Incisioni antiche e moderne: Galleria di immagini

Martin SCHONGAUER è il primo nome importante che si incontra nella storia dell’arte incisoria. Nato probabilmente a Colmar, in Alsazia, intorno al 1450, figlio di un orafo, studente all’Università di Lipsia, erede della cultura gotica fiorita in Alsazia e lungo il Reno, è autore di circa 115 incisioni, tutte siglate e nessuna datata. Con lui do inizio alla pubblicazione di una serie di immagini (una sessantina…) tratte da L’arte del segno – Albori e sviluppo dell’incisione europea – dal XV al XVIII secolo, a cura di Liliana Frigieri Leonelli, edito da Cassa di Risparmio di Vignola, 1984.

Vedi l'allegato 529974

Fuga in Egitto, bulino, 258 x172

Vedi l'allegato 529975

La Vergine folle (1475 ca. o 1491), bulino, 149 x 108

Vedi l'allegato 529976

La grande crocifissione, 1465-67, bulino, 290 x 195
Un passo indietro a Schongauer.
Il fatto che fosse figlio di un orafo ci porta agli albori dell'arte incisoria. L'incisione era infatti abilità proprio degli orafi. Ovviamente ben presto le due professioni imboccarono strade autonome.
Dalle fonti in rete risulta che le incisioni a lui attribuite con certezze sono 116, o circa 116 eccetera, ciò a dimostrare il grado in incertezza che spesso avvolge l'incisione antica in fatto di attribuzione.
La stampa La Vergine folle appartiene alla serie delle Vergini stolte e le vergini sagge, dieci in tutto dalla parabola evangelica: Parabola delle dieci vergini - Wikipedia
Sappiamo infine che Durer si recò a Colmar per conoscerlo ma era morto l'anno prima.
Buona continuazione :benedizione:
 
Un passo indietro a Schongauer.
Il fatto che fosse figlio di un orafo ci porta agli albori dell'arte incisoria. L'incisione era infatti abilità proprio degli orafi. Ovviamente ben presto le due professioni imboccarono strade autonome.
Dalle fonti in rete risulta che le incisioni a lui attribuite con certezze sono 116, o circa 116 eccetera, ciò a dimostrare il grado in incertezza che spesso avvolge l'incisione antica in fatto di attribuzione.
La stampa La Vergine folle appartiene alla serie delle Vergini stolte e le vergini sagge, dieci in tutto dalla parabola evangelica: Parabola delle dieci vergini - Wikipedia
Sappiamo infine che Durer si recò a Colmar per conoscerlo ma era morto l'anno prima.
Buona continuazione :benedizione:
:bow::bow::bow:
 
Scusate se faccio un salto in avanti di oltre un secolo, ma preparando il materiale per i prossimi post mi sono imbattuto nella straordinaria figura di Hercules Segers (Haarlem, 1589 o 1590 – L'Aia, 1637 o 1638) e non resisto a parlarvene subito. Di lui in realtà il mio libro non dice quasi nulla, e non riporta nessuna illustrazione, ma il poco che dice mi ha spinto a fare qualche ricerca, ed è così che mi sono imbattuto in questo sito, al cui confronto i miei poveri contributi qui impallidiscono:

Hercules Segers, misteriosi paesaggi

Da Wikipedia inglese e dall'Enciclopedia Britannica copio e rielaboro col traduttore di Google (molto migliorato rispetto all'ultima volta che l'ho usato):

"Le sue incisioni, perlopiù di paesaggi, appartengono agli esperimenti più originali e impressionanti della storia della stampa. Ha usato inchiostri di colore diverso e spesso stampati su carta colorata o tinta e persino su tela, spesso colorandole poi in parte a mano. Ha anche usato la puntasecca e una forma di acquatinta e altri effetti, come interporre un panno ruvido tra la lastra e il foglio (così almeno interpreto io), per ottenere un effetto chiazzato. Complessivamente solo 183 impressioni sopravvivono di tutte le sue 54 lastre, e la maggior parte sono ora nei musei, principalmente al Rijksmuseum di Amsterdam. Rembrandt collezionò sia i suoi dipinti (ne aveva otto) che le incisioni, e acquisì una delle sue lastre originali, Tobia e l’Angelo, che rielaborò nella sua Fuga in Egitto, conservando molto del paesaggio. Sembra che abbia inventato la tecnica dell’acquatinta “a morso di zucchero” (cioè la “maniera allo zucchero” - credo), che è stata riscoperta in Inghilterra oltre un secolo dopo da Alexander Cozens."

Le due stampe in questione sono riportate al termine dell'articolo di cui sopra, che vi consiglio vivamente di leggere tutto. Qui sotto riporto in formato più grande quella di Rembrandt tratta da Wikipedia.

B056_Rembrandt.jpg
 
Ultima modifica:
Nella seconda metà del ‘400, in Italia settentrionale giganteggia la figura di Andrea Mantegna (1431-1506).

