IL MIO CORPO DICE "DIETA", MA IL MIO CUORE CANTA "A NATALE PUOI"

Si inventano di tutto e di più.

Il grave episodio di intolleranza è stato raccontato durante la manifestazione delle sardine svoltasi sabato nella città lombarda da Francesca Gugiatti.
La storia era stata subito ripresa da Sondrio Today e ripostato sulla pagina del gruppo Facebook delle "Sardine Provincia di Sondrio".

La ragazza, maestra in una scuola primaria e assessore nel Comune di Montagna in Valtellina, si era recata con la mamma al pronto soccorso e qui,
durante l’attesa, avrebbe sentito frasi vergognose rivolte a quella madre distrutta dal dolore per la perdita della figlia.
Quest’ultima infatti, appresa la notizia del decesso della piccola si sarebbe lasciata andare, come naturale che sia, al pianto e a urla di disperazione.
Qualcuno dei presenti, forse non a conoscenza del dramma appena accaduto, infastidito dalle grida della povera sventurata avrebbe proferito frasi irrispettose e volgari.

“Non può essere così grave, fanno un figlio all’anno, perdere un figlio per loro non è come per noi”, sarebbero state le parole di alcuni presenti.
E ancora: “Quelle urla saranno un rito tribale o satanico” e “Mettetela a tacere, quella scimmia”.
Parole agghiaccianti e da condannare senza esitazioni.

Però la vicenda non è del tutto chiara.

Nel frattempo, la direzione sanitaria dell'ospedale di Sondrio è intervenuta spiegando che

"le frasi riportate da Francesca (la ragazza che le ha rese note sia durante la manifestazione delle sardine che anche su Facebook ndr)
non possono essere né confermate, né smentite. Il personale in servizio non le ha assolutamente sentite”.
Allo stesso tempo, i sanitari sottolineano che tutti i medici hanno profuso impegno totale per salvare la piccola e
“che l'assistenza e la cura nei confronti della famiglia e della loro figlioletta sono state massime".

Le possibili offese sono state smentite dai carabinieri.

I militari dell’Arma, all’AdnKronos, hanno affermato che nella zona del pronto soccorso dove sostava la giovane mamma nigeriana
non c’è stato nessun commento e nessun insulto razzista perché presenti erano solo lei, il marito, il personale medico, una parente e i carabinieri.

I carabinieri, inoltre, hanno sottolineato che nessuno ha gridato frasi razziste all'indirizzo della donna
e la donna non può aver reagito a questi insulti perché non c’è stata interazione tra chi aspettava di essere curato e lei.

I militari, però, non possono escludere commenti tra i pazienti nella sala d'attesa che permette due accessi:
o si va ai reparti o si va alle salette mediche che sono separate e non a vista.

Ma dalla sala d'aspetto in quella zona non è giunto assolutamente nessun commento.

Al comando per ora non è stata neanche presentata alcuna denuncia per episodi di razzismo.
 
Le elites tecnocrate sono disposte a tutto, pur di preservare il potere.
Va da sè, che tutto si risolverà in una bolla di sapone.....ma ci hanno provato
e ci proveranno ancora....come sta accadendo in Italia.

La durata fiume del dibattito è arrivata a più di sei ore per i repubblicani e i democratici che hanno discusso sui due articoli di impeachment, abuso di potere e ostruzione al Congresso.

"Questo è un impeachment basato su una congettura", ha detto Doug Collins, deputato della Georgia ai vertici del partito Repubblicano alla commissione Giustizia,
attraverso cui è passata la seconda fase del procedimento di impeachment.
"La giornata di oggi assume molteplici significati, che non sono giusti e che non riguardano la verità", ha concluso Collins.

Lo scontro si è acceso poi sulle parole del repubblicano Tom Cole: "Se vogliamo essere davvero onesti, i Democratici hanno cercato una ragione per procedere
con l’impeachment ai danni di Donald Trump sin dal giorno in cui è stato eletto".

Ed in effetti basta pensare al caso Russiagate - poi ampiamente smentito dai fatti - per capire quanto sia stata forte
la determinazione da parte dei democratici di mettere subito in discussione la presidenza Trump.
 
Da vecchio maoista Beppe Grillo ha riscoperto la pratica dell’autocritica e nel discorso tenuto ai senatori grillini
in cui ha difeso Luigi Di Maio ed elogiato Davide Casaleggio per scongiurare altre defezioni dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle,
ha ammesso di aver compiuto degli errori attribuendosi alcune colpe del passato.

