IO AVREI DIRITTO AL REDDITO DI CITTADINANSIA

Enrico Montesano e lo strano caso del suo intervento a “Domenica In” sparito subito da RaiPlay: “Parlava del governo e dei 5 Stelle”.

La puntata era quella di domenica 3 febbraio 2019, Enrico Montesano fa battute,
tira fuori sketch del passato e ad un certo punto inizia a parlare di politica.

L’attore romano cita il Movimento 5 Stelle e la padrona di casa Mara Venier subito lo frena:
Non mi parlare di politica, non mi mettere nei guai guarda!”.

Montesano all’inizio fa una battuta sul fatto che il Movimento di Beppe Grillo, vista la crisi,
dovrebbe chiamarsi Bed & Breakfast piuttosto che 5 stelle.

Poi tira in ballo Luigi Di Maio, il vice premier, ministro e capo politico del Movimento 5 stelle.
Mara Venier prova ancora a interrompere Montesano, lanciando un servizio sul conte Tacchia, ma l’attore insiste e riesce a spuntarla.

Ora però di questo suo intervento non c’è più traccia.

Nella registrazione della puntata caricata sul sito Rai Play non c’è infatti traccia di Enrico Montesano.

Come sottolinea David Puente il taglio è evidente: al minuto 1:48:40 circa – alla conclusione dell’intervista a Stefania e Amanda Sandelli –
Mara Venier annuncia la pubblicità per poi ritrovarsi improvvisamente a richiedere il tabellone del quiz telefonico.

Nella diretta l’intervento di Montesano era proprio dopo la pubblicità.
L’unica traccia rimasta del suo intervento sono i commenti su Twitter e la registrazione pubblicata sul canale YouTube dell’attore.

L’ufficio stampa Rai ha fatto sapere in una nota a Wired che la mancata presenza dell’intervento di Enrico Montesano
è dovuta al fatto che il contratto con l’attore non prevede i diritti web.
Anche se in realtà sulla piattaforma Rai appaiono tanti altri contenuti dell’attore romano…
 
Snobbata da una parte della critica, amata dal pubblico dei lettori e soprattutto delle lettrici di mezzo mondo:
è morta a 94 anni in Scozia, sua terra d’adozione, Rosamunde Pilcher, scrittrice di racconti "rosa" e romanzi sentimentali
di fama mondiale fra cui il bestseller ‘The Shell Seekers’ (I Cercatori di Conchiglie).

Elegante, sorridente e appartata, Pilcher – nata Rosamunde Scott in Cornovaglia,
nel sud-ovest dell’Inghilterra, da un comandante di Marina, Charles Scott, e da sua moglie Helene
– si è spenta dopo una breve malattia, come ha reso noto il suo agente citato dai media britannici.

Autrice di novelle brevi e di 28 romanzi pubblicati fra il 1949 e il 2000, quando decise di ritirarsi,
iniziò a scrivere con lo pseudonimo Jane Foster, per poi firmare col proprio nome a partire dal 1955.
In totale i suoi libri hanno venduto circa 60 milioni di copie: accolti sempre con perplessità
e talora con aperta sufficienza dai recensori accademici e nondimeno dalla benevolenza di un vasto pubblico
che ne ha fatto una regina nel suo genere letterario.
 
Ritrovato il più antico libretto bancario d’Italia. Ha un valore di 2 milioni di euro.

La scoperta è stata fatta da Mario Pinto, imprenditore cinquantenne originario di Salerno ma residente a Pesaro.
L’uomo, nel mese di novembre dello scorso anno, mentre era insieme alla compagna nella villa di famiglia,
ha trovato, tra foto e ricordi, anche un libretto bancario nominativo – emesso dal Credito agricolo della Cassa di risparmio di Bologna –
intestato al conte Gioacchino Pinto, con un saldo, all’anno 1886, di 8.000 lire.

Mario è bisnipote e ultimo erede del conte Gioacchino Pinto, un nobile originario della città portoghese di Oporto,
importante diplomatico degli Emirati Arabi trasferitosi in Campania durante la dominazione borbonica.

Il titolo di credito, del quale l’imprenditore 50enne non era a conoscenza, è stato fatto stimare da un consulente contabile che ha calcolato
– dalla data di emissione a quella del ritrovamento, con gli interessi legali della rivalutazione e della capitalizzazione – una somma pari a circa due milioni di euro.

Pinto ha deciso, con il patrocinio delle avvocatesse del Foro di Roma Sarà Gitto e Annalisa De Angelis,
di intraprendere un’azione legale – dinanzi al Tribunale civile di Roma – nei confronti della Banca d’Italia
e del ministero dell’Economia e delle finanze, per ottenere il consistente rimborso della somma.

I due Enti pubblici, infatti, rispondono in solido non solo dei Titoli di Stato emessi durante la vigenza della Repubblica Italiana, ma anche durante la vigenza del Regno d’Italia.
 
