IO AVREI DIRITTO AL REDDITO DI CITTADINANSIA

Il lato nascosto della Luna.
La foto è stata inviata dal satellite (cinese) DSLWP-B che si trova in orbita attorno alla Luna dallo scorso giugno
per poi essere ripresa e scaricata dall’olandese Dwingeloo Radio Observatory. Lo scatto mostra in lontananza la Terra

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Prezzo 780 euro.

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.......ritirato dal mercato perchè ........razzista...........io dico, perchè fa proprio schifo.

E' stata costretta a fare dietrofront e a ritirare dal mercato un suo maglione che secondo le critiche
ricordava molto la pratica del "Blackface" tanto in voga negli States e quindi l'accusava di razzismo
 
A me i conti non tornano. E a Voi ?
A casa mia, 45 giorni di sconto ogni 6 mesi fanno :
dal 2008 al 2018 = 10 anni = 20 semestri = 45 gg. x 20 = 900 giorni
900 giorni sono circa 2 anni e mezzo.
16 - 2,5 + 2008 = 2021

La donna era stata condannata definitivamente nel 2008 a 16 anni .

Si tratta di un calcolo matematico frutto di aver usufruito dei benefici penitenziari di legge
che prevedono 45 giorni di sconto di pena ogni semestre di detenzione patito.

Il 21 maggio 2008 la Cassazione confermò la sentenza d'appello e la sera stessa venne portata in carcere.
 
Fischia. Terra terra e verità.

"Lei ha lasciato me. Io la facevo andare avanti, tanto prendevo un altro cane e avevo la compagnia".

Il marito, insomma, lamenta la poca presenza a casa della (più famosa) moglie.

"Io cinque anni qui non la vedevo mai - spiega - Stavo col cane, e adesso pure senza. Ora prenderò un altro cane".

La distanza tra i due era emersa nei mesi scorsi, quando Grispino aveva annunciato il suo voto a favore della Lega.
E questo nonostante gli attacchi politici rivolti dal Carroccio alla moglie. E le accuse di razzismo ai leghisti?

"Ma queste sono cagate. I razzisti ci sono ovunque, anche a sinistra.
E anche i neri sono razzisti con i bianchi, in Africa. Vai giù in Congo e ti chiamano Muzungu".

"Questa storia ha fatto pubblicità a mia moglie, è andata su tanti giornali che non li ha mai visti - spiega -
In faccia non ha avuto il coraggio di dirmi nulla. Mi ha chiamato da Bruxelles, ma non mi sono offeso.
Era già finita la storia, non si devono trascinare le cose finite. È stata lei a parlare pubblicamente di divorzio, io non l'ho mai fatto".

"Anzi io ci ho rimesso, che da cinque anni non lavoro. Nell'ultimo rinnovo dei consorzi in Emilia mi hanno trombato.
Perché avevano votato per uno della Lega. È stata una separazione senza sangue, non ho voluto nulla.
Potevo chiedere gli alimenti perché non lavoro, lei invece lavora e invece non ho voluto niente. Fine delle trasmissioni".

 
Chi non ha la pelle color ebano, da queste parti (in Africa), viene chiamato muzungu.

Per scoprire l’interessante significato del termine con cui un non africano in gita turistica, da queste parti, viene continuamente additato per la strada.
 
Sui social si dibatte ancora di Taylor Mega. O, meglio, del suo lato B.

"Non mi sono mai fatta problemi a dirvi che ho fatto filler alle labbra e rifatto il seno per due volte
- scrive lei ai follower - Tutto il resto è mio! Culo compreso! Bang Bang!".
 
Un altro dei motivi per i quali i burocrati di bruxelles mi stanno sullo stomaco
è il volere la turchia in europa. Che - in primis - nulla ha a che fare con l'europa.
Ma - mi sorge un dubbio - non sarà una scusa per islamizzare ancora di più l'europa ? ....mah.

Se non si è capito, io sto con chiunque sia contro i turchi.

La bandiera di Mosca, bianca, blu e rossa sventola accanto al vessillo del governo siriano ad una trentina di chilometri da Manbij,
la roccaforte in mano ai curdi, che i turchi vogliono spazzare via.
Le truppe di Mosca garantiscono una zona cuscinetto sul fianco ovest della città lungo la strada che porta ad Aleppo.

A nord sventola la bandiera a stelle e strisce su una base avanzata dei corpi speciali americani,
che a loro volta pattugliano con i curdi il fronte sul fiume Sajor.

Dall’altra parte i soldati turchi e i loro alleati si preparano alla spallata quando i duemila uomini dispiegati dagli Usa
nel nord est della Siria si ritireranno come ha annunciato il presidente Donald Trump.

“Non ci fidiamo né dei russi, né degli americani, ma collaboriamo con entrambi per mantenere la sicurezza e fermare i turchi”,
spiega in perfetto stile levantino, il comandante Jamal Abu Juma della zona di Al Bab.

Ogni mattina i suoi uomini pattugliano l’area con due blindati della polizia militare russa per mantenere lo status quo a Manbij,
epicentro del Risiko che si sta giocando in questo angolo strategico del conflitto siriano.

“I gruppi jihadisti appoggiati da Ankara si ammazzano fra loro. Ogni giorno c’è un conflitto a fuoco.
Per non parlare dei sequestri per ottenere un riscatto. Non rispettano neppure le donne”,
si lamenta il paffuto comandante del Consiglio militare locale di Al Bab, alleato delle Forze democratiche siriane guidate dai curdi.

“Fra le violenze jihadiste e le minacce di attacco turco la gente è terrorizzata”, spiega Abu Juma.
Per ora i russi a ovest, americani e francesi a nord sembrano arginare le mire del “sultano” Erdogan,
ma la minaccia contro i curdi bollati come “terroristi” è reale.

