Nella passata settimana sono arrivate diverse notizie negative sul fronte dei mutui e dell'immobiliare negli Stati Uniti, a conferma di quanto avevamo scritto nel precedente commento.
La banca HSBC, la prima inglese e la terza nel mondo per dimensioni, giovedì ha fatto sapere di avere aumentato del 20% le riserve (10,6 miliardi di dollari) a copertura delle insolvenze nel settore dei mutui ipotecari in Usa.
In pratica i mutui non pagati sono saliti del 20% rispetto alle stime precedenti.
La banca ha dichiarato che molti suoi clienti che hanno contratto mutui negli ultimi anni, in particolare di tipo sub-prime (basso merito di credito), stanno facendo fatica a far fronte agli impegni presi.
Il titolo quotato anche al Nyse ha chiuso la settimana con una perdita del 3,34%.
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Real Estate: il cappio si sta stringendodi Charlie Minter - 09/02/2007
Contrariamente alle tesi secondo cui il ribasso del settore immobiliare è giunto al termine, il peggio deve ancora venire e gli effetti a cascata anzi iniziano ad intravvedersi.
La HSBC, la terza banca mondiale, ha annunciato che accantonerà ulteriori 1.76 miliardi di dollari per coprire delle insolvenze nel settore dei mutui ipotecari “sub prime”: questa cifra si va ad aggiungere ai 10.56 miliardi già stanziati.
La New Century Financial Corp, leader in questo settore dei mutui, ha dichiarato che ha subito una perdita nel IV trimestre e deve ricalcolare i profitti per l’intero 2006.
La Toll Brothers ha annunciato un crollo del 33% degli ordini nel I trimestre terminato il 31 gennaio. Le cancellazioni degli ordini viaggiano ancora al ritmo significativo del 30%.
La Washington Mutual ha subito una perdita di 122 milioni nel IV trimestre, citando una erosione peggiore delle aspettative nella qualità del credito sempre nel settore dei prestiti sub prime.
Tutto ciò segue una serie di annunci da parte di alcune piccole compagnie finanziarie nell’ultimo paio di mesi, secondo cui ci sono seri problemi che stanno spingendo a ridimensionare sensibilmente l’operatività o addirittura sospenderla del tutto.
Sebbene nessuno conosca la reale portata del problema sembra molto probabile che nuove cattive notizie possano pervenire, e che quello che si vede non è altro che la punta dell’iceberg. Come ha rilevato il Wall Street Journal, “il mercato dei mutui ipotecati negli Stati Uniti è un complesso intreccio di attività dipendenti l’una dall’altra. I mutui spesso sono commercializzati diverse volte, e il rischio di default spesso si colloca lontano dalla istituzione che ha originato il prestito”.
Il mercato dei mutui sub prime ci preoccupa da un po’ di tempo (si legga per esempio “Settore immobiliare in atterraggio brusco“ del 15 settembre 2006).
Di recente il governatore della Fed Susan Bies ha affermato che le autorità di controllo sono preoccupate dalla combinazione di un basso livello di down payment (la somma di denaro contante corrisposta in pagamento in aggiunta al mutuo, NdT) e di un elevato ricorso ai mutui che prevedono il solo pagamento degli interessi posta in essere dalle compagnie finanziarie. Sebbene le autorità federali e statali abbiano ristretto i parametri imposti da alcuni mesi, la Commissione Bancaria del Senato sotto la guida del senatore Dodd si sta ora occupando della faccenda.
Il senatore Dodd chiamerà le autorità di controllo a testimoniare nelle prossime settimane, e senza dubbio ci sarà una certa pubblicità negativa viste le pratiche non sempre ortodosse poste in essere dalle finanziarie. La maggior parte dei membri della commissione senatoriale già propende per un restringimento delle misure.
Il problema è che con le case invendute su livelli record e lo stesso dicasi per gli inventari, è evidente che le compagnie di costruzione non possono incrementare la costruzione di nuove case in tempi brevi. L’elevato numero di cancellazioni di ordini testimonia inoltre che il dato sulla vendita di nuove abitazioni è stato probabilmente sovrastimato.
