Idee e grafici. - Cap. 2

saluti a tutti.
ieri il cross della mm avrebbe fatto una strage,come minimo 400 punti di gain:rolleyes:
 
Ultima modifica di un moderatore:
mmm, capisco che la domanda sia un po' difficilotta per chi non ha una sfera di cristallo, ma seriamente quante possibilità ci sono che lunedì si rivedano I 13166 (mia quota di ingresso) prima di scendere sotto 13000? sotto I 13000 azzero completamente il gain fatto ieri e sinceramente un po' mi rompicchia.
grazie :titanic:
 
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Crisi Spagna – Informazione Scandalosa, risparmiatori abbandonati

Spagna praticamente fallita, ma la stampa italiana o latita o dirama notizie inattendibili e non esaurienti, un copione già visto ma sempre da condannare.

21 luglio 2012 , ore 16:34 - 5 Commenti











«La Spagna non ha più un soldo in cassa per pagare i servizi pubblici, e se la Bce non avesse comprato i titoli di Stato il Paese sarebbe fallito».
Quando il ministro spagnolo Cristobal Montoro pronunciava queste parole ieri in Parlamento, lanciava un duplice allarme.
Uno: senza la Bce la Spagna sarebbe fallita nei mesi scorsi.
Due: senza la Bce, o qualcuno disposto a comprare i suoi titoli di Stato, potrebbe fallire nei prossimi mesi.
Questo è il problema più urgente di Madrid: non c’è quasi più nessuno sul mercato che vuole o che può prestarle i soldi.
Gli acquirenti esteri di titoli di Stato si sono dileguati, mentre quelli spagnoli non ce la fanno più a comprare. Ecco perché servono aiuti.
Sono i dati del Tesoro spagnolo a palesare la situazione.
A dicembre 2010 il 45,51% del debito pubblico di Madrid era in mano a investitori internazionali.
Oggi, invece, in mani estere c’è solo il 31%: questo significa che gli investitori esteri sono letteralmente fuggiti.
Questi dati fanno capire anche perché Madrid sia sull’orlo di una crisi di liquidità. E perché anche
Queste sopra sono le considerazioni che si leggevano nella giornata di ieri sui maggiori organi di informazione, un pò poco per capire cosa realmente stava succedendo.
Meglio di questi faceva un quotidiano, su cui veniva chiarito come in Olanda ed in Finlandia, dopo l’approvazione degli aiuti alle “banche spagnole” si sia deciso di pubblicare l’intero accordo raggiunto dai leader europei.
Ebbene, solo in quel momento abbiamo potuto comprendere, come ancora una volta, la stampa solo cinque giorni prima, aveva dato in pasto ai proprio finanziatori (lettori) l’ennesima inesattezza.
Nel documento, non si parla di soldi prestati a banche, anche perchè risulta tecnicamente impossibile, i salvataggi possono avvenire solo ed esclusivamente verso uno stato, almeno per ora.



Questo vuol dire, che i 30 miliardi già concessi e i restanti 70 non sono stati messi a disposizione del sistema bancario spagnolo, ma solo ed esclusivamente allo Stato Spagna.
Se ora si unisce, la dichiarazione del ministro spagnolo, al dettaglio dell’informazione fornitaci da paesi dove evidentemente la democrazia funziona meglio che da noi, si può capire il perché il mercato abbia reagito con tanta rabbia.
Lo ha fatto per il semplice motivo che facendo 1+1 il risultato è stato 2 cioè, con quella concessione la Spagna è diventata ufficialmente dopo Grecia, Irlanda, Portogallo la quarta nazione a cui la UE ha concesso aiuti per evitarne il default.
Questo distinguo, che a molti può sembrare inutile risulta invece di capitale importanza.
La Spagna ha un economia “pesante”, che non andasse a gonfie vele lo sapevamo da parecchio, ma che non avesse neppure i soldi per pagare gli stipendi dei mesi passati, questo nessun organo di informazione non solo non l’ha detto ma neppure pensato.
Ora si può capire, come il quotidiano più diffuso in Italia, non riporti notizie inerenti politica estera, ma si limiti a trattare le beghe si Mediaset, Mediobanca, Generali e Fonsai, essendo pagato da mister B. perché dovrebbe pensar a cosa succede fuori da casa usa ?
Lo stesso discorso vale per tutte le altre testate, meglio continuare a sostenere l’attuale esecutivo, meglio continuare a spingere i risparmiatori a comprare BOT, BTP, piuttosto che scrivere cosa sta succedendo veramente, altrimenti si rischia che nella spending Review, a qualcuno possa saltare in mente di tagliare il finanziamenti alla stampa.
E noi sappiamo come funziona questo tipo di finanziamento e quanti miliardi ci costa, non per far si che i giornali stampino copie che poi vengono lette, ma solo per far si che stampino un numero esagerato di copie per poi darle in omaggio o macerarle, tanto i cittadini le hanno già pagate anche senza acquistarle.
Questo per dire quanto sia ipocrita, falsa, ingannevole, tendenziosa l’informazione politico economica derivante edita dalla stampa accreditata italiana.
Non è la prima volta che lo scrivo non sarà l’ultima, perché purtroppo negli ultimi dodici mesi, nel nostro paese, ora che mister B. ha deciso di tornare da primo attore in politica, l’unica cosa che è cambiata è la qualità della vita dell’onesto cittadino, bersagliato da un regime fiscale che lo ha portato a lavorare per mantenere esclusivamente uno stato mafioso.