Non quella di aver battuto tutti i record nazionali di trasformismo avallando la scelta dei Cinque Stelle
di passare da destra a sinistra pur di restare attaccati al Governo come una cozza allo scoglio.

Ma quella di aver esagerato nel linguaggio e di aver contribuito ad alimentare quella “malattia delle lingue” .

Grillo, dunque, di fronte al sardinismo che svuota le piazze grilline per riempire le proprie,
si è mostrato pentito delle intemperanze del passato e da buon maoista cattolico ha lasciato intendere
che avevano ragione gli evangelisti. “Chi di vaffa colpisce, di vaffa perisce!”.

.
 
Dopo il MES, dopo i migranti, ecco che assistiamo al terzo rinnegare delle parole di solo 6 mesi fa.

Oggi, nel vago ed assurdo tentativo di danneggiare Salvini, il Movimento 5 Stelle ha deciso di dare l’autorizzazione a procedere per l’ultima,
pretestuosa, denuncia per sequestro di persona a Matteo Salvini quando era ministro degli interni, quando bloccò una nave in mare.



Il caso è identico a quelli precedenti in cui il M5s votò in Senato per l’archiviazione.

Anche prima, negli altri casi, vi erano altre nazioni europee disposte a trattare un'accoglienza dei migranti in caso di sbarco, ma si trattava, come nel caso Gregoretti, di promesse generiche.

Purtroppo un partito in disfacimento, con senatori e deputati che fuoriescono quasi a cadenza giornaliera,
non può che cercare di sopravvivere attaccando le proprie Radici.

In questi giorni Grillo ha detto che dobbiamo ” cercare nuove radici ” per il movimento, ed evidentemente l’unico fondamento
che ormai i 5stelle riescono a trovare è quello della antisalvinismo, a fianco ed insieme a sardine e partito democratico.

Politicamente si tratta del più grande regalo che si possa fare in campagna elettorale a Matteo Salvini,
facendolo apparire un vero e proprio Martire su una questione puramente e prettamente politica.

Chiunque con un minimo di buon senso lo capisce. Ecco perché non viene capito dalla dirigenza 5 stelle.

Premesso che non è detto che i numeri per per il rinvio alla magistratura ci siano al Senato,
si regala a Salvini da un lato un enorme palcoscenico politico, dall’altro si viene a giustificare una radicale riforma del sistema giudiziario.

Salvini rischia di suo, ma appare molto fiducioso sulla sua situazione.
Una condanna 15 anni non è uno scherzo, ma evidentemente lui ha coraggio di metterci la faccia, cosa che in Italia è molto rara.
 
Il popolo piange. Lavoratori che non ricevono lo stipendio, migliaia di licenziamenti annunciati (3500 dall’Ilva, 5500 di Unicredit in Italia).

Nel paese c’è una sensazione di strozzinaggio generalizzato tra spese obbligatorie e tasse.
Manca liquidità, e l’instabilità è totale.
I suicidi si moltiplicano ma nessuno ne parla, mentre gli sbarchi continuano con altri disperati
che andranno a ingrossare le fila destabilizzanti del crimine o della povertà, non fanno che esacerbare il quadro.

Dopo l’Ilva, e lo smantellamento di una industria di interesse strategico nazionale ad opera di magistratura e multinazionali estere, ecco il caso della Banca Popolare di Bari.
A causa della solita decisione iniqua nei confronti dell’Italia dell’antitrust di Bruxelles che bollò per “aiuti di Stato” il salvataggio da parte del Fondo interbancario della banca Tercas nel 2015,
BPB dovette sobbarcarsi tutto l’onere del salvataggio della stessa con capitale proprio (300 Milioni).

La stessa decisione della Commissione europea, costituendo un precedente, provocò indirettamente il bail-in a spese dei correntisti risparmiatori delle 4 banche, Etruria, Marche Cariferrara e Carichieti, nel 2016,
quando Renzi azzerò le obbligazioni subordinate dei risparmiatori con semplice decreto, mentre quei risparmi potevano essere salvati dal Fondo interbancario, che essendo un fondo privato,
mai e poi mai si sarebbe potuto configurare come fornitore di “aiuti di stato”, e infatti la decisione della Commissione europea è stata annullata quest’anno dalla Corte europea di giustizia,
confermando che quella decisione fu errata.

