Val
Torniamo alla LIRA
Mario Draghi ha detto chiaro e tondo che l’Italia potrebbe andare verso l’obbligo vaccinale per tutti.
L’annuncio del premier ha scatenato molte reazioni, tra le quali segnaliamo quella – assai interessante – di Andrea Crisanti,
direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova:
“L’annuncio del premier mi lascia molte riserve”, ha commentato.
“Da Israele arrivano dei dati che indicano come l’efficacia dei vaccini si riduca al 70%.
Al momento sono preoccupato per questo”, ha dichiarato all’Adnkronos Salute.
Quella di Crisanti è potenzialmente una bomba.
Israele, il Paese preso a modello per la vaccinazione,
vede di giorno in giorno i contagi triplicarsi,
mentre l’intera popolazione è vaccinata con due dose
e si procede spediti con la terza.
Là, però, stando ai dati citati da Crisanti, l’efficacia dei vaccini sta diminuendo al 70%.
La domanda quindi è:
se si ha la prova provata che l’efficacia contro il blocco dei contagi è in caduta libera,
perché obbligare l’intera popolazione a vaccinarsi?
E perché procedere addirittura con una terza dose?
È chiaro la questione non è più sanitaria ma politica.
Chi pensava che l’Italia non sarebbe mai arrivata all’obbligo vaccinale è un ingenuo o un illuso.
O semplicemente ha capito poco di quanto sta succedendo fin dall’inizio della pandemia.
Il governo ha proceduto per gradi:
prima i sanitari,
poi la scuola,
ora tutti i dipendenti pubblici.
Infine, ieri, in conferenza stampa, il premier Draghi ha sostanzialmente detto
che l’obbligo vaccinale non è più un tabù per il governo.
Quindi, che si proceda pure.
Rispondendo a una domanda che mirava a chiedere se il presidente del Consiglio
ritenga che l’obbligo vaccinale possa essere introdotto,
e se si vada verso la necessità di una terza dose,
Draghi ha risposto – ribadendolo due volte -: “Sì a entrambe le domande”.
A dare man forte a Draghi ci ha pensato poi il ministro della Salute Roberto Speranza, aggiungendo:
“L’obbligo vaccinale nel nostro Paese è già disposto da una norma primaria per quanto riguarda il personale sanitario,
quindi in realtà è già applicato ad un pezzo della nostra società”.
E sulla terza dose: “Si inizierà entro il mese di settembre”.
Avanti, dunque.
Perché ormai è evidente a tutti che non si tratta più di salute, ma di lotta politica:
Draghi e il suo governo non hanno combinato nulla finora,
non hanno mantenuto nessuna delle promesse che avevano fatto,
l’unica cosa che gli è rimasta è la campagna vaccinale.
L’annuncio del premier ha scatenato molte reazioni, tra le quali segnaliamo quella – assai interessante – di Andrea Crisanti,
direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova:
“L’annuncio del premier mi lascia molte riserve”, ha commentato.
“Da Israele arrivano dei dati che indicano come l’efficacia dei vaccini si riduca al 70%.
Al momento sono preoccupato per questo”, ha dichiarato all’Adnkronos Salute.
Quella di Crisanti è potenzialmente una bomba.
Israele, il Paese preso a modello per la vaccinazione,
vede di giorno in giorno i contagi triplicarsi,
mentre l’intera popolazione è vaccinata con due dose
e si procede spediti con la terza.
Là, però, stando ai dati citati da Crisanti, l’efficacia dei vaccini sta diminuendo al 70%.
La domanda quindi è:
se si ha la prova provata che l’efficacia contro il blocco dei contagi è in caduta libera,
perché obbligare l’intera popolazione a vaccinarsi?
E perché procedere addirittura con una terza dose?
È chiaro la questione non è più sanitaria ma politica.
Chi pensava che l’Italia non sarebbe mai arrivata all’obbligo vaccinale è un ingenuo o un illuso.
O semplicemente ha capito poco di quanto sta succedendo fin dall’inizio della pandemia.
Il governo ha proceduto per gradi:
prima i sanitari,
poi la scuola,
ora tutti i dipendenti pubblici.
Infine, ieri, in conferenza stampa, il premier Draghi ha sostanzialmente detto
che l’obbligo vaccinale non è più un tabù per il governo.
Quindi, che si proceda pure.
Rispondendo a una domanda che mirava a chiedere se il presidente del Consiglio
ritenga che l’obbligo vaccinale possa essere introdotto,
e se si vada verso la necessità di una terza dose,
Draghi ha risposto – ribadendolo due volte -: “Sì a entrambe le domande”.
A dare man forte a Draghi ci ha pensato poi il ministro della Salute Roberto Speranza, aggiungendo:
“L’obbligo vaccinale nel nostro Paese è già disposto da una norma primaria per quanto riguarda il personale sanitario,
quindi in realtà è già applicato ad un pezzo della nostra società”.
E sulla terza dose: “Si inizierà entro il mese di settembre”.
Avanti, dunque.
Perché ormai è evidente a tutti che non si tratta più di salute, ma di lotta politica:
Draghi e il suo governo non hanno combinato nulla finora,
non hanno mantenuto nessuna delle promesse che avevano fatto,
l’unica cosa che gli è rimasta è la campagna vaccinale.