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C'è già qualcuno che la pensa come te.


Deutsche Bank: Everyone Take A Deep Breath

Sep. 30, 2016 2:41 AM ET
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About: Deutsche Bank AG (DB)


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Long-term horizon, medium-term horizon, long/short equity, long only

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Opinions are swirling about Deutsche Bank.

There is no question the German government would ultimately support Deutsche.

It is for hyper rational investors only, but I would start buying small: in it to win it.

Jeffrey Gundlach was quoted yesterday as saying, "The market is going to push down Deutsche Bank until there is some recognition of support".

It certainly feels this way. The latest leg down in DBK was triggered by the rumour that Angela Merkel had ruled out supporting the bank.

There is something very plausible about this line of thinking. Banks are under pressure: we have Wells Fargo explaining itself on Capitol Hill, Credit Suisse CEO Tidjane Thiam describing the European sector as "uninvestable" and Deutsche Bank (NYSE:DB) exploring new lows daily.

Nothing so far has suggested that if - and it remains a very big if - Deutsche Bank needed German state support, such support would be withheld. If the collapse of Lehman Brothers did anything for the world economy, it was to show the impact of letting a major, interconnected bank fall. John Mack's reaction when this question was raised in February, another time Deutsche was under intense pressure, is instructive: "It's the GERMAN bank...." (emphasis and upper case added).

Chancellor Merkel, in saying no rescue is planned, was simply observing the hierarchy carried in EU rules on aid to private sector companies. First, the company has to be in a state of collapse, and Deutsche is not. Second, after equity holders are wiped out, holders of subordinated, equity linked debt must be bailed in. If then the company still needs assistance, state aid can be applied. To my mind, imagining that the German government would not then assist Deutsche Bank is unrealistic.

Yes, some hedge funds limited their risk exposure to Deutsche yesterday. There may well be a few more. After all, hedge funds often act in a herd like fashion. I thought the most interesting item in this piece of news flow was Deutsche Bank's response, and I would urge investors to consider it:


"Our trading clients are amongst the world's most sophisticated investors," Deutsche Bank said in an emailed statement to CNBC. "We are confident that the vast majority of them have a full understanding of our stable financial position, the current macro-economic environment, the litigation process in the U.S. and the progress we are making with our strategy."

Critical to the appreciation of this "financial position" is Deutsche's liquidity. Deutsche has over €40bn of liquidity above its short term wholesale funding commitment, and the total commitment is over €200bn. Backing everything up in Europe is TLTRO II. This means that counterparties will keep taking DBK's name.

The Deutsche statement mentions the "litigation process in the US" as something that is believes clients understand. And investors should too. The one fundamental threat to DBK here is that the DoJ has presented it with a demand for $14bn in settlement of the RMBS sales issue. First, The DOJ made a similarly sized demand of Goldman Sachs over RMBS and ended up settling for much less. Second, it would seem unrealistic that the DoJ is unaware that this demand, if met, would push DBK below its capital adequacy thresholds. And it therefore, to me at least, seems unrealistic that the DoJ would pursue the full claim. This is an opening gambit, and no more. And until the settlement is reached, DBK has the capital.

If I were ING, I might be politely asking if Deutsche would like to sell me an asset management company, but I'm not, and Deutsche wouldn't.

My own disposition is to start buying small. I don't think Deutsche will fail, I do think it will settle with the DoJ for an amount that leaves its capital ratios intact, though it will probably be close. But I think it has a steady revenue base and this is a great position to start restructuring a chronically inefficient cost base from. You have to be in it to win it.

Disclosure: I/we have no positions in any stocks mentioned, and no plans to initiate any positions within the next 72 hours.


I wrote this article myself, and it expresses my own opinions. I am not receiving compensation for it (other than from Seeking Alpha). I have no business relationship with any company whose stock is mentioned in this article.

Mi trova d' accordo.Anche se ritengo non realistico anche l' impiego del bail-in,che nel caso dell' investitore sarebbe equivalente ad un fallimento.Questo perchè DB è un rischio potenziale,non una banca sull' orlo del fallimento.La multa poi,non la considero neppure:l' importo è una mera ripicca per la multa di Apple.Ci sarà,ma di rilevanza molto minore.
Ovviamente non sono un abile forumer come molti che acquistano sui minimi e vendono sui massimi.
Quindi mi tengo le mie perdite virtuali e mi godo le cedole,in attesa di tempi migliori,anche considerando che le preferred hanno call 2018.....