Ciononostante la Commissaria Vestager, persevera “nell’errore” decidendo di fare appello contro la decisione di primo grado della Corte,
quella stessa Vestager che ha accettato senza batter ciglio il salvataggio della banca tedesca NordLB avvenuta in questi giorni con 2.7 miliardi di euro di AIUTI DI STATO
(Land di Bassa Sassonia e banche pubbliche locali).


Avete bisogno di prove ulteriori per capire che dai circoli affaristici e istituzionali europei non ci sono amici, anzi?

Secondo uno studio del Codacons, dal 2001 a oggi 1,3 milioni di risparmiatori italiani hanno visto andare in fumo oltre 45,4 miliardi di euro investiti in azioni, obbligazioni e titoli vari.

Si parte da Bipop Carire (10 Mrd) e Bond Argentina (2.5 Mrd) nel 2001, passando da Cirio (1.2 Mrd), my Way For You (2.85 Mrd), Giacomelli (300 M), Parmalat (6.5 Mrd) nel 2003,
poi La Veggia Finance (300 M), Cerruti Finance (800 M), Finmek (250 M) e Finmatica (350 M) nel 2004 fino al crack Lehman Brothers del 2004 (3.2 Mrd),
le banche Carife, Carichieti, Banca Marche, Banca Etruria (431 M), la Banca Popolare di Vicenza (8.75 Mrd) nel 2015/2016) fino al dato provvisorio della BPB (1.5 Mrd).

Sicuramente ci troviamo di fronte a un sistema di spoliazione dei risparmi italiani, dopo la deindustrializzazione, il furto dei brevetti, e la sottrazione di reddito da turismo con le piattaforme.

Ma i politici fanno il gioco dei polli, che in teoria dei giochi funziona così:
in una corsa verso il baratro, perde chi frena per primo, e vince chi frena per ultimo, ma chi frena per ultimo cade nel baratro,
anzi, essendo un gioco competitivo tra squadre e tifoserie che si beccano, cadono tutte le squadre.

A differenza dal gioco teorico, in questo gioco politico, ogni macchina porta con sé il popolo intero al baratro, poiché ogni squadra vuole “vincere” al gioco.
Inutile dire, però, che in realtà vincerebbe chi esce dal gioco disobbedendo alle regole perché decidendo di frenare per primo, si salverebbe la pelle:
ad esempio dicendo No al MES, all’Unione bancaria, a Maastricht e a qualsiasi cosa ci porti verso al precipizio.

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie, direbbe Ungaretti, ma lui lo diceva dei soldati in trincea.
E questo siamo, ma almeno i soldati combattevano contro un nemico e con delle armi, mentre noi non sappiamo neanche chi sia il nemico, o chi ci fa la guerra.

E nessuno lo sa perché il nemico è invisibile, anzi è “Invisible”, è dentro – individualismo sfrenato, ego – e fuori di noi – liberismo sfrenato –
si maschera di buone intenzioni – il politicamente corretto – è sofista – fa propaganda – e imbroglia le genti.

Manipola i simboli e ci imbriglia in un tempo lineare che non ci assomiglia.
Tra questi simboli vi è naturalmente quello del punto 0, che non nomino (dovreste saperlo adesso!).

La corsa verso il baratro ha preso un’impennata con l’inserimento in tutti i Trattati della parolina “Stabilità” e il suo mantra, in seguito della creazione della moneta cosiddetta unica.

La corsa alla “Stabilità”, che è la stabilità delle rendite dei grandi creditori monetari a nostro discapito, ha visto gli Stati membri correre in avanti con tanti traditori,
i cui colleghi non osavano desistere dall’acceleratore temendo ritorsioni personali del tipo: niente premio – carriera – anzi punizione – la gogna, l’esclusione ecc.

Tale “Stabilità” è stata inserita nei Trattati attraverso il Patto di Stabilità e Crescita con semplice regolamento europeo – (4966/97) –
invece della dovuta Conferenza intergovernativa necessaria per cambiare i Trattati nel senso di maggiore potere all’UE –
modificando Maastricht al punto di privare gli Stati membri dei margini di manovra di politica economica necessari, che erano inclusi in Maastricht ad esempio nella seguente clausola :

La Comunità ha il compito di promuovere, mediante l’instaurazione di un mercato comune e di un’unione economica e monetaria
e mediante l’attuazione delle politiche e delle azioni comuni di cui agli articoli 3 e 3A,
uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche nell’insieme della Comunità, una crescita sostenibile,
non inflazionistica e che rispetti l’ambiente, un elevato grado di convergenza dei risultati economici,
un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, il miglioramento del tenore e della qualità della vita,
la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli Stati membri.


