Azioni Italia il vento di cambiamento in italia e la green economy (1 Viewer)

sti uomi.ni di me.rda come sempre l hanno portata su in 3 gg, fatta rompere al rialzo la mm a 50 gg, come sempre l'hanno portata vicino alla mm a 100 gg e la ributtano giu.

Equita ha cercato su falck di infangarla prima dei conti del 28/8 ,ma falck renew è orientata verso il masismo di marzo a 1.047 e oggi è a 0.94 euro.
Alerion dovrebbe, a comparazione con falck, valere 3.95 euro oggi che falck renew vale 0.94 e a 1.047 di flack valere fra 4.4 e 4.65 euro.

Purtroppo in alerion c'è il sig classe 1944 ormai quasi settantenne garofano giuseppe detto pippo e se vedete i movimenti su reno de medici e industria e innovazione che sono due società sottili, quotate e con inciulate ai piccoli azionisit, con alerion

sono 3 società quotata e fra incarichi di amministratore, incarichi al figlio( alerion romania), incarichi di consulenza, bilancio alerion si nota altri 200.000 euro di compensi aggiuntivi, e potere politoco economico, visibilitò in società. in chiesa, ovuenuqe,

che interesse ha a creare valore per gli azionisti.

Stesso ragionamento della germania che finanziandosi a costo zero, facendo dumping finanziario, che interesse ha a sistemare le cose in europa e farne una casa comune con debito a tasso uguale in tutti i paesi?

Ecco

ALERION STA A GAROFANO COME EUROPA STA A GERMANIA

Ma finirà. il tipo non è mica eterno e poi F2I con ettore gotti tedeschi con vito alfonso gamberale e con cassa dep e prestiti con bassanini dentro, dovrebbe passarci una mano sulla coscienza finanziaria e ricordare che f2i ha strapagato a 9.2 euro il 15% di aleiron a garofano msp allianz fondiaria sai milano e qualche personaggino. socio forte.

da allora l'azienda è abbandonata a se stessa e agli incarichi in cda di garofano, figlio luciano e amici stretti.
BASTA CA.ZZO

HANNO PURE IL CU,LO CHE LA CRISI E' LA GIUSTIFICAZIONE PER NON AFRE NULLA.. MA STANNO DEPAUPERANDO UN PATRIMONIO.
SONO 745 GG DALL AUTORIZZ DI AUSEU BOROD IN ROMANIA E NON DICONO ANCORA NULLA. SE HANNO DIFFICOLTA' SI VENDESSERE LE AUTORIZZAZIONI O FACESSERO JOINT VENTURE.

FANNO PASSARE IL TEMPO SOLO PER STIPENDI

CHE MONDO DI M.E.R.D.E.
 
sti uomi.ni di me.rda come sempre l hanno portata su in 3 gg, fatta rompere al rialzo la mm a 50 gg, come sempre l'hanno portata vicino alla mm a 100 gg e la ributtano giu.

Equita ha cercato su falck di infangarla prima dei conti del 28/8 ,ma falck renew è orientata verso il masismo di marzo a 1.047 e oggi è a 0.94 euro.
Alerion dovrebbe, a comparazione con falck, valere 3.95 euro oggi che falck renew vale 0.94 e a 1.047 di flack valere fra 4.4 e 4.65 euro.

Purtroppo in alerion c'è il sig classe 1944 ormai quasi settantenne garofano giuseppe detto pippo e se vedete i movimenti su reno de medici e industria e innovazione che sono due società sottili, quotate e con inciulate ai piccoli azionisit, con alerion

sono 3 società quotata e fra incarichi di amministratore, incarichi al figlio( alerion romania), incarichi di consulenza, bilancio alerion si nota altri 200.000 euro di compensi aggiuntivi, e potere politoco economico, visibilitò in società. in chiesa, ovuenuqe,

che interesse ha a creare valore per gli azionisti.

Stesso ragionamento della germania che finanziandosi a costo zero, facendo dumping finanziario, che interesse ha a sistemare le cose in europa e farne una casa comune con debito a tasso uguale in tutti i paesi?

Ecco

ALERION STA A GAROFANO COME EUROPA STA A GERMANIA

Ma finirà. il tipo non è mica eterno e poi F2I con ettore gotti tedeschi con vito alfonso gamberale e con cassa dep e prestiti con bassanini dentro, dovrebbe passarci una mano sulla coscienza finanziaria e ricordare che f2i ha strapagato a 9.2 euro il 15% di aleiron a garofano msp allianz fondiaria sai milano e qualche personaggino. socio forte.

da allora l'azienda è abbandonata a se stessa e agli incarichi in cda di garofano, figlio luciano e amici stretti.
BASTA CA.ZZO

HANNO PURE IL CU,LO CHE LA CRISI E' LA GIUSTIFICAZIONE PER NON AFRE NULLA.. MA STANNO DEPAUPERANDO UN PATRIMONIO.
SONO 745 GG DALL AUTORIZZ DI AUSEU BOROD IN ROMANIA E NON DICONO ANCORA NULLA. SE HANNO DIFFICOLTA' SI VENDESSERE LE AUTORIZZAZIONI O FACESSERO JOINT VENTURE.

FANNO PASSARE IL TEMPO SOLO PER STIPENDI

CHE MONDO DI M.E.R.D.E.
 
sti uomi.ni di me.rda come sempre l hanno portata su in 3 gg, fatta rompere al rialzo la mm a 50 gg, come sempre l'hanno portata vicino alla mm a 100 gg e la ributtano giu.

Equita ha cercato su falck di infangarla prima dei conti del 28/8 ,ma falck renew è orientata verso il masismo di marzo a 1.047 e oggi è a 0.94 euro.
Alerion dovrebbe, a comparazione con falck, valere 3.95 euro oggi che falck renew vale 0.94 e a 1.047 di flack valere fra 4.4 e 4.65 euro.

Purtroppo in alerion c'è il sig classe 1944 ormai quasi settantenne garofano giuseppe detto pippo e se vedete i movimenti su reno de medici e industria e innovazione che sono due società sottili, quotate e con inciulate ai piccoli azionisit, con alerion

sono 3 società quotata e fra incarichi di amministratore, incarichi al figlio( alerion romania), incarichi di consulenza, bilancio alerion si nota altri 200.000 euro di compensi aggiuntivi, e potere politoco economico, visibilitò in società. in chiesa, ovuenuqe,

che interesse ha a creare valore per gli azionisti.

Stesso ragionamento della germania che finanziandosi a costo zero, facendo dumping finanziario, che interesse ha a sistemare le cose in europa e farne una casa comune con debito a tasso uguale in tutti i paesi?

Ecco

ALERION STA A GAROFANO COME EUROPA STA A GERMANIA

Ma finirà. il tipo non è mica eterno e poi F2I con ettore gotti tedeschi con vito alfonso gamberale e con cassa dep e prestiti con bassanini dentro, dovrebbe passarci una mano sulla coscienza finanziaria e ricordare che f2i ha strapagato a 9.2 euro il 15% di aleiron a garofano msp allianz fondiaria sai milano e qualche personaggino. socio forte.

da allora l'azienda è abbandonata a se stessa e agli incarichi in cda di garofano, figlio luciano e amici stretti.
BASTA CA.ZZO

HANNO PURE IL CU,LO CHE LA CRISI E' LA GIUSTIFICAZIONE PER NON AFRE NULLA.. MA STANNO DEPAUPERANDO UN PATRIMONIO.
SONO 745 GG DALL AUTORIZZ DI AUSEU BOROD IN ROMANIA E NON DICONO ANCORA NULLA. SE HANNO DIFFICOLTA' SI VENDESSERE LE AUTORIZZAZIONI O FACESSERO JOINT VENTURE.

