Pirelli & C Real Est (PRS) Il Ballo del Matto.o.oneeeeeeeeeee

non ci si illuda che i prezzi calino.... il picco e' stato raggiunto con l'avvento dell'euro dal 2001 ad oggi
ora ci aspettano almeno 5-7 anni di crescita al 4-5%% l'anno..
normale, come dovrebbe essere
ma i prezzi non caleranno di certo, poi in italia dove 85% delle famiglie possiede una casa e il mattone e' visto come inverstimento.

si sono allungati i mutui, adesso la media e' 30 anni, e i poveracci si sono spostati in periferia, e si sono allungati i tempi di vendita per gli immobili che non valgono il prezzo, e qualche buona occasione si trova all'asta fallimentare.... ma non di piu'..
 
Collateralized BondObbligations(CDO)+Credit Default Swap CDS

18 March 2007 21:25

Questo è un post affascinante che forse ho già citato e spiega in modo preciso come la finanza globale attuale sia diventata diabolica http://suddendebt.blogspot.com/2007/03/well-what-do-you-want-it-to-be-today-i.html

Si parte emettendo mutui immobiliari americani emessi a clienti a rischio, che non hanno nemmeno i soldi per un pagamento iniziale del mutuo, sono in grado solo di pagare gli interessi e contano che la casa aumenti di valore per riuscire ad "estrarne" dopo dei soldi con cui pagare il resto.

Il trucco è che questi mutui vengono miracolosamente cartolarizzati da parte di Wall Street in un "CDO" e anche se sarebbero in teoria da considerare come rating CCC ("junk") vengono rivenduti con la benedizione delle agenzie di rating come un pacco di bonds di qualità elevata, AAA, con una piccola tranche del 5% di CCC o junk.

Dopodiche vengono di nuovo moltiplicati due o tre volte facendo guadagnare per anni banche, fondi ed hedge funds. Fino a quando il tutto non crolla perchè è uno "schema di Ponzi" in cui non ci sono i soldi, ma fino a quando altri arrivano e comprano (e il valore delle case sale) lo schema si allarga sempre. Spiegazione.

Prima Derivata: CDO (derivato da cartolarizzazione di mutui)
L'idea fondamentale è brillante, dato che in base ai dati passati si stima che nei prossimi cinque anni diciamo solo un 5%di questi va in default li impacchetto tutti assieme e li "affetto" in modo che chi vuole rischiare compra la fetta a rischio e gli altri comprano essendo stati liberati della probabilità di default eccessiva possano godere in teoria di bonds sicuri.
Alla fine mezzo milioni di mutui per un controvalore di 10 miliardi di Countrywide venduti in Texas e California a clienti a rischio sono stati trasformati in CDO e quello che appare ora sono 9 miliardi di Collateralized Bond Obbligations (CDO) AA, mezzo miliardo BB e mezzo miliardo rimasto CCC ("Junk").

I fondi pensioni inglesi o giapponesi comprano la tranche AA, un fondo comune quella BB e degli hedge fund aggressivi la tranche CCC più rischiosa

Seconda Derivata: CDS =Credit Default Swap (derivato da CDO)
Si emettono ora dei contratti di assicurazione (Credit Default Swap, CDS) su queste tranche di CDO che assicurano che se questi CDO non vengono pagati si viene rimborsati. Li emette una banca per le tranche AA o AAA e un fondo hedge per quelle BB. Venderli fa guadagnare uno 0.15% sulla tranche "sicura" e un 1.5% su quella più a rischio. Li comprano i possessori di CDO per diversi motivi, anche solo per fare trading sui bonds che hanno tramite un derivato

Terza Derivata: CDO di CDS
A questo punto sul mercato finanziario globale ci sono in giro miliardi di valore di CDS e CDO e allora qualcuno compra dei CDS (che sono derivati dai CDO iniziali che a loro volta sono derivati dai mutui venduti a Joe Smith e Juan Ortega ) e li torna a impacchettare in un altro CDO formato di CDS. Questa è la terza derivata e viene venduta sul mercato.