L’adozione del Patto di Stabilità e Crescita (1999), continua il Prof Guarino, ha introdotto criteri severi di parità di bilancio, con efficacia retroattiva,
e il divieto di indebitamento (deficit) in caso di non parità di bilancio. Al Patto di Stabilità e Crescita è seguito il Fiscal Compact e il MES,
due trattati intergovernativi per approvare i quali, soprattutto il MES, è stato per una seconda volta violato il Trattato poiché con semplice decisione del Consiglio
è stata modificata una clausola dei Trattati (art 136) nel senso di inserire la possibilità di creare, per i paesi dell’eurozona, un “meccanismo europeo di stabilità”.

Ora niente giustifica la creazione di una società anonima di diritto lussemburghese, un fondo, a detta di Tremonti “hedge”, a cui gli Stati hanno sottoscritto con un trattato intergovernativo.
L’aggiunta di una frase ai Trattati, anche se la Corte europea dice di no, aumenta i poteri dell’UE, oppure li deforma al punto tale da mutarne geneticamente la funzione.

Ma il fatto è che molte altre cose non vanno in questa costruzione di una gabbia per polli.

Abbiamo visto che l’euro potrebbe essere annullato per l’adozione del Patto di Stabilità e Crescita con semplice regolamento
e il Mes abrogato per la frase stessa dell’articolo 136 che parla di “meccanismo” e NON di società per azioni/ente internazionale.

Ma il MES tale come è adesso, e tale come lo vogliono peggiorare, accelera verso il precipizio nostro, sempre per devozione alla “stabilità”.

Primo perché crea paesi di serie A e di serie B.

Quando il principio di parità tra Stati aderenti è violato, il trattato internazionale è abrogabile, secondo l’art 60 della Convenzione di Vienna.

E già il principio di parità è violato per quello che riguarda il Trattato di Maastricht, con la Francia, la Germania, l’Olanda
che violano parecchi articoli relativi all’eurozona deformando il cosiddetto “level playing field”, il campo di gioco equo.

Secondo, perché tra quei paesi di serie A del MES ve ne è uno che ha ottenuto una eccezione costituzionale nella sua adesione al MES:
i ministri e i direttori generali tedeschi che fanno parte del consiglio dei governatori e del consiglio di amministrazione,
non sono tenuti all’obbligo di segretezza e non devono riferire al parlamento contrariamente a quanto succede per gli altri parlamenti.

Naturalmente, anche per gli altri Stati dovrebbe essere così, perché qua ci troviamo di fronte a un problema di democrazia e di conflitto di interessi enorme.
Anzi bisognerebbe fermare tutto prima per chiarire questo punto. Eventualmente abrogare il tutto.

Eppure manca questo enorme argomento dal tavolo.

Poi perché il MES non è un salvastati, ma è scritto nero su bianco che interverrà per “salvare” le istituzioni finanziarie (art.15).
E questo dal Consiglio europeo di dicembre 2011. Naturalmente sempre per il feticcio della “stabilità”.

Ma attenzione, non tutte le banche beneficeranno dei nostri soldi, visto che il mercato privilegiato delle obbligazioni del MES
è costituito dalle solite grandi banche sistemiche “too big to fail” le stesse che fanno parte del cartello delle banche specialiste in titoli di Stato
che acquistano i nostri titoli alle aste cosiddette pubbliche, e le stesse che controllano la Banca d’Italia.

Le stesse che vogliono eliminare tutte le nostre popolari, e che vogliono cancellare dal nostro paese i concetti di solidarietà e di cooperazione sanciti dalla Costituzione
e realizzati attraverso le banche popolari e le casse di credito cooperativo. Le stesse a cui da fastidio la nostra Costituzione, perché troppo “democratica”.

Chi vi racconta che è una semplice assicurazione contro i fallimenti mente spudoratamente,
perché non ho mai conosciuto un’assicurazione che per garantirti contro un sinistro, prima ti procuri un danno (125 Mld di esborso minimo)
e poi nel caso ti “risarcisse”, ti sfasciasse casa o ti buttasse nel precipizio la macchina (haircut del debito).

Un danno, quello della “polizza” da 125 Mld, che può aumentare a dismisura, senza limiti, a discrezione di un board del tutto nominato e antidemocratico,
a prevalenza franco tedesca (presidente dai poteri illimitati tedesco).