FANNO PASSARE IL TEMPO SOLO PER STIPENDI

CHE MONDO DI M.E.R.D.E.
 
contro a munnezza da gente..

Continua,incessante, la ns opera di diffusione e tentativo di conoscenza per la creazione di valore di una società come ALERION CLEAN POWER,cercando di vincere le magagne interne e la prassi tutta italiana di fottere gli az di minoranza. L'esempio e la proposta partono da regole certe, norme ufficiali italiane e dal fatto che la formula dei pr bonds valida per le infrastrutture puo esser valida per interpretazione di green farms come infrastrutture
anche per opere di energia da fonti rinnovabiuli che danno al Paese Italia
ENERGIA CERTA E PULITA
CASH FLOW CERTO DA SISTEMI INCENTIVANTI
GARANZIA DA PARTE DI FONDI PRIVATI

ECCO COME SI PUO FARE PER ALERION



F2I,potrebbe garantire un emissione obbligazionaria, superiore al doppio del cap sociale e riserve ( alerion potrebbe dunque emettere piu di 300 milioni di euro), e detto Porject bond sarebbe collocato fra investitori istituzionali,anche esteri, beneficiando del fatto che la tassazione è 12.5% come bond governativi. Il rating delle obbligazioni Alerion sarebbe in funzione del fatto che dovrebbe trattarsi di DEBITO SENIOR e quindi i creditori sarebbero privilegiati in caso di rimborso, e la garanzia di un fondo copme F2I fondo pubblico privato con oltre 1,8 miliardi di euro di dotazione e con un altro fondo in creazione di oltre 1,3 miliardi di euro. Sarebbe di sicuro una A.

Il Project bond di 300.000.000 di euro potrebbe ,insieme a equity di 60.000.000 di euro, finanziare una o piu opere per circa 360.000.000 di euro e dunque circa fra i 300 e i 320 mw eolici in Romania, dove alerion ne ha autorizzati gia 120 e in autorizzazione altri 100 ed in italia dove di sicuro potrebbero arrivare altri 100 mw:

La Bei sarebbe l'organo deputato a dare il cappello ufficiale di project bond.

Il vantaggio per alerion sarebbe quello di avere acesso alc redito a tassi bassi visto il rating. sarebbe l'effetto di renderlka con oltre 600 mw operativi entro il 2015 una delle principali società indipendenti di europa in materia di eolico, darebbe alla struttura finanziaria una sostenibilità in quanto il rating si ripercuoterebbe anche in altri campi presenti e futuri di alerion.Darebbe una spinta alle quotazioni presenti e future e consentirebbe un facile successo di un probabile aumento di capitale con forte sovraprezzo azioni per precostituire riserve.

L'operazione dovrebbe essere proposta da F2I che oltre che garante dovrebbe anche prima salire fin sotto il 30% dall'attuale 15% comprando le quote di fondiaria sai milano dominic bunford anche a prezzo oltre il mercato. e vicino ai 7 euro.


La normativa comunitaria, illustrata in precedenza, è già stata recepita in Italia attraverso il Dl 24 gennaio 2012, n. 1: il decreto ha modificato l’articolo 157 del Testo unico sugli appalti pubblici (Dlgs 163/2006) con l’introduzione per le società di progetto della possibilità di emettere titoli di debito, previa autorizzazione degli organi di vigilanza. Inoltre non si applicano le disposizioni di cui agli artt. 2413, 2414-bis; 2420 c.c. relativi alla disciplina delle obbligazioni delle S.p.a. In sostanza, le obbligazioni emesse potranno superare anche il limite del doppio del capitale sociale e delle riserve disponibili, rendendo possibili finanziamenti consistenti in progetti infrastrutturali.
I project bond potranno essere sottoscritti esclusivamente dagli investitori qualificati e non potranno essere trasferiti a soggetti diversi da essi (come ad esempio fondi pensione).

I vantaggi dei project bond
Come delineato dal Vice-Ministro Ciaccia, l’adozione dello strumento del project bond in Italia può avere i seguenti vantaggi:
1) riduzione dei tassi di interesse applicati nei project bond rispetto ai prestiti bancari, se è previsto uno schema di rating e garanzie elevate (con intervento ad esempio di assicurazioni per la garanzia dei bond);
2) durata dei finanziamenti più elevata rispetto ai prestiti bancari tradizionali;
3) impatto sul bilancio pubblico limitato, nel caso in cui si renda necessario un intervento pubblico.

E’ infatti previsto che, sino all’avvio della gestione dell’infrastruttura da parte del concessionario, le obbligazioni e i titoli di debito emessi dalla società di progetto possano essere garantiti dal sistema finanziario, da fondazioni e da fondi privati.
Le obbligazioni possono quindi essere garantite durante la fase di costruzione dell’opera, ossia quella parte di tempo in cui il progetto non ha iniziato a produrre flussi di cassa positivi, la parte più rischiosa.
Regimi fiscali agevolati
Dal punto di vista fiscale, con il decreto legge n. 83/2012 (noto anche come Decreto crescita) è stata approvata l’introduzione di un’aliquota fiscale sui project bond parificata a quella dei bond governativi, ossia al 12,5%, insieme alla deducibilità degli interessi passivi per la società di progetto e all’applicazione di imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa.
Tale proposta va a beneficio soprattutto degli investitori esteri che sarebbero sollevati dalla tassazione italiana e assoggettati a tassazione nel proprio Paese di residenza fiscale. In questo modo si giungerebbe ad equiparare la tassazione dei project bond a quella delle obbligazioni emesse da società con azioni quotate, ma con un’aliquota migliore, del 12,5%, pari a quella applicata sui titoli del debito pubblico italiano.
Tuttavia questi regimi fiscali agevolati si applicano alle obbligazioni emesse nei tre anni successivi alla data di entrata in vigore del decreto.
È infine ammessa l'emissione di project bond anche ai fini del rifinanziamento del debito precedentemente contratto per la realizzazione dell'infrastruttura.

Infine il Vice-Ministro evidenzia un ulteriore aspetto positivo del project bond: la possibilità di innalzamento del rating della società di progetto, persino rispetto al rating paese.
 
Continua,incessante, la ns opera di diffusione e tentativo di conoscenza per la creazione di valore di una società come ALERION CLEAN POWER,cercando di vincere le magagne interne e la prassi tutta italiana di fottere gli az di minoranza. L'esempio e la proposta partono da regole certe, norme ufficiali italiane e dal fatto che la formula dei pr bonds valida per le infrastrutture puo esser valida per interpretazione di green farms come infrastrutture
anche per opere di energia da fonti rinnovabiuli che danno al Paese Italia
ENERGIA CERTA E PULITA
CASH FLOW CERTO DA SISTEMI INCENTIVANTI
GARANZIA DA PARTE DI FONDI PRIVATI

ECCO COME SI PUO FARE PER ALERION



F2I,potrebbe garantire un emissione obbligazionaria, superiore al doppio del cap sociale e riserve ( alerion potrebbe dunque emettere piu di 300 milioni di euro), e detto Porject bond sarebbe collocato fra investitori istituzionali,anche esteri, beneficiando del fatto che la tassazione è 12.5% come bond governativi. Il rating delle obbligazioni Alerion sarebbe in funzione del fatto che dovrebbe trattarsi di DEBITO SENIOR e quindi i creditori sarebbero privilegiati in caso di rimborso, e la garanzia di un fondo copme F2I fondo pubblico privato con oltre 1,8 miliardi di euro di dotazione e con un altro fondo in creazione di oltre 1,3 miliardi di euro. Sarebbe di sicuro una A.

