george
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La Prostata
Finalmente uno che conosceva la NUOVA MEDICINA prima di ammalarsi
La prostata 24/08/2004
Joseph Henkes
Il racconto dell´esperienza di Joseph Henkes
Attività della Prostata, Cancro della Prostata
Il cosiddetto "Decorso della malattia"
Accadde il mercoledì 21/03/2001. Quel mattino andai al lavoro, tutto normale, come un qualsiasi altro giorno. Nel pomeriggio iniziai a far fatica ad urinare: incominciai ad urinare, ma subito la prostata diminuì l´uretere, così dovetti andare ad urinare quasi ogni mezz'ora.
Quando arrivai a casa alla sera, dissi a mia moglie: "ho problemi ad urinare, è sicuramente un problema di prostata". Lei non riusciva a crederci e disse: "già alla tua età?". Avevo a quei tempi 51 anni.
Per due notti, il 21 e 22 gennaio 2001 ho avuto la febbre alta fino a 39,5°. Per me era chiaro, i batteri stavano facendo il loro lavoro. Mi sono trascinato per le lunghe prima di andare dal dottore, pensavo di potercela fare anche così. Ma stavo sempre peggio e il lunedì, il 26 gennaio 2001, arrivai a casa dal lavoro ed andai dal dottore. Riuscivo ad urinare solo goccia a goccia. L´uretra era completamente compressa. La totale compressione dell´uretra avviene solo nel 5% dei casi.
Il dottore mi visitò e diagnosticò che la prostata era molto ingrossata. Mi fece le analisi del sangue per determinare il valore del PSA. Il valore del PSA era 92.6 ng/ml (normalmente è da 0 a 4). Io avevo imparato dai seminari del Dott. Hamer che in un caso simile c´era solo una cosa da farsi: posizionare un catetere (sonda). Questa sonda sarebbe stata posizionata nel pomeriggio da parte del mio dottore di base.
Mia moglie era completamente nel panico e mi prese un appuntamento con l'urologo, dove sono andato martedì 27 gennaio 2001 alle 16h00. Lui era spaventato che ci fosse così tanta urina nella vescica. Mi mise il catetere così mi sentii subito meglio. E nel suo studio stava delicatamente cercando di prepararmi all´operazione. L´urologo sapeva dal mio medico che io non volevo farmi operare.
L´urologo cercò di intimidirmi e disse che aveva avuto pazienti che non avevano fatto l´operazione e dopo 6 mesi erano pieni di metastasi al cervello ed erano morti subito dopo. A quel punto sono scoppiato a ridere in faccia all' urologo. Dal dottor Hamer avevo saputo che cosa succede con queste favole delle metastasi. Così sono stato rilasciato con la mia sonda e per circa 14 giorni mi sono dato per ammalato. Questa era la prima malattia in tutta la mia carriera di lavoro.
Il venerdì 30 gennaio, fu fatta una biopsia alle 10h00, alle 11h30 avevo la TAC cerebrale.
Durante il week-end mi capita di dover urinare e mi dimentico di aprire la sonda: l´urina uscì comunque. In questa maniera mi fu chiaro che il tumore era regredito. Altrimenti non avrei potuto urinare senza la sonda.
Il lunedì 9 aprile 2001 mi fù fatta un'altra analisi del sangue dal medico di base. Risultò un valore del PSA di 16,4 ng/ml. Io ero molto fiero e dissi al dottore: "Visto? Non abbiamo bisogno di operare, il valore del PSA sta scendendo". Lui rispose che non avevo possibilità di farcela senza farmi operare.
Il lunedì 17 aprile 2001 feci un'altra analisi del sangue e dell'urina: il valore del PSA era di nuovo aumentato a 18,5. Il medico aveva di nuova le carte migliori in mano, e mi disse: "Ha visto? Il PSA sta salendo di nuovo".
Allora telefonai al dott. Hamer. Mi assicurò che questa era una manifestazione del tutto normale, e che non dovevo preoccuparmi. Il PSA sarebbe oscillato. Il giovedì 19 aprile 2001 la sonda fu tolta alle 9h00 dal medico di base.
Nel pomeriggio avevo appuntamento con l´urologo. Mi chiese se avevo urinato ed io risposi di sì e per 2 volte. Mi fece anche un'ecografia e vide che la vescica era completamente svuotata. Fece il suo rapporto ed era molto arrabbiato, disse che la biopsia era andata perduta. Dettò che il valore del PSA poco tempo prima (in fase acuta) era di 16,4. Io lo contraddissi dicendo che in fase acuta il PSA era arrivato fino a 92,6. Si scusò e dettò la rettifica per il suo rapporto.