“Personalità eccezionale, per la quale (così come era per il Pollaiolo), l’incisione diventa creazione con sue qualità stilistiche, procedurali, formali e di contenuto, tanto da costituire non soltanto una delle più alte sollecitazioni nei riguardi della pittura e della attività artigianale, ma da porsi come novità conturbante nei confronti dell’attento e intimo mondo nordico. Il bulino del Mantegna non è tenuto di piatto, cioè quasi orizzontalmente alla lastra secondo la tradizione, ma è alto e manovrato con foga perché imprima nel metallo la rapida spontaneità del disegno a penna. Tracciati dapprima i contorni, accentuati i movimenti dei muscoli e delle vesti, l’artista investe la figura con serie di tratti paralleli, dal basso in alto, da sinistra a destra, forzando la mano nelle ombre, alzandola nelle parti in luce, costruendo, in queste superfici plasmate come un bassorilievo, la morbidezza di un raccoglimento pittorico.” (op. cit.)

14 mantegna.jpg


Battaglia dei mostri marini
(parte sx del fregio), bulino, 340 x 445

42 mantegna.jpg

Baccanale con il tino,
bulino, 335 x 454

44 mantegna.jpg



Baccanale con Sileno, bulino, 293 x 448

PS: mi aspettavo qualche commento su Segers (vedi post qui sopra), invece niente :(
Avete letto l'articolo a cui rimanda il link?
 
PS: mi aspettavo qualche commento su Segers (vedi post qui sopra), invece niente :(
Avete letto l'articolo a cui rimanda il link?

Sì, letto ieri sera ma non ho risposto per la perenne mancanza di tempo :(
Grazie mille, moooolto interessante...artista a me assolutamente sconosciuto!
L'effetto ottenuto in alcune incisioni nel rappresentare il cielo ricorda quadri astratti, sebbene sicuramente non fosse quello l'intento, e gli alberi hanno la delicatezza di xilografie giapponesi.

Un bella scoperta. :)
 
Sì, letto ieri sera ma non ho risposto per la perenne mancanza di tempo :(
Grazie mille, moooolto interessante...artista a me assolutamente sconosciuto!
L'effetto ottenuto in alcune incisioni nel rappresentare il cielo ricorda quadri astratti, sebbene sicuramente non fosse quello l'intento, e gli alberi hanno la delicatezza di xilografie giapponesi.

Un bella scoperta. :)
Il catalogo in due volumi della mostra (dipinti/incisioni) purtroppo è fuori catalogo, scusate il gioco di parole. Ce n'è una copia in vendita su Abe Books ma non me la sento di spendere 195 euro per averla.
 
Alla bottega del Mantegna si formò tra gli altri Nicoletto da Modena, di cui si sa ben poco se non che fu attivo dal 1490 ca. a tutto il primo quarto del XVI secolo.

nicoletto.jpg


Madonna col bambino sullo sfondo di un paesaggio, bulino, 105 x 148
 
Questo invece è un giochino.
Vediamo se qualcuno riesce a cogliere che cos'ha di particolare questa incisione di Dürer.
La risposta domani mattina, adesso stacco.

durer.jpg
 
Questo invece è un giochino.
Vediamo se qualcuno riesce a cogliere che cos'ha di particolare questa incisione di Dürer.
La risposta domani mattina, adesso stacco.

Vedi l'allegato 530372
Visto che nessuno ha risposto vi svelo io il mistero. La particolarità di questa incisione è che non l'ha fatta Dürer, bensì...

il bolognese Marcantonio Raimondi (1480 ca.-1534). Personalità controversa, che non si faceva problemi ad includere nelle sue composizioni “apporti”, diciamo così, presi da disegni, dipinti o stampe di suoi colleghi. D’altra parte, anche i critici più severi riconoscono la non comune qualità tecnica delle sue incisioni. In pratica, può essere considerato il vero inventore dell’incisione “di riproduzione”. Nel 1506 è a Venezia, dove viene querelato nientemeno che da Dürer, del quale aveva rifatto le 17 xilografie della “Vita della Vergine”, incidendole però in rame. Dürer ottenne solo che Raimondi non potesse più riprodurre il suo famoso monogramma AD. Passa poi a Firenze, dove subisce l’influenza di Michelangelo. Infine, dal 1510 è a Roma, dove entra nell’orbita di quell’astro che è Raffaello, dal quale ottiene di poter incidere i disegni. Alla morte di Raffaello nel 1520 entra in possesso di un gruppo di licenziosissimi disegni del suo allievo Giulio Romano e li trasferisce su rame, subendo per questo l’arresto nelle carceri papali. Il sacco di Roma del 1527 ad opera dei lanzichenecchi di Carlo V disperde la sua fiorente bottega (il suo allievo prediletto, Marco Dente, viene ucciso davanti ai suoi occhi). Marcantonio ripara a Bologna dove muore qualche anno dopo.

80 raimondi.jpg


Marte, Venere e Amore (1508-16, da Mantegna?), bulino, 297 x 211

82 raimondi.jpg


I rampicatori (1510, dal cartone di Michelangelo), bulino, 284 x 228
 
Degli allievi di Marcantonio Raimondi mi limiterò a citare il bolognese Giulio Bonasone, attivo tra il 1531 e il 1574.


84 bonasone.jpg


Il trionfo di Amore, 1545, bulino, 281 x 406
 

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