Il Project bond di 300.000.000 di euro potrebbe ,insieme a equity di 60.000.000 di euro, finanziare una o piu opere per circa 360.000.000 di euro e dunque circa fra i 300 e i 320 mw eolici in Romania, dove alerion ne ha autorizzati gia 120 e in autorizzazione altri 100 ed in italia dove di sicuro potrebbero arrivare altri 100 mw:

La Bei sarebbe l'organo deputato a dare il cappello ufficiale di project bond.

Il vantaggio per alerion sarebbe quello di avere acesso alc redito a tassi bassi visto il rating. sarebbe l'effetto di renderlka con oltre 600 mw operativi entro il 2015 una delle principali società indipendenti di europa in materia di eolico, darebbe alla struttura finanziaria una sostenibilità in quanto il rating si ripercuoterebbe anche in altri campi presenti e futuri di alerion.Darebbe una spinta alle quotazioni presenti e future e consentirebbe un facile successo di un probabile aumento di capitale con forte sovraprezzo azioni per precostituire riserve.

L'operazione dovrebbe essere proposta da F2I che oltre che garante dovrebbe anche prima salire fin sotto il 30% dall'attuale 15% comprando le quote di fondiaria sai milano dominic bunford anche a prezzo oltre il mercato. e vicino ai 7 euro.


La normativa comunitaria, illustrata in precedenza, è già stata recepita in Italia attraverso il Dl 24 gennaio 2012, n. 1: il decreto ha modificato l’articolo 157 del Testo unico sugli appalti pubblici (Dlgs 163/2006) con l’introduzione per le società di progetto della possibilità di emettere titoli di debito, previa autorizzazione degli organi di vigilanza. Inoltre non si applicano le disposizioni di cui agli artt. 2413, 2414-bis; 2420 c.c. relativi alla disciplina delle obbligazioni delle S.p.a. In sostanza, le obbligazioni emesse potranno superare anche il limite del doppio del capitale sociale e delle riserve disponibili, rendendo possibili finanziamenti consistenti in progetti infrastrutturali.
I project bond potranno essere sottoscritti esclusivamente dagli investitori qualificati e non potranno essere trasferiti a soggetti diversi da essi (come ad esempio fondi pensione).

I vantaggi dei project bond
Come delineato dal Vice-Ministro Ciaccia, l’adozione dello strumento del project bond in Italia può avere i seguenti vantaggi:
1) riduzione dei tassi di interesse applicati nei project bond rispetto ai prestiti bancari, se è previsto uno schema di rating e garanzie elevate (con intervento ad esempio di assicurazioni per la garanzia dei bond);
2) durata dei finanziamenti più elevata rispetto ai prestiti bancari tradizionali;
3) impatto sul bilancio pubblico limitato, nel caso in cui si renda necessario un intervento pubblico.

E’ infatti previsto che, sino all’avvio della gestione dell’infrastruttura da parte del concessionario, le obbligazioni e i titoli di debito emessi dalla società di progetto possano essere garantiti dal sistema finanziario, da fondazioni e da fondi privati.
Le obbligazioni possono quindi essere garantite durante la fase di costruzione dell’opera, ossia quella parte di tempo in cui il progetto non ha iniziato a produrre flussi di cassa positivi, la parte più rischiosa.
Regimi fiscali agevolati
Dal punto di vista fiscale, con il decreto legge n. 83/2012 (noto anche come Decreto crescita) è stata approvata l’introduzione di un’aliquota fiscale sui project bond parificata a quella dei bond governativi, ossia al 12,5%, insieme alla deducibilità degli interessi passivi per la società di progetto e all’applicazione di imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa.
Tale proposta va a beneficio soprattutto degli investitori esteri che sarebbero sollevati dalla tassazione italiana e assoggettati a tassazione nel proprio Paese di residenza fiscale. In questo modo si giungerebbe ad equiparare la tassazione dei project bond a quella delle obbligazioni emesse da società con azioni quotate, ma con un’aliquota migliore, del 12,5%, pari a quella applicata sui titoli del debito pubblico italiano.
Tuttavia questi regimi fiscali agevolati si applicano alle obbligazioni emesse nei tre anni successivi alla data di entrata in vigore del decreto.
È infine ammessa l'emissione di project bond anche ai fini del rifinanziamento del debito precedentemente contratto per la realizzazione dell'infrastruttura.

Infine il Vice-Ministro evidenzia un ulteriore aspetto positivo del project bond: la possibilità di innalzamento del rating della società di progetto, persino rispetto al rating paese.
 
Continua,incessante, la ns opera di diffusione e tentativo di conoscenza per la creazione di valore di una società come ALERION CLEAN POWER,cercando di vincere le magagne interne e la prassi tutta italiana di fottere gli az di minoranza. L'esempio e la proposta partono da regole certe, norme ufficiali italiane e dal fatto che la formula dei pr bonds valida per le infrastrutture puo esser valida per interpretazione di green farms come infrastrutture
anche per opere di energia da fonti rinnovabiuli che danno al Paese Italia
ENERGIA CERTA E PULITA
CASH FLOW CERTO DA SISTEMI INCENTIVANTI
GARANZIA DA PARTE DI FONDI PRIVATI

ECCO COME SI PUO FARE PER ALERION



F2I,potrebbe garantire un emissione obbligazionaria, superiore al doppio del cap sociale e riserve ( alerion potrebbe dunque emettere piu di 300 milioni di euro), e detto Porject bond sarebbe collocato fra investitori istituzionali,anche esteri, beneficiando del fatto che la tassazione è 12.5% come bond governativi. Il rating delle obbligazioni Alerion sarebbe in funzione del fatto che dovrebbe trattarsi di DEBITO SENIOR e quindi i creditori sarebbero privilegiati in caso di rimborso, e la garanzia di un fondo copme F2I fondo pubblico privato con oltre 1,8 miliardi di euro di dotazione e con un altro fondo in creazione di oltre 1,3 miliardi di euro. Sarebbe di sicuro una A.

Il Project bond di 300.000.000 di euro potrebbe ,insieme a equity di 60.000.000 di euro, finanziare una o piu opere per circa 360.000.000 di euro e dunque circa fra i 300 e i 320 mw eolici in Romania, dove alerion ne ha autorizzati gia 120 e in autorizzazione altri 100 ed in italia dove di sicuro potrebbero arrivare altri 100 mw:

La Bei sarebbe l'organo deputato a dare il cappello ufficiale di project bond.

Il vantaggio per alerion sarebbe quello di avere acesso alc redito a tassi bassi visto il rating. sarebbe l'effetto di renderlka con oltre 600 mw operativi entro il 2015 una delle principali società indipendenti di europa in materia di eolico, darebbe alla struttura finanziaria una sostenibilità in quanto il rating si ripercuoterebbe anche in altri campi presenti e futuri di alerion.Darebbe una spinta alle quotazioni presenti e future e consentirebbe un facile successo di un probabile aumento di capitale con forte sovraprezzo azioni per precostituire riserve.

