal punto di vista tecnico, i segnali inviati dall’indice Ftse Mib non sono molto belli, visto che nelle ultime due sedute il mercato ha confermato l’incrocio al ribasso sia della media mobile a 21 giorni che si trovava a 21.930 punti che di quella a 50 giorni.
La correzione del Ftse Mib potrebbe proseguire perchè tutti i principali indicatori sono ancora distanti dalla zona di ipervenduto. Quando gli indicatori entrano in questa zona, in genere si prospettano un’inversione rialzista, ma dal momento che gli stessi sono ancora lontani dall’ipervenduto, dobbiamo mettere in conto nuove vendite.
Il primo target ribassista per il nostro indice è a 21.130 punti, livello di minimo del 26 maggio e poi troviamo un gap-up rimasto aperto intorno ai 20.800. Fino ai 21.200 c’è spazio per una ulteriore discesa, mentre sotto questo livello si entra nell’ipervenduto per cui sarà possibile un piccolo rimbalzo o quantomeno una frenata della correzione.
Il ribasso in atto è stato alimentato soprattutto dalla negativa intonazione del settore bancario che pesa tanto sul nostro listino.

Partendo proprio dai bancari, ci sono dei titoli che più di altri presentano delle configurazioni grafiche interessanti?

Come detto poc’anzi il settore bancario sta soffrendo e non poco ormai da diverse sedute, ma ci sono alcuni temi che potrebbero offrire interessanti opportunità. La nostra attenzione è rivolta a due banche in particolare che non fanno parte delle blue chips e si tratta di Credito Valtellinese e di Banca Generali.
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L'estate delle IPO: come approfittarne? L'obiettivo è di riuscire a sfruttare le grandi occasioni. Partendo da Poste Italiane, passando per Fincantieri, Eni, Enel, Enav e Ansaldo. L'incontro è venerdì 27 Giugno alle ore 18.00 in diretta video. iscriviti quì.

Credito Valtellinese dal punto di vista dei fondamentali ha confermato la guidance per quest’anno e gli investitori istituzionali hanno aumentato la quota nel gruppo. Sotto il profilo tecnico il titolo ha generato un bel segnale con la tenuta di area 1 euro e in seguito con il superamento di 1,015 euro che ha permesso di riconquistare la trendline discendente di breve termine. Il prossimo target di Credito Valtellinese è a 1,1 euro, oltre cui si potrà spostare l’attenzione sugli 1,15 euro.

Anche Banca Generali, nata dallo spin-off di Generali, potrebbe riservare qualche sorpresa positiva. Il titolo si sta appoggiando sul supporto dei 19,8 euro, dove potrebbe disegnare addirittura un triplo minimo, figura tecnica che potrebbe anticipare un rimbalzo. Il primo obiettivo al rialzo è in area 21 euro e il successivo a 21,7 euro, dove si incrociano le medie mobili a 21 e a 50 periodi.

Fiat si è riportato al di sotto di quota 7,5 euro. La flessione in atto è un’occasione d’acquisto o il titolo è destinato a scendere ancora?

Dal punto di vista tecnico il segnale generato ieri dal titolo è indubbiamente ribassista, perchè è stato violato un importante supporto tecnico a 7,46 euro. I principali oscillatori tecnici sono ancora distanti dalla zona di ipervenduto e di conseguenza potrebbe profilarsi un’ulteriore correzione dei corsi verso i 7,2 euro in prima battuta e in seguito scendere fino ai 7 euro, minimo del 19 maggio scorso. La mia view su questo titolo non è positiva e per il momento sembra esserci la possibilità di realizzare qualche guadagno con un posizionamento short piuttosto che long.

Qual è il suo giudizio su STM che ieri è stato il peggiore del Ftse Mib, con un ulteriore allontanamento dalla soglia dei 7 euro?
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L'estate delle IPO: come approfittarne? L'obiettivo è di riuscire a sfruttare le grandi occasioni. Partendo da Poste Italiane, passando per Fincantieri, Eni, Enel, Enav e Ansaldo. L'incontro è venerdì 27 Giugno alle ore 18.00 in diretta video. iscriviti quì.