Una cupola, che dopo aver portato il paese alla rovina, non ha fatto altro, ed è giusto così, visto che il suo credo è solo approfittare e rubare, che sedersi sui suoi scranni e far fare il lavoro sporco ad altri, non avendo neppure la buona creanza di smettere di ragliare giorno dopo giorno.
Ma perché la Spagna fa paura ? Semplicemente perché non è affrontabile.
Quello che sta avvenendo in questi giorni, è lo sparti acque tanto temuto, o si infila la strada giusta o si chiude baracca burattini e si va tutti a casa.
La Spagna non è gestibile, stamattina alcune testate riportavano titoli cubitali .
“I MERCATI REAGISCONO AD UNA NON NOTIZIA”
La Spagna fallita è una non notizia ? E quale è una notizia per questi benemeriti scimuniti ? Il nuovo Look di Mr. B. ?
Nella non notizia, si legge chiaramente come gli operatori finanziari stanno per chiudere tutte le loro posizioni in tema di prodotti finanziari europei.
La non notizia indica come la Spagna non può sostenere il proprio debito.
La non notizia indica come l’Italia, malgrado i suoi sforzi, non sarà in grado di rifinanziare 200 miliardi di euro di debito pubblico in scadenza nei prossimi due mesi.
La non notizia, indica come la BCE non accetterà più collaterali dalla Grecia, per cui niente rifinanziamenti neppure lì.
La non notizia, indica come solo pochi giorni prima dell’accordo sul “salvataggio delle banche spagnole”, la BCE abbia chiesto alla Spagna la ristrutturazione del debito pubblico, sull’esempio di quanto fatto in Grecia, con diretto coinvolgimento dei “privati”.
Bene a fronte delle non notizie, i maggiori quotidiani economici italiani, questa settimana spiegavano che affare si poteva fare comprando Bonos spagnoli alle quotazioni attuali.
Ottimo vogliamo andare lunedì a verificare che affari hanno fatto quelli che credono nelle notizie diramate dalla stampa pagata ?
La stessa che a fronte di migliaia di avvertimenti esposti dagli analisti, non ha mai edito un articolo, chiaro diretto, dove si consigliava di disinvestire il capitale in debito di stato per reinvestirlo in debiti societari, per reinvestire in valute non euro, per reinvestire in fondi comuni in modo da limitare i danni.
Ed ora ? Continuiamo ad aspettare che dal cilindro esca finalmente il coniglio o abbiamo intenzione di muoverci ?
Perché se ancora non è chiaro, come citato da Mr Monti, “il contagio è in atto”, e noi, come già spiegato ampliante da questa testata, ne siamo dentro fino alla punta dei capelli.
Poi ognuno……..
Per ulteriori informazioni :


