Obbligazioni bancarie KAZAKISTAN e banche kazake (2 lettori)

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Diciamo comunque grazie al presidente se siamo arrivati almeno fino a oggi evitando un collasso stile islandese. Con l'aiuto finanziario deciso qualche mese fa è riuscito a tenere in piedi il sistema bancario. Il problema della bta è capire cosa ha in pancia, sembra che metà dei suoi crediti siano prestiti fatti in russia, prestiti fatto diciamo con molta faciloneria (e chi vuol capire capisca)...

D'accordo sulla tempestività, ma poca chiarezza, frasi sibilline che in conferenza stampa a gennaio erano state attribuite a errori degli interpreti...altro che errori di traduzione "Dei soldi dello Stato non avrebbero dovuto beneficiare i creditori della Banca" e detto fatto...
Mi sembra che si è mosso come un elefante tra i cristalli... spaventando tutti.
L'effetto panico è stato tale che creditori e correntisti hanno chiesto la restituzione dei crediti.
Una banca che stando ai bilanci (falsi?) risultava avere piu che sufficiente liquidità fino a qualche mese fa per pagare i creditori, viene definita sull'orlo del fallimento da parte del presidente: "se non fossimo intervenuti sarebbe fallita nel giro di 2 giorni". Tutto merito della svalutazione del Tenge?
Per non parlare del management resettato nel giro di poche ore e costretto a riparare chi in Austria chi in altri paesi con la giustizia kazaka che li incrimina per truffa, con relativi sequestri di centinaia di immobili e auto. Loro si difendono dicendo che la banca era in una buona situazione economica e che sono perseguitati perchè lo Stato voleva impadronirsi della banca.
Se i manager hanno curricula da gangsters e hanno taroccato i bilanci credo che il presidente avrebbe potuto accorgesene prima, visti i suoi poteri e l'enorme dimensione della banca.
In ogni caso salvare la banca senza salvare i creditori secondo me è come voler salvare un ammalato senza fargli trasfusioni di sangue: vorrei vederlo il presidente domani quando i creditori stranieri gireranno alla larga dal kazakhstan, proprio adesso che lo stato ha piu bisogno di denaro.
 

METHOS

Forumer storico
D'accordo sulla tempestività, ma poca chiarezza, frasi sibilline che in conferenza stampa a gennaio erano state attribuite a errori degli interpreti...altro che errori di traduzione "Dei soldi dello Stato non avrebbero dovuto beneficiare i creditori della Banca" e detto fatto...
Mi sembra che si è mosso come un elefante tra i cristalli... spaventando tutti.
L'effetto panico è stato tale che creditori e correntisti hanno chiesto la restituzione dei crediti.
Una banca che stando ai bilanci (falsi?) risultava avere piu che sufficiente liquidità fino a qualche mese fa per pagare i creditori, viene definita sull'orlo del fallimento da parte del presidente: "se non fossimo intervenuti sarebbe fallita nel giro di 2 giorni". Tutto merito della svalutazione del Tenge?
Per non parlare del management resettato nel giro di poche ore e costretto a riparare chi in Austria chi in altri paesi con la giustizia kazaka che li incrimina per truffa, con relativi sequestri di centinaia di immobili e auto. Loro si difendono dicendo che la banca era in una buona situazione economica e che sono perseguitati perchè lo Stato voleva impadronirsi della banca.
Se i manager hanno curricula da gangsters e hanno taroccato i bilanci credo che il presidente avrebbe potuto accorgesene prima, visti i suoi poteri e l'enorme dimensione della banca.
In ogni caso salvare la banca senza salvare i creditori secondo me è come voler salvare un ammalato senza fargli trasfusioni di sangue: vorrei vederlo il presidente domani quando i creditori stranieri gireranno alla larga dal kazakhstan, proprio adesso che lo stato ha piu bisogno di denaro.

Su alcuni aspetti concordo, può anche darsi che la cacciata dei manager e dell'amministratore (storico avversario politico del presidente) sia una mossa politica.
Può anche darsi che il presidente si sia mosso in modo goffo però anche l'amministratore del kazkomertzbank (2° banca) quando aveva detto di lasciar andare giù le banche in crisi salvando solo i creditori locali ha buttato benzina sul fuoco.
Concordo in pieno che la ristrutturazione non dovrà essere punitiva altrimenti il kazakhstan farà la fine dell'argentina e dell'islanda. I creditori medio piccoli li fotti una volta sola mentre quelli grandi è difficile che li fotti.
Diciamo però onestamente che il kazakhstan pur essendo poco trasparente, con un managment finanziario arretrato etc. ha saputo tenere in piedi le sue banche come non ha fatto l'islanda. Mi sarei aspettato un crollo bancario del kazakhstan a ottobre dell'anno scorso non dell'islanda.

