la FED di MAGA MAGò

tontolina

Forumer storico
Considerazioni in libertà su una giornata di borsa un pò originale. Giorgio Gavinel




Oggi abbiamo trascorso una giornata decisamente interessante sui mercati finanziari.
Mercati asiatici positivi sulla scia delle chiusure Usa di ieri che lasciavano presagire una sessione positiva. Poi ad un tratto alle 10.30 è arrivato il dato UK sull'inflazione che ha infiammato il cable e portato un po' di scompigli sulle valute.
Subito dopo alle 11.00 è arrivato uno Zew deludente che ha appesantito le borse con Milano particolarmente debole.
Poi sono arrivati gli earnings USA di JPM, GS e JNJ tutti superiori alle attese e questo ha portato il sereno.
In apparenza tutto sembrava rientrare all'aperutra di Wall Street. Alle 15.30 abbiamo visto nuovi massimi storici su DJ, S&P 500 e Nasdaq poi cos'è successo?
Tanto per gradire sono uscite altre notizie allarmanti in merito al Banco Espirito Santo (che in Portogallo è il titolo di maggior capitalizzazione del listino). Sono un po' di giorni che la sospensione del rimborso di un Bond in scadenza pesa sulla società e appena esce una nota d'agenzia il settore bancario ne risente.
Ma arriviamo alle 16.00 quando Janet Yellen presidente della Fed è attesa per il rapporto semestrale di politica monetaria al Congresso. Niente di nuovo solo un bilancio (il cui testo viene messo a disposizione in anticipo) che riassume operato ed indirizzo politico della FED.
Ma le sorprese arrivano come un fulmine a ciel sereno.
Della serie: “I mercati sono fatti per sorprendere”. (come Stefano Fanton ci insegna).
La nostra Presidentessa vuole scrollarsi di dosso l'immagine di colomba e inizia a parlare di tassi che potrebbero salire prima e più rapidamente qualora l'economia presenti solidi segnali di ripresa.
La reazione negativa dei mercati inizia a farsi sentire. Poi aggiunge che le small cap come le aziende social e biotecnologiche sono “tirate”.
Ed il gioco è fatto Russell e Nasdaq guidano la discesa.
Poi in chiusura la ciliegina sulla torta.
Non è detto che il QE finisca in ottobre 2014.
Tutto e il contrario di tutto.
Ma come la FED si mette a frenare i listini?
Non abbiamo a che fare con streghe, maghi e apprendisti stregoni. I mercati sono da lungo tempo in una fase di risk on. E questo con il forte sostegno delle banche centrali.
Adesso è arrivato il momento di ridurre il sostegno e la FED cerca di trasmettere prudenza. Con il VIX sotto 13 non c'è percezione di rischio sui mercati. Gli investitori istituzionali non comprano protezione. E questo non sta bene alla FED e al FOMC.
Sono considerazioni assolutamente personali fate da un piccolo trader indipendente. Niente di più.
Intanto la colomba ha fatto vedere a sorpresa gli artigli si è trasformata quasi fosse Maga Magò.
Grande prudenza e buon trading a tutti.







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FED: Aumentano i falchi

giovedì, 17 luglio 2014


Il dato chiave per la sessione odierna sarà l’indice dei prezzi al consumo (CPI) per la zona euro alle 11:00. Il dato, ormai in costante indebolimento da dicembre 2011, è atteso stabile allo 0.5%. Considerato che l’obbiettivo della BCE è quello di avere l’inflazione in prossimità del 2%, anche se l’attesa venisse rispettata il numero di per sè continua a mettere in evidenza molta debolezza nell’economia dell’Unione. Il CPI è un dato molto seguito dagli operatori in quanto rappresenta il principale riferimento per la politica monetaria della banca centrale ed un risultato che si dovesse discostare molto dalle aspettative sarebbe certamente causa di forte volatilità.


Da tenere in grande considerazione sono le dichiarazioni di Richard Fisher (Federal Reserve di Dallas) secondo il quale la FED tornerà ad alzare i tassi di interesse ad inizio 2015 se non addirittura prima. Dopo quanto detto da