L'operazione dovrebbe essere proposta da F2I che oltre che garante dovrebbe anche prima salire fin sotto il 30% dall'attuale 15% comprando le quote di fondiaria sai milano dominic bunford anche a prezzo oltre il mercato. e vicino ai 7 euro.


La normativa comunitaria, illustrata in precedenza, è già stata recepita in Italia attraverso il Dl 24 gennaio 2012, n. 1: il decreto ha modificato l’articolo 157 del Testo unico sugli appalti pubblici (Dlgs 163/2006) con l’introduzione per le società di progetto della possibilità di emettere titoli di debito, previa autorizzazione degli organi di vigilanza. Inoltre non si applicano le disposizioni di cui agli artt. 2413, 2414-bis; 2420 c.c. relativi alla disciplina delle obbligazioni delle S.p.a. In sostanza, le obbligazioni emesse potranno superare anche il limite del doppio del capitale sociale e delle riserve disponibili, rendendo possibili finanziamenti consistenti in progetti infrastrutturali.
I project bond potranno essere sottoscritti esclusivamente dagli investitori qualificati e non potranno essere trasferiti a soggetti diversi da essi (come ad esempio fondi pensione).

I vantaggi dei project bond
Come delineato dal Vice-Ministro Ciaccia, l’adozione dello strumento del project bond in Italia può avere i seguenti vantaggi:
1) riduzione dei tassi di interesse applicati nei project bond rispetto ai prestiti bancari, se è previsto uno schema di rating e garanzie elevate (con intervento ad esempio di assicurazioni per la garanzia dei bond);
2) durata dei finanziamenti più elevata rispetto ai prestiti bancari tradizionali;
3) impatto sul bilancio pubblico limitato, nel caso in cui si renda necessario un intervento pubblico.

E’ infatti previsto che, sino all’avvio della gestione dell’infrastruttura da parte del concessionario, le obbligazioni e i titoli di debito emessi dalla società di progetto possano essere garantiti dal sistema finanziario, da fondazioni e da fondi privati.
Le obbligazioni possono quindi essere garantite durante la fase di costruzione dell’opera, ossia quella parte di tempo in cui il progetto non ha iniziato a produrre flussi di cassa positivi, la parte più rischiosa.
Regimi fiscali agevolati
Dal punto di vista fiscale, con il decreto legge n. 83/2012 (noto anche come Decreto crescita) è stata approvata l’introduzione di un’aliquota fiscale sui project bond parificata a quella dei bond governativi, ossia al 12,5%, insieme alla deducibilità degli interessi passivi per la società di progetto e all’applicazione di imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa.
Tale proposta va a beneficio soprattutto degli investitori esteri che sarebbero sollevati dalla tassazione italiana e assoggettati a tassazione nel proprio Paese di residenza fiscale. In questo modo si giungerebbe ad equiparare la tassazione dei project bond a quella delle obbligazioni emesse da società con azioni quotate, ma con un’aliquota migliore, del 12,5%, pari a quella applicata sui titoli del debito pubblico italiano.
Tuttavia questi regimi fiscali agevolati si applicano alle obbligazioni emesse nei tre anni successivi alla data di entrata in vigore del decreto.
È infine ammessa l'emissione di project bond anche ai fini del rifinanziamento del debito precedentemente contratto per la realizzazione dell'infrastruttura.

Infine il Vice-Ministro evidenzia un ulteriore aspetto positivo del project bond: la possibilità di innalzamento del rating della società di progetto, persino rispetto al rating paese.
 
Continua,incessante, la ns opera di diffusione e tentativo di conoscenza per la creazione di valore di una società come ALERION CLEAN POWER,cercando di vincere le magagne interne e la prassi tutta italiana di fottere gli az di minoranza. L'esempio e la proposta partono da regole certe, norme ufficiali italiane e dal fatto che la formula dei pr bonds valida per le infrastrutture puo esser valida per interpretazione di green farms come infrastrutture
anche per opere di energia da fonti rinnovabiuli che danno al Paese Italia
ENERGIA CERTA E PULITA
CASH FLOW CERTO DA SISTEMI INCENTIVANTI
GARANZIA DA PARTE DI FONDI PRIVATI

ECCO COME SI PUO FARE PER ALERION



F2I,potrebbe garantire un emissione obbligazionaria, superiore al doppio del cap sociale e riserve ( alerion potrebbe dunque emettere piu di 300 milioni di euro), e detto Porject bond sarebbe collocato fra investitori istituzionali,anche esteri, beneficiando del fatto che la tassazione è 12.5% come bond governativi. Il rating delle obbligazioni Alerion sarebbe in funzione del fatto che dovrebbe trattarsi di DEBITO SENIOR e quindi i creditori sarebbero privilegiati in caso di rimborso, e la garanzia di un fondo copme F2I fondo pubblico privato con oltre 1,8 miliardi di euro di dotazione e con un altro fondo in creazione di oltre 1,3 miliardi di euro. Sarebbe di sicuro una A.

Il Project bond di 300.000.000 di euro potrebbe ,insieme a equity di 60.000.000 di euro, finanziare una o piu opere per circa 360.000.000 di euro e dunque circa fra i 300 e i 320 mw eolici in Romania, dove alerion ne ha autorizzati gia 120 e in autorizzazione altri 100 ed in italia dove di sicuro potrebbero arrivare altri 100 mw:

La Bei sarebbe l'organo deputato a dare il cappello ufficiale di project bond.

Il vantaggio per alerion sarebbe quello di avere acesso alc redito a tassi bassi visto il rating. sarebbe l'effetto di renderlka con oltre 600 mw operativi entro il 2015 una delle principali società indipendenti di europa in materia di eolico, darebbe alla struttura finanziaria una sostenibilità in quanto il rating si ripercuoterebbe anche in altri campi presenti e futuri di alerion.Darebbe una spinta alle quotazioni presenti e future e consentirebbe un facile successo di un probabile aumento di capitale con forte sovraprezzo azioni per precostituire riserve.

L'operazione dovrebbe essere proposta da F2I che oltre che garante dovrebbe anche prima salire fin sotto il 30% dall'attuale 15% comprando le quote di fondiaria sai milano dominic bunford anche a prezzo oltre il mercato. e vicino ai 7 euro.


La normativa comunitaria, illustrata in precedenza, è già stata recepita in Italia attraverso il Dl 24 gennaio 2012, n. 1: il decreto ha modificato l’articolo 157 del Testo unico sugli appalti pubblici (Dlgs 163/2006) con l’introduzione per le società di progetto della possibilità di emettere titoli di debito, previa autorizzazione degli organi di vigilanza. Inoltre non si applicano le disposizioni di cui agli artt. 2413, 2414-bis; 2420 c.c. relativi alla disciplina delle obbligazioni delle S.p.a. In sostanza, le obbligazioni emesse potranno superare anche il limite del doppio del capitale sociale e delle riserve disponibili, rendendo possibili finanziamenti consistenti in progetti infrastrutturali.
I project bond potranno essere sottoscritti esclusivamente dagli investitori qualificati e non potranno essere trasferiti a soggetti diversi da essi (come ad esempio fondi pensione).

