La bolla al ribasso della volatilità

Ciao Pierrone ,
grazie per la splendida risposta :) e grazie per questo splendido thread .

ho letto tutto con molto interesse e vi ho trovato la dimostrazione che
il confronto civile fra diversi punti di vista è motivo di riflessione
e approfondimento , bisogna sempre essere disposti a rimettersi in
discussione ; specie in borsa , guai a rintanarsi nelle proprie convinzioni .

Vi faccio un appunto , non è che non si vede una recessione da venti anni
quella del 2000 non fu una recessione ma solo un misero regresso
economico , poteva anche diventare recessione ma l'immissione di
liquidità la abortì .
Però quella del 1989-90 / 1992-93 quella sì che fu una recessione con
tutte le conseguenza dure e crude , sia per la caduta economica sia
per i risvolti sociali , meno visibili da noi ( per questo il modello delle
piccole e medie imprese fu studiato nel Mondo ) , ma drammatico negli
Usa , la sola differenza fra un barbone e un direttore di banca era allora
un impiego e tre-sei mesi di stipendio , come è socialmente impostata
la comunità a stelle e strisce (oggi più di allora ) la concatenazione degli
eventi economici si abbattè su chi era indebitato , come un ciclone spazzando tutto,
c'era paura anzi no era terrore , chi perdeva il posto di lavoro rischiava
tutto , famiglia compresa .

Il deprezzamento del cambio fu talmente profondo che aiutò il recupero
di competitività e permise alle aziende Usa , prime nel Mondo a
ristrutturarsi e moltiplicare le spese in ricerca nonostante la crisi
(in questo sono come l'araba fenice ) , di riprendere rapidamente il via .
Fu molto più rapida di talune crisi recessive del passato , ma se è vero
come è vero che molti ancora se la ricordano non fu una passeggiata .

Una cosa del genere oggi farebbe star male molti , ma MOLTI .
 
christiano ha scritto:
I valori dei prezzi delle stock vanno corretti per il valore dell'inflazione. Cosa comprava un dollaro cento anni fa e cosa compra adesso?
Non dimenticarti mai che un investimento in azioni è capitale di rischio non garantito. Di Enron, Parmalat, Worldcom credo che i listini di tutto il mondo siano strapiene.


Christiano mi fai morire, perchè dici una marea di cose verissime, ma le conclusioni che poi ne trai sono il contrario di quelle stesse cose che dici:


proviamo a rispondere a questa domanda: di quanto mediamente saliranno, nel lungo periodo ("secolarmente" ) , le azioni?



"I valori dei prezzi delle stock vanno corretti per il valore dell'inflazione. Cosa comprava un dollaro cento anni fa e cosa compra adesso?"

1) DEI TASSI NOMINALI (inflazione + tassi reali) perchè altrimenti i rendimenti free risk renderebbero di più

Ipotizziamo sia pari a 5%



"Non dimenticarti mai che un investimento in azioni è capitale di rischio non garantito"

2) DEL PREMIO AL RISCHIO perchè altrimenti i rendimenti free risk renderebbero come le borse, ma con rischi e volatilità nettamente inferiore


ipotizziamo sia pari a 5%



"Di Enron, Parmalat, Worldcom credo che i listini di tutto il mondo siano strapiene"

3) PIU' DELLA SEMPLICE SOMMA DI TASSI NOMINALI E PREMIO AL RISCHIO, in modo che poi quello che rimane in mano a chi investe in maniera efficiente sulle azioni, dopo che ha perso tutti i piccoli capitali investiti in aziende fallite, sarà pari al rendimento dei tassi nominali più il premio al rischio

ipotizziamo sia pari all'1%

che cos'è questo 1% ? dai primi due punti ho ipotizzato che un "equo rendimento" in un investimento azionario sia 10%. Ciò vuol dire che gli indici che noi tutti guardiamo avrebbero dovuto rendere almeno l'11%, in modo che quella piccola quota persa in azioni andate in bancarotta riporti il rendimento giù al livello pronosticato, tasso nominale più premio al rischio.




