La generazione senza futuro fa il bunga bunga.

Quello che a tanti sfugge è che il fatto di usare il sesso come "scorciatoia" è proprio un sintomo che il patto con il patriarcato è bello forte. Ho già parlato altrove di "patto con il patriarcato", il "Patriarchal bargain"

Una donna, inserita in una società che la riduce ad un oggetto sessuale, può decidere come Ruby, le Olgettine e tutte quelle che volete voi di trovare un modo per guadagnare qualcosa dalla sua condizione di oggetto sessuale: una strategia che si prefigge di manipolare il sistema per trarne dei vantaggi per se stessi, lasciando intatto il sistema.

Dovremmo interrogarci - tutti - su quel che stiamo trasmettendo ai nostri figli e alle nostre figlie. Alle ragazze si insegna: "il tuo solo valore o il valore dominante che possiedi è quel che hai tra le gambe. Ha una scadenza limitata, usalo fino a che sei giovane per ottenere qualche cosa" e in questo modo si scoraggia anche l'impegno, la passione per uno studio. Tanto, per le donne è inutile essere brave, lo si vede chiaro. Le laureate sono di più dei laureati e si laureano in media con voti migliori e in minor tempo, eppure ad un anno dalla laurea è più facile che siano loro ad essere ancora disoccupate.

Perciò, sì. Ruby e le altre sono perfettamente inserite nel patriarcato. Che poi lo sfruttino ci sta, ma che rimanga a loro un vantaggio è discutibile. Non vedo alcun vantaggio dell'essere perennemente stigmatizzata come "puttanella" e nell'aver ottenuto denaro per aver fatto sesso con quello schifo di Berlusconi o chi per esso.:down:
con una scusa così bella pronta e deresponsabilizzante qualcuno potrebbe chiedersi perché non lo facciano tutte, ma proprio tutte, le donne.
 
con una scusa così bella pronta e deresponsabilizzante qualcuno potrebbe chiedersi perché non lo facciano tutte, ma proprio tutte, le donne.

Perché non a tutte piace stipulare il Patriarchal bargain. Ce ne sono alcune che sono più consapevoli, per fortuna e/o che portano dentro altre convinzioni, altri valori, altra cultura.
:)

E poi non è deresponsabilizzante. Non tutte le donne, non tutte le ragazze, direi vista l'età, sono così forti e consapevoli di vivere in un sistema patriarcale e non tutte hanno il background culturale abbastanza forte da operare una critica del sistema e da contrastarlo.
Non è mica una cosina. Ci voglio anni di studio e di letture, di interesse, di buone pratiche, di confronto.... Quante ventenni (o meno) hanno la possibilità di tutto questo?

Ci sono (ed è verissimo!) tantissime giovani ignoranti proprio in materia, me ne rendo conto ogni volta che vado in qualche scuola.:help:

E' molto grave e il livello di consapevolezza non si innalza puntando il dito contro una marocchina di 17 anni:wall:
 
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deresponsabilizzante nel senso che il modello comportamentale da te così ben spiegato vieta di definire queste donne con l'aggettivo che - talvolta - si meriterebbero.
 
deresponsabilizzante nel senso che il modello comportamentale da te così ben spiegato vieta di definire queste donne con l'aggettivo che - talvolta - si meriterebbero.

ti ringrazio per aver omesso di scriverlo. Lo trovo così odioso, sessista e carico di odio che mi viene il travaso di bile ogni volta.

Sostengo da sempre che se non avessimo millenni sulle spalle di cultura patriarcale, quell'aggettivo se avesse ancora un senso di esistere, riguarderebbe una minoranza infima di ragazze e di donne. Per lo meno infinitamente meno sarebbero le ragazze senza futuro che fanno il bunga bunga.

Penso che se l'accesso al mondo del lavoro, per esempio, o le possibilità di fare carriera, di entrare nei luoghi di potere, lo stipendio percepito... fossero IDENTICI per tutti, sulla base del merito e non del sesso, grandissima parte del "problema" sarebbe risolta.

Quindi, punterei il dito verso chi ancora comanda in certi luoghi. Una volta una persona disse: "In Italia chi regge tutto è un manipolo di vecchi che decide l'accesso a certe posizioni delle donne solo sulla base di quanto glielo fanno rizzare" e non aveva tutti i torti.:-o
E' abbastanza deludente e schifoso.
 
in questo ragionamento che hai espresso più d'una volta c'è sempre stato qualcosa che non mi ha convinto fino in fondo, ma che non sono ancora in grado di decifrare.

ci provo con un esempio: dando per assodato che viviamo in una società in cui anche i modelli associati all'aggressione e alla violenza fisica sono ben radicati e proposti in diverse forme - dai giochi per bambini fino alla produzione su larga scala di armi - sarebbe come vietare di definire assassino/a chi uccide altro e quindi - in questo senso - deresponsabilizzarlo/a.

tornando all'incipit: ciò che non mi convince fino in fondo della tua tesi è che io faccio fatica a vedere la differenza tra quello e questo: perché dunque assassino/a sì e (omissis) no?
 