Inoltre Paul Kasriel di Northern Trust ha fatto notare che dal 1945 le recessioni del settore immobiliare hanno comportato un taglio della spesa dei cittadini in termini reali del 25% da massimo a minimo. Alla fine del IV trimestre il calo è stato di appena il 13%: alla luce della consistenza della bolla immobiliare è difficile immaginare che l’attuale ribasso sia anche prossimo a metà strada.
Ci sono due grossi problemi economici e finanziari associati alle difficoltà del settore immobiliare.
Il primo è il potenziale impatto sulla spesa per consumi di cui abbiamo ampiamente parlato nei precedenti commenti. Il Mortgage equity withdrawals (MEW) è già calato da un dato annualizzato di 730 miliardi di dollari a 215 miliardi, ed ha rappresentato in passato un significativo sostegno alla spesa per consumi. Chi sostiene che la crescita occupazionale possa fare la differenza, farebbe bene a ricredersi: la crescita delle retribuzioni su base annuale ha raggiunto un picco all’inizio del 2006, e da allora è in rallentamento. Inoltre un eventuale e probabile rallentamento dell’attività edilizia in primavera indurrà un peggioramento di questi dati.
Il secondo problema ha a che fare con un significativo restringimento delle norme che regolano i mutui ipotecari, e ciò senza dubbio indurrà un aumento delle insolvenze. Negli ultimi anni il sistema bancario ha piazzato centinaia di miliardi di dollari di mutui ipotecari e questo sono stati spezzettati, ricomposti e piazzati fino al punto che nessuno sa di preciso chi stia sostenendo il rischio e in che misura.
Ciò potrebbe indurre una crisi finanziaria per le banche e per tutti quelli nel mondo finanziario che sostengono questi rischi. In questi giorni strategist, economisti ed opinionisti televisivi si sono affannati per spiegare come il caso della HSBC sia piuttosto isolato e che il contesto economico resta brillante. Mi piacerebbe che le cose fossero realmente così semplici…
La New Century Financial Corp, leader nel settore dei mutui sub-prime in Usa, ha comunicato di aver subito una perdita non prevista nell'ultimo trimestre 2006 e che sarà costretta a ricalcolare i profitti per l'intero anno. A seguito di queste notizie il titolo ha subito una perdita nell'ultima settimana di quasi il 40 %
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Un'altra azienda concorrente nel settore mutui la Novastar Financial ha perso il 20%
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La Toll Brothers, principale costruttore di abitazioni negli Usa, ha annunciato un crollo del 33% degli ordini per la prima parte dell'anno. Un'altra società finanziaria specializzata nei mutui ipotecari, la Washington Mutual, ha annunciato una perdita di 122 milioni di dollari nel 4° trimestre, affermando che la qualità del credito nel comparto sub prime è peggiorata.
Il
Wall Street Journal scriveva, "il mercato dei mutui ipotecari negli Stati Uniti è un complesso intreccio di attività dipendenti l'una dall'altra. I
mutui sono cartolarizzati e rivenduti sottoforma di obbligazioni diverse volte, e il rischio di default spesso si trova lontano dalla istituzione che ha originato il prestito". Il riferimento ai titoli Asset backed, aventi come sottostante mutui ipotecari, non è casuale.
Alla difficoltà del settore abitativo fa da controaltare
la positività delle società Real Estate proprietarie di uffici ed edifici commerciali.
La battaglia durata settimane, a suon di miliardi di dollari tra Vornado Realty Trust e Blackstone Group per accaparrarsi la maggioranza di
Equity Office Properties, proprietario in Usa di 585 edifici ad uso commerciale, ha surriscaldato ulteriormente il settore Real Estate.
La società di private equity Blackstone ha tirato fuori 39 miliardi di dollari aggiudicandosi il controllo di Equity Office.
Di conseguenza l'indice DJ Reit, rappresentativo del settore Real Estate, nell'ultima settimana ha fatto nuovi massimi storici avvicinandosi a quota 360.