DNGMRZ
ordine 11.110
La chiesa fa notare che anche partiti sindacati e arci non pagano
alla fine della fiera paghiamo solo noi fessi.
http://www.corriere.it/politica/11_...ti_4d2c421e-2320-11e1-bcb9-01ae5ba751a6.shtml
Ici, i Radicali svelano i finti «luoghi di culto»
L'Avvenire: «Esentate anche le case del popolo»
È della Chiesa il 20% del patrimonio immobiliare italiano
MILANO - È partita la caccia a chi non paga l'Ici. Si allarga il fronte politico di chi vorrebbe maglie più strette per far pagare le tasse anche alla Chiesa. Il presidente della Cei Bagnasco venerdì ha mostrato disponibilità «a valutare la chiarezza della norma». Ma allo stesso tempo l'Avvenire passa al contrattacco segnalando che non soltanto i beni ecclesiastici sono esentati dal pagamento delle tasse sugli immobili. In effetti l'elenco è lungo, e comprende tutti gli edifici di proprietà di organizzazioni internazionali e Stati esteri (compreso però il Vaticano), così come le fondazioni culturali e liriche, le Camere di Commercio, le università, le scuole. Anche i musei, ma a patto che non comprendano attività commerciali come book-shop o caffetterie (il che li esclude praticamente tutti). Sono poi esentate tutte le associazioni impegnate nel sociale, e in questo novero finiscono anche le attività ricreative, come buona parte dei 5.500 circoli Arci.
LE STIME - Ma torniamo ai beni ecclesiastici. Secondo stime dell'Anci aggiornate al 2007 - quando ancora esisteva l'Ici sulla prima casa - l'esenzione vale 400 milioni di euro l'anno, al netto dell'inflazione e della rivalutazione degli estimi catastali prevista dalla manovra. Come è noto, solo i luoghi di culto, di pertinenza religiosa o che svolgono funzioni di assistenza ai bisognosi sono esentati dalla legge. Ma da più parti sono stati sollevati dubbi sul rispetto delle norme. Al punto che lo stesso Bagnasco ha chiesto che vengano sanzionati gli eventuali abusi. Il controllo «fiscale» sui beni della Chiesa spetterebbe alle amministrazioni, che però su questo fronte fanno poco o nulla. Secondo alcune rilevazioni, addirittura il 20% del patrimonio immobiliare italiano farebbe capo alla Chiesa. Il catasto comprenderebbe 100mila fabbricati, con un valore di circa 9 miliardi di euro. Le stime di settore parlano di circa 115mila immobili, quasi 9mila scuole e oltre 4mila tra ospedali e centri sanitari. Solo a Roma ci sono 23mila tra terreni e fabbricati, 20 case di riposo, 18 istituti di ricovero, 6 ospizi. Ma di questi quanti realmente dovrebbero essere tassati?
L'INCHIESTA DEI RADICALI - I Radicali da anni, spesso come voce solitaria, segnalano l'anomalia dei beni di proprietà della chiesa sfruttati a fini commerciali e tuttavia esentati dall'Ici. Il consigliere comunale di Milano Marco Cappato ha presentato un'interrogazione per conoscere quali sono i beni della Chiesa, i controlli fiscali eseguiti e con quale risultato: «Non ho ancora ricevuto risposta - spiega - nell'attesa ho chiesto conferma del trattamento riservato ad alcuni beni ecclesiastici chiedendo se fossero esentati. Ed ottenuta risposta positiva, abbiamo provveduto noi a fare una piccola verifica». Il segretario dei Radicali Mario Staderini si è presentato in alcuni studentati e convitti ecclesiastici chiedendo una stanza per qualche notte. Ha così scoperto che in qualche caso, dietro la parvenza di una struttura religiosa, si celava un vero e proprio albergo, con tanto di tariffe perfettamente in linea con i costi del mercato. Il tutto filmato da una telecamera nascosta.
LA FISSAZIONE - Per Avvenire bisognerebbe diffidare dalla «Fissazione radicale». Come spiega il direttore Marco Tarquinio, quella in corso è un'offensiva contro la solidarietà: «I promotori della nuova campagna anti-Chiesa, che ha risposto acremente agli appelli del mondo cattolico per misure fiscali pro famiglia e anti evasione, vogliono in realtà tassare la solidarietà». Il giornale dei vescovi ribadisce che l'esenzione compensa il welfare erogato dalle strutture ecclesiastiche. «Chiunque altro risponderebbe con una serrata dimostrativa di almeno sette giorni delle proprie attività - aggiunge Tarquinio -. Ma una settimana senza carità cristiana l'Italia non se la merita e non se la potrebbe permettere, soprattutto oggi. E i cattolici, poi, non sanno nemmeno come si fa una serrata».