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in questo ragionamento che hai espresso più d'una volta c'è sempre stato qualcosa che non mi ha convinto fino in fondo, ma che non sono ancora in grado di decifrare.

ci provo con un esempio: dando per assodato che viviamo in una società in cui anche i modelli associati all'aggressione e alla violenza fisica sono ben radicati e proposti in diverse forme - dai giochi per bambini fino alla produzione su larga scala di armi - sarebbe come vietare di definire assassino/a chi uccide altro e quindi - in questo senso - deresponsabilizzarlo/a.

tornando all'incipit: ciò che non mi convince fino in fondo della tua tesi è che io faccio fatica a vedere la differenza tra quello e questo: perché dunque assassino/a sì e (omissis) no?

:up::up:

aggiungo un pezzetto: la società attuale è l'esito di una evoluzione che è passata via via di disequilibrio in disequilibrio;
ma resta che le donne non sono imho state vittime ma compartecipate nel modello cosiddetto PB, che vedeva gli uomini in posizione apparentemete dominante ma di fatto molto responsabilizzante (lavori rischiosi, morte, guerre eccecc : la cd. guerra totale è dello scorso secolo, fino alla WW2 i civili erano almeno nominalmente al sicuro)
e vi sono innumeri prove del potere femminile nella società: stamattina ( ebbene sì: in bagno) ho ri-ri-riletto una parte della genesi dell'assedio di Malta, con il ruolo determinate sulla politica di Suleiman da parte delle sue mogli e in particolare della figlia: mica male per un centro di potere patriarcale e maschile per definizione :mumble::mumble:
le cose spesso sono diverse da come appaiono :rolleyes::rolleyes:

detto questo, oltre alla genesi storica, restano della banali ma essenziali differenze fisiologiche che rendono a mio modestissimo parere impossibile la uguaglianza, che è cosa diversa dalla parità ovviamente :)
 
ho ri-ri-riletto una parte della genesi dell'assedio di Malta, con il ruolo determinate sulla politica di Suleiman da parte delle sue mogli e in particolare della figlia: mica male per un centro di potere patriarcale e maschile per definizione :mumble::mumble:
se un vecchio adagio recita che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna, un motivo ci sarà.
 
se un vecchio adagio recita che dietro ogni grande uomo c'è una grande donna, un motivo ci sarà.


eh !! :up::up::up:

ricordo anche il proverbio cinese ( cultura maschilistissima più della nostra):

l'uomo è il capo della famiglia !
la donna è il collo
e il capo si volge dove il collo vuole :rolleyes::rolleyes:

:lol::lol:
 
in questo ragionamento che hai espresso più d'una volta c'è sempre stato qualcosa che non mi ha convinto fino in fondo, ma che non sono ancora in grado di decifrare.

ci provo con un esempio: dando per assodato che viviamo in una società in cui anche i modelli associati all'aggressione e alla violenza fisica sono ben radicati e proposti in diverse forme - dai giochi per bambini fino alla produzione su larga scala di armi - sarebbe come vietare di definire assassino/a chi uccide altro e quindi - in questo senso - deresponsabilizzarlo/a.

tornando all'incipit: ciò che non mi convince fino in fondo della tua tesi è che io faccio fatica a vedere la differenza tra quello e questo: perché dunque assassino/a sì e (omissis) no?

Ti rispondo con un esempio legale:
fino al 1981 se un uomo ammazzava la moglie o la figlia che "disonorava" la sua famiglia, aveva uno sconto di pena.
Fino al 1996 stuprare una persona era un reato contro la morale e non contro la persona.

L'assassinio (a parte alcuni casi anche di altre realtà, tempi, epoche, come i sacrifici alla divinità) è sempre stato vietato. Ma nella nostra cultura ammazzare una donna che si comportava in un certo modo era meno grave, stuprarla non era nemmeno un reato contro di lei e picchiarla era legale, all'interno di un matrimonio, fino al 1975.

Dunque, ecco che la vita e l'integrità, la personalità e il valore di una donna erano nettamente inferiori. PER LEGGE.

E, se alcune donne (tante, poche, fate voi) sono complici di alcune dinamiche, è spesso perché si fa di necessità virtù.
 
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concludo con una nota etologica: uno dei grandi passi evolutivi degli esseri Umani è stato quello della specializzazione, connesso pare all'uso della agricoltura:
il nomade-raccoglitore ha minor necessità di una specializzazione operativa, la caccia checchè se ne pensi era ed è soprattutto a piccoli animali e con trappole, quindi relativamente indifferente a forza ed agilità fisiche

se si nega la specializzazione, che per sua natura si basa sulla ottimizzazzione delle differenze basilari, beh ... :D il passo indietro è assicurato, e il nostro mondo se ne avvantaggerà


il nostro, intendo, dei non-Umani :cool::cool:

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