un saluto a f4f ;)
 
Scusa ma mi fai capire perche le premesse mi portano a conclusioni sbagliate?
Mica ho detto (scritto) che le azioni non sono mai salite. Ho semplicemente fatto notare che non salgono sempre come qualche bravo promotore in giacca e cravatta cerca di far credere al pensionato che non sa cosa fare della liquidazione (lo scrivo perchè ho assitito alla scena fatta con mio padre qualche anno fa).
Ti faccio vedere un bel grafico di produzione propria:


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E' un pò complicato. Il CUSUM è un mio indicatore percentilizzato che misura se il mercato ha la tendenza a stare sopra o sotto la sua media (in realtà è una serie di medie). E' un indicatore di tipo statistico e quindi lo possiamo definire normalizzato sulla serie storica del S&P500 dal 1970 ad oggi. I cicli durano normalmente 15 anni. Poi ci sarebbero altri cicli più grandi e sono quelli che portano al "secolare".
 
tu guardi i due ultimi cerchietti e ci vedi l'inizio di un trend ribassista secolare. Io invece guardo il tuo grafico, senza guardare i cerchietti, e ci vedo un interessante trend "core" rialzista che parte dall'inizio degli anni 80, da quando cioè le politiche neoliberiste di Reagan eliminarono l'alta inflazione. Penso che in questa fase economica ci siamo sostanzialmente ancora dentro, poco è cambiato dai tempi di Reagan, molto cambiò invece dal suo arrivo.

Quando l'inflazione scende STRUTTURALMENTE, i tassi nominali scendono, per cui anche i rendimenti attesi sulle azioni scendono strutturalmente. Se i rendimenti attesi sulle azioni scendono strutturalmente, le azioni fanno un "salto" all'insù molto importante, per salire sui nuovi livelli da cui poi rendere i minori rendimenti.
110235218611023509694.jpg
 
Veramente bravi :)
Tutto molto interessante.... e merita ulteriore approfondimento.
Cominciamo dalla bolla della volatilità e cioè dal titolo del thread.
Siamo proprio sicuri che la volatilità sia stata compressa ad arte sui mercati azionari e invece la sua compressione non sia una logica conseguenza di un lungo periodo di volatilità molto elevata?
IO non so quale relazione c'è tra volatilità storica e implicita ma quello che è certo che sui picchi di lungo periodo (così come sui bottom) la volatilità dei prezzi può crescere anche per alcuni anni sia prima che dopo ma è di solito seguita da un andamento dei prezzi molto più rilassato logica conseguenza di un calo di partecipazione ai mercati.
C'è da dire che il top del 2000 ha si espresso una bolla speculativa ma essenzialmente sulla cosidetta new economy mentre altri settori del mercato (small cap ecc.) hanno raggiunto nuovi massimi storici.
Ecco per cui una certa volatilità dei prezzi dovrebbe di nuovo presentarsi quando e se questi valori consolideranno (certamente potrà aumentare anche durante una eventuale ulteriore fase di rialzo più prettamente speculativa con una partecipazione di titoli inferiore) ma ritengo che le esplosioni del recente passato non le vedremo anche grazie alla presenza di numerosi hedge che operano su questo particolare segmento di mercato.
Vedremo.... :)
 
Sull' equity risk e sulla relazione tassi/borse si è scritto molto.
Questo lo ritengo interessante...


http://www.firstquadrant.com/PDFs/Monographs/0202_What_Risk_Premium_Is_Normal.pdf

Le borse sono sempre cresciute è sicuramente vero... ma se consideriamo la svalutazione derivante dall'inflazione ci accorgiamo che vi sono stati momenti in cui l'investimento ha prodotto ritorni assoluti interessanti e altri in cui i ritorni sono stati negativi.
Nel 1897 il DJIA toccò i 50 cosi come li tocco al culmine del ribasso post bolla del 1929 passando per una forte inflazione (e svalutazione cartacea...) post prima guerra mondiale.
Esiste un trend di lunghissimo periodo rialzista ma questo presunto canale tocca la parte alta o la parte bassa del canale a seconda del periodo di riferimento. Vi posto qua un grafico che non posso giurare sia il massimo dell'attendibilità me che comunque ne esemplifica molti altri prodotti da importanti case di investimento che ne rappresentano un andamento simile.... ora siamo nella parte alta del canale... che poi la svalutazione avvenga con una discesa del mercato azionario o con una esplosione dell'inflazione quello dipende dalle scelte delle banche centrali.