I vantaggi dei project bond
Come delineato dal Vice-Ministro Ciaccia, l’adozione dello strumento del project bond in Italia può avere i seguenti vantaggi:
1) riduzione dei tassi di interesse applicati nei project bond rispetto ai prestiti bancari, se è previsto uno schema di rating e garanzie elevate (con intervento ad esempio di assicurazioni per la garanzia dei bond);
2) durata dei finanziamenti più elevata rispetto ai prestiti bancari tradizionali;
3) impatto sul bilancio pubblico limitato, nel caso in cui si renda necessario un intervento pubblico.

E’ infatti previsto che, sino all’avvio della gestione dell’infrastruttura da parte del concessionario, le obbligazioni e i titoli di debito emessi dalla società di progetto possano essere garantiti dal sistema finanziario, da fondazioni e da fondi privati.
Le obbligazioni possono quindi essere garantite durante la fase di costruzione dell’opera, ossia quella parte di tempo in cui il progetto non ha iniziato a produrre flussi di cassa positivi, la parte più rischiosa.
Regimi fiscali agevolati
Dal punto di vista fiscale, con il decreto legge n. 83/2012 (noto anche come Decreto crescita) è stata approvata l’introduzione di un’aliquota fiscale sui project bond parificata a quella dei bond governativi, ossia al 12,5%, insieme alla deducibilità degli interessi passivi per la società di progetto e all’applicazione di imposte di registro, ipotecarie e catastali in misura fissa.
Tale proposta va a beneficio soprattutto degli investitori esteri che sarebbero sollevati dalla tassazione italiana e assoggettati a tassazione nel proprio Paese di residenza fiscale. In questo modo si giungerebbe ad equiparare la tassazione dei project bond a quella delle obbligazioni emesse da società con azioni quotate, ma con un’aliquota migliore, del 12,5%, pari a quella applicata sui titoli del debito pubblico italiano.
Tuttavia questi regimi fiscali agevolati si applicano alle obbligazioni emesse nei tre anni successivi alla data di entrata in vigore del decreto.
È infine ammessa l'emissione di project bond anche ai fini del rifinanziamento del debito precedentemente contratto per la realizzazione dell'infrastruttura.

Infine il Vice-Ministro evidenzia un ulteriore aspetto positivo del project bond: la possibilità di innalzamento del rating della società di progetto, persino rispetto al rating paese.
 
SINCERITA' ONESTA' E FEDELTA' QUESTO CI VUOLE IN UN AZIENDA QUOTATA.

In un articolo de La repubblica del mese di lugio 2012 su F2I il fondo italiano pubblico privato che vede in Cassa depositi e prestiti il primo azionista ( e cioè lo Stato9 e che di fatto è una IRI privata , una iniziativa di successo che forse si quoterà in borsa (come SGR) o forse resterà una holding con entrate e uscite, ma di certo si sa che entro ottobre 2012 ( 60gg da oggi) si crea un secondo fondo F2I e i Cinesi vogliono metterci i soldi.
AITOSTRADE,AEROPORTI,RETI GAS,ENERGIA PULITA,ACQUA,RETI IN FIBRE,insomma
un coacervos erio e valido che in termini di fatturato e utili darà grandi soddisfazioni.

Cio' che salta all'occhio in questo fondo F2I è il carico a 9.2 euro della partecipazione in Alerion clean power dove i managers sono incapaci e non hanno creato valore per gli azionisti, operando poco e male, non essendo capaci di fare joint ventures e facendo operazioni logica vecchia montedison.

F2I ha in se la forza, i mezzi finanziari per portare alerion asplendore anche perchè la produzione di energia da fonti rinnovabili è

PREVISTA DA OBBLIGHI UE
EVITA MULTE
ESISTE PRATICAMENTE LA GRID PARITY ANCHE SU EOLICO
I PROJECT BONDS PREVISTI E APPROAVTI DA LEGGI UE E ITALIANE POSSONO DARE FIATO A INVESTIMENTI.

E ALLORA
F2I PRENDI CON F2I ENERGIE RINNOVABILI SRL IN MANO LA TUA ALERION, FANNE UNA STORIA DI SUCCESSO, NON LASCIARE CHA GAROFANO CLASSE 1944 ABBIA ANCORA TROPPO IL PALLINO IN MANO SIA COME PERSONA FISICA SIA COME AMICI,VISTO CHE E' CONSIGLIERE DI RENO DE MEDICI, RDM RELATY, INDUSTRIA E INNOVAZIONE E UNA MIRIADE DI SOCIETA' ANCHE NON QUOTATE E TRA INCARICHI E STIPENDI E POSIZIONE FAMIGLIARE E PERSONALE NON HA DI CERTO INTERESSE A CREARE VALORE

PER TUTTI I SANTISSIMI AZIONISTI.

Finanza
F2i, piace ai cinesi l’Iri privata di Gamberale

UN PO’ DI AEROPORTI. POI LE RETI DEL GAS, UN PIZZICO DI RIFIUTI, TANTA ACQUA E, CILIEGINA SULLA TORTA, UNA RAGNATELA DI FIBRE OTTICHE. SPESI 1,6 DEGLI 1,8 MILIARDI E ORA UN NUOVO FONDO