Per tornare alla nostra bta se effettivamente è vero che metà dei prestiti li ha fatto a società russe in modo poco chiaro (dove sono andati i soldi? in paradisi fiscali? riciclaggio?) la colpa è del managemnt che la gestita fino a febbraio.

L'unica cosa che mi consola è che al momento non hanno fermato i pagamenti degli interessi, egno che comunque c'è una volontà di non tagliare del tutto la confidenza con i creditori.

Vedamo gli sviluppi.
 

METHOS

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UPDATE 1-BTA bank shareholders sue Kazakhstan for $3 billion

Thu Apr 30, 2009 4:14am EDT

BTA bank shareholders sue Kazakhstan for $3 billion
3:17am EDT




ALMATY, April 30 (Reuters) - Shareholders of Kazakhstan's largest bank BTA, nationalised in February, have sued the government for $3 billion, BTA Chief Executive Anvar Saidenov said on Thursday.
Saidenov, appointed by the government to run BTA, told reporters there were two lawsuits for $1.5 billion each.
"The shareholders think that damages they incurred... (due to the nationalisation) are $3 billion," he said. "They are going to use international courts."
Saidenov did not say who the shareholders were or where they had filed the lawsuits.
The government took over BTA in early February, invoking a law that allows it to force a bank to issue new shares after a breach of regulatory requirements. The government said the bank had not met the requirements on capital sufficiency and liquidity. The move diluted existing shareholders' stakes.
The government then sacked BTA Chairman Mukhtar Ablyazov, who fled Kazakhstan, calling the takeover "corporate raiding". Kazakh prosecutors have accused Ablyazov of fraud, a charge he denies.
Earlier this month, BTA defaulted on two loans worth a total of $550 million and said it would propose a debt restructuring plan for its $13 billion borrowings in May.
Kazakhstan's banking regulator said earlier on Thursday that BTA may have to be closed if it failed to reach an agreement with its creditors. (Reporting by Masha Gordeyeva; writing by Olzhas Auyezov; editing by Karen Foster)
 

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UPDATE 1-BTA bank shareholders sue Kazakhstan for $3 billion

Thu Apr 30, 2009 4:14am EDT

BTA bank shareholders sue Kazakhstan for $3 billion
3:17am EDT




ALMATY, April 30 (Reuters) - Shareholders of Kazakhstan's largest bank BTA, nationalised in February, have sued the government for $3 billion, BTA Chief Executive Anvar Saidenov said on Thursday.
Saidenov, appointed by the government to run BTA, told reporters there were two lawsuits for $1.5 billion each.
"The shareholders think that damages they incurred... (due to the nationalisation) are $3 billion," he said. "They are going to use international courts."
Saidenov did not say who the shareholders were or where they had filed the lawsuits.
The government took over BTA in early February, invoking a law that allows it to force a bank to issue new shares after a breach of regulatory requirements. The government said the bank had not met the requirements on capital sufficiency and liquidity. The move diluted existing shareholders' stakes.
The government then sacked BTA Chairman Mukhtar Ablyazov, who fled Kazakhstan, calling the takeover "corporate raiding". Kazakh prosecutors have accused Ablyazov of fraud, a charge he denies.
Earlier this month, BTA defaulted on two loans worth a total of $550 million and said it would propose a debt restructuring plan for its $13 billion borrowings in May.
Kazakhstan's banking regulator said earlier on Thursday that BTA may have to be closed if it failed to reach an agreement with its creditors. (Reporting by Masha Gordeyeva; writing by Olzhas Auyezov; editing by Karen Foster)

Se non dicono chi sono questi creditori e quali sono le corti internazionali adite...e al momento non mi risulta siano esistenti per far valere diritti di creditori per una banca (corte europea dei diritti dell'uomo?? :D).
Strano che in una situazione del genere ci siano creditori che chiedono la restituzione anticipata dei prestiti per variazione del management.
Che sia una bufala del governo del kazakistan per mandare tutti all'acqua? :D
 

