Messico, in viaggio on the road insieme a quella che sarebbe diventata mia moglie e ad un altra coppia di amici.
Agosto 1996, caldo torrido, sono le 2 del pomeriggio, prosegue il nostro viaggio on the road, siamo alla fermata del pulman. La prossima tappa è lontana 200 km. Stimiamo un viaggio che possa durare dalle 4 alle 6 ore secondo le abitudine messicane.
All'albergo ci dicono che il pulman parte poco dopo le 14 . Dopo aver atteso un'ora cominciamo a preoccuparci. La stessa preoccupazione di due turisti tedeschi, che alle 16 decidono di ritornare in albergo. Chediamo informazioni in giro, ci dicono che il pulman (meglio chiamarlo torpedone) parte il primo pomeriggio. I tempi dei messicani dopo 2 settimane sappiamo ormai gestirli pazientemente, nonostante ciò, alle 17 del pomeriggio perdiamo ogni speranza. Quel giorno avevamo riconsegnato la macchina all'agenzia, ci eravamo abituati, ci aveva accompagnato nelle polverose strade messicane e per motivi economici dovevamo proseguire con i mezzi pubblici. Alle 17:30 insperato l'arrivo del torpedone. Dopo aver superato la coltre di fumo sollevata dal mezzo pubblico e esserci turati il naso per non sentire la puzza dei freni, dal finestrino dal lato dell'autista scorgiamo un sorridente giovane che tutto sudato ci saluta. Chiediamo a che ora riparte il pulman. Lui esterefatto ci risponde che il mezzo riparte quando lo decide lui. Tra il divertito e il disperato ci sistemiamo nello stesso bar dove l'autista si siede a prendere una coca gelata. Poterlo vedere ci è un pò di conforto, anzi è la nostra unica speranza. Noi guardiamo l'orologio lui guarda unicamente a se stesso. Sono le 18 del pomeriggio.
Arrivano anche dei messicani insieme ad altri turisti che evidentemente avevano tarato bene i tempi messicani e si sistemano alla fermata. Sono le 18:30. Siamo rincuorati, la loro presenza ci apre la speranza di una prossima partenza. Ricadiamo nello sconforto quando vediamo l'autista che sale nelle stanze del primo piano dove ci sono delle camere.
La condivisione dell'avventura ci consente di fare amicizia con i turisti europei, i messicani sono tranquillamente seduti al tavolo mentre bevono e ridono. Il locale è diviso tra chi guarda l'orologio e si lamenta e chi beve e si diverte. Da un lato i turisti dall' altro i messicani.
Sono le 19 quando l'autista riappare riposato e sorridente. Comincia a salutare i viaggiatori messicani con i quali parla di cibo, bevute e mujeres. Decidono di cenare. Sono le 22 quando l'autista ormai ubriaco ci comunica che saremmo ripartiti la mattina seguente.
Da un lato desolati per l'attesa infinita, dall'altra consolati perchè ormai quasi rassegnati ad un viaggio notturno con un autista ubriaco, ritorniamo in albergo. L'autista salendo le scale che portano alla sua camera ci dice che la partenza sarà alle 9 della mattina seguente.
Inutile dire che ritornando all'albergo abbiamo fissato la sveglia per le 9, tanto che problema c'è.
Il figlio di puttana il giorno dopo è ripartito alle 8.
Dopo 9 mesi è nata mia figlia.
Non è importante sapere quando parte un pulman qualsisi ma cosa fare nel frattempo.