Perchè ? Perchè c'è da guadagnarci a venderla e a comprarla è uno strumento di speculazione sui mutui immobiliari con una leva alla terza potenza cioè che consente di speculare con un margine in cash minimo. E' ovvio che arrivati al CDO di CDS, cioè alla terza derivata ogni piccola variazione nei default dei mutui iniziali sottostanti provoca variazione enormi

A questo punto però è possibile anche una quarta derivata e lascio i dettagli all'articolo

Bene, negli ultimi 5 anni sono stati creati CDO, CDS e CDO di CDS per centinaia di miliardi. Sono una piramide del credito in cui i compratori iniziali di casa non mettono soldi, pagano solo l'interesse e sulla base del loro mutuo vengono creati derivati del debito che prezzano il loro rischio al 90% come se fossero bonds tranquilli di di ENI o Coca Cola e anche i compratori di CDO e CDS spesso mettono soldi per solo una frazione del valore del derivato che hanno comprato (CDS, CDO o CDO di CDS...).

Fanno guadagnare molto ai soliti Lehman, HSBC, Merril, Bear Sterns, Goldman... abbastanza ai fondi comuni ed hedge e fanno anche guadagnare ai fondi pensione uno 0.2% in più di quello che gli dava un bond General Electric o Exxon. Il tutto è una piramide in fondo alla quale c'è gente che ha comprato la casa con un mutuo che non poteva permettersi perchè gliela hanno offerta a condizioni che non hanno senso economico perchè rivendevano questo mutuo sul mercato globale grazie alla magia dell'ingegneria finanziaria

Ma alla base della piramide c'è pur sempre gente che quando i tassi salgono e il valore delle case smette di salire poi non paga il mutuo e perde la casa e tutta la piramide di CDO, CDS... fino alla quarta potenza alla fine ovviamente crolla
 
ECONOMIA USA: PEGGIO DI QUEL
CHE APPARE

di *Antonio Cesarano
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29 Marzo 2007 16:41 SIENA


*Antonio Cesarano e' Head of Research and Strategy MPS Finance BM S.p.A. Questo documento e' rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell'art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita' alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita' di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
_______________________________________
(WSI) – Il dato finale sul Pil del quarto trimestre ha registrato una revisione al rialzo (da 2,2% a 2,5% t/t annualizzato) grazie alle seguenti revisioni migliorative:

1) variazione delle scorte;

2) esportazioni nette.

Hanno invece registrato revisioni peggiorative:

1) gli investimenti settore residenziale (variazione annualizzata passata da -19,1% a -19,8%);

2) gli investimenti aziendali: il dato finale ha evidenziato un calo del 3,1% precedentemente riportato a -2.4%, con una contribuzione negativa pari a -0,34% (vs. precedente pubblicazione di -0,26%).

Complessivamente il dato, pur risultando migliore da un punto di vista contabile, presenta però l'aspetto critico della ulteriore revisione al ribasso della dinamica degli investimenti (residenziali e non). Già ieri Bernanke aveva citato il business spending come potenziale fattore di rischio per la crescita oltre al settore immobiliare.

Si tratta di un elemento da tenere in considerazione in futuro che al momento ci porta a mentenere la nostra stima di crescita Usa per il 2007 su livelli "conservativi" (rispetto al consensus) al 2,3%, con possibile revisione al ribasso al 2%.

http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=453150
 
new century financial

la piu' grossa societa' di finanziamenti immobiliari con mutui subprime

ha chiesto oggi il

CHAPTER 11


e via.... :D
 
Allarme Fmi/ Da recessione Usa, effetti a catena nel mondo
Giovedí 05.04.2007 10:45
"Un raffreddore negli Usa può trasformarsi in un'influenza per il resto del mondo". Così, con una metafora globale, il Fondo monetario internazionale lancia l'allarme Usa per l'economia di tutti i paesi. Nell'Outlook Economico che verrà presentato ufficialmente la prossima settimana a Washington, di cui sono stati resi noti i capitoli 3,4 e 5, gli esperti Usa spiegano che "un rallentamento dell'economia Usa può avere un impatto a catena sulle economie sia dei paesi industrializzati che su quelle dei paesi in via di sviluppo. Con particolare effetto sulle aree più legate in termini commerciali e finanziari al Nuovo Continente".