LE ALTRE ESENZIONI - In un altro articolo appare invece una breve elencazione degli «esenti meno noti», ossia «partiti, circoli culturali e sindacati». Tesi poi ribadita anche da alcuni esponenti politici di primo piano, come Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo alla Camera del Pdl: «Esistono esenzioni fiscali per le attività non lucrative - prosegue - di cui beneficiano non solo le confessioni religiose ma ad esempio anche i sindacati e la vasta galassia dell'associazionismo». Avvenire cita il caso dei circoli di volontariato che diventano ristoranti: «Vi è mai capitato di entrare in un locale dove si ascolta musica, si mangia e si beve allegramente? Prima di entrare vi fanno pagare una piccola quota associativa con tanto di tesserina? Bene, quel locale, noto circolo di una nota associazione ricreativa, non paga l'Ici». In un duello che inevitabilmente riporta la memoria ai tempi di don Camillo e Peppone, il quotidiano dei vescovi passa poi ad elencare «le case del popolo, così come i partiti politici».
I PARTITI PAGANO - Quindi anche il Partito Radicale, che da anni è l'alfiere della caccia all'esenzione, non pagherebbe l'Ici? «Non è affatto vero - replica Staderini - per la nostra sede noi paghiamo eccome, anche 2-3mila euro all'anno». È ancora più preciso il tesoriere del Pd, Antonio Misiani: «La normativa vigente prevede che i partiti politici siano soggetti al pagamento dell'Ici, salvo diversa deliberazione delle amministrazioni comunali». Che però vengono gestite dai partiti medesimi. Ugualmente sollecitate, tutte le sigle sindacali hanno provveduto a fare lo stesso comunicato: «Paghiamo regolarmente l'Ici». Su un patrimonio che del resto, restando solo alle organizzazioni confederali, sfiora quota diecimila immobili.
alla fine della fiera paghiamo solo noi fessi.
http://www.corriere.it/politica/11_...ti_4d2c421e-2320-11e1-bcb9-01ae5ba751a6.shtml
Ici, i Radicali svelano i finti «luoghi di culto»
L'Avvenire: «Esentate anche le case del popolo»
È della Chiesa il 20% del patrimonio immobiliare italiano
MILANO - È partita la caccia a chi non paga l'Ici. Si allarga il fronte politico di chi vorrebbe maglie più strette per far pagare le tasse anche alla Chiesa. Il presidente della Cei Bagnasco venerdì ha mostrato disponibilità «a valutare la chiarezza della norma». Ma allo stesso tempo l'Avvenire passa al contrattacco segnalando che non soltanto i beni ecclesiastici sono esentati dal pagamento delle tasse sugli immobili. In effetti l'elenco è lungo, e comprende tutti gli edifici di proprietà di organizzazioni internazionali e Stati esteri (compreso però il Vaticano), così come le fondazioni culturali e liriche, le Camere di Commercio, le università, le scuole. Anche i musei, ma a patto che non comprendano attività commerciali come book-shop o caffetterie (il che li esclude praticamente tutti). Sono poi esentate tutte le associazioni impegnate nel sociale, e in questo novero finiscono anche le attività ricreative, come buona parte dei 5.500 circoli Arci.
LE STIME - Ma torniamo ai beni ecclesiastici. Secondo stime dell'Anci aggiornate al 2007 - quando ancora esisteva l'Ici sulla prima casa - l'esenzione vale 400 milioni di euro l'anno, al netto dell'inflazione e della rivalutazione degli estimi catastali prevista dalla manovra. Come è noto, solo i luoghi di culto, di pertinenza religiosa o che svolgono funzioni di assistenza ai bisognosi sono esentati dalla legge. Ma da più parti sono stati sollevati dubbi sul rispetto delle norme. Al punto che lo stesso Bagnasco ha chiesto che vengano sanzionati gli eventuali abusi. Il controllo «fiscale» sui beni della Chiesa spetterebbe alle amministrazioni, che però su questo fronte fanno poco o nulla. Secondo alcune rilevazioni, addirittura il 20% del patrimonio immobiliare italiano farebbe capo alla Chiesa. Il catasto comprenderebbe 100mila fabbricati, con un valore di circa 9 miliardi di euro. Le stime di settore parlano di circa 115mila immobili, quasi 9mila scuole e oltre 4mila tra ospedali e centri sanitari. Solo a Roma ci sono 23mila tra terreni e fabbricati, 20 case di riposo, 18 istituti di ricovero, 6 ospizi. Ma di questi quanti realmente dovrebbero essere tassati?