Per l’assicurazione sui depositi, invece c’è il cosiddetto EDIS, con tanto di altro fondo da fare finanziarie naturalmente da noi.

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E’ una menzogna anche che il MES sia stato istituito per assumere il ruolo di prestatore di ultima istanza che la BCE non ha e che non può avere per Trattato
se non per un attacco di creatività dell’italiano Draghi – sia pur molto imperfettamente – nella creazione dei Quantitative Easing riservato solo alle banche. Surrealista.

Abbiamo delle BC che non possono adempiere per Trattato al loro ruolo di pagatrici di ultima istanza, allora che cosa fanno?

Invece di cambiare il Trattato in tal senso, con tanto di conferenza intergovernativa, come da norma, cambiano il Trattato, illegalmente,
per creare un “meccanismo” e renderlo compatibile con un Trattato intergovernativo che lo fa coincidere – truffaldinamente –
con un “hedge fund” o “sicav” (dixit Tremonti), pur di non eliminare il divieto di finanziamento degli Stati e degli enti pubblici senza passare dal cartello finanziario (art. 123).

Cartello finanziario che per il MES ricordo che figura sul sito della Bundesbank:
https://www.bundesbank.de/resource/...7e42d/mL/mitglieder-esm-market-group-data.pdf



E si, perché le aste pubbliche del MES si effettuano sulla piattaforma della BUBA, qua
https://www.bundesbank.de/en/service/banks-and-companies/ebs/efsf-esm-bidding-system-ebs–620550



Quindi è vero, andiamo al baratro, dritti nelle fauci della Banca centrale tedesca e dei fondi avvoltoi!

E noi in questo gioco dei polli speriamo solo che i nostri comincino a sganciarsi dalle regole che ci precipitano nel dirupo !

E visto che non lo faranno, lo faremo noi.

Cominciando a tirare l’allarme e a uscire dalla macchina prima che precipiti nel baratro!
 
Ultima modifica:
Si ribadisce la bufala, che è montata ad arte a livello nazionale.


La versione ufficiale dell'Arma è la seguente:

"Non c'è stato nessun commento e nessun insulto razzista, perché presenti erano solo la madre,
il marito (arrestato per droga e in attesa del processo, ndr), il personale medico, una parente e i carabinieri.
Nessuno ha gridato frasi razziste all'indirizzo della donna e la donna non può aver reagito a questi insulti
perché non c' è stata interazione tra chi aspettava di essere curato e lei".
 
Eccoli qui quelli che "predicano la non violenza" ......

Con un comunicato diramato dal proprio sito internet di riferimento, gli anarchici lecchesi esprimono
"solidarierà e complicità" al ragazzo che nel pomeriggio di lunedì ha aggredito in un pubblico esercizio del centro di Lecco
Giacomo Zamperini, dirigente di Fratelli d'Italia
ed ex consigliere comunale.

Toni e contenuti della nota diramata dagli anarchici appaiono preoccupanti e richiedono un pronto intervento delle Istituzioni a tutela di Zamperini e del civile vivere comune.

Nel commentare l'aggressione gli anarchici, infatti, scrivono:

"Che bello! Ogni tanto qualcuno rimanda al mittente la violenza che emerge in ogni discorso di questo putrido elemento politico locale".

E ancora: "E se questi politicanti svolgono campagne di odio indiscriminato contro chi ritengono diverso e inferiore a loro
(che siano immigrati, poveri, omosessuali o altro), un pugno in faccia diretto alla persona giusta è il minimo che si possa fare.
Chi utilizza la violenza delle parole e del potere non può che aspettarsi che questa, ogni tanto, gli ritorni indietro".

"Non può che farci piacere sapere che personaggi come lui da oggi possano avere più paura ad andare in giro.
Perché sulla strada, nei bar, al supermercato, c’è sempre il rischio che qualcuno ti mandi il conto dell’odio che fomenti!
E anche se non sappiamo e non vogliamo sapere chi sia stato, mandiamo “all’aggressore” la nostra più viva solidarietà e complicità".
 
In Francia, quasi completamente ignorati dai mass media italiani, sono ora i 15 giorni che si tengono scioperi e manifestazioni
in quasi tutti i settori dei servizi pubblici e del settore privato, il tutto contro la riforma fiscale voluta da Macron.

