IVA al 22%

tontolina

Forumer storico
Tanto per chiarirvi le idee sul conto di Berlusconi: Scritto da Redazione Lunedì 30 Settembre 2013 07:44 Tanto per chiarirvi le idee sul conto di Berlusconi di Paolo Cardenà

1) L'aumento Iva al 21% e poi al 22% era stato previsto dal suo governo, fin dall'agosto 2011,come clausola di salvaguardia.

2) Berlusconi è colui che ha escluso le imprese dalla possibilità di compensare, in F24, i crediti tributari in pendenza di ruoli tributari scaduti, prevedendo, in caso contrario, una sanzione del 50%.

3) sempre il suo governo ha reso esecutivi i ruoli tributari in caso di sconfitta del contribuente già dal primo grado di giudizio del processo tributario. In altre parole, il contribuente deve pagare dopo aver perso in primo grado. Mentre lui, condananto in via definitiva, è ancora a piede libero.

4) Berlusconi è colui che ha introdotto l'Imu, originariamente dal 2013, poi anticipata da Monti al 2012.

5) Berlusconi ha anche riformato la tassazione degli immobili concessi in affitto, introducendo la cedolare secca al 19%. Gettito perso dallo stato: un miliardo di euro all'anno.

Si potrebbe andare avanti per ore, ma il risultato non cambierebbe affatto.

Chi si sta stracciando le vesti, deve sapere che lo sta facendo per un personaggio del genere. Perfetto mistificatore della realtà.

Informatevi! E se non sapete le cose così come effettivamente stanno, abbiate almeno il decoro di tacere.

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Tanto per chiarirvi le idee sul conto di Berlusconi:
 
inoltre aumentando o meglio raddoppiando il debito italiano
ha di fatto messo le mani in tasca ai lavoratori derubandoli anche del futuro dignitoso


insaomma sa solo e sempre rubare ... come quando evadeva il fisco tramite AGRAMA
 
COME DISTRUGGERE L'ITALIA-



Martedì 17 Settembre 2013 14:36 -COME DISTRUGGERE L'ITALIA- di Paolo Cardenà

Quindi, ricapitolando, le prime indiscrezioni al DEF indicano un rapporto debito/Pil, per il 2014, al 132.20%.


Quali considerazioni possiamo fare?

1) La strada è segnata e il cammino è scritto. Nel senso che stiamo marciando speditamente verso uno scenario greco per quel che riguarda il debito pubblico, e verso uno scenario cipriota per quel che riguarda la gestione delle crisi bancarie che, prima o poi, è molto probabile che si verificheranno.

2) Ricondurre la traiettoria del debito in un percorso di sostenibilità è assai difficile (se non impossibile), poiché, questo, si sta alimentando in maniera inerziale. Soprattutto in assenza di crescita robusta e di lungo periodo, che non appare comunque all'orizzonte.

3) Il punto 2 è tanto più vero se si considera che, eccettuati gli ultimi 5 anni in cui l'Italia ha collezionato numeri degni di un vero e proprio disastro, negli ultimi 15 anni, nonostante condizioni macroeconomiche estremamente favorevoli a livello planetario e credito in abbondanza senza precedenti, l'italia è cresciuta molto meno rispetto ai partners europei, e certamente non in sintonia con le proprie necessità e con l'ampiezza del debito pubblico, cresciuto, dal 2000 in poi, di oltre 700 miliardi di euro ( di cui 170 nell'ultimo anno e mezzo). E' evidente che a tale performance disastrosa, non si è contrapposta una crescita adeguata del PIL tale da comprimere il rapporto debito/PIL entro livelli meno allarmanti di quelli attuali.

4)Compreso il punto 3) giova segnalare che, nel periodo considerato, la base produttiva del paese era molto più solida e dinamica rispetto a quella attuale. La disoccupazione, per quanto alta, non è mai stata ai livelli allarmanti di oggi; peraltro, con probabile tendenza ad un ulteriore peggioramento. I redditi reali erano ben più alti di quelli attuali e, conseguentemente, anche la capacita di spesa dei cittadini era ben più alta. Maggiori spese equivale a un maggior PIL e quindi, a parità di aliquote, anche maggiori entrate per lo stato. Per non dimenticare poi che la pressione fiscale, benché comunque alta, non aveva mai raggiunto i livelli attuali che oltrepassano di molto ogni limite tollerabile. Livelli come quelli attuali rendono inutile produrre e imprendere.

5) Chiarito il punto 4) emerge che, l'italia, negli ultimi anni, ha perso un parte (significativa) del tessuto produttivo che, come noto, oltre ad essere generatore di ricchezza, è anche generatore di benessere sociale. Inoltre, questo, prima di poter essere ricostituito -c osa che comunque avviene in anni e non in mesi- necessita quantomeno di condizioni migliori e comunque esige la rimozione di tutte quelle criticità strutturali che ne hanno determinato la scompara. E qui la lista è tanto lunga al punto che si potrebbe andare avanti per giorni.

6) Cosa accadrà? Difficile dirlo, ma con ogni probabilità, l'Italia, con tutto ciò che ne deriverebbe, dovrà fare ricorso al fondo salva stati che, congiuntamente alla BCE, acquisterà titoli di stato. Magari, è oltretutto probabile che l'Italia accompagnerà la richiesta di aiuti con qualche patrimoniale in grande stile. L'intervento della BCE e del fondo salva stati presupporrà un ulteriore cessione di sovranità nazionale e l'intervento della Troika imporrà misure di austerity ancor più invasive, e distruttive. In parole povere, assisteremo alla più grande rapina della storia umana, poiché le ricchezze di ogni individuo, nelle diverse forme possedute, o diminuiranno di valore (nel caso di immobili), o saranno destinate ad essere confiscate nelle forme più fantasiose possibili, transitando nelle casse delle stato per poi finire a quelle dei creditori (banche, istituzioni finanziarie).

7) L'impoverimento sarò generalizzato e verrà aggravato da una desertificazione crescente del tessuto industriale che indurrà un numero crescente di individui (soprattutto giovani) a cercare sopravvivenza altrove. Meno individui che lavorano in italia, significa minori redditi spesi in loco e quindi ulteriore crollo di domanda interna, ulteriore contrazione del PIL e ulteriore crollo delle entrate tributarie. Conseguentemente diventerà impossibile sostenere la spesa pensionistica, la spesa sociale, e la spesa statale.

A quel punto, quando saranno rimaste ceneri e macerie, i governanti diranno che l'Italia è in bancarotta.

FINE
 

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