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Categorie : Crisi economica, Economia Europa, Spagna
 
il concetto moderno di Stakeholders applicato alle imprese quotate in Italia, soprattutto small caps:
La definizione fu elaborata nel 1963 al Research Institute dell'università di Stanford.
Il primo libro sulla teoria degli stakeholder è "Strategic Management: A Stakeholder Approach" di Edward Freeman, che diede anche la prima definizione di stakeholder, come i soggetti senza il cui supporto l'impresa non è in grado di sopravvivere (traduzione letterale).
Secondo questa teoria, il processo produttivo di un'azienda generica deve soddisfare delle soglie critiche di costo, servizio e qualità che sono diverse e specifiche per ogni stakeholder. Al di sotto di una prestazione minima, il cliente cambia fornitore, manager e dipendenti si dimettono, e i processi materialmente non possono continuare.
Con il tempo prevale il "filone etico". Nel 1984, insieme a William M. Evan in "A stakeholder approach on modern corporation: the kantian capitalism", si definiscono stakeholder tutti i soggetti che possono influenzare oppure che sono influenzati dall'impresa. L'impresa deve tener conto anche di quanti non hanno potere diretto su processi e profitti, ma ne subiscono le conseguenze (come un impatto ambientale negativo).
Il dibattito si spinge oltre, dicendo che non solo l'impresa non deve far scendere il benessere attuale delle persone, ma deve accrescere la ricchezza generale, e tener conto anche dei portatori d'interesse "passivi" che non sono in grado di condizionarla in un secondo senso: lo stakeholder è il soggetto il cui raggiungimento degli obiettivi personali dipende dall'impresa. Da Kant riprende l'idea del regno dei fini per la quale nessun uomo può essere mezzo delle azioni di altri uomini, ma soltanto fine; la finalità dell'essere umano è un imperativo categorico.
L'impresa è intesa come luogo di mediazione fra gli interessi talora contrastanti degli stakeholder, e camera di compensazione in cui ciascuno raggiunge i propri fini.
I diritti della società prevalgono sui diritti di proprietà degli azionisti. Fra i diritti degli stakeholder primeggia il diritto alla felicità, che vincola l'impresa poiché i loro obiettivi dipendono da ciò che fa l'azienda.
Esistono due tipi di stakeholder:
  • stakeholder forti: come gli azionisti, senza i quali l'impresa sociale non verrebbe ad esistenza.
I vari stakeholder forti sono mossi da interessi differenti e potenzialmente in contrasto tra loro, ma tutti sono accomunati dall'assunzione di un rischio che, deriva sempre dal loro coinvolgimento diretto nell'impresa sociale.
  • stakeholder deboli: soggetti che in senso lato entrano in contatto con la società. Questi dipendono da diversi fattori come per esempio il territorio in cui opera l'impresa, le dimensioni dell'impresa e i livelli occupazionali garantiti.
Gli amministratori devono orientare la propria condotta al perseguimento dell'interesse sociale.
Perchè?
La definizione di STAKEHOLDERS fu elaborata nel 1963 al Research Institute dell'università di Stanford.
Il primo libro sulla teoria degli stakeholder è "Strategic Management: A Stakeholder Approach" di Edward Freeman, che diede anche la prima definizione di stakeholder, come i soggetti senza il cui supporto l'impresa non è in grado di sopravvivere (traduzione letterale).
 
Crisi Spagna – Informazione Scandalosa, risparmiatori abbandonati

Spagna praticamente fallita, ma la stampa italiana o latita o dirama notizie inattendibili e non esaurienti, un copione già visto ma sempre da condannare.

21 luglio 2012 , ore 16:34
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Ora si può capire, come il quotidiano più diffuso in Italia, non riporti notizie inerenti politica estera, ma si limiti a trattare le beghe si Mediaset, Mediobanca, Generali e Fonsai, essendo pagato da mister B. perché dovrebbe pensar a cosa succede fuori da casa usa ?

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Passi che da quando ha detto che ritorna, tutti gli danno addosso, ma i due maggiori quotidiani italiani Corriere e Repubblica non li paga mister B.
Domani questo tizio scriverà che la grandinata di ieri su Milano è colpa di mister B.

andgui.
 
Domani questo tizio scriverà che la grandinata di ieri su Milano è colpa di mister B.

...non è escluso che, tutto considerato, ci sia un fondo di verità :-)
 
Sicuramente questo è...long !!!!