E' sempre lui. Eternamente a sinistra. Facente parte del magna magna che sputa nel piatto dove prende i soldi
ma che non porta i dolci......eh ....mi ricorda....armiamoci e partite. ahahahahah

Fino a quando il cielo, un terremoto o un’epidemia non ci libereranno di questi gialloverdi,
bisognerà rassegnarsi a vivere in un’Italia demente, ai limiti del consorzio umano comunemente accettato.

Prima, però, due citazioni positive. Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione se ne va: inutile perdere tempo con questa gente.
E’ il primo grand commis che saluta e toglie il disturbo, lasciando questi sciamannati al loro destino.
Troveranno qualche geometra già condannato da mettere al suo posto.

La seconda citazione è per quell’anonima famiglia di Catania che, passata la bufera,
si è presentata spontaneamente ai piedi della Sea Watch recando per l’equipaggio vassoi di dolci fatti in casa.
Non siamo tutti Salvini, evviva.

Per il resto siamo alle consuete cretinate.
La nota Barbara Lezzi, della quale sono ignote però le imprese e gli scritti, si permette di contestare Carlo Cottarelli,
laurea alla London School e per anni direttore dipartimento fiscale del Fondo monetario internazionale,
uno dei migliori economisti di cui l’Italia disponga (non a caso Mattarella gli voleva affidare la guida del governo).

In pratica segue a ruota la commercialista abusiva Laura Castelli, che con i suoi occhialini sulla faccia da topino,
urla in faccia Padoan, ministro dell’economia e titolare di diverse cattedre all’estero: “Questo lo dice lei”, insomma, balle.

La Castelli, che contende a Toninelli il primato per il maggior numero di cazzate all’ora,
deve il posto che ha (vice-ministro dell’economia) al solo fatto di essere una super-fedele di Di Maio
e di essere stata una scatenata marciatrice no Tav. Altre qualità non si conoscono.

Entrambe, però, hanno imparato una cosa: l’arroganza paga.
Nessuno che li butti fuori dagli studi televisivi (anzi, signora mia…), nessuno che li rimandi a scuola (magari proprio da Cottarelli).
Non sanno niente, zero, ma trattano qualsiasi competente da cretino: in questo modo delle nullità sono arrivate al governo.
Come il loro leader Di Maio che ancora confonde Cile con Venezuela, e altro ancora.

Ultima annotazione semi-seria. Nessuno, dico nessuno, comuni, regioni, Caritas è entusiasta del reddito di cittadinanza.
Tutti dicono che è una boiata pazzesca e che non funzionerà mai. In tv spiegano come fregare i controlli (facilissimo).
Gli unici soddisfatti sono i 5 stelle, che sperano con la distribuzione prima delle elezioni
di questi 5 miliardi di non precipitare sotto il 20 per cento e quindi di sparire dalla scena.

Nel week end viaggio a Parigi (Di Maio-Dibba)per incontrare gli scassavetrine dei gilet gialli: grande sintonia.
Ma persino i gilet gialli non se li cagano, troppo ministeriali.

Che dire? Gli italiani, purtroppo, li hanno votati in massa. Bisognerà tenerseli.
Insieme alla Raggi e alla Appendino, che stanno affondando due città meravigliose:
per mille anni l’economia del mondo è stata l’economia di Roma,
adesso anche il Toronto Star descrive la città eterna come una cloaca a cielo aperto.
 
Si riaprono i termini per aderire alla rottamazione delle cartelle anche per chi non era in regola con i pagamenti della rottamazione bis.

Parliamo dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 2000 al 2017, sui quali si potrà pagare con lo sconto su sanzioni e interessi di mora.

Ieri l’ok definitivo di ieri alla Camera al decreto semplificazioni:
il provvedimento, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, diventerà dunque legge.

I voti favorevoli sono stati 275, i voti contrari 206, 27 gli astenuti.

Chi non si era messo in regola con i pagamenti entro il 7 dicembre 2018, avrà dunque un’altra occasione.

“I riammessi avranno, infatti – segnala Il Sole 24 Ore – solo 10 rate e non 18 per completare il piano dei pagamenti.
Potranno versare o in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2019 oppure in 10 appuntamenti consecutivi di pari importo
con la prima rata in scadenza sempre il 31 luglio 2019, la seconda il 30 novembre 2019 e le altre otto per il 2020 e 201
in scadenza rispettivamente nei mesi di febbraio, maggio, luglio e novembre”.
 
Italiani....gente furba. Ahahahahahah

Tutti in coda all’Ufficio Anagrafe per il cambio di residenza,
col dubbio che si tratti del più classico dei trucchetti per entrare a far parte degli aventi diritto al Reddito di Cittadinanza.

Succede negli uffici della ripartizione Servizi demografici del Comune di Bari.
A denunciare il caos e il sovraffollamento è il consigliere comunale Filippo Melchiorreche si è recato negli uffici per un sopralluogo.
Già nei giorni scorsi il Comune di Bari aveva paventato il rischio di intasamento dovuto ai cambi di residenza come escamotage per ottenere il Reddito di Cittadinanza.