“Sessantamila soldati turchi sono pronti ad attaccarci”, sostiene un generale delle Forze democratiche siriane,
che preferisce non fare il suo nome.
 
Sul voltafaccia americano nei confronti dei curdi utilizzati come carne da cannone per eliminare lo Stato islamico non sembra molto preoccupato.

“Stiamo negoziando con Damasco, attraverso i russi, il futuro del Paese – rivela il generale –
Non vogliamo l’indipendenza, ma una forte autonomia nel Rojava, uno stato federale
(il 25% del territorio controllato dai curdi nel Nord Est della Siria nda)”.

La scaletta del negoziato prevede di mantenere “l’unità territoriale siriana” e di includere le Forze democratiche (Sdf) a guida curda nell’esercito regolare.
I curdi avranno dei seggi garantiti nel parlamento di Damasco. E nelle scuole si insegnerà la loro lingua.

Il Risiko siriano si concentra su Manbij una cittadina tranquilla, che con il suo entroterra ha una popolazione di mezzo milione di persone.
I kamikaze jihadisti stanno cercando di infiltrarsi per seminare il panico, come è accaduto lo scorso mese
quando un terrorista ha fatto fuori quattro americani in una via molto trafficata.

“Abbiamo segnalazioni di un’autobomba che starebbe arrivando da nord”, ci spiegano,
come se fosse assolutamente normale, appena arrivati al quartier generale delle forze curde.

A nord della città, lungo il fiume Sajor, corrono i dieci chilometri di prima linea davanti alle unità turche
e dell’Esercito siriano libero, uno dei primi gruppi ribelli anti Assad.

“I soldati turchi è facile individuarli dalla bandiera sull’uniforme, l’equipaggiamento e i mezzi più moderni”, fa notare il giovane comandante armato di binocolo.
Da una delle tante postazioni fisse che spuntano come funghi su un terreno bucolico i miliziani curdi aspettano la guerra che verrà
a poche centinaia di metri da un villaggio di case bianche a basse presidiato dai turchi e dai ribelli siriani.


“Ankara fa parte della Nato. Siete voi che dovete fermarli in quanto alleati.
Altrimenti lo faremo noi, anche se ci massacreranno con aerei e droni”,
osserva Abu Sajor, nome di battaglia del comandante, che deriva dal fiume della prima linea.

Una colonna di blindati con la bandiera a stelle e strisce al vento ci sfreccia accanto.

L’ufficiale di 28 anni con lo sguardo triste non ha dubbi: “Gli americani? Se i turchi attaccano confido solo sui miei uomini”.
 
Oh poverino

Con un dietrofront improvviso e inaspettato, il numero uno dell'Eliseo ha fatto sapere di aver cambiato idea sugli immigrati
che si trovavano a bordo della Sea Watch 3. Non li ospiterà in Francia. "Sono immigrati economici", hanno fatto sapere da Parigi
rompendo così l'accordo preso a livello europeo.
 
“Ci sono altri cantanti che non appartengono direttamente al circuito di F&P,
ma che hanno comunque interessi con le società di Salzano – spiega “Pinuccio” – Un nome su tutti è Riccardo Cocciante”.

E prosegue: “Una persona del settore ci ha spiegato che il musical Giulietta e Romeo di Cocciante
è stato co-prodotto da F&P. E un altro famosissimo spettacolo di Cocciante, Notre Dame de Paris,
di cui hanno cantato proprio ieri il pezzo al Festival, è in giro con la Vivo Concerti,
società vicina a Salzano e acquisita, insieme a F&P, da una multinazionale”.
L’inviato ricorda anche che “Vivo Concerti e F&P, stanno nello stesso palazzo”.

Inoltre, racconta Pinuccio: “La persona contattata da Striscia (un impresario del settore musicale, ndr)
e che ha collaborato anche con Salzano, ci ha parlato dei due super-ospiti di ieri, Pio e Amedeo”.
L’impresario spiega al telefono: “A Pio e Amedeo, gli ha firmato il contratto ad agosto (riferendosi a Salzano, ndr) e ci ha messo che sarebbero stati ospiti a Sanremo”.

Nel servizio si evidenzia che anche gli ospiti di ieri sera sono in orbita F&P e addirittura due di questi,
Raf e Tozzi, spiega Pinuccio: “Hanno dichiarato che andranno come ospiti al Festival per promuovere il loro tour, prodotto da F&P”.

Pinuccio rivela inoltre che nel contratto di Baglioni si legge: “L’approvazione della linea autorale e editoriale,
del Dopo Festival e dell’Anteprima Festival, nonché dei relativi autori e conduttori, li decide Claudio Baglioni”.

Il Pre-Festival è presentato da Anna Ferzetti, moglie di Pierfrancesco Favino. Anche lei presente al matrimonio di Salzano.

Pinuccio sottolinea: “Favino ha condotto pure l’anno scorso e ha fatto anche la partecipazione al programma di Salzano, Pino c’é”.

Pinuccio sente nuovamente l’impresario, che questa volta riferisce:
“Ho visto dietro le quinte la sicurezza di Salzano e Baglioni, una società che lavora prevalentemente con loro. Fanno i bodyguard per gli artisti”.

E spiega anche dei pagamenti fatti a Salzano: “Su 100 mila euro ne davamo 20/30 in contanti”.
Pinuccio domanda: “Ma era un pagamento in nero a tutti gli effetti?”.
E l’uomo replica: “Diciamo. È una prassi che si fa in Italia, non è la prima volta”.

L’inviato chiude il servizio: “Io su tutte queste cose vorrei chiedere delucidazioni alla Rai o a Salzano stesso, per capire come sta la situazione”.
 

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