Italia: "Il vero malato d'Europa"

Fernando'S

Forumer storico
Economist , Italia in copertina
Il vero malato d'Europa

MILANO. L'Italia in copertina sull'Economist: sotto il titolo "Il vero malato d'Europa", il settimanale britannico pubblica un'immagine della penisola sorretta da alcune fragili grucce e in un lungo editoriale definisce "l'economia italiana stagnante, l'imprenditoria in crisi e le riforme moribonde". "Dov'è il governo?", si chiede l'Economist, che al suo interno ha anche un altro articolo dedicato alle elezioni a Catania. Nel ricordare che l'espressione "vero malato d'Europa" venne coniata dallo zar Nicola I di Russia per l'impero ottomano e che da allora la formula venne utilizzata per molti Paesi europei, dalla Gran Bretagna alla Germania, il settimanale britannico osserva che al "nuovo paziente" Italia questo "titolo" resterà per "un bel pò di tempo". In primo luogo, perchè il governo Berlusconi "non ha mantenuto" le promesse di riformare l'economia, in secondo luogo - l'Economist non è tenero neppure con l'opposizione - perchè "se Berlusconi dovesse perdere le elezioni della prossima primavera, il centrosinistra guidato da Romano Prodi non sembra avere una politica economica più dinamica o riforme da offrire".L'analisi del settimanale britannico - che aveva già 'sbattuto' altre volte il nostro Paese in copertina - inizia osservando che i dati Istat della scorsa settimana su una crescita negativa del Pil dello 0,5% "suggeriscono che l'Italia ha problemi anche più gravi" di Francia e Germania, che pure hanno registrato brutte performance. Ricordati i problemi dell'industria tessile italiana a fronte della crescente competitività cinese sui mercati mondiali, l'Economist scrive che "le cose hanno cominciato ad andare visibilmente storte due anni fa, quando sono esplosi i problemi (non ancora risolti) alla Fiat", seguiti dalla vicenda dei bond Cirio e Parmalat. Ma "i grandi rovesci" non finiscono qui: secondo il settimanale britannico "il più grande di tutti è stato il licenziamento da parte del governo di Vittorio Mincato, il boss dell'Eni: non solo questo manager di talento e lontano dalla politica è stato sostituito da qualcuno che non sa nulla dell'industria (Paolo Scaroni), ma anche quell'ignoranza adesso è condivisa dall'intero consiglio d'amministrazione dell'Eni". Per l'Economist, "la natura politica della nomina di Scaroni indica che il governo considera qualsiasi società nella quale detiene una partecipazione come essenzialmente di proprietà dello Stato e comunque soggetta agli ordini politici".

"Scaroni - prosegue l'editoriale - ha adesso la possibilità di dimostrare che può resistere alle interferenze politiche, come ha fatto Mincato. Ma gli azionisti dell'Eni stanno aspettando nervosamente di vedere come la società si comporterà con questo nuovo management. Allo stesso modo, gli investitori stranieri stanno aspettando di vedere se la singolare saga dei due tentativi di Opa su banche italiane da parte di banche straniere finirà bene (cioè con la vittoria degli stranieri) o in una farsa".

"Dov'è il governo?", si chiede a questo punto il giornale, sottolineando come "la performance negativa ha non solo danneggiato l'impresa, ma anche gli standard di vita". "E' questa la ragione principale per cui gli italiani stanno abbandonando la coalizione di centrodestra...e nonostante Berlusconi abbia avuto notizie positive dal voto in Sicilia, le altre elezioni hanno confermato che il suo governo adesso è profondamente impopolare".

"L'Economist - ricorda il settimanale - non aveva fatto mistero delle sue opinioni su Berlusconi nel 2001: avevamo sostenuto che fosse inadatto a essere il primo ministro italiano" (e poi nel 2003 che fosse inadatto a governare l'Europa durante il semestre di presidenza, ndr), a causa dei suoi problemi giudiziari, del conflitto di interessi. "Eppure gli avevamo dato una speranza: che l'imprenditore votato alla politica potesse fare le riforme in economia di cui l'Italia aveva bisogno e che prendesse in mano la questione della finanza pubblica - scrive l'Economist - Quattro anni dopo, il governo Berlusconi non è riuscito a fare nemmeno quello".

Quella dell'Economist di oggi sull'Italia, "vero malato d'Europa", è la quarta copertina in quattro anni che il settimanale britannico dedica al nostro Paese. La prima fu il 28 aprile del 2001, alla vigilia delle elezioni, quando l'Economist mise in copertina Silvio Berlusconi definendolo "inadatto" a governare. Quindi, l'8 maggio del 2003, a poco meno di due mesi dall'inizio del semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea, il settimanale riprese il titolo di due anni prima e definì il presidente del Consiglio "inadatto a guidare l'Europa". E ancora, due mesi dopo, il 31 luglio, l'Economist dedicò di nuovo la copertina a Silvio Berlusconi, al quale inviò una lettera aperta firmata dal direttore Bill Emmott. Nello stesso numero, pubblicò un dossier di sette pagine suddiviso in sei capitoli, al termine di ognuno dei quali gli poneva delle domande a cui l'opinione pubblica "ha il diritto di avere una risposta".

20/05/2005 - 15:39
 

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