Ettore Livini
Lo leggo dopo


Roma Un po’ d’aerei e d’aeroporti. Poi le reti del gas, un pizzico di rifiuti, tanta acqua e, ciliegina sulla torta, una ragnatela grande come tutta l’Italia di fibre ottiche ad altissima velocità. La metamorfosi della nuova Iri (questa volta privata) del Belpaese accelera il passo e arriva alla fine del suo primo atto preparandosi ad aprire le porte alla Cina. I tasselli di quello che sembrava un gioco ad incastri quasi casuale, stanno iniziando ad andare tutti al loro posto. E dopo pochi anni di shopping in cui sono stati spesi 1,6 degli 1,85 miliardi a disposizione, l’identikit di F2i, il fondo per le infrastrutture guidato da Vito Gamberale, è ormai quasi completo. E’ nata dal nulla la prima rete delle reti tricolori. Una cabina di regia con le spalle forti - a metterci i soldi sono state banche, fondazioni, Cassa depositi e prestiti e casse pensionistiche - che sta provando a mandare in porto una missione che all’inizio sembrava impossibile: superare le logiche locali dell’Italia dei campanili per mettere assieme un pezzo alla volta piccoli campioni nazionali nel mondo delle infrastrutture. Come hanno fatto ben prima di noi e con grande successo Francia e Germania. Obiettivo numero uno, naturalmente, guadagnarci. Ma pure, grazie ai buoni uffici di un socio pubblico di peso come la Cassa depositi e prestiti, mantenere in mani italiane beni strategici per il nostro paese. Il bilancio di questi primi anni di F2i è riassunto bene dalla fotografia di gruppo delle partecipazioni raccolte
da Gamberale & C. Sei realtà in rapidissima evoluzione con un giro d’affari complessivo stimato in 1,5 miliardi, 8mila dipendenti e un utile operativo di 619 milioni destinate, nelle intenzioni del fondo, a fare da catalizzatori per le aggregazioni nei loro specifici settori di attività. Il processo è in effetti già iniziato e sta rapidamente accelerando il passo. Attorno al nucleo duro della rete del gas dell’Enel sono stati riportati sotto il controllo nazionale le reti controllate sotto le Alpi dai tedeschi di Eon e dai francesi (G6). All’aeroporto di Napoli Capodichino, fiore all’occhiello del gruppo anche per i risultati di gestione, si è aggiunta ora la partecipazione nella Sea, la società di gestione di Malpensa e Linate, i primi due anelli di una catena di scali che potrebbe allungarsi con trattative in corso per Torino Caselle e altre realtà aeree nazionali. Nella stessa direzione si sta muovendo Mediterranea Acque, la joint con Iren nel settore idrico in trattative per rilevare altre realtà nel frammentatissimo mondo degli acquedotti tricolori. Trecentoventimila chilometri di tubi in condizioni precarie dove si spreca il 47% dell’acqua raccolta. Un settore orfano di una regia centralizzata dove l’arrivo di un peso massimo come F2i (e la presenza di un convitato di pietra come la Cdp) potrebbero finalmente far decollare i 64 miliardi di investimenti necessari per riuscire a portare acqua in modo decente nelle case italiane. La stessa logica - il riordino in una singola stanza dei bottoni di un comparto penalizzato dalla dimensione microscopica e dalla gestione localistica e un po’ politico-clientelare dei suoi protagonisti - è quello dei rifiuti e dei termovalorizzatori (dove si sta lavorando a un’intesa con Iren e si punta alla centrale di Acegas) e quello delle energie rinnovabili attraverso Alerion e Hfv. L’ultimo protagonista in ordine d’arrivo (ma forse il primo in ordine d’importanza strategico-economica) nella foto di gruppo di F2i sono le tlc. Il primo passo è stato l’acquisto di Metroweb, la rete di fibra ottica del Comune di Milano. Sembrava un’iniziativa spot, giustificata solo dalla redditività dell’azienda. Ma non è stato così. Gamberale sta corteggiando molte municipa-lizzate per la cessione delle loro reti locali ad alta velocità e assieme alla Cassa Depositi ha lanciato un piano da 4,5 miliardi per portare i collegamenti ad alta velocità in 30 città italiane. Partita delicatissima in cui, se ne sta discutendo in queste settimane, potrebbe entrare anche Telecom Italia. I tempi per un giudizio finale, naturalmente, non sono maturi. Ma l’obiettivo a lungo termine resta evidente: formare strutture dotate di logica industriale, massa critica, capitali a disposizione e gestione manageriale per provare a percorre le strade delle varie Suez, Veolia, Rwe e Ferrovial, riuscite a uscire dai loro confini nazionali diventando grandi multinazionali delle infrastrutture. Mantenendo, particolare non trascurabile, know-how e posti di lavoro nei nostri confini. Il modello, evidentemente, ha finora funzionato. Questo primo fondo di F2i è arrivato quasi alla scadenza. E l’idea è di quotarlo di Borsa per far crescere poi i business assemblati con le loro gambe. Collocando direttamente la Sgr o trasfor-mandola in una holding che gestisce le attività operative, lasciando ai soci la libertà di decidere se continuare o meno nell’avventura che in ogni caso, secondo le stime, dovrebbe aver reso oggi circa il 12% annuo. Gamberale però guarda avanti e ha già avviato il cantiere per il lancio del secondo fondo: dotazione di almeno 1,2 miliardi e stessa strategia. Questa volta però con nuovi soci. La fila dei candidati pare essere lunga. Il mondo sta cambiando e l’interesse arriva in effetti da aree fino a poco tempo fa impensabili. Prima fra tutte la Cina: China Industrial Corporation (Cic) ha aperto nei mesi scorsi il dossier per entrare in F2i II. Materia prima su cui lavorare ce n’è molta. Comuni, province e regioni, alle prese con la gabbia rigida del patto di stabilità, stanno mettendo all’asta molta dell’argenteria di famiglia. In vendita, secondo un studio commissionato dal fondo, ci sarebbero asset per 7,7 miliardi di euro. Tanta materia prima con cui far ancora crescere i piccoli campioni nazionali di Gamberale. Nella tabella qui sotto, le partecipazioni di F2i nei vari settori con l’investimento in milioni voce per voce. L’esborso più grande è stato quello per gli aeroporti, seguito da quello per la rete gas
 
SINCERITA' ONESTA' E FEDELTA' QUESTO CI VUOLE IN UN AZIENDA QUOTATA.

In un articolo de La repubblica del mese di lugio 2012 su F2I il fondo italiano pubblico privato che vede in Cassa depositi e prestiti il primo azionista ( e cioè lo Stato9 e che di fatto è una IRI privata , una iniziativa di successo che forse si quoterà in borsa (come SGR) o forse resterà una holding con entrate e uscite, ma di certo si sa che entro ottobre 2012 ( 60gg da oggi) si crea un secondo fondo F2I e i Cinesi vogliono metterci i soldi.
AITOSTRADE,AEROPORTI,RETI GAS,ENERGIA PULITA,ACQUA,RETI IN FIBRE,insomma
un coacervos erio e valido che in termini di fatturato e utili darà grandi soddisfazioni.

Cio' che salta all'occhio in questo fondo F2I è il carico a 9.2 euro della partecipazione in Alerion clean power dove i managers sono incapaci e non hanno creato valore per gli azionisti, operando poco e male, non essendo capaci di fare joint ventures e facendo operazioni logica vecchia montedison.

F2I ha in se la forza, i mezzi finanziari per portare alerion asplendore anche perchè la produzione di energia da fonti rinnovabili è

PREVISTA DA OBBLIGHI UE
EVITA MULTE
ESISTE PRATICAMENTE LA GRID PARITY ANCHE SU EOLICO
I PROJECT BONDS PREVISTI E APPROAVTI DA LEGGI UE E ITALIANE POSSONO DARE FIATO A INVESTIMENTI.

E ALLORA
F2I PRENDI CON F2I ENERGIE RINNOVABILI SRL IN MANO LA TUA ALERION, FANNE UNA STORIA DI SUCCESSO, NON LASCIARE CHA GAROFANO CLASSE 1944 ABBIA ANCORA TROPPO IL PALLINO IN MANO SIA COME PERSONA FISICA SIA COME AMICI,VISTO CHE E' CONSIGLIERE DI RENO DE MEDICI, RDM RELATY, INDUSTRIA E INNOVAZIONE E UNA MIRIADE DI SOCIETA' ANCHE NON QUOTATE E TRA INCARICHI E STIPENDI E POSIZIONE FAMIGLIARE E PERSONALE NON HA DI CERTO INTERESSE A CREARE VALORE

PER TUTTI I SANTISSIMI AZIONISTI.