Secondo il Fondo infatti "con un rallentamento provocato soprattutto alla frenata del mercato immobiliare nazionale gli effetti sono stati limitati. Tuttavia, se il rallentamento del mercato immobiliare si diffonderà ai consumi e agli investimenti industriali allora l'impatto fuori confine potrebbe essere maggiore in maniera significativa, anche se ancora gestibile".

Il Fondo elenca una serie di ragioni per cui i rischi di una recessione Usa potrebbero amplificarsi al mondo intero:
primo tra tutti il fatto che la correzione del mercato immobiliare si prevede più forte del previsto;
in secondo luogo questa verrà amplificata dal fatto che gli Usa sono ancora il cuore del sistema finanziario internazionale;
terzo fattore gli Usa sono ancora la maggiore economia mondiale;
infine il fatto che le cinque maggiori economie emergenti contano solo per un quarto in base alla parità del potere di acquisto e quindi non possono rimpiazzare gli Usa come motore di crescita globale.

L'organizzazione di Washington quindi suggerisce ai paesi il 'decouple', ovvero il distacco dall'economia Usa per sostenere una crescita forte. Inoltre la politica monetaria, suggerisce il Fondo, "dovrebbe essere ben posizionata per controbilanciare il potenziale effetto di contrazione sull'economia".
http://canali.libero.it/affaritaliani/fmirecessione0504.html
 
La questione dei mutui subprime non è un problema isolato
di Charlie Minter - 10/04/2007

Non crediate alla storiella secondo cui le difficoltà nel settore dei mutui subprime non si diffonderanno al resto dell’economia. Requisiti finanziari più restrittivi sono appena stati implementati, e presto avranno un impatto significativo.
Dal lato della domanda sempre meno persone chiederanno un finanziamento e dunque vi sarà una minore richiesta di abitazioni.
Gli enti finanziatori vaglieranno le richieste con sempre maggiore attenzione e inizieranno a chiedere anticipi più corposi e una documentazione più estesa circa il proprio patrimonio e reddito. Conseguentemente, sempre meno persone beneficieranno di un mutuo. In aggiunta i principali finanziatori sono a conoscenza del fatto che avranno sempre più difficoltà a ricollocare sul mercato i mutui concessi. Un recente articolo del New York Times rivela che anche nell’area della città di New York i mutui sono concessi con sempre maggiori resistenze, e stiamo parlando di una delle aree più ricche del paese. Tutto ciò significa che la domanda di abitazioni, già in calo del 30% rispetto ad un anno fa, è destinata a calare ulteriormente.

Dal lato dell’offerta gli inventari di case invendute sono ai massimi storici, mentre le crescenti insolvenze e la mancanza di nuova domanda aumenterà ancora di più la pressione dell’offerta.

La combinazione di una domanda stagnante e di un eccesso di offerta creerà certamente ulteriori pressioni sui prezzi. La deflazione degli asset che ha sostenuto la spesa per consumi negli ultimi anni genererà adesso pressioni sui cittadini che già vantano un indebitamento record e un tasso di risparmio negativo.

Inoltre le attività collegate al settore immobiliare hanno contato per una percentuale non distante dal 25% in termini di posti di lavoro creati dal 2003 al 2006. La crescita occupazionale ha già rallentato all’1.5% su base annuale, e mi aspetto ulteriori rallentamenti nel prossimo futuro.

Anche in altri cicli economici, in cui la questione dei mutui subprime non rappresentava un problema, il settore immobiliare è stato il tramite mediante il quale un restringimento creditizio si è trasmesso al resto dell’economia.

Negli ultimi 47 anni ci sono state sette occasioni in cui le housing starts sono calate del 30% o più su base annuale: in sei casi su sette è seguita una recessione.
L’unica eccezione risale al 1966 quando l’economia sperimentò un atterraggio duro che sfiorò la recessione, ma non evitò al Dow di perdere il 26%.