Esther Geroge (La Cina cresce ancora), un’altro membro della Federal Reserve ha, in pochi giorni, fatto chiari riferimenti sulla necessità di alzare i tassi di interesse prima di quanto previsto. Sembra che questa corrente stia prendendo sempre piu forza..
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Euro-18: +0,1% m/m inflazione giugno def. (+0,5% a/a)
MILANO (MF-DJ)--L'inflazione nell'area euro a giugno, secondo la lettura definitiva, si è attestata a +0,5% a/a, in linea con il consenso e con il dato preliminare.
Lo ha reso noto Eurostat aggiungendo che anche a maggio l'inflazione si era attestata allo 0,5% a/a. Su base mensile, a giugno, l'indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,1% in linea con il consenso.
L'indice dei prezzi core, che esclude le componenti dell'energia, degli alimenti e dell'alcool, è salito dello 0,1% a livello mensile ed è cresciuto dello 0,8% su base annuale, in linea con le attese.
red/jes
[email protected]
(END) Dow Jones Newswires
July 17, 2014 05:07 ET (09:07 GMT)
 
Come la FED sta distruggendo il capitalismo

21 agosto 2014 Di Francesco Simoncelli

articolo di David Stockman
traduzione di Francesco Simoncelli
http://dailyreckoning.com/how-the-fed-is-destroying-capitalism/
http://dailyreckoning.com/how-the-fed-is-destroying-capitalism/
L’S&P 500 è scattato in alto ieri, quando i verbali della FED non hanno rivelato nuove informazioni nel giorno tanto temuto in cui i tassi di interesse sono cominciati a salire. In altre parole, il mercato azionario è un cucciolo malato — assolutamente dipendente dal regime funesto della ZIRP della FED.


Ed è un regime.



Siamo ora al 68° mese di tassi di interesse a zero nei mercati monetari.

Non è mai esistito nulla di simile sin dal dopoguerra.

Il motivo per cui si forniscono finanziamenti a costo zero ai carry trader e agli speculatori, è perché l’economia statunitense è stata travolta da un uragano durante la crisi finanziaria del 2008 e, quindi, “l’accomodamento monetario straordinario” è stato necessario per sanare il danno.

Ma questa è una razionalizzazione fasulla.
La crisi finanziaria è stata causata dalla FED, e poi è diventata un pretesto per estendere e intensificare un tasso di interesse ancorato che ormai è in vigore da 27 anni — in sostanza, sin da quando la FED di Greenspan è andata nel panico dopo il crollo azionario del Lunedì Nero nell’ottobre 1987.
Infatti, Bernanke non è inciampato inavvertitamente nella ZIRP; è stato il lascito della FED di Greenspan: il ciclo economico può essere tenuto a bada (se non eliminato), la performance macroeconomica può essere migliorata manipolando i prezzi nei mercati monetari e non ci saranno effetti indesiderati.
In verità l’ultimo quarto di secolo, fino al patetico annuncio di ieri in cui i “tassi saranno lasciati bassi per altro tempo”, ha prodotto praticamente l’opposto della premessa della FED di Greenspan. Cioè, la performance macroeconomica è peggiorata, mentre gli effetti collaterali — bolle finanziarie in serie ed una massiccia estensione del debito e della leva finanziaria in tutti i settori dell’economia degli Stati Uniti — sono stati monumentali.
Per quanto riguarda gli effetti macroeconomici, non è possibile trovarvi traccia in una qualsiasi discussione nei verbali della FED, perché sono essenzialmente considerati alla stregua di tempeste temporanee. Ma le variazioni minime nel tasso di disoccupazione U-3 o i contrattempi nel tasso mensile della spesa lorda di capitale, non ci dicono quasi nulla sulle prestazioni e la salute dell’economia nazionale.

Janet Yellen ha avuto inavvertitamente ragione nel suo commento sul “rumore”, ma ha semplicemente trascurato di notare che questa caratterizzazione non vale solo per il CPI del mese scorso, ma anche per la totalità dei “dati in entrata” di cui la FED è ossessionata.
Alla fine della giornata, ci sono due indicatori fondamentali riguardo la dinamica e la salute dei risultati macroeconomici, i quali non vengono mai osservati dai pianificatori centrali monetari presso l’Eccles Building.
Vale a dire, il tasso netto di crescita degli investimenti di capitale — esso stabilisce le basi per la produttività futura, i guadagni reali di ricchezza ed i posti di lavoro sostenibili — misura i miglioramenti nello standard di vita di Main Street. In particolare, i lavori part-time in bar e ristoranti che generano pagamenti annualizzati al di sotto dei $20,000, rappresentano rumore ciclico, non indicazioni di una crescita economica sostenibile.
Dopo uno scatto temporaneo, ma insostenibile, delle spese in conto capitale (Capex) durante la bolla tecnologica Greenspan, negli ultimi 17 anni gli investimenti al netto del consumo di capitale sono stati un disastro.

