Non conosco la frutticoltura da te citata, ma vedo e conosco agricoltori che producono latte. Ti assicuro che ho personalmente un grande rispetto per chi si alza tutte le mattine prima delle 6 domeniche e Natale incluso ecc ecc perchè le mucche mangiano 365 giorni l'anno. Ti parlo di piccole aziende sui 300 capi condotte familiarmente.Vedo che nonostante l'introduzione di robot, sale di mungitura automatica ecc. una ricerca di modernizzazione costante, fanno fatica a reggere la concorrenza all'import.
Credo che come al solito NON SI PUO' FARE DI TUTTA UN'ERBA UN FASCIO.
Chiedo cortesemente rispetto per un settore dove la fatica x la pagnotta quotidiana è veramente tanta.
Io non faccio l'agricoltore, ma sogno un Paese dove si urli (mi riferisco alla politica) di meno e sia molto più considerata la concretezza del SAPER FARE.
Penso perché oltre al rischio di impresa ha un rischio ambientale enorme, che di per sè è incomprimibile.. rischio ambientale che moltissime altre imprese (intendo di settori diversi) non hanno... e per giunta i volumi che un'impresa agricola deve fare per portare a casa i margini fanno da effetto leva a questo rischio
ciao
Chiedo scusa al padrone di casa se rubo una mezza paginetta e mi stacco dalla tecnica ciclica per parlare di agricoltura.
Pochi concetti, ma chiari:
1) Massimo rispetto per chi si alza alle 6 tutti i giorni dell'anno, ma non è prerogativa esclusiva dell'agricoltore/allevatore.
Anche il fornaio lo fa forse ben prima delle 6 (almeno 2,5 ore) e paga 27,5 di Ires e Irap piena.
2) La concorrenza dell'estero viene vissuta malissimo da tutti i settori esposti. Quindi escluso il settore delle utilities protette da norme e da un mercato abbastanza chiuso (sarebbe impensabile importare l'acqua da bere dalla Slovenia anche se costasse meno...). Tutti quelli che sono sottoposti alla concorrenza pagano le tasse sulla differenza tra Ricavi meno costi con aliquota piena e Irap piena.
3) Il settore è indubbiamente protetto e foraggiato non solo da norme interne favorevoli, ma anche da aiuti Comunitari leciti. Leggasi contributi per set aside delle colture.
4) Il rischio di impresa dell'agricoltore che vede perso il raccolto è un dato di cui tenere conto. Ma non lo vedo molto diverso da quello dell'imprenditore che non incassa i crediti per insolvenza del cliente o del costruttore che deve fermare i lavori stradali per 20 giorni di pioggia torrenziale che allaga tutto (caso atmosferico fortuito ma possibile); mai ci sogneremmo di dire che quel costruttore ha diritto ad una tassazione ridotta per questo; accumulerà solo dei costi fissi senza produrre rivaci nel lasso di tempo osservato.
Più in generale agricoltura e cooperazione sono settori intoccabili in Italia perchè storicamente molto vicini al palazzo. Le coop (di ogni colore) godono di privilegi evidenti, tollerati e mai troppo evidenziati perchè fa comodo lasciare così lo status quo. Idem l'agricoltura.
Basta avere il cappello da imprenditore agricolo in Italia perchè si aprano porte altrimenti chise a tripla mandata. (
i) Imposta di registro agevolatissima per acquisto immobili e fondi rurali; (
ii) carburanti a prezzi calmierati e senza accise (spesso usati anche per il suv o il riscaldamento di casa perchè sono tutti furbi..); (
iii) finanziamenti a tassi agevolatissimi o semi-nulli su acquisti di fondi od investimenti per le colture; (
iv) deroghe all'edificazione di nuovi volumi nei fondi rurali (spessissimo, dove il mercato lo consente, usati per fare resort a 5 stelle con il cappello dell'agricoltore); (
v) agevolazione nelle ristrutturazioni edilizie degli immobili rurali con finaziamenti a fondo perduto che hanno creato strutture bellissime (alberghi di fatto) anche con denaro della collettività; (
vi) regime di tassazione agevolatissimo per le strutture ricettive agrituristiche; (
vii) regime contributivo e pensionistico farsesco a fronte del quale pur versando pochissimo una pensione era comunque garantita fino ieri (con ovvio aggravio del sistema generale previdenziale).
Devo fermarmi o vado avanti?
Qui non si vuole colpevolizzare chi usa lecitamente norme esistenti ma far capire al fruitore ed anche all'osservatore esterno in cosa consistano le norme stesse e a quali effetti portano.
L'agricoltore con mezzo ettaro montagnoso e difficile da raggiungere ha delle prerogative e delle caratteristiche. Chi fa coltivazione di frutta e verdura con serre o estensiva in pianura ne ha altre.
Il rischio di impresa è a suo modo ineliminabile e, ragione, del sovraprofitto secondo la teoria economica; mai di assistenza.
Buona domenica