intanto si continuano a vendere sogni. FALSI
Se gli impiegati delle Poste si ribellano
ai «Gratta e vinci»
«Immorale venderli allo sportello. È come spacciare speranze ai pensionati»». I sindacati: una battaglia giusta
Taranto - La lettera di una dipendente diventa una campagna.
Se gli impiegati delle Poste si ribellano
ai «Gratta e vinci»
«Immorale venderli allo sportello. È come spacciare speranze ai pensionati»». I sindacati: una battaglia giusta
TARANTO - Trentatrè anni di sportello in un ufficio postale di Taranto e mai una lamentela. Non che abbia funzionato sempre tutto alla perfezione, s'intende. «Beh, quest'Azienda è cambiata davvero tanto e da brava e affezionata "facente parte del gruppo" ce l'ho messa tutta per seguire e adeguarmi al cambiamento» dice lei, impiegata storica assunta ai tempi di Poste e Telegrafi. «Adesso però mi pare troppo» scrive in una lettera carica di amarezza spedita a due sindacati di categoria. «Troppo». Perché «io il Gratta e Vinci non lo voglio vendere. Perché Poste Italiane si abbassa a questo? Io non credo che tutto quel che non è nettamente fuori legge sia legittimo e corretto. Stanno nascendo comunità di recupero per la dipendenza del gioco d'azzardo, stiamo vedendo famiglie compromesse da questo vizio che dà dipendenza. Perché la mia Azienda vuole incoraggiarlo?» si chiede la sportellista. «Io non vorrei che mi si chiedesse di andare contro la mia morale in modo così spudorato».