Finanza
F2i, piace ai cinesi l’Iri privata di Gamberale

UN PO’ DI AEROPORTI. POI LE RETI DEL GAS, UN PIZZICO DI RIFIUTI, TANTA ACQUA E, CILIEGINA SULLA TORTA, UNA RAGNATELA DI FIBRE OTTICHE. SPESI 1,6 DEGLI 1,8 MILIARDI E ORA UN NUOVO FONDO

Ettore Livini
Lo leggo dopo


Roma Un po’ d’aerei e d’aeroporti. Poi le reti del gas, un pizzico di rifiuti, tanta acqua e, ciliegina sulla torta, una ragnatela grande come tutta l’Italia di fibre ottiche ad altissima velocità. La metamorfosi della nuova Iri (questa volta privata) del Belpaese accelera il passo e arriva alla fine del suo primo atto preparandosi ad aprire le porte alla Cina. I tasselli di quello che sembrava un gioco ad incastri quasi casuale, stanno iniziando ad andare tutti al loro posto. E dopo pochi anni di shopping in cui sono stati spesi 1,6 degli 1,85 miliardi a disposizione, l’identikit di F2i, il fondo per le infrastrutture guidato da Vito Gamberale, è ormai quasi completo. E’ nata dal nulla la prima rete delle reti tricolori. Una cabina di regia con le spalle forti - a metterci i soldi sono state banche, fondazioni, Cassa depositi e prestiti e casse pensionistiche - che sta provando a mandare in porto una missione che all’inizio sembrava impossibile: superare le logiche locali dell’Italia dei campanili per mettere assieme un pezzo alla volta piccoli campioni nazionali nel mondo delle infrastrutture. Come hanno fatto ben prima di noi e con grande successo Francia e Germania. Obiettivo numero uno, naturalmente, guadagnarci. Ma pure, grazie ai buoni uffici di un socio pubblico di peso come la Cassa depositi e prestiti, mantenere in mani italiane beni strategici per il nostro paese. Il bilancio di questi primi anni di F2i è riassunto bene dalla fotografia di gruppo delle partecipazioni raccolte
da Gamberale & C. Sei realtà in rapidissima evoluzione con un giro d’affari complessivo stimato in 1,5 miliardi, 8mila dipendenti e un utile operativo di 619 milioni destinate, nelle intenzioni del fondo, a fare da catalizzatori per le aggregazioni nei loro specifici settori di attività. Il processo è in effetti già iniziato e sta rapidamente accelerando il passo. Attorno al nucleo duro della rete del gas dell’Enel sono stati riportati sotto il controllo nazionale le reti controllate sotto le Alpi dai tedeschi di Eon e dai francesi (G6). All’aeroporto di Napoli Capodichino, fiore all’occhiello del gruppo anche per i risultati di gestione, si è aggiunta ora la partecipazione nella Sea, la società di gestione di Malpensa e Linate, i primi due anelli di una catena di scali che potrebbe allungarsi con trattative in corso per Torino Caselle e altre realtà aeree nazionali. Nella stessa direzione si sta muovendo Mediterranea Acque, la joint con Iren nel settore idrico in trattative per rilevare altre realtà nel frammentatissimo mondo degli acquedotti tricolori. Trecentoventimila chilometri di tubi in condizioni precarie dove si spreca il 47% dell’acqua raccolta. Un settore orfano di una regia centralizzata dove l’arrivo di un peso massimo come F2i (e la presenza di un convitato di pietra come la Cdp) potrebbero finalmente far decollare i 64 miliardi di investimenti necessari per riuscire a portare acqua in modo decente nelle case italiane. La stessa logica - il riordino in una singola stanza dei bottoni di un comparto penalizzato dalla dimensione microscopica e dalla gestione localistica e un po’ politico-clientelare dei suoi protagonisti - è quello dei rifiuti e dei termovalorizzatori (dove si sta lavorando a un’intesa con Iren e si punta alla centrale di Acegas) e quello delle energie rinnovabili attraverso Alerion e Hfv. L’ultimo protagonista in ordine d’arrivo (ma forse il primo in ordine d’importanza strategico-economica) nella foto di gruppo di F2i sono le tlc. Il primo passo è stato l’acquisto di Metroweb, la rete di fibra ottica del Comune di Milano. Sembrava un’iniziativa spot, giustificata solo dalla redditività dell’azienda. Ma non è stato così. Gamberale sta corteggiando molte municipa-lizzate per la cessione delle loro reti locali ad alta velocità e assieme alla Cassa Depositi ha lanciato un piano da 4,5 miliardi per portare i collegamenti ad alta velocità in 30 città italiane. Partita delicatissima in cui, se ne sta discutendo in queste settimane, potrebbe entrare anche Telecom Italia. I tempi per un giudizio finale, naturalmente, non sono maturi. Ma l’obiettivo a lungo termine resta evidente: formare strutture dotate di logica industriale, massa critica, capitali a disposizione e gestione manageriale per provare a percorre le strade delle varie Suez, Veolia, Rwe e Ferrovial, riuscite a uscire dai loro confini nazionali diventando grandi multinazionali delle infrastrutture. Mantenendo, particolare non trascurabile, know-how e posti di lavoro nei nostri confini. Il modello, evidentemente, ha finora funzionato. Questo primo fondo di F2i è arrivato quasi alla scadenza. E l’idea è di quotarlo di Borsa per far crescere poi i business assemblati con le loro gambe. Collocando direttamente la Sgr o trasfor-mandola in una holding che gestisce le attività operative, lasciando ai soci la libertà di decidere se continuare o meno nell’avventura che in ogni caso, secondo le stime, dovrebbe aver reso oggi circa il 12% annuo. Gamberale però guarda avanti e ha già avviato il cantiere per il lancio del secondo fondo: dotazione di almeno 1,2 miliardi e stessa strategia. Questa volta però con nuovi soci. La fila dei candidati pare essere lunga. Il mondo sta cambiando e l’interesse arriva in effetti da aree fino a poco tempo fa impensabili. Prima fra tutte la Cina: China Industrial Corporation (Cic) ha aperto nei mesi scorsi il dossier per entrare in F2i II. Materia prima su cui lavorare ce n’è molta. Comuni, province e regioni, alle prese con la gabbia rigida del patto di stabilità, stanno mettendo all’asta molta dell’argenteria di famiglia. In vendita, secondo un studio commissionato dal fondo, ci sarebbero asset per 7,7 miliardi di euro. Tanta materia prima con cui far ancora crescere i piccoli campioni nazionali di Gamberale. Nella tabella qui sotto, le partecipazioni di F2i nei vari settori con l’investimento in milioni voce per voce. L’esborso più grande è stato quello per gli aeroporti, seguito da quello per la rete gas
 
SINCERITA' ONESTA' E FEDELTA' QUESTO CI VUOLE IN UN AZIENDA QUOTATA.

In un articolo de La repubblica del mese di lugio 2012 su F2I il fondo italiano pubblico privato che vede in Cassa depositi e prestiti il primo azionista ( e cioè lo Stato9 e che di fatto è una IRI privata , una iniziativa di successo che forse si quoterà in borsa (come SGR) o forse resterà una holding con entrate e uscite, ma di certo si sa che entro ottobre 2012 ( 60gg da oggi) si crea un secondo fondo F2I e i Cinesi vogliono metterci i soldi.
AITOSTRADE,AEROPORTI,RETI GAS,ENERGIA PULITA,ACQUA,RETI IN FIBRE,insomma
un coacervos erio e valido che in termini di fatturato e utili darà grandi soddisfazioni.

Cio' che salta all'occhio in questo fondo F2I è il carico a 9.2 euro della partecipazione in Alerion clean power dove i managers sono incapaci e non hanno creato valore per gli azionisti, operando poco e male, non essendo capaci di fare joint ventures e facendo operazioni logica vecchia montedison.

F2I ha in se la forza, i mezzi finanziari per portare alerion asplendore anche perchè la produzione di energia da fonti rinnovabili è

PREVISTA DA OBBLIGHI UE
EVITA MULTE
ESISTE PRATICAMENTE LA GRID PARITY ANCHE SU EOLICO
I PROJECT BONDS PREVISTI E APPROAVTI DA LEGGI UE E ITALIANE POSSONO DARE FIATO A INVESTIMENTI.