Sebbene il consensus degli strategist e degli economisti insista con fermezza nel ridimensionare la questione dei mutui subprime ad una minaccia che sarà presto dimenticata dal mercato, penso che le cose andranno diversamente.
Secondo me questa posizione non spiega perché il calo consistente delle housing starts, unitamente al problema dei mutui subprime, questa volta dovrebbe essere un episodio isolato, quando nel passato è stato più che sufficiente a cagionare una recessione. No, non si tratta di un episodio isolato, bensì di un primo crack in un boom senza precedenti che sta per essere seguito da uno scoppio.

http://www.smarttrading.it/default.asp?idlingua=1&idContenuto=3356
 
Re: Collateralized BondObbligations(CDO)+Credit Default Swap

tontolina ha scritto:
18 March 2007 21:25

Questo è un post affascinante che forse ho già citato e spiega in modo preciso come la finanza globale attuale sia diventata diabolica http://suddendebt.blogspot.com/2007/03/well-what-do-you-want-it-to-be-today-i.html

Si parte emettendo mutui immobiliari americani emessi a clienti a rischio, che non hanno nemmeno i soldi per un pagamento iniziale del mutuo, sono in grado solo di pagare gli interessi e contano che la casa aumenti di valore per riuscire ad "estrarne" dopo dei soldi con cui pagare il resto.

Il trucco è che questi mutui vengono miracolosamente cartolarizzati da parte di Wall Street in un "CDO" e anche se sarebbero in teoria da considerare come rating CCC ("junk") vengono rivenduti con la benedizione delle agenzie di rating come un pacco di bonds di qualità elevata, AAA, con una piccola tranche del 5% di CCC o junk.

Dopodiche vengono di nuovo moltiplicati due o tre volte facendo guadagnare per anni banche, fondi ed hedge funds. Fino a quando il tutto non crolla perchè è uno "schema di Ponzi" in cui non ci sono i soldi, ma fino a quando altri arrivano e comprano (e il valore delle case sale) lo schema si allarga sempre. Spiegazione.

Prima Derivata: CDO (derivato da cartolarizzazione di mutui)
L'idea fondamentale è brillante, dato che in base ai dati passati si stima che nei prossimi cinque anni diciamo solo un 5%di questi va in default li impacchetto tutti assieme e li "affetto" in modo che chi vuole rischiare compra la fetta a rischio e gli altri comprano essendo stati liberati della probabilità di default eccessiva possano godere in teoria di bonds sicuri.
Alla fine mezzo milioni di mutui per un controvalore di 10 miliardi di Countrywide venduti in Texas e California a clienti a rischio sono stati trasformati in CDO e quello che appare ora sono 9 miliardi di Collateralized Bond Obbligations (CDO) AA, mezzo miliardo BB e mezzo miliardo rimasto CCC ("Junk").

I fondi pensioni inglesi o giapponesi comprano la tranche AA, un fondo comune quella BB e degli hedge fund aggressivi la tranche CCC più rischiosa

Seconda Derivata: CDS =Credit Default Swap (derivato da CDO)
Si emettono ora dei contratti di assicurazione (Credit Default Swap, CDS) su queste tranche di CDO che assicurano che se questi CDO non vengono pagati si viene rimborsati. Li emette una banca per le tranche AA o AAA e un fondo hedge per quelle BB. Venderli fa guadagnare uno 0.15% sulla tranche "sicura" e un 1.5% su quella più a rischio. Li comprano i possessori di CDO per diversi motivi, anche solo per fare trading sui bonds che hanno tramite un derivato

Terza Derivata: CDO di CDS
A questo punto sul mercato finanziario globale ci sono in giro miliardi di valore di CDS e CDO e allora qualcuno compra dei CDS (che sono derivati dai CDO iniziali che a loro volta sono derivati dai mutui venduti a Joe Smith e Juan Ortega ) e li torna a impacchettare in un altro CDO formato di CDS. Questa è la terza derivata e viene venduta sul mercato.