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Roma, 30 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Gli azionisti della Bta Bank hanno presentato ricorsi contro il Kazakistan per un massimo di 3 miliardi di dollari. L'ha reso noto, secondo quanto riporta oggi l'agenzia di stampa Interfax, il presidente del board esecutivo dell'istituto di credito Anvar Saidenov. Si tratta "di due ricorsi con una richiesta da 1,5 miliardi di dollari ciascuno", ha spiegato in una conferenza stampa Saidenov. "Gli azionisti - ha continuato - ritengono che a tanto ammontino le loro perdite in seguito al coinvolgimento del fondo statale SamrukKazyna nel capitale di Bta Bank". I ricorsi sono stati presentati presso corti internazionali. SamrukKazyna, il fondo controllato dallo Stato, ha acquisito a febbraio il 78,14 per cento delle azioni di Bta Bank. L'istituto di credito, secondo la valutazione del governo, era in gravissima difficoltà. Astana ha escluso di voler nazionalizzare la banca e ha affermato che il controllo sarà mantenuto solo in maniera temporanea. L'operazione di febbraio è stata seguita dall'apertura di una serie di inchieste penali nei confronti dei vecchi proprietari e management. Alcuni di loro hanno lasciato il paese. Per Bta Bank, considerata il settimo istituto di credito nella Comunità degli stati indipendenti e il primo in Kazakistan, sono in corso negoziati volti alla vendita alla banca russa Sberbank. I risultati di queste trattative, secondo quanto riferito ieri dal fondo SamrukKazyna, dovrebbero essere chiari a maggio.
index.asp
 

METHOS

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Sembra che dietro ci sia una manovra della morgan per far fallire la bta e guadagnare sui cds.
Sta ***** di morgan era meglio se falliva lei. Che banca di *****...

Tale from the land of Borat is a lesson to the world at large

By Gillian Tett
Published: May 1 2009 03:00 | Last updated: May 1 2009 03:00

Mention the word "Kazakhstan" to a trader in New York or London, and the image of Borat is likely to spring to mind.
Right now, though, bankers have a second - more serious - reason to ponder the central Asian country, aside from the putative mankini-wearing Kazakh traveller who featured in a comedy film.
As the financial crisis virus has swept around the globe in recent months, Kazakhstan's banking sector has been engulfed in turmoil. This is not just creating a headache for the Kazakh government and western creditors, but also highlighting issues about the credit derivatives market that extend well beyond those far-flung steppes.
Take the case of Morgan Stanley's dealings with BTA, Kazakhstan's largest bank. A few years ago, BTA, like many of its eastern brethren, was an up-and-coming darling of the capital markets world, with investment bankers furiously competing to float its bonds, provide loans, and much else.
But earlier this year, when funding dried up for Kazakh banks, BTA fell under the control of the government. Initially, BTA wanted to keep servicing its loans and its creditors, such as Morgan Stanley, appeared happy to play along.
But last week Morgan Stanley and another bank suddenly demanded repayment. BTA was unable to comply, and thus tipped into partial default. That sparked fury among some other creditors, and shocked some Kazakhs, who wondered why Morgan Stanley would have taken an action that seemed likely to create losses.
One clue to the US bank's motives, though, can be seen on the official website of the International Swaps and Derivatives Association. One page reveals that just after calling in the loan, Morgan Stanley also asked ISDA to start formal proceedings to settle credit default swaps contracts written on BTA.
For it transpires that while the US bank has a loan to BTA it also has a big CDS position on BTA, that pays out if - and only if - the Kazakh bank goes into default. Indeed, some of Morgan Stanley's rivals suspect that notwithstanding its loan, Morgan Stanley is actually net short the Kazakh bank.
As a result, speculation is rife that Morgan might have deliberately provoked the default of BTA to profit on its CDS, since a default makes the US bank a net winner - not loser as logic might suggest. Morgan Stanley, for its part, refuses to comment on this speculation (although its officials note the bank does not generally take active "short" positions in its clients.) And I personally have no way of knowing whether Morgan is short or long, since Morgan refuses to disclose details of its CDS holding.
What is crystal clear is somebody has been placing big bets on whether or not the banking equivalent of Borat will blow up. Right now more than $700bn BTA CDS contracts are registered with the Depository Trust & Clearing Corp in New York. Last year, the BTA CDS contract was so liquid that banks and hedge funds were trading it as a proxy for Kazakh government debt.
Therein lies the crucial reason why the world outside Kazakhstan should note what has happened to BTA. In some respects, the fact that BTA has spawned so much CDS activity has been rather good for Kazakhstan. After all, if banks such as Morgan Stanley had not been able to hedge their positions in recent years, they might never have provided finance on such a scale to BTA - or any other emerging market banks.
Or, to put it another way, if CDS contracts did not exist, western banks such as Morgan Stanley would now be nursing big losses at BTA, rather than ending up flat (or even making a profit).
But the rub for regulators and investors is that BTA credit risk has not entirely disappeared: somebody right now is holding the other side of Morgan Stanley's contracts - and unfortunately, there is little way for outsiders to know exactly who.
Worse, the presence of those CDS contracts makes it extremely hard to work out what the true incentives of any creditors are. In theory, lenders should have an interest in avoiding default. In practice, CDS players do not. The credit world has become a hall of mirrors, where nothing is necessarily as it seems.
At best, this makes it fiendishly hard to tell how corporate defaults will affect banks; at worst, it creates the risk of needless value destruction as creditors tip companies into default. Either way, the key point to grasp is that this is not just a Kazakh tale. Investment banks and hedge funds have written vast volumes of CDS contracts on western names, too. And while the corporate default rate has been low in recent years, it is rising fast.
What is playing out at BTA, in other words, is merely a foretaste of what awaits part of the western corporate scene too. Call it, if you like, the new face of financial globalisation - albeit one that is unlikely to look quite as funny as those Borat jokes - as companies and investors finally wake up to the implications of this deceptive new credit world.
[email protected]
 