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Se invece l'andamento dei bull e dei bear sull'azionario lo misuriamo attraverso l'espansione contrazione dei p/e il fatto che attualmente siano scesi dai massimi ma restano in alcuni settori (principalmente tech) a livello di bolla e su gli altri settori sopra la media storica e distanti da valori che hanno identificato un bottom fondamentale (tra i 10 e i 12) e usciamo da anni in cui le imprese hanno ristrutturato pesantemente; margini di espansione ci possono essere solo creando deflazione sui mercati.
Poi i mercati possono salire e anche molto grazie alla liquidità in mano ai consumatori US e immessa sul mercato dalle politiche accomadanti delle banche centrali ma ci sarebbe il rischio di ulteriori bolle ed esplosioni (magari su mercati diversi dall'azionario...) :)
 
Per quanto riguarda il dollaro si è di molto svalutato ma è anche vero che le altre valute mondiali escluse alcune eccezioni (Franco svizzero...) hanno perso anche di più.....

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per quanto riguarda il mercato dei bond invece il top del mercato dei bond è solitamente diverso dal top dei mercati azionari in quanto è un top che si sviluppa nell'arco di diversi anni (7/12) e viene di solito evidenziato attraverso un ampio trading range dopo una fase di forte crescita.
Nella fase attuale l'alta volatilità dei prezzi che ne caratterizzaz i movimenti attuali è sinonimo di grande partecipazione e nervosismo simile al comportamento dei top sull'azionario.
Questo è probabilmente dovuto alla manipolazione che questo mercato ha subito negli ultimi anni da parte delle banche centrali.
Al di là dei risaputi acquisti delle banche centrali asiatiche che stanno comunque scemando c'è un interessante movimento che riguarda la Banca Centrale Giapponese.
La BOJ tende a sterilizzare tutti gli acquisti delle altre banche centrali asiatiche di Yen (necessarie per il commercio tra i vari paesi) comprando innanzitutto euro e bund per impedire un aprrezzamento dello Yen contro euro, la cui area è la più temibile competitrice dei prodotti Giapponesi sui mercati americani.
Se questa non è manipolazione.....
 
Ehi Pier ma tu lo sai cosa è il CUSUM?
E' molto difficile che tu lo sappia perchè l'ho inventato io!
Il CUSUM non è un titolo che ha un canale rialzista è una spece di freccia che indica il trend del mercato. Se il punto di oggi (o di questa settimana, mese, quarter etc.) è superiore a quello di ieri allora il trend è al rialzo, se è orizzontale siamo in laterale, se è orientato verso il basso il trend è sudista. Se proprio lo vuoi puoi disegnarlo tu un canalone che parte dal 2000. E' incredibile come l'indicatore sia sempre simmetrico su mercati scorrelati e faccia vedere dei cicli di 15 anni. Vedi quelle strane linee azzurre. Sono i changing points, ossia i punti in cui il mercato cambia direzione ed in cui io faccio le mie operazioncine. Nessuno ha la sfera di cristallo, ma se si usa la statistica e le opzioni per operare, con tanto di copertura certo non si sbanca il casinò, ma si tira a campare.
Ma se sei più bravo di me nell'interpretazione del CUSUM ti faccio i complimenti. Oltretutto dovresti vedere in che tetto si trova quello su frame orario.

Che ci vuoi fare sono di coccio. Io un mercato toro non lo vedo proprio. Io credo che sia quello che ci vogliono far credere. E' una sorta di bluff!
 

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