Perchè ? Perchè c'è da guadagnarci a venderla e a comprarla è uno strumento di speculazione sui mutui immobiliari con una leva alla terza potenza cioè che consente di speculare con un margine in cash minimo. E' ovvio che arrivati al CDO di CDS, cioè alla terza derivata ogni piccola variazione nei default dei mutui iniziali sottostanti provoca variazione enormi

A questo punto però è possibile anche una quarta derivata e lascio i dettagli all'articolo

Bene, negli ultimi 5 anni sono stati creati CDO, CDS e CDO di CDS per centinaia di miliardi. Sono una piramide del credito in cui i compratori iniziali di casa non mettono soldi, pagano solo l'interesse e sulla base del loro mutuo vengono creati derivati del debito che prezzano il loro rischio al 90% come se fossero bonds tranquilli di di ENI o Coca Cola e anche i compratori di CDO e CDS spesso mettono soldi per solo una frazione del valore del derivato che hanno comprato (CDS, CDO o CDO di CDS...).

Fanno guadagnare molto ai soliti Lehman, HSBC, Merril, Bear Sterns, Goldman... abbastanza ai fondi comuni ed hedge e fanno anche guadagnare ai fondi pensione uno 0.2% in più di quello che gli dava un bond General Electric o Exxon. Il tutto è una piramide in fondo alla quale c'è gente che ha comprato la casa con un mutuo che non poteva permettersi perchè gliela hanno offerta a condizioni che non hanno senso economico perchè rivendevano questo mutuo sul mercato globale grazie alla magia dell'ingegneria finanziaria

Ma alla base della piramide c'è pur sempre gente che quando i tassi salgono e il valore delle case smette di salire poi non paga il mutuo e perde la casa e tutta la piramide di CDO, CDS... fino alla quarta potenza alla fine ovviamente crolla

veramente interessante :up:
e' cosi che poi si creano i veri collassi... se implode il castello di carta.....
 
Il crac immobiliare
http://www.movisol.org/07news052.htm


3 aprile 2007 – Il crollo del mercato immobiliare statunitense “è un deragliamento al rallentatore ... che accelera e si diffonde come una malattia contagiosa”. Così si legge sull'edizione del 26 marzo di Barron's Weekly, pubblicazione dell'indice di borsa Dow Jones.
Il settimanale pubblica anche due interviste a specialisti del settore, ambedue preoccupati dagli effetti del crollo del mercato della casa. Robert Shiller è l'autore del libro «Esuberanza irrazionale», sulla bolla dell'IT pubblicato nel marzo 2000, quando questa cominciò il suo declino. Nella nuova edizione Shiller ha aggiunto un capitolo in cui pronostica lo stesso destino per la bolla immobiliare. Shiller ha raccolto i dati sui prezzi delle abitazioni per oltre un anno e li ha confrontati con i costi di costruzione, prevedendo una caduta dei prezzi del 20%-30% nei prossimi dieci anni. Sy Jacobs, esperto di fondi, spiega: “I problemi nel subprime [i mutui a rischio] non sono limitati a tale fascia. Sono come uno spillone che minaccia un problema dimensioni maggiori ... I subprime faranno crollare il prestito ipotecario, di conseguenza il mercato della casa, e poi l'economia e il mercato”.

Standard & Poor ha presentato il 27 marzo un rapporto abbastanza addomesticato sul crollo del settore della casa che, secondo LaRouche, è ormai troppo grande perché si possa tenere nascosto. Il rapporto di S&P comprende un Indice “Case-Shiller” del prezzo casa dal quale risulta una caduta media dei prezzi dello 0,7% per le 20 principali città degli USA nel corso dell'ultimo anno. Un grafico più illustrativo mostra la caduta in picchiata avvenuta l'anno scorso dopo 13 anni consecutivi di rialzi.

Il crollo del mercato subprime alimenta la crescita dei pignoramenti, che a sua volta avrà effetti politici.
In alcuni stati si stanno già approntando emissioni speciali di bonds per il salvataggio dei mutuatari insolventi. Dal canto suo però LaRouche sostiene che solo il governo federale è capace di intervenire adeguatamente in tale situazione: sono milioni gli americani che rischiano di vedersi strappar via la casa dagli strumenti appositamente congegnati dalla nidiata di avvoltoi di Wall Street a cui ha dato vita Alan Greenspan.
Intanto al Congresso è stata presentata una legge per ripristinare la normativa sulla casa dell'epoca di F. D. Roosevelt, ma la Casa Bianca è decisamente contraria. Il portavoce del Tesoro Tony Fratto, in una dichiarazione del 30 marzo, ha recisamente respinto la possibilità di iniziative del governo volte a frenare l'ondata di pignoramenti.