Dopo questo fatto telefonai un'altra volta al dottor Hamer che mi consigliò di lasciare stare tutto fino a settembre/ottobre.
Ho fatto una nuova analisi del sangue il 3 settembre 2001 e vidi che il PSA era di 2,8 ng/ml. Il 19 febbraio 2002 nuovo esame del sangue: 2,17 ng/ml.
Ho ripetuto l´esame anche il 10 maggio 2002 che diede un risultato di 1,89. Un ulteriore esame il 5 marzo 2003 diede un risultato di 2,01 ng/ml.
In questo modo ho chiuso qui tutta la faccenda, fino ad oggi mi sento bene. Sul piano sessuale tutto va come prima e non ho nessun problema ad urinare.
MEDICAMENTI
Il medico di base mi prescrisse un antibiotico all'analisi dell'urina del 17 aprile 2001 poiché c´erano batteri nella vescica, che però non ho preso.
Inoltre l´urologo mi prescrisse un medicamento "OMIC", che avrei dovuto prendere per tutta la vita. Anche questo non l´ho preso.
CONSEGUENZE DELL´OPERAZIONE
Se viene asportata una parte o tutta la prostata bisogna fare i conti con i seguenti danni:
1. Incontinenza: c'è solo una piccola percentuale di persone che hanno la fortuna, dopo l´operazione, di riuscire a trattenere l´urina. (con conseguenze più gravi ad età avanzata)
2. Impotenza: qui vale come al punto 1.
3. prendere pillole con ormoni per tutta la vita
4. altre conseguenze spiacevoli che non possono essere previste
CONFLITTO BIOLOGICO
Conflitto semi sessuale sporco
SENSO BIOLOGICO
La prostata diventa attiva per aumentare la produzione di secrezioni in modo da poter trasportare meglio lo sperma.
QUANDO C'E' UN AUMENTO DELL´ATTIVITA' DELLA PROSTATA?
Per esempio nei seguenti casi:
1. un uomo pensa di non avere nipoti (il mio caso)
2. un uomo ha una compagna che viene corteggiata da un altro uomo, o la compagna lo lascia
3. Il padre ha un figlio sulla cattiva strada (droga) o è omosessuale
4. il padre ha una figlia sulla cattiva strada (droga) o è lesbica.
COME SONO SCIVOLATO NELL'AUMENTO DI ATTIVITA' DELLA PROSTATA
In ottobre 1999 mio figlio ha avuto un operazione al cervello. Era paralizzato dalla parte sinistra. Viveva allora con la sua compagna, una brasiliana carina. In gennaio 2001, dopo il pranzo, la mia futura nuora disse a mia moglie e a me: "siete ben seduti sulla sedia? ho una grande novità per voi due" noi rispondemmo "sìi" allora ci disse che forse era incinta, ma che poteva dircelo di sicuro solo più avanti quando avrebbe fatto i test.
Nel momento in cui la nostra futura nuora ci comunicò questa notizia, sia io che mia moglie abbiamo avuto lo stesso pensiero: "non adesso in questa condizione", e non erano neanche sposati ancora. Io e mia moglie avevamo ricevuto un'educazione molto cattolica.
Poi andò a fare un ecografia il martedì 20 marzo 2001 e risultò essere incinta. Quando alla sera arrivai a casa ed ero davanti alla TV, mia moglie mi fece vedere la foto dell'ecografia e si poteva riconoscere che c'era qualcosa. Per me era la prova che lei era incinta al 100%. E al mercoledì andai al lavoro, il 21 marzo 2001, e verso le 14h00 mi accorsi che facevo fatica ad urinare. In quel momento la mia prostata era già molto infiammata.
Come padre si fanno molti pensieri, se i nostri figli faranno nipotini, in modo che la stirpe possa continuare a crescere. A quel tempo avevo avuto pensieri che mio figlio non avrebbe potuto allevare figli (paralizzato, menomato, ecc...) oggi può di nuovo muovere il suo braccio sinistro, sta bene e ha accettato la sua menomazione.
La soluzione sta nel accettare tutto questo, il dott. Hamer mi disse alla sera del giorno che mi misero la sonda, quando gli telefonai e parlammo della prostata, "si rallegri per il piccolo nipotino" ed io gli dissi anche "ma non sono neanche sposati", lui rispose: "questo non conta, lo possono fare anche dopo", cosa che fecero nel settembre 2002.
Se fossi andato incontro a questi avvenimenti, senza accordo da parte mia, la prostata avrebbe continuato ad aumentare la sua attività.
In questa occasione voglio ringraziare il dott. Hamer, perché ha scoperto la Nuova Medicina, così come la mia famiglia che mi è stata vicina. Voglio ringraziare anche Pilhar per la sua pagina in Internet.