Cordiali saluti
 
Trasporto container, il crac di Hanjin Shipping svela la fragilità del settore. “È come il fallimento Lehman Brothers”
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Lobby

La compagnia sudcoreana il 31 agosto ha presentato istanza di fallimento. Il 23 settembre governo sudcoreano, azionisti e presidente si sono accordati sulla creazione di un fondo di emergenza da 145 milioni di dollari che pagherà ancoraggio, pedaggi ed equipaggi, consentendo alle navi di attraccare nei porti (anche italiani). Ma per Gerry Wang, numero uno della società canadese Seaspan, la bancarotta "è una bomba atomica sulla catena distributiva"

di Felice Meoli | 30 settembre 2016
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Più informazioni su: Container, Corea, Fallimento, Graziano Delrio, Logistica, Shopping
Lo scorso 31 agosto, presentando un’istanza di fallimento inCorea del Sud e negli Stati Uniti, la Hanjin Shipping ha scoperchiato il vaso di Pandora del trasporto marittimo dicontainer. Si tratta della prima compagnia coreana del settore e tra le maggiori del mondo, che dal 2011 chiude i bilanci inperdita e ha accumulato un debito di oltre 5,5 miliardi di dollari. Nell’ultimo mese ha costretto in mare, senza possibilità diattraccaggio, quasi il 70% della sua flotta di 141 navi, per un valore di merci trasportate stimato in 14 miliardi di dollari. Dopo giorni critici, con lo spettro di gravi ripercussioni sul commercioglobale e ricadute sullo shopping legato al Thanksgiving e al Natale, l’emergenza sembra in via di definizione. Grazie ai fondi forniti dal presidente di Hanjin Cho Yang-ho e alle garanzieaccordate da uno dei suoi principali creditori, la Korea Development Bank, istituto controllato dallo Stato. E potrebbero dunque esserci sviluppi anche per le attività italiane del gruppo, che nel nostro Paese opera in joint-venture con l’armatore genovese Gastaldi. Ma la strada obbligata è quella delconsolidamento, un fenomeno che ha già interessato quest’anno molti degli operatori del settore e che subirà una nuovaaccelerazione nei prossimi anni. L’alternativa? Per Gerry Wang, numero uno della società canadese Seaspan che ha noleggiato tre navi ad Hanjin Shipping, il suo crac “è come la Lehman Brothersdei mercati finanziari”. “E’ una grande bomba atomica”, ha detto aBloomberg. “Scuote dalle fondamenta la catena distributiva, pietra angolare della globalizzazione”.


Il fondo di salvataggio finanziato da Stato, Korean Air e dal presidente del gruppo – Il 23 settembre, una riunione d’urgenza convocata dal governo sudcoreano ha finalmente delineato la creazione di un fondo di emergenza da 145 milioni di dollari necessari per sbloccare l’impasse. Korean Air, azionista di maggioranza del gruppo Hanjin, ha messo sul tavolo 55 milioni di dollari, mentre 45 proverranno dalla Korea Development Bank. Cho Yang-ho fornirà invece 36 milioni e ulteriori 9 verranno messi a disposizione dall’ex presidente della compagnia, Choi Eun-young, attualmente sotto inchiesta per insider trading.

Il denaro sarà utilizzato per rimborsare la platea di creditori della compagnia di trasporto: società di noleggio delle navi (solo il 40% della flotta di Hanjin è di proprietà), porti a cui non sono stati pagati ancoraggio e servizi, terminal, pedaggi (il Canale di Suez, per esempio), agenzie di reclutamento degli equipaggi, fornitori di bordo, società di gestione delle navi. Il ministro delle finanze e vicepremier Yoo Il-ho, che a seguito del vertice ha visitato il terminal di Hanjin Shipping a Pusan, la città portuale più grande della Corea del Sud, ha assicurato: “Completeremo lo scarico del 90% delle portacontainer di Hanjin entro la fine di ottobre”. Al momento, secondo quanto riportato da Business Korea, sono state scaricate 35 navi, di cui 18 in Corea e 17 in porti esteri. Altre 33 navi ritorneranno in patria, mentre resta da definire la situazione per le 29 rimanenti, bloccate in acque straniere.

Delrio: “Almeno 10 milioni di insoluti verso operatori italiani e merci bloccate per un valore di 1 miliardo” – L’Italia rappresenta un hub importante per il gruppo e durante il question time della scorsa settimana il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha chiesto a Seul di comunicare al sistema portuale “come intenda gestire i circa20.000 container che statisticamente sono l’in/out da ora a Natale da/verso l’Italia”. Delrio ha specificato che “gli insoluti che Hanjin lascia a terminal operator e altri operatori ammontano ad almeno una decina di milioni, considerato che il valore delle merci import/export Italia bloccate sulle navi, secondo le nostre stime, ammonterebbe a più di un miliardo”. Il consiglio di amministrazione di Hanjin Italy, agente mandatario di Hanjin Shipping per il mercato italiano, ha votato il 2 settembre la messa in liquidazione volontaria della società e il 19 settembre è decorso il termine per i licenziamenti collettivi che riguardano i 92 dipendenti di Hanjin Italia, di cui 86 a Genova dove ha sede la società.