Faber: vendere subito!

Il consulente finanziario Marc Faber ha parlato il 28 marzo al Borsen Executive Club affermando tra l'altro: “Dall'ottobre 2002 i mercati finanziari sono in crescita e adesso c'è una correzione che può ridurre i mercati del 20-30%”. Lo ha riferito il quotidiano finanziario danese Borsen. Faber raccomanda di stare lontano da azioni e bonds USA. Secondo Borsen Faber avrebbe previsto il crac del 1987, il crac di Tokyo del 1990 e le crisi asiatiche del 1997. Secondo Faber inoltre il petrolio salirà oltre i 300 dollari nei prossimi anni, come conseguenza dell'aumento dei consumi in Asia e del crollo della capacità produttiva mondiale.

Socialdemocratici europei contro i fondi

Poul Nyrop Rasmussen, presidente del PSE (partito socialista europeo), ha presentato il 28 marzo un rapporto sugli equity funds. Lo studio, opera di un equipe di esperti, sostiene che occorrono iniziative a livello nazionale e statale per fermare il saccheggio economico da parte dei private equity funds. Essi scremano le imprese, ne licenziano i dipendenti e non fanno alcun investimento nella ricerca e sviluppo.

“Dobbiamo concludere di essere nei guai. I fondi non aiutano le imprese a svilupparsi. Non abbiamo un mercato finanziario che possa fornire gli investimenti a lungo termine che occorrono alla società. Pertanto proponiamo una serie di regolamentazioni”, ha concluso Nyrup. Il rapporto riferisce in merito all'esempio campione di 21 imprese europee rilevate dai private equity funds.
Nyrup ha criticato Charles McGrevy, commissario dell'UE per il mercato interno dell'UE, perché non ha preso iniziative di sorta contro i fondi. “Ritengo che il commissario McCreevy sia l'ultima persona al mondo a dire che qualcosa non va. Tutti gli altri sono preoccupati”. Nyrup invierà il rapporto al Commissario UE nella speranza che “qualcuno dei suoi collaboratori lo legga al posto suo”. Tra le altre cose, il rapporto suggerisce che la Commissione Europea presenti una direttiva che chieda ai fondi maggiore trasparenza in modo che le regole possano essere uniformate nell'intera Europa.
“Crediamo ancora nel mercato, ma insistiamo sulla 'economia sociale di mercato' e non su una 'società di mercato'”, si legge sul sito dei socialisti europei, dove si spiega che i fondi possono avere effetti negativi mettendo “a rischio le pensioni, la capacità di funzionare delle imprese private, sicurezza e servizi, lavoro decente e voce in capitolo della forza lavoro nella gestione dell'imprsa, stabilità dei mercati finanziari”. Parlando ad un incontro dei socialisti europei, John Monks, leader della federazione sindacale europea, ha prospettato una lunga e dura lotta contro gli hedge funds e gli investment funds, che sono impegnati in operazioni di scrematura delle imprese mettendo a rischio i posti di lavoro.
 
Mettetevi nei loro panni
di Charlie Minter - 13/04/2007

Wall Street continua ad essere molto sensibile al ritmo impresso dalla Federal Reserve, ponderando ogni parola che proviene da quelle parti. Al minimo accenno di un possibile allentamento il mercato azionario fibrilla: per esempio il 21 marzo Wall Street ha creduto di aver capito che la banca centrale potrebbe ridurre i tassi di interesse a causa dell’economia in rallentamento; ma le minute rese note ieri hanno indicato che la Fed rimane ferma nella sua lotta all’inflazione. La frase testuale è “tutti i membri sono d’accordo sul fatto che la dichiarazione dovrebbe indicare che la principale preoccupazione della politica del Comitato rimane il rischio che l’inflazione non si ridimensioni come atteso”. Quello che sorprende maggiormente è che il mercato sale e scende (perlopiù sale) su qualunque dichiarazione fatta, mentre dovrebbe essere evidente che ciò dovrebbe dipendere dai dati macro che saranno resi noti in futuro.
Bisogna essere di un altro pianeta per non capire che l’economia è in difficoltà. Stiamo parlando da anni delle problematiche del settore immobiliare; ora, è evidente che il problema dei mutui subprime si sta diffondendo, e con l’adozione di norme più stringenti, la domanda di abitazioni sta precipitanto, mentre sul fronte dell’offerta si continua a sperimentare un incremento.
Di recente, anche la National Association of Realtors (che è rimasta assurdamente benevole, almeno fino a poco tempo fa) si è ridimensionata, e ora prevede un calo dei prezzi medi delle abitazioni per il 2007.
I problemi connessi al settore immobiliare, unitamente al persistente calo del leading indicator, al tasso di risparmio negativo e agli elevati costi dell’energia, suggeriscono che è imminente un rallentamento dell’economia, se non proprio una recessione.

