INDICE E FIB NELLA RETE DI GANN - SETT. 22-26 SETTEMBRE

PIANO SI - PIANO NO....
sarà vero che i mercati non sappiano già dove dovranno andare da lunedi....

:futuro:


Borse con il fiato sospeso. Nel week-end si giocherà la vera partita dei mercati
Di Alberto Susic

La settimana si conclude con una seduta di grande tensione per i mercati azionari internazionali che dopo gli spunti positivi della vigilia, quest’oggi sono ricaduti nelle mani dei ribassisti. Le vendite sono tornate a dominare la scena sin da questa mattina sulle piazze asiatiche, colpendo in maniera ancora più significativa gli indici del Vecchio Continente, fino ad arrivare a Wall Street dove la reazione del mercato però appare in qualche modo più composta. Almeno fino a questo momento i tre indici principali a stelle e strisce sono riusciti già a recuperare terreno dai minimi, scongiurando così la minaccia di un panic selling che sembrava profilarsi sin dalle prime battute e ancor prima dell’avvio delle contrattazioni.
A guidare i mercati sono le indicazioni che arrivano dall’opposta sponda dell’Atlantico relativamente all’approvazione del piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari, esso a punto per fronteggiare la crisi dei mutui subprime. Non più tardi di ieri gli indici a stelle e strisce si erano spinti in avanti in chiusura, scommettendo sull’imminente approvazione dello stesso, grazie ad un accordo bipartisan raggiunto in un primo momento.
Al termine però di una giornata molto impegnativa sul fronte politico, dopo la chiusura di Wall Street è arrivata la fumata nera, in conseguenza di una mossa a sorpresa di un gruppo di repubblicani che ha di fatto impedito il raggiungimento di un’intesa. E’ stata infatti presentata una proposta alternativa che ha sorpreso e provocato una reazione molto negativa dei democratici, proprio quando si pensava di poter avviare il dibattito in aula già quest’oggi.
Uno dei motivi che ha creato maggiore astio tra le parti è stato la proposta di utilizzo dei fondi pubblici per venire in aiuto dei pignorati, secondo quanto voluto dai democratici. Da parte loro i repubblicani hanno proposto la creazione di un fondo assicurativo di emergenza per le istituzioni finanziarie, in sostituzione dell’acquisto diretto di asset illiquidi.
Inevitabile dunque la reazione dei mercati azionari che di fronte all’incertezza sui tempi di approvazione del piano, hanno risposto lasciando campo libero ai ribassisti. Sono servite a ben poco le rassicurazioni del candidato democratico alla Casa Bianca, Barack Obama, il quale ha dichiarato che alla fine un accordo sarà raggiunto, aggiungendo però che c’è ancora lavoro da svolgere e ribadendo la necessità di agire in tempi rapidi. Del resto è chiara la consapevolezza del carattere di urgenza che riveste questo provvedimento, al fine di stabilizzare i mercati finanziari e prevede una crisi di più ampio respiro.
Il Segretario al Tesoro Usa ha rinnovato l’invito a muoversi con rapidità, palesando la sua disponibilità a valutare le modifiche richieste per il piano presentato. A scomodarsi è stato quest’oggi anche il presidente degli Stati Uniti, George Bush, che in un brevissimo messaggio tv diffuso immediatamente dopo l’apertura dei mercati americani, ha evidenziato la necessità di un intervento sostanzioso per evitare un aggravamento della crisi. C’è la necessità di agire in fretta e su questo concordano tanto i repubblicani quanto i democratici, tra i quali ci sono diversità di opinioni su alcune questioni, ma unità di intenti sui temi fondamentali.
Bush non ha voluto fornire dettagli sullo status delle negoziazioni, ma nel pomeriggio la Casa Bianca, per bocca di un suo portavoce, ha fatto sapere che gli sforzi in atto vanno nella direzione giusta, aggiungendo che il via libera al piano dovrebbe arrivare entro lunedì prossimo.
Tanto è bastato per risollevare in parte i listini a stelle e strisce che restano preda di una grande incertezza, in attesa di conoscere l’esito finale di questa battaglia politica sul piano salva-finanza. Le tensioni sono peraltro alimentate dalle cattive notizie arrivate dal mondo finanziario, basti pensare all’annuncio arrivato nella tarda serata di ieri relativo al fallimento di Washington Mutual.
Le autorità americane hanno ordinato il trasferimento delle sue attività a Jp Morgan, che le rileverà per 1,9 miliardi di dollari, oltre ad essere costretta ad un aumento di capitale per rispettare i ratio patrimoniali. Ma Washington Mutual potrebbe non essere l’ultima vittima della crisi dei mutui subprime, tanto che l’attenzione si è subito spostata su Wachovia, bersagliata quest’oggi dalle vendite. La banca sembra godere di condizioni di salute leggermente migliori di quelle di Washington Mutual, ma resta il problema dei cosiddetti mutui Arm, che alimenta i timori del mercato sul rischio che il gruppo possa cadere da un giorno all’altro.
Più che alle singole storie però si continua a guardare con grande attenzione agli sviluppi relativi all’approvazione del piano di salvataggio, che è già stato bocciato da numerosi economisti. Sono in 200 infatti ad aver firmato una petizione organizzata da un professore dell’Università di Chicago, contro il provvedimento salva-finanza, definito “vago” e poco chiaro negli effetti che lo stesso potrà avere a lungo termine. Diverse infatti sono le domande che non trovano ancora risposta, e c’è qualcuno convinto anche che i 700 miliardi di dollari potrebbero non essere sufficienti per risolvere i problemi dei mercati finanziari.
L’unica certezza al momento è che le Borse restano con il fiato sospeso in attesa di conoscere le novità che arriveranno nelle prossime ore dal mondo politico Usa. Sarà un week-end di grande tensione infatti, visto che i mercati continuano ad avere i nervi scoperti, pronti a muoversi in una direzione o nell’altra seguendo le dichiarazioni dei singoli senatori. E’ questo il pensiero di Alessandro Fugnoli, Strategist di Abaxbank, secondo cui un mancato accordo sul piano è destinato ad avere conseguenze anche molto pesanti sui mercati. Questi ultimi invece potrebbero rifiatare se effettivamente, fino alla riapertura degli scambi di lunedì, sarà stata raggiunta un’intesa che consentirà di spazzare via quantomeno le incertezze delle ultime ore.
 
ale, faranno di tutto per non trovarsi con la possibilità di far partire gli short, comunque per me il destino è quello :down: poi... chi vivrà vedrà, a sto punto diventa rischioso tenere qualcosa in banca.. mejo che se li magnamo tuuutti tutti tutti ! :lol:

:ciao: saluti a todos buon week end
 
astrader ha scritto:
ale, faranno di tutto per non trovarsi con la possibilità di far partire gli short, comunque per me il destino è quello :down: poi... chi vivrà vedrà, a sto punto diventa rischioso tenere qualcosa in banca.. mejo che se li magnamo tuuutti tutti tutti ! :lol:

:ciao: saluti a todos buon week end

già magnati da tempo :( :rolleyes:
per "fortuna" non ho nulla in baca, tranne "rossi", cioè rapporti di "dare" :D
davvero, mi conviene... se fallisce la banca devo pagare il mutuo, le rate dell'auto, le carte di credito e i vari prestiti personali o mi viene abbuonato tutto? :-? :D
 

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