I furbetti del Reddito
Del resto l’allarme sui possibili ‘furbetti del Reddito di Cittadinanza’ era già ben presente agli uomini della Guardia di Finanza.
E ci sono del resto diversi modi in cui i paletti potrebbero essere aggirati.

Ad esempio, per quanto riguarda i requisiti ci potrebbero essere coppie che decidono appositamente di separarsi
e dividere le residenze così da abbassare l’ISEE ed avere diritto al Reddito di Cittadinanza.
A tal proposito spetterà alla Polizia Locale verificare che separazione e cambio di residenza non siano solamente fittizi.

Lo stesso vale nel caso in cui a cambiare residenza siano i figli, uscendo così dal nucleo familiare dei genitori
qualora abbiano un reddito tale da permettere loro di mantenersi.

C’è poi il tema del lavoro nero: chi è assunto senza regolare contratto, infatti, potrebbe nascondere
il suo impiego così da percepire nel frattempo anche il reddito di cittadinanza.

Niente di più sconsigliato: per chi mente sui requisiti ai fini del riconoscimento del reddito di cittadinanza è prevista la reclusione da 2 a 6 anni.

Un altro aspetto che potrebbe essere “aggirato” è quello per cui ogni mese il nucleo familiare
ha l’obbligo di spendere quanto riconosciuto, pena la perdita della somma residua.

Ebbene, per evitare che ciò accada la famiglia potrebbe decidere di acquistare determinati prodotti da rivendere nel mercato dell’usato.
Lavatrici, televisori, ma anche forme di formaggio: tutti prodotti facilmente rivendibili.
 
Questi non hanno ancora capito.
Il Reddito di Cittadinanza è studiato per "fare PIL"
perchè c'è l'obbligo di spendere il reddito.

Ma chissenefrega se comperano forme di grana e poi le rivendono .......

Cosa credete che facciano i professori con il "bonus docente" di 500 euro ?
Ed i dipendenti privati che ricevono un tot sul risultato d'azienda in Ticket Compliments ?
 
Vorrei capire chi vota questo tizio.

Continua ad avere degli strascichi la tensione tra Italia e Francia.
L’ultimo affondo è di Giorgia Meloni, indignata dal gesto di cui si è reso protagonista il sindaco Pd di Cuneo.

“A Cuneo il Sindaco Pd espone dal balcone del Comune la bandiera francese in “segno di amicizia” dopo la decisione della Francia
di convocare l’ambasciatore francese a Roma. Quanto piace agli esponenti della sinistra comportarsi da servi”.
 
Quelli del PD sono dei campioni, riescono a stare sempre dalla,parte sbagliata.

“Un gesto di amicizia con i cugini francesi”.
“I valori più profondi dell’Unione europea e della convivenza pacifica tra Stati non possono essere strumentalizzati per fini elettorali”.

Dopo gli sconfinamenti dei gendarmi transalpini nel nostro territorio nazionale,
dopo gli insulti del presidente Macron, che ha bollato gli italiani definendoli “vomitevoli”,
nel Pd c’è chi difende i francesi a spada tratta pur di andare contro il proprio Stato,
dato che non siede più nella “stanza dei bottoni”.

“Il nostro è un territorio che dal punto vista delle affinità culturali ed economiche ha radici comuni con la Francia. E sono radici profonde”, si giustifica Borgna.
“Cuneo e Nizza sono gemellate da mezzo secolo. Il 14 luglio 2016 non c’era famiglia cuneese che non avesse conoscenti o parenti lungo la Promenade des Anglais.
Il senso di appartenenza all’Unione europea va oltre le identità nazionale e locale”.
 
Bravo. Esponi la bandiera.
Poi che i 5stelle non siano delle cime, questo lo si conosce già .......

I venti di recessione che soffiano sull'Italia diventano un'arma nelle mani di Macron.

E il suo portavoce non perde tempo e mette nel mirino l'Italia attaccando proprio l'esecutivo che deve fare i conti con una frenata della crescita:

"Le battute di Luigi Di maio e Matteo Salvini sulla Francia non hanno evitato all’Italia di entrare in recessione",

ha affermato Benjamin Griveaux.
Poi l'affondo proprio su Di Maio che ha incontrato i gilet gialli:

"Cortesia istituzionale vuole che si avverta il governo locale, quando si va in un paese vicino", ha detto.

Quanto a eventuale responsabilità di Parigi, Griveaux ha aggiunto che
"dal presidente francese, Emmanuel Macron, non e mai arrivato un attacco frontale".

Poi, sempre il portavoce del governo francese torna sul richiamo dell'ambasciatore a Roma e afferma:
"Questa situazione di certo non è permanente ma era importante dare un segnale...".

Infine il portavoce sferra l'attacco finale al nostro governo affermando che la Francia combatte "la lebbra nazionalista":
"Se si vuol fare indietreggiare la lebbra nazionalista, se si vuole fare indietreggiare i populisti,
se si vuol fare indietreggiare la sfida all'Europa, il modo migliore è di comportarsi bene con i propri partner".

Lo scontro adesso è aperto.
E gli esiti sono imprevedibili...
 

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