STM è un titolo molto speculativo e volatile adatto più ai traders che agli investitori. Nelle ultime quattro sedute STM ha confermato la violazione della media mobile a 50 periodi, inviando un segnale negativo. Ieri il titolo si è mosso tra un massimo a 6,92 e un minimo a 6,63 euro, chiudendo gli scambi a ridosso di questo valore. In ragione del minimo raggiunto ieri e dell’amipa escursione registrata, almeno nel breve periodo vedrei bene una fase di assestamento/laterale intorno a 6,8 euro. Al momento però non interverrei sul titolo nè al rialzo nè al ribasso, visto che si prospetta una dura lotta tra orsi e tori, come evidenziato anche dall’incremento dei volumi, nettamente al di sopra della media degli ultimi tre mesi.

Come valuta il recupero messo a segno di ieri dopo il netto calo di mercoledì scorso? Quest’ultimo può essere considerato solo un incidente di percorso o è qualcosa di più?

Saipem dal punto di vista tecnico si presenta ancora ben impostato e anche in questo caso dobbiamo citare la media mobile a 50 periodi che passa a 19,585 euro e che funge da buon supporto dinamico di medio termine, visto che svolge questa funzione dal 27 marzo scorso.
Mercoledì scorso Saipem ha aperto un gap ribassista a 20,27 euro e il titolo potrebbe anche provare a chiuderlo, visto che sta incrociando la media mobile a 20 giorni che passa in area 20,1 euro. Si potrebbero quindi tentare degli acquisti speculativi in vista della chiusura del gap a 20,27 euro, con possibili target al rialzo a 20,5 euro. C’è da dire che molte banche d’affari sono ancora molto positive su Saipem e questo potrebbe fornire sostegno al titolo in Borsa.
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dondiego49

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Buona giornata a tutti .anche i poveri shiortisti
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Oggi mi accontento di frazionale rialzo
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dondiego49

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Il paradosso dei debiti pubblici mondiali: cittadini e imprese tartassati, multinazionali (quasi) esentasse

di Enrico Marro2 luglio 2014
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Argomenti: Imprese | Stati Uniti d'America | Banca Mondiale | Apple | Centro studi Confindustria





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(Corbis)


A suo modo, è una magia. Degna di Mandrake e perfettamente legale. Da una parte, ci sono i debiti pubblici, che continuano a salire come uno tsunami in tutto il globo. Guardiamo i dati della Banca Mondiale: nell'Unione europea il rapporto debito/Pil è passato dal 42% del 2007 al 70% del 2012, negli Stati Uniti è balzato dal 55,6% al 93,8%. E in Italia, nonostante l'austerity, è salito dal 104,3% del 2007 a quasi il 136% (stima del Centro studi Confindustria per la fine del 2014.
Da qui l'incremento generalizzato delle tasse un po' dappertutto. Anche nella superpotenza mondiale: negli Stati Uniti, la pressione fiscale sulle persone fisiche in rapporto al Pil è aumentata dall'8% del 2010 al 10% di adesso.

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Dall'altra parte, ci sono i colossi. Le multinazionali globali americane, digitali e non. Per loro il percorso è esattamente l'opposto: pagano meno tasse. La corporate tax effettiva negli Stati Uniti, in calo dagli anni Cinquanta, è oggi al 21%. Ma le multinazionali globali hanno saputo fare anche meglio, come ha sottolineato di recente il chief strategist di Pictet Asset Management in un contributo sul Financial Times. Un report commissionato nel 2013 dal G20 ha dimostrato che, attraverso alchimie fiscali e societarie perfettamente legali, le più grandi società mondiali hanno pagato meno del 5% di tasse.

Naturalmente le ardite triangolazioni per abbattere le tasse (come l'ormai mitico "Double Irish") passano dall'estero, con il risultato che centinaia di grandi aziende statunitensi hanno accumulato oltreconfine un tesoro che secondo le stime di Bloomberg sfiora i 2mila miliardi di dollari, poco meno dell'intero debito pubblico italiano. E si guardano bene dal rimpatriarlo. L'esempio classico è quello di Apple, che qualche mese fa ha lanciato un bond da 17 miliardi di dollari pur avendo liquidità in cassa per 150 miliardi di dollari (di cui 130 miliardi all'estero).

Il fenomeno è singolare: il debito pubblico Usa aumenta, le famiglie statunitensi vengono chiamate a pagare più tasse, ma i colossi della "corporate America" dribblano la stretta con la classe di un campione come Messi, versando tasse ridicole rispetto ai fatturati. E per di più pagandole all'estero.
 

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