Imark

Forumer storico
Se non dicono chi sono questi creditori e quali sono le corti internazionali adite...e al momento non mi risulta siano esistenti per far valere diritti di creditori per una banca (corte europea dei diritti dell'uomo?? :D).
Strano che in una situazione del genere ci siano creditori che chiedono la restituzione anticipata dei prestiti per variazione del management.
Che sia una bufala del governo del kazakistan per mandare tutti all'acqua? :D

La vicenda è gestita secondo canoni comportamentali da satrapato centroasiatico (e d'altronde, cos'altro è il Kazakhstan ?), però sul punto dei creditori devo rettificare la tua indicazione, nel senso che il rimborso anticipato è stato chiesto sulla scorta di una clausola del tipo "change of control" scattata quando l'agenzia di investimenti governativa ha affermato di essere subentrata agli azionisti precedenti riservandosi circa il 75% del capitale azionario di BTA.

E questo in effetti è un passaggio di proprietà che integra un "change of control". Solo che gli standard kazaki sono tali che quando la cosa è successa, chi l'aveva predisposta non si era neanche reso conto delle conseguenze nei rapporti della banca con i creditori. :cool:
 

METHOS

Forumer storico
La vicenda è gestita secondo canoni comportamentali da satrapato centroasiatico (e d'altronde, cos'altro è il Kazakhstan ?), però sul punto dei creditori devo rettificare la tua indicazione, nel senso che il rimborso anticipato è stato chiesto sulla scorta di una clausola del tipo "change of control" scattata quando l'agenzia di investimenti governativa ha affermato di essere subentrata agli azionisti precedenti riservandosi circa il 75% del capitale azionario di BTA.

E questo in effetti è un passaggio di proprietà che integra un "change of control". Solo che gli standard kazaki sono tali che quando la cosa è successa, chi l'aveva predisposta non si era neanche reso conto delle conseguenze nei rapporti della banca con i creditori. :cool:

Be però se i tedeschi o gli inglesi nazionalizzano nessuno va a chiedergli indietro i covenant o i bond. Qua ci sono parecchie mosse speculative da una parte e dall'altra. Confido fino all'ultimo che riescano a maneggiare la situazione anche se di fatto mi sembra sempre più ingarbugliata.
 

Imark

Forumer storico
Be però se i tedeschi o gli inglesi nazionalizzano nessuno va a chiedergli indietro i covenant o i bond. Qua ci sono parecchie mosse speculative da una parte e dall'altra. Confido fino all'ultimo che riescano a maneggiare la situazione anche se di fatto mi sembra sempre più ingarbugliata.

Ciao Methos, il fatto è che nei bond emessi (o nei loans negoziati, se non fosse che anche questa è cosa teorica, perché le banche da noi si finanziano tramite bond) dalle banche occidentali, le clausole change of control proprio non ci sono, in quanto si muove dall'assunto che il passaggio di proprietà non determini mai un deterioramento dell'affidabilità della banca, in quanto questa è garantita dalla vigilanza delle banche centrali sulle attività esercitate dagli istituti bancari privati.... ;)

Da noi in occidente la change of control c'è solo nei bond corporate non bancari... :)
 

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