Noie da superdotati

A volte la spiegazione è molto semplice ma i controllori dell'aeroporto di San Francisco, probabilmente tutti uomini dalla dotazione standard, non hanno pensato che il rigonfiamento sospetto fosse semplicemente una superdotazione del gingillo maschile di un passeggero.
E così Jonah Falcon (cognomen omen?!) è stato fermato e "testato" perchè un eccessivo volume dentro i pantaloni è stato scambiato per altro (forse un'arma, qualunque cosa ma non un pene fuori misura).

Si vocifera da sempre di certe superdotazioni ma sono così rare che quando uno se le trova davanti capita che non le riconosca... o non faccia mente locale per evitare inconsciamente un paragone desolante.
Gioie e dolori di un benedetto degli dei, come in ogni fortuna c'è un risvolto della medaglia: ciò che ha suscitato l'invidia degli uomini e l'apprezzamento delle donne si è questa volta tramutato in una vicenda surreale.
Si fosse trattato di Rocco Siffredi non ci sarebbe stato problema: le sue doti sono universalmente note. Ma Jonah, benché abbia un accessorio prodigio, non è registrato nel libro dei Guinnes (non gliene importa nulla) e ha sempre declinato le offerte dei produttori cinematografici del terzo tipo (incontri ravvicinatissimi).

Tuttavia la sua qualità è ben nota perchè ha partecipato a documentari (seri e scientifici) che lo hanno classificato come il detentore del pene attualmente più abbondante: si tratta di 22,8 centimetri in condizioni normali che si trasformano in 34 centimetri in situazione euforica.
Alla fine, tutto chiarito, Jonah si è fatto due risate, raccontando la vicenda ai reporter.
 
Passi che da quando ha detto che ritorna, tutti gli danno addosso, ma i due maggiori quotidiani italiani Corriere e Repubblica non li paga mister B.
Domani questo tizio scriverà che la grandinata di ieri su Milano è colpa di mister B.

andgui.


secondo me non sarà colpevoli di tutto ma credo che di danni fati da questo saltimbanco da crociera e certamente immenso :cool:
 
Venerdì scorso, verso mezzogiorno, la politica europea doveva dare risposte rassicuranti… su cosa di preciso non lo so (o meglio, spulciando su internet potrei anche saperlo ma non mi interessa), forse sul debito sovrano della Spagna o forse sui debiti delle sue banche, fatto sta che la storia è sempre la stessa e puntualmente si ripete, nel senso che qualunque fosse stata la loro decisione, il mercato deve speculare al massimo sulle occasioni che si presentano, per cui prima di invertire rotta verso l’alto, deve andare giù, giù, giù... sino a quando la politica non interviene ancora con una dose più massiccia e solo allora si decide a invertire.
Ormai il mercato italiano è dal 30 marzo 2012 che ha virato al ribasso.
Quante giornate di borsa ci sono state? 78… Uhm… un numero da giocare al lotto.
Intesa San Paolo dal massimo di 1,5630 € toccato nella giornata del 30/03/2012 era scesa sino a 0,9420 € il 16/05/2012; poi da tale giorno, sono stati due mesi di stagnazione, con piccoli movimenti che non hanno spinto il titolo più su di 1,1540 e più giù di 0,9545… una forbice di 20 centesimi.
Ora, venerdì scorso, sino alle 11h45 la giornata si era mantenuta piatta, anche se leggermente negativa. Poi, iniziò a scendere senza sussulti violenti e soltanto dalle 16h13 alle 16h33, si verificò un calo più accentuato, arrestatosi nei successivi trenta minuti, per poi chiudere in lieve recupero, ma perdendo un bel 6,53%.
Ora cosa dovrebbe succedere lunedì?
Il sentiment è al ribasso e al ribasso si andrà… magari inizialmente, nei primi dieci minuti si toccherà il fondo con un meno 7% a € 0,8720 per poi schizzare al rialzo e andare sino a più 2% intorno ad € 0,9560.
Anche perché se vuole fare l’inverso poi alla fine della giornata a quanto dovrebbe chiudere?
Invece andando prima a 0,8720 e poi a 0,9560… alla fine della giornata, può tranquillamente chiudere a 0,91.



Ma nei prossimi giorni sin dove potrebbe scendere il titolo di Banca Intesa?
Credo sino a 0,71 €… Uhm…71… un altro bel numero da giocare al lotto.
Dunque… Scommettiamo 71 e 78?
 

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