Nonostante i divieti specifici di legge i lavoratori del settore energetico hanno tagliato la fornitura elettrica
a 150 mila utenze nell’area parigina, fra cui perfino la Banque de France, la banca centrale francese.

I tagli energetici sono solo l’ultimo passaggio di una serie di manifestazioni che han visto più di mezzo milione di francesi in piazza affinché il presidente Macron faccia marcia indietro.

Il leader della CGT, la CGIL francese, Philippe Martinez ha affermato che non è una misura estrema, ma necessaria, per piegare Macron, dicendo:

“io capisco la rabbia di questi lavoratori,. Sono dei tagli mirati per far capire che sputando sui servizi pubblici si può rendere i lavoratori arrabbiati” “possiamo pure ampliare questi tipi di proteste”

I tagli all’energia elettrica sono un classica forma di protesta francese.
Macron voleva cambiare il sistema classico di calcolo della pensione, basato sugli ultimi 25 anni contributivi,
ad un sistema à punti che avrebbe penalizzato sia i lavoratori di certi settori tutelati sia le carriere lavorative discontinue.

Macron non vuole cedere, nonostante l’opposizione popolare. Vedremo chi l’avrà vinta.
 
In questi giorni la Legge Bilancio 2020 subirà un Iter dimezzato in quanto non passerà in Commissione Bilancio alla Camera
ma sarà votata dai Deputati senza possibilità di modifica; un simile percorso l’ha già avuto il Decreto Fiscale collegato alla stessa legge Finanziaria
che è andato alla votazione finale martedi scorso in Senato cosi come approvato dalla Camera.

I Cittadini qualche anno fa come sappiamo si sono espressi sfavorevolmente alla riforma Costituzionale di abolizione del bicameralismo perfetto ,
ma “di fatto” spesso negli ultimi tempi una delle camere è stata esclusa dall’iter trovandosi poi a votare con la Questione di Fiducia (quindi prendere o lasciare) su testi approvati dall’altra camera .

La motivazione principale è dovuta ai tempi rapidissimi in cui bisogna giungere alla conversione di un decreto (60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale)
oppure come in questo caso all’approvazione della Legge di Bilancio entro il 31/12/2019 per evitare l’esercizio provvisorio
(con conseguente aumento dell’Iva, fra le altre cose) ed al gran numero di emandamenti (proposte di modifica) presentati.

Di norma la Legge di Bilancio viene presentata in bozza al Parlamento dal Governo e svolge un iter in entrambe le Commissioni spefiche
(Commissioni bilancio di entrambe le Camere) dove vengono discussi, analizzati, cassati (eliminati) o approvati i vari emendamenti
che vengono presentati dalle forze politiche che compongono le Commissioni che rispecchiano le maggioranze parlamentari.

Nella pratica quando la Commissione Bilancio del Senato (quest’anno l’iter è iniziato al Senato, lo scorso anno dalla Camera) conclude il proprio lavoro,
la legge viene votata dai Senatori nell’assemblea generale e in caso di approvazione viene girata alla Commissione Bilancio della Camera
che svolge lo stesso lavoro dell’omonima Commissione dell’altra camera per poi giungere alla votazione finale della Camera che la approverà definitivamente.

Quest’anno come dicevamo l’iter si è dimezzato in quanto per giungere ad un’approvazione defintiva entro fine anno
i Deputati saranno chiamati a votare il testo tale quale come approvato dal Senato e per evitare alla maggioranza di rischiare di perdere verrà posta la Fiducia,
che tecnicamente in caso di esito negativo della votazione vuol dire il decadimento del Governo,.

Questo “modus operandi” da un lato garantisce l’approvazione della Legge di Bilancio nelle tempistiche
ma dall’altro è un esempio di come una delle Camera non partecipi ” di fatto” al dibattito parlamentare venendo meno il meccanismo del “bicameralismo perfetto” sancito dalla nostra Costituzione.

E’ comprensibile che le tempistiche velocissime nelle quali deve essere approvata tale Legge e lo “spretto” dell’aumento Iva
se a gennaio si dovesse andare in “esercizio provvisorio” giustifichino questo, ma chiaramente è necessario rivedere questo meccanismo
per permettere alle Camere di svolgere il loro lavoro in modo regolare.

E qui mi domando?

A noi imprese e professionisti hanno imposto negli ultimi anni un uso quasi esorbitante della tecnologia,
vedesi fatturazione elettronica, ma non è possibile utilizzarla anche in Parlamento per aumentare efficenza e velocità?
 

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