In questo contesto è plausibile che la Fed aumenti i tassi?

Ma allo stesso tempo, tenuto conto dell’obiettivo di crescita dei prezzi al consumo dell’1-2 percento, ogni misura possibile si colloca oltre questo range. E con le materie prime, l’oro, e un dollaro in rallentamento tutto punta verso una maggiore inflazione, il che rende molto improbabile che la Fed possa ridurre i tassi.

Ora, non è evidente che l’investitore deve ponderare entrambi i lati del dilemma che attanaglia la Fed, e monitorare gli incombenti dati macro per determinare quale dei due lati è più problematico, piuttosto che cercare di trarre qualche spunto da qualcuno che in qualche modo è collegato alla Fed, onde determinare il da farsi? Perché gli investitori non cercano di comprendere cosa si accinge a fare il Federal Open Market Committee, mettendosi nei loro panni? Cosa potranno mai fare, ora che sono stretti nell’angolo? Cosa fareste voi al posto loro? E’ immaginabile tagliare i tassi con il potenziale effetto collaterale di una fiammata inflazionistica? Cosa ne sarebbe della loro credibilità? Come può una persona di buon senso immaginare un taglio dei tassi con l’inflazione che in questo momento è già oltre gli obiettivi stabiliti dalla Fed?

D’altro canto, come può una persona ragionevole considerare di aumentare i tassi in un contesto economico in rallentamento, esasperato perdipiù dalle problematiche immobiliari?

Alcuni osservatori ritengono che fino a quando i dati sul fronte occupazionale resteranno buoni, l’economia potrà ancora contare su un “soft landing”.
Abbiamo provato a sottolineare in diversi commenti che la crescita dei posti di lavoro sperimentata dal minimo ciclico è la più debole mai registrata dal Dopoguerra ad oggi dopo la fine di ogni recessione.

Se foste a capo del Federal Open Market Committee, aumentereste i tassi? La conclusione è che la Fed è stretta nell’angolino e che deve mantenere i tassi di interesse immutati a meno che i dato macro futuri dimostreranno che sta prevalendo una forza anziché l’altra.
Che tipo di dati possono sopraggiungere per far deragliare l’economia? L’unico dato amichevole per i mercati potrebbe contemplare un’economia che rallenti senza cadere in recessione, con l’inflazione che al contempo si mantiene bassa: è l’unico scenario positivo possibile.
D’altro canto, però, se l’economia precipiterà in recessione, o se l’inflazione continuerà a salire, la borsa con ogni probabilità scenderà a prescindere da ciò che la Fed farà.
Il peggior scenario sarebbe rappresentato da un’inflazione in crescita nonostante un ulteriore rallentamento dell’economia. Si tratta della cosiddetta “stagflazione”: quanto di peggio il mercato azionario possa desiderare.
http://www.smarttrading.it/default.asp?idlingua=1&idContenuto=3363
 
MA QUALI MUTUI,
E' TUTTA COLPA
DI GEORGE BUSH


di Vincenzo Sciarretta
Klein, premio Nobel nel 1980: «L’America potrebbe correre del 3-4% senza la zavorra del conflitto». E aggiunge: «Non vedo pericoli di stagflazione, ma George Bush, come fece Johnson, sta ipotecando il futuro del dollaro».

http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=457901


Gli americani stiano attenti a chi nominano come presidente degli USA
il mondo non sopporterebbe un altro ex alcolista anche se appartiene ad una famiglia MOLTO potente
 

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