Finalmente uno che conosceva la NUOVA MEDICINA prima di ammalarsi
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La prostata 24/08/2004
Joseph Henkes
Il racconto dell´esperienza di Joseph Henkes
Attività della Prostata, Cancro della Prostata
Il cosiddetto "Decorso della malattia"
Accadde il mercoledì 21/03/2001. Quel mattino andai al lavoro, tutto normale, come un qualsiasi altro giorno. Nel pomeriggio iniziai a far fatica ad urinare: incominciai ad urinare, ma subito la prostata diminuì l´uretere, così dovetti andare ad urinare quasi ogni mezz'ora.
Quando arrivai a casa alla sera, dissi a mia moglie: "ho problemi ad urinare, è sicuramente un problema di prostata". Lei non riusciva a crederci e disse: "già alla tua età?". Avevo a quei tempi 51 anni.
Per due notti, il 21 e 22 gennaio 2001 ho avuto la febbre alta fino a 39,5°. Per me era chiaro, i batteri stavano facendo il loro lavoro. Mi sono trascinato per le lunghe prima di andare dal dottore, pensavo di potercela fare anche così. Ma stavo sempre peggio e il lunedì, il 26 gennaio 2001, arrivai a casa dal lavoro ed andai dal dottore. Riuscivo ad urinare solo goccia a goccia. L´uretra era completamente compressa. La totale compressione dell´uretra avviene solo nel 5% dei casi.
Il dottore mi visitò e diagnosticò che la prostata era molto ingrossata. Mi fece le analisi del sangue per determinare il valore del PSA. Il valore del PSA era 92.6 ng/ml (normalmente è da 0 a 4). Io avevo imparato dai seminari del Dott. Hamer che in un caso simile c´era solo una cosa da farsi: posizionare un catetere (sonda). Questa sonda sarebbe stata posizionata nel pomeriggio da parte del mio dottore di base.
Mia moglie era completamente nel panico e mi prese un appuntamento con l'urologo, dove sono andato martedì 27 gennaio 2001 alle 16h00. Lui era spaventato che ci fosse così tanta urina nella vescica. Mi mise il catetere così mi sentii subito meglio. E nel suo studio stava delicatamente cercando di prepararmi all´operazione. L´urologo sapeva dal mio medico che io non volevo farmi operare.
L´urologo cercò di intimidirmi e disse che aveva avuto pazienti che non avevano fatto l´operazione e dopo 6 mesi erano pieni di metastasi al cervello ed erano morti subito dopo. A quel punto sono scoppiato a ridere in faccia all' urologo. Dal dottor Hamer avevo saputo che cosa succede con queste favole delle metastasi. Così sono stato rilasciato con la mia sonda e per circa 14 giorni mi sono dato per ammalato. Questa era la prima malattia in tutta la mia carriera di lavoro.
Il venerdì 30 gennaio, fu fatta una biopsia alle 10h00, alle 11h30 avevo la TAC cerebrale.
Durante il week-end mi capita di dover urinare e mi dimentico di aprire la sonda: l´urina uscì comunque. In questa maniera mi fu chiaro che il tumore era regredito. Altrimenti non avrei potuto urinare senza la sonda.
Il lunedì 9 aprile 2001 mi fù fatta un'altra analisi del sangue dal medico di base. Risultò un valore del PSA di 16,4 ng/ml. Io ero molto fiero e dissi al dottore: "Visto? Non abbiamo bisogno di operare, il valore del PSA sta scendendo". Lui rispose che non avevo possibilità di farcela senza farmi operare.
Il lunedì 17 aprile 2001 feci un'altra analisi del sangue e dell'urina: il valore del PSA era di nuovo aumentato a 18,5. Il medico aveva di nuova le carte migliori in mano, e mi disse: "Ha visto? Il PSA sta salendo di nuovo".
Allora telefonai al dott. Hamer. Mi assicurò che questa era una manifestazione del tutto normale, e che non dovevo preoccuparmi. Il PSA sarebbe oscillato. Il giovedì 19 aprile 2001 la sonda fu tolta alle 9h00 dal medico di base.
Nel pomeriggio avevo appuntamento con l´urologo. Mi chiese se avevo urinato ed io risposi di sì e per 2 volte. Mi fece anche un'ecografia e vide che la vescica era completamente svuotata. Fece il suo rapporto ed era molto arrabbiato, disse che la biopsia era andata perduta. Dettò che il valore del PSA poco tempo prima (in fase acuta) era di 16,4. Io lo contraddissi dicendo che in fase acuta il PSA era arrivato fino a 92,6. Si scusò e dettò la rettifica per il suo rapporto.