E ALLORA
F2I PRENDI CON F2I ENERGIE RINNOVABILI SRL IN MANO LA TUA ALERION, FANNE UNA STORIA DI SUCCESSO, NON LASCIARE CHA GAROFANO CLASSE 1944 ABBIA ANCORA TROPPO IL PALLINO IN MANO SIA COME PERSONA FISICA SIA COME AMICI,VISTO CHE E' CONSIGLIERE DI RENO DE MEDICI, RDM RELATY, INDUSTRIA E INNOVAZIONE E UNA MIRIADE DI SOCIETA' ANCHE NON QUOTATE E TRA INCARICHI E STIPENDI E POSIZIONE FAMIGLIARE E PERSONALE NON HA DI CERTO INTERESSE A CREARE VALORE

PER TUTTI I SANTISSIMI AZIONISTI.

Finanza
F2i, piace ai cinesi l’Iri privata di Gamberale

UN PO’ DI AEROPORTI. POI LE RETI DEL GAS, UN PIZZICO DI RIFIUTI, TANTA ACQUA E, CILIEGINA SULLA TORTA, UNA RAGNATELA DI FIBRE OTTICHE. SPESI 1,6 DEGLI 1,8 MILIARDI E ORA UN NUOVO FONDO

Ettore Livini
Lo leggo dopo


Roma Un po’ d’aerei e d’aeroporti. Poi le reti del gas, un pizzico di rifiuti, tanta acqua e, ciliegina sulla torta, una ragnatela grande come tutta l’Italia di fibre ottiche ad altissima velocità. La metamorfosi della nuova Iri (questa volta privata) del Belpaese accelera il passo e arriva alla fine del suo primo atto preparandosi ad aprire le porte alla Cina. I tasselli di quello che sembrava un gioco ad incastri quasi casuale, stanno iniziando ad andare tutti al loro posto. E dopo pochi anni di shopping in cui sono stati spesi 1,6 degli 1,85 miliardi a disposizione, l’identikit di F2i, il fondo per le infrastrutture guidato da Vito Gamberale, è ormai quasi completo. E’ nata dal nulla la prima rete delle reti tricolori. Una cabina di regia con le spalle forti - a metterci i soldi sono state banche, fondazioni, Cassa depositi e prestiti e casse pensionistiche - che sta provando a mandare in porto una missione che all’inizio sembrava impossibile: superare le logiche locali dell’Italia dei campanili per mettere assieme un pezzo alla volta piccoli campioni nazionali nel mondo delle infrastrutture. Come hanno fatto ben prima di noi e con grande successo Francia e Germania. Obiettivo numero uno, naturalmente, guadagnarci. Ma pure, grazie ai buoni uffici di un socio pubblico di peso come la Cassa depositi e prestiti, mantenere in mani italiane beni strategici per il nostro paese. Il bilancio di questi primi anni di F2i è riassunto bene dalla fotografia di gruppo delle partecipazioni raccolte
da Gamberale & C. Sei realtà in rapidissima evoluzione con un giro d’affari complessivo stimato in 1,5 miliardi, 8mila dipendenti e un utile operativo di 619 milioni destinate, nelle intenzioni del fondo, a fare da catalizzatori per le aggregazioni nei loro specifici settori di attività. Il processo è in effetti già iniziato e sta rapidamente accelerando il passo. Attorno al nucleo duro della rete del gas dell’Enel sono stati riportati sotto il controllo nazionale le reti controllate sotto le Alpi dai tedeschi di Eon e dai francesi (G6). All’aeroporto di Napoli Capodichino, fiore all’occhiello del gruppo anche per i risultati di gestione, si è aggiunta ora la partecipazione nella Sea, la società di gestione di Malpensa e Linate, i primi due anelli di una catena di scali che potrebbe allungarsi con trattative in corso per Torino Caselle e altre realtà aeree nazionali. Nella stessa direzione si sta muovendo Mediterranea Acque, la joint con Iren nel settore idrico in trattative per rilevare altre realtà nel frammentatissimo mondo degli acquedotti tricolori. Trecentoventimila chilometri di tubi in condizioni precarie dove si spreca il 47% dell’acqua raccolta. Un settore orfano di una regia centralizzata dove l’arrivo di un peso massimo come F2i (e la presenza di un convitato di pietra come la Cdp) potrebbero finalmente far decollare i 64 miliardi di investimenti necessari per riuscire a portare acqua in modo decente nelle case italiane. La stessa logica - il riordino in una singola stanza dei bottoni di un comparto penalizzato dalla dimensione microscopica e dalla gestione localistica e un po’ politico-clientelare dei suoi protagonisti - è quello dei rifiuti e dei termovalorizzatori (dove si sta lavorando a un’intesa con Iren e si punta alla centrale di Acegas) e quello delle energie rinnovabili attraverso Alerion e Hfv. L’ultimo protagonista in ordine d’arrivo (ma forse il primo in ordine d’importanza strategico-economica) nella foto di gruppo di F2i sono le tlc. Il primo passo è stato l’acquisto di Metroweb, la rete di fibra ottica del Comune di Milano. Sembrava un’iniziativa spot, giustificata solo dalla redditività dell’azienda. Ma non è stato così. Gamberale sta corteggiando molte municipa-lizzate per la cessione delle loro reti locali ad alta velocità e assieme alla Cassa Depositi ha lanciato un piano da 4,5 miliardi per portare i collegamenti ad alta velocità in 30 città italiane. Partita delicatissima in cui, se ne sta discutendo in queste settimane, potrebbe entrare anche Telecom Italia. I tempi per un giudizio finale, naturalmente, non sono maturi. Ma l’obiettivo a lungo termine resta evidente: formare strutture dotate di logica industriale, massa critica, capitali a disposizione e gestione manageriale per provare a percorre le strade delle varie Suez, Veolia, Rwe e Ferrovial, riuscite a uscire dai loro confini nazionali diventando grandi multinazionali delle infrastrutture. Mantenendo, particolare non trascurabile, know-how e posti di lavoro nei nostri confini. Il modello, evidentemente, ha finora funzionato. Questo primo fondo di F2i è arrivato quasi alla scadenza. E l’idea è di quotarlo di Borsa per far crescere poi i business assemblati con le loro gambe. Collocando direttamente la Sgr o trasfor-mandola in una holding che gestisce le attività operative, lasciando ai soci la libertà di decidere se continuare o meno nell’avventura che in ogni caso, secondo le stime, dovrebbe aver reso oggi circa il 12% annuo. Gamberale però guarda avanti e ha già avviato il cantiere per il lancio del secondo fondo: dotazione di almeno 1,2 miliardi e stessa strategia. Questa volta però con nuovi soci. La fila dei candidati pare essere lunga. Il mondo sta cambiando e l’interesse arriva in effetti da aree fino a poco tempo fa impensabili. Prima fra tutte la Cina: China Industrial Corporation (Cic) ha aperto nei mesi scorsi il dossier per entrare in F2i II. Materia prima su cui lavorare ce n’è molta. Comuni, province e regioni, alle prese con la gabbia rigida del patto di stabilità, stanno mettendo all’asta molta dell’argenteria di famiglia. In vendita, secondo un studio commissionato dal fondo, ci sarebbero asset per 7,7 miliardi di euro. Tanta materia prima con cui far ancora crescere i piccoli campioni nazionali di Gamberale. Nella tabella qui sotto, le partecipazioni di F2i nei vari settori con l’investimento in milioni voce per voce. L’esborso più grande è stato quello per gli aeroporti, seguito da quello per la rete gas
 

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