L'INCHIESTA DEI RADICALI - I Radicali da anni, spesso come voce solitaria, segnalano l'anomalia dei beni di proprietà della chiesa sfruttati a fini commerciali e tuttavia esentati dall'Ici. Il consigliere comunale di Milano Marco Cappato ha presentato un'interrogazione per conoscere quali sono i beni della Chiesa, i controlli fiscali eseguiti e con quale risultato: «Non ho ancora ricevuto risposta - spiega - nell'attesa ho chiesto conferma del trattamento riservato ad alcuni beni ecclesiastici chiedendo se fossero esentati. Ed ottenuta risposta positiva, abbiamo provveduto noi a fare una piccola verifica». Il segretario dei Radicali Mario Staderini si è presentato in alcuni studentati e convitti ecclesiastici chiedendo una stanza per qualche notte. Ha così scoperto che in qualche caso, dietro la parvenza di una struttura religiosa, si celava un vero e proprio albergo, con tanto di tariffe perfettamente in linea con i costi del mercato. Il tutto filmato da una telecamera nascosta.
LA FISSAZIONE - Per Avvenire bisognerebbe diffidare dalla «Fissazione radicale». Come spiega il direttore Marco Tarquinio, quella in corso è un'offensiva contro la solidarietà: «I promotori della nuova campagna anti-Chiesa, che ha risposto acremente agli appelli del mondo cattolico per misure fiscali pro famiglia e anti evasione, vogliono in realtà tassare la solidarietà». Il giornale dei vescovi ribadisce che l'esenzione compensa il welfare erogato dalle strutture ecclesiastiche. «Chiunque altro risponderebbe con una serrata dimostrativa di almeno sette giorni delle proprie attività - aggiunge Tarquinio -. Ma una settimana senza carità cristiana l'Italia non se la merita e non se la potrebbe permettere, soprattutto oggi. E i cattolici, poi, non sanno nemmeno come si fa una serrata».
LE ALTRE ESENZIONI - In un altro articolo appare invece una breve elencazione degli «esenti meno noti», ossia «partiti, circoli culturali e sindacati». Tesi poi ribadita anche da alcuni esponenti politici di primo piano, come Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo alla Camera del Pdl: «Esistono esenzioni fiscali per le attività non lucrative - prosegue - di cui beneficiano non solo le confessioni religiose ma ad esempio anche i sindacati e la vasta galassia dell'associazionismo». Avvenire cita il caso dei circoli di volontariato che diventano ristoranti: «Vi è mai capitato di entrare in un locale dove si ascolta musica, si mangia e si beve allegramente? Prima di entrare vi fanno pagare una piccola quota associativa con tanto di tesserina? Bene, quel locale, noto circolo di una nota associazione ricreativa, non paga l'Ici». In un duello che inevitabilmente riporta la memoria ai tempi di don Camillo e Peppone, il quotidiano dei vescovi passa poi ad elencare «le case del popolo, così come i partiti politici».
I PARTITI PAGANO - Quindi anche il Partito Radicale, che da anni è l'alfiere della caccia all'esenzione, non pagherebbe l'Ici? «Non è affatto vero - replica Staderini - per la nostra sede noi paghiamo eccome, anche 2-3mila euro all'anno». È ancora più preciso il tesoriere del Pd, Antonio Misiani: «La normativa vigente prevede che i partiti politici siano soggetti al pagamento dell'Ici, salvo diversa deliberazione delle amministrazioni comunali». Che però vengono gestite dai partiti medesimi. Ugualmente sollecitate, tutte le sigle sindacali hanno provveduto a fare lo stesso comunicato: «Paghiamo regolarmente l'Ici». Su un patrimonio che del resto, restando solo alle organizzazioni confederali, sfiora quota diecimila immobili.