Val
Torniamo alla LIRA
Sarebbe anche ora di dare una regolata al settore .....
Basta «automatismi» e più «rispetto» per chi assegna e revoche le scorte.
Il capo della polizia Franco Gabrielli riapre il tema rovente del numero troppo alto di persone sotto scorta.
E tornando su un argomento oggetto in passato di una dura polemica tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini e Roberto Saviano,
rinfocolata nei giorni scorsi dalla revoca e riassegnazione al giornalista Sandro Ruotolo,
alla presentazione del libro «La mafia dei pascoli», di Giuseppe Antoci e Nuccio Anselmi, annuncia tagli:
«Questo è un Paese che ha troppe scorte, dobbiamo dircelo.
Sono troppe e siccome le risorse sono poche forse una riconsiderazione la dobbiamo fare, fuori da strumentalizzazioni, automatismi e commenti da strada».
Prendendo come spunto la storia di Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi
e responsabile del dipartimento legalità del Pd sfuggito a un attentato per la sua lotta contro la mafia, Gabrielli evidenzia:
«La sua storia è lì a dimostrarci la straordinaria necessità di salvaguardare le istituzioni».
« Io sogno un paese in cui i temi della sicurezza non siano temi da competizione elettorale.
Innanzitutto le scorte non sono assegnate o revocate per un giudizio divino
ma per le valutazioni di persone che si assumono la responsabilità di decidere,
cosa rara in questo paese. Dunque ci vuole rispetto per quelle persone».
«La posizione del ministro Salvini sulle scorte è assolutamente laica.
Dobbiamo uscire da determinati schemi, da automatismi. Serve serietà, concretezza
e il nostro Paese deve diventare normale, un Paese cioè in cui si vivono le cose per quello che sono, senza esagerazioni».
Basta «automatismi» e più «rispetto» per chi assegna e revoche le scorte.
Il capo della polizia Franco Gabrielli riapre il tema rovente del numero troppo alto di persone sotto scorta.
E tornando su un argomento oggetto in passato di una dura polemica tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini e Roberto Saviano,
rinfocolata nei giorni scorsi dalla revoca e riassegnazione al giornalista Sandro Ruotolo,
alla presentazione del libro «La mafia dei pascoli», di Giuseppe Antoci e Nuccio Anselmi, annuncia tagli:
«Questo è un Paese che ha troppe scorte, dobbiamo dircelo.
Sono troppe e siccome le risorse sono poche forse una riconsiderazione la dobbiamo fare, fuori da strumentalizzazioni, automatismi e commenti da strada».
Prendendo come spunto la storia di Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi
e responsabile del dipartimento legalità del Pd sfuggito a un attentato per la sua lotta contro la mafia, Gabrielli evidenzia:
«La sua storia è lì a dimostrarci la straordinaria necessità di salvaguardare le istituzioni».
« Io sogno un paese in cui i temi della sicurezza non siano temi da competizione elettorale.
Innanzitutto le scorte non sono assegnate o revocate per un giudizio divino
ma per le valutazioni di persone che si assumono la responsabilità di decidere,
cosa rara in questo paese. Dunque ci vuole rispetto per quelle persone».
«La posizione del ministro Salvini sulle scorte è assolutamente laica.
Dobbiamo uscire da determinati schemi, da automatismi. Serve serietà, concretezza
e il nostro Paese deve diventare normale, un Paese cioè in cui si vivono le cose per quello che sono, senza esagerazioni».