E il dato rilevante è l’investimento netto, non la misura keynesiana della spesa lorda in conto capitale incarnata nell’equazione del PIL e vomitata all’infinito dallo zombie-box.
La verità è che, nel corso degli ultimi 15 anni, i picchi nel settore degli investimenti netti sono stati sempre più rari ed i minimi sempre più frequenti. Infatti, dopo 68 mesi di ZIRP l’investimento netto aziendale è inferiore del 20% rispetto a quello registrato a fine secolo.

Nonostante le notizie di venerdì scorso sullo stato dell’occupazione, il livello dei posti di lavoro a tempo pieno sostenibili è ancora inferiore del 4.4% rispetto al picco del 2007; ed i numeri sbandierati a giugno erano in realtà 4 milioni al di sotto del livello raggiunto all’inizio del 2001.
L’ironia di questa triste condizione dell’occupazione nei vari settori dell’economia statunitense, è stata l’incessante giustificazione per la manipolazione dei tassi di interesse e per la ZIRP.

Quindi è impossibile sostenere che la lunga marcia della FED verso la ZIRP abbia migliorato le prestazioni della macroeconomia.
E questo significa che, a sua volta, la FED ha sempre avuto in mente qualcosa di completamente diverso.

In effetti, è coinvolta in un grande e futile gioco di manipolazioni e distorsioni in base alla teoria che l’economia americana è un fiore fragile che cade in recessione nel momento in cui la FED allenta la presa sulle manopole del mercato monetario.
Questa è una sciocchezza.

La lieve recessione del 2001-2002 ed il breve ma profondo tonfo del 2008-2009, hanno rappresentato la liquidazione di inventari, posti di lavoro e produzione marginale; insomma, di errori accumulati durante la bolla dotcom ed immobiliare. Durante il cosiddetto periodo di “ripresa” di 4-5 anni dopo ognuno di questi cicli, non è stata la manipolazione del tasso di interesse e della sua manifestazione finale nella ZIRP che hanno tolto le castagne dal fuoco.


Infatti, i grafici qui sopra rendono assolutamente chiaro che i tassi di interesse bassi non stimolano la spesa in conto capitale o la creazione di posti di lavoro reali.

Il funzionamento ordinario dell’economia capitalistica è quello che ha alimentato la ripresa delle voci sopra citate.
Nonostante la macchina gonfiabolle nell’Eccles Building ed il massiccio dirottamento di risorse patrimoniali nel casinò di Wall Street, risultato inesorabile del denaro gratis nelle mani dei carry trader, le forze naturali della rigenerazione capitalista hanno spinto in avanti l’economia arrancante degli Stati Uniti durante i cosiddetti periodi di ripresa.
In breve, i 27 anni di manipolazione dei tassi di interesse non hanno fatto nulla per mitigare il ciclo economico, invece l’hanno inasprito alimentando gli investimenti improduttivi i quali hanno gonfiato bolle finanziarie che devono inevitabilmente essere liquidate. Quindi i prezzi distorti nei mercati monetari hanno aumentato l’instabilità ciclica e penalizzato la performance dei fondamentali di mercato.
Con tutti i difetti che si ritrova, anche la misura reale del PIL non mente. Durante gli ultimi 14 anni, la crescita reale del PIL è stata in media solo dell’1.8% all’anno o appena la metà del trend degli ultimi 50 anni.
Allo stesso tempo, la manipolazione del tasso di interesse e la ZIRP hanno distrutto il prezzo più importante di tutto il capitalismo — cioè, il costo del denaro a breve termine utilizzato per finanziare la speculazione nei mercati finanziari — attraverso il credito sottoposto a leva e attraverso forme più sofisticate di opzioni e strutturati finanziari.
In ogni caso, è stato distrutto un price discovery onesto per quanto riguarda gli asset finanziari perché la FED ha abilitato e sovvenzionato la speculazione, cosa che ha causato un cap rate artificialmente represso e prezzi degli asset notevolmente gonfiati nel casinò di Wall Street.
Quindi forse è il momento che la FED cambi mentalità. Cioè, che l’Eccles Building rifugga dalla manipolazione del tasso di interesse e dalla ZIRP, e quindi consenta ai mercati finanziari di impegnarsi nuovamente in un price discovery onesto; e consentire al ciclo economico naturale di fare il proprio corso senza l’interferenza dei 12 membri del Politburo monetario, lasciando la riallocazione dei mercati nelle mani dei 317 milioni di consumatori, produttori, investitori, imprenditori e anche speculatori che compongono l’economia.
Saluti, da Freedonia di Johnny Cloaca
 

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