Dopo questo fatto telefonai un'altra volta al dottor Hamer che mi consigliò di lasciare stare tutto fino a settembre/ottobre.
Ho fatto una nuova analisi del sangue il 3 settembre 2001 e vidi che il PSA era di 2,8 ng/ml. Il 19 febbraio 2002 nuovo esame del sangue: 2,17 ng/ml.
Ho ripetuto l´esame anche il 10 maggio 2002 che diede un risultato di 1,89. Un ulteriore esame il 5 marzo 2003 diede un risultato di 2,01 ng/ml.
In questo modo ho chiuso qui tutta la faccenda, fino ad oggi mi sento bene. Sul piano sessuale tutto va come prima e non ho nessun problema ad urinare.
MEDICAMENTI
Il medico di base mi prescrisse un antibiotico all'analisi dell'urina del 17 aprile 2001 poiché c´erano batteri nella vescica, che però non ho preso.
Inoltre l´urologo mi prescrisse un medicamento "OMIC", che avrei dovuto prendere per tutta la vita. Anche questo non l´ho preso.
CONSEGUENZE DELL´OPERAZIONE
Se viene asportata una parte o tutta la prostata bisogna fare i conti con i seguenti danni:
1. Incontinenza: c'è solo una piccola percentuale di persone che hanno la fortuna, dopo l´operazione, di riuscire a trattenere l´urina. (con conseguenze più gravi ad età avanzata)
2. Impotenza: qui vale come al punto 1.
3. prendere pillole con ormoni per tutta la vita
4. altre conseguenze spiacevoli che non possono essere previste
CONFLITTO BIOLOGICO
Conflitto semi sessuale sporco
SENSO BIOLOGICO
La prostata diventa attiva per aumentare la produzione di secrezioni in modo da poter trasportare meglio lo sperma.
QUANDO C'E' UN AUMENTO DELL´ATTIVITA' DELLA PROSTATA?
Per esempio nei seguenti casi:
1. un uomo pensa di non avere nipoti (il mio caso)
2. un uomo ha una compagna che viene corteggiata da un altro uomo, o la compagna lo lascia
3. Il padre ha un figlio sulla cattiva strada (droga) o è omosessuale
4. il padre ha una figlia sulla cattiva strada (droga) o è lesbica.
COME SONO SCIVOLATO NELL'AUMENTO DI ATTIVITA' DELLA PROSTATA
In ottobre 1999 mio figlio ha avuto un operazione al cervello. Era paralizzato dalla parte sinistra. Viveva allora con la sua compagna, una brasiliana carina. In gennaio 2001, dopo il pranzo, la mia futura nuora disse a mia moglie e a me: "siete ben seduti sulla sedia? ho una grande novità per voi due" noi rispondemmo "sìi" allora ci disse che forse era incinta, ma che poteva dircelo di sicuro solo più avanti quando avrebbe fatto i test.
Nel momento in cui la nostra futura nuora ci comunicò questa notizia, sia io che mia moglie abbiamo avuto lo stesso pensiero: "non adesso in questa condizione", e non erano neanche sposati ancora. Io e mia moglie avevamo ricevuto un'educazione molto cattolica.
Poi andò a fare un ecografia il martedì 20 marzo 2001 e risultò essere incinta. Quando alla sera arrivai a casa ed ero davanti alla TV, mia moglie mi fece vedere la foto dell'ecografia e si poteva riconoscere che c'era qualcosa. Per me era la prova che lei era incinta al 100%. E al mercoledì andai al lavoro, il 21 marzo 2001, e verso le 14h00 mi accorsi che facevo fatica ad urinare. In quel momento la mia prostata era già molto infiammata.
Come padre si fanno molti pensieri, se i nostri figli faranno nipotini, in modo che la stirpe possa continuare a crescere. A quel tempo avevo avuto pensieri che mio figlio non avrebbe potuto allevare figli (paralizzato, menomato, ecc...) oggi può di nuovo muovere il suo braccio sinistro, sta bene e ha accettato la sua menomazione.
La soluzione sta nel accettare tutto questo, il dott. Hamer mi disse alla sera del giorno che mi misero la sonda, quando gli telefonai e parlammo della prostata, "si rallegri per il piccolo nipotino" ed io gli dissi anche "ma non sono neanche sposati", lui rispose: "questo non conta, lo possono fare anche dopo", cosa che fecero nel settembre 2002.
Se fossi andato incontro a questi avvenimenti, senza accordo da parte mia, la prostata avrebbe continuato ad aumentare la sua attività.
In questa occasione voglio ringraziare il dott. Hamer, perché ha scoperto la Nuova Medicina, così come la mia famiglia che mi è stata vicina. Voglio ringraziare anche Pilhar per la sua pagina in Internet.