Rischio di impatto sull’intera filiera e sul settore finanziario che ha investito nel settore – Gerry Wang, tra i fondatori della canadese Seaspan che ha noleggiato tre navi ad Hanjin Shipping, ha appunto paragonato la vicenda al fallimento di Lehman Brothers del 2008, un evento epocale che ha innescato unacrisi globale. La richiesta di amministrazione controllata presentata dalla compagnia coreana potrebbe avere un impatto non solo settore del trasporto marittimo, ma anche sull’intera filiera della logistica e sul settore finanziario, che negli ultimi anni ha investito notevoli risorse nel rinnovamento dei vettori, di sempre più grandi dimensioni. L’aumento della capacità delle navi, arrivate a poter ospitare quasi 20.000 container, aveva l’obiettivo dirazionalizzare le spese e risparmiare carburante, ma avuto l’effetto di provocare un eccesso di stiva, ridurre il costo delle spedizioni e permettere solo ai player più grandi di reggere la competizione. Le compagnie si sono quindi strutturate in consorziper scambiarsi i carichi e rendere più efficienti i trasporti, e hanno avviato il risiko delle fusioni e delle acquisizioni.

Verso una nuova tornata di aggregazioni. E Hanjin finirà in pancia a un concorrente – Il settore dei trasporti marittimi di container, che al netto del caso Hanjin, ha già registrato nel 2016 una perdita complessiva di 4 miliardi di dollari, negli ultimi due anni ha visto il consolidamento di alcuni dei più grandi operatori al mondo: Cosco Container Lines e China Shipping Container Lines, Hapag-Lloyd e Csav, Hapag-Lloyd e United Arab Shipping Company, Cma-Cgm e Apl. Mentre dal prossimo anno le maggiori alleanze passeranno da quattro a tre: Ocean Alliance, che raccoglierà complessivamente la quota di mercato maggiore, 2M Alliance, che manterrà il suo focus principale in Europa e Asia, e The Alliance, che sarà attiva con più forza nellerotte del Trans-Pacifico. Secondo gli esperti un secondo round di aggregazioni partirà entro il 2020, e porterà a un’ulteriore riduzione degli operatori nel 2025, quando potrebbero essere addirittura in sei a spartirsi tutto il mercato. Il destino di Hanjin è invece già segnato: dapprima nelle mire della conterraneaHyundai Merchant Marine, che tuttavia sta attraversando anch’essa una profonda ristrutturazione, potrebbe invece essere rilevata in toto o nei suoi principali asset, insieme a Hyundai, dal primo carrier mondiale, vale a dire la danese Maersk. L’ipotesi, rilanciata dalla banca d’investimento Jefferies negli ultimi giorni, ha provocato un rimbalzo del 30% delle azioni di Hanjin alla Borsa di Seul.

di Felice Meoli | 30 settembre 2016
Da "Il fatto quotidiano"
 
Io ho incrementato Costamare, CYS, JMP 8% e Rait 7,625% (sotto 22) e sono entrato su Tsakos. Binck ha rifiutato di censire le preferred di Teekay, perchè trattasi di MLP.
Buona domenica a tutti gli amici del preferred club.
 
Great Plains Energy Incorporated — Preferred Stock Offering

Company: Great Plains Energy Incorporated

Date announced: 9/27/2016
Shares Offered: 15,000,000
Date of Pricing: 9/27/2016
Price Per Share: $50.00
Preferred Stock Offering Details: Great Plains Energy Incorporated (NYSE:GXP) ("Great Plains Energy" or the "Company") announced today the commencement of concurrent underwritten public offerings of 52,600,000 shares of its common stock and 15,000,000 depositary shares, each representing a 1/20th ownership interest in a share of its Series B Mandatory Convertible Preferred Stock, without par value (the "Mandatory Convertible Preferred Stock"), with a liquidation preference of $1,000 per share of Mandatory Convertible Preferred Stock (equivalent to $50 per depositary share). In addition, Great Plains Energy will grant the underwriters in each respective offering a 30-day option to purchase up to 7,890,000 additional shares of common stock and up to 2,250,000 additional depositary shares. -updated 9/27- Great Plains Energy Incorporated (NYSE:GXP) ("Great Plains Energy" or the "Company") announced today the pricing of its previously announced concurrent underwritten public offerings of 52,600,000 shares of its common stock at a price of $26.45 per share and 15,000,000 depositary shares, each representing a 1/20th ownership interest in a share of its 7.00% Series B Mandatory Convertible Preferred Stock, without par value (the "Mandatory Convertible Preferred Stock"), with a liquidation preference of $1,000 per share of Mandatory Convertible Preferred Stock (equivalent to $50 per depositary share), at a price of $50 per depositary share. In addition, the underwriters in each respective offering have been granted a 30-day option to purchase up to 7,890,000 additional shares of common stock and up to 2,250,000 additional depositary shares.

Great Plains Energy is a public utility holding company. Co.'s business segment is electric utility, which consists of: Kansas City Power & Light Co., a regulated electric utility that provides electricity to customers primarily in Missouri and Kansas; KCP&L Greater Missouri Operations Co., a regulated electric utility that provides electricity to customers in Missouri and regulated steam service to certain customers in St. Joseph, MO; and GPE Transmission Holding Company, LLC, which owns 13.5% of Transource Energy, LLC, which focuses on developing electric transmission projects. At Dec 31 2015, electric utility served approximately 846,100 customers in western Missouri and eastern Kansas.
 

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