lo studio di klikkapromo: la pressione promozionale supera il 26%
Spesa, ecco l’era del «sottocosto»
Un quarto dei prodotti è «a sconto»
Tutti le offerte divise per città. Bordoni (Centromarca): «E’ un nuovo modello di consumi, il tempo del superfluo è finito»
Per la pasta bastano 5 centesimi all’etto. Il dentifricio ora lo trovate a un euro. La passata di pomodoro? A 65 centesimi. E poi dal 16 al 25 settembre Auchan promette «Tutto a un euro» per migliaia di prodotti presenti sui suoi scaffali. Benvenuti nell’era della spesa sottocosto (
guarda tutti i prodotti in sconto divisi per città). Che vuol dire una cosa sola: con i consumi in picchiata da sei anni le insegne della grande distribuzione decidono sempre più di vendere una parte dei propri prodotti a un prezzo inferiore a quello di acquisto dal fornitore (generalmente la grande industria di marca). Per due motivi: acquisire clienti fidelizzandoli al proprio marchio e aumentare così la propria quota di mercato in un settore comunque molto frammentato (dove Coop è leader, ma ha solo il 18%). E così: al diavolo ogni considerazione sui “margini”
(traduzione più popolare: i profitti).
Quello che conta è superare la “nottata” dove anche la spesa per i beni di prima necessità è drasticamente in riduzione (calcola l’ultimo rapporto Coop come stiano scendendo anno su anno i volumi assoluti di vendite).
IL TARGET DEI SETTE EURO - Ha detto recentemente Marco Pedroni, neo-presidente di Coop, come sia sempre più evidente «il fenomeno di polarizzazione dei consumi, che colpisce soprattutto il ceto medio e intacca il potere di acquisto». Così il corollario è che laddove nel 2007 le famiglie mettevano nel carrello 5 prodotti alimentari, ora ne prendono soltanto tre. Ma il dato più interessante per capire come sta prendendo piede «un nuovo modello di consumi» (parole di Luigi Bordoni, presidente di Centromarca, l’associazione di categoria dell’industria di marca) è in realtà un numero che Pedroni quantifica sui 7-8 euro: «Oltre quella cifra le famiglie fuggono dall’acquisto, così alla carne rossa si preferisce quella bianca perché all’etto è spesso al di sotto di quella soglia». E così avviene per il pesce e soprattutto sulla formula 3X2 ora in flessione. A ben vedere la cifra complessiva la descrive al meglio Fabio Sordi, direttore acquisti di Auchan Italia: «Per andare incontro ai bisogni dei consumatori stiamo aumentando gli sconti sui prodotti e il numero di offerte promozionali, attraverso la riduzione dei margini e la razionalizzazione dei nostri costi».
LA PRESSIONE PROMOZIONALE - La sintesi - secondo i guru del marketing - è il concetto di «pressione promozionale», schizzata nel 2013 a oltre il 26% e in crescita di un punto all’anno negli ultimi dieci. Significa che più di un quarto dei prodotti presenti sugli scaffali di iper e super-mercati è a sconto (
guarda tutte le iniziative delle catene presenti in questo momento). Di più: secondo Enrico Capoferri, direttore commerciale di Simply Italia, «le vendite superano ormai un prodotto su due e noi ormai scontiamo un prodotto su tre». Come dire: le insegne della gdo alzano l’asticella del risparmio per intercettare clientela e scontano tutto quello che possono scontare con la complicità (o meno) dell’industria di marca e il pressing asfissiante nei confronti dei piccoli agricoltori a monte della filiera che hanno ovviamente minore potere negoziale. Se Bordoni (Centromarca) dice che «continuare su questa china è impossibile perché non ci sono più i margini per nessuno», Capoferri (Simply) ammette la vicinanza del punto di rottura, ma al tempo stesso è consapevole di come l’equilibrio del modello distributivo si basa su politiche di prezzo estremamente aggressive e che semmai il punto di rottura è altrettanto vicino per il consumatore finale che non sa come tirare dal cilindro i soldi per le spese non voluttuarie.
L’EQUILIBRIO DELLA FILIERA - Ad ogni modo Pedroni (Coop) qualche giorno fa ha voluto riconoscere i meriti di tutta la filiera con l’industria di marca che - pur avendo ritoccato i listini verso l’alto per compensare la crescita delle materie prime e l’aumento fisiologico dell’inflazione del 2% all’anno - ha progressivamente spostato le risorse dalla pubblicità alla scontistica (fenomeno del
trade spending) consentendo di abbattere i prezzi al dettaglio della grande distribuzione. Così quello che s’intravede in filigrana è un cambiamento di paradigma anche per l’industria pubblicitaria che presenta volumi in picchiata (tanto che ne sa qualcosa anche l’editoria che vede una flessione preoccupante della raccolta) e cambiano anche i connotati del cosiddetto marketing mix, in cui ora la P prepoderante è quella del prezzo. Dice Bordoni (Centromarca) come il fenomeno di trasferimento dalla comunicazione pubblicitaria (che punta sulla consapevolezza e la riconoscibilità del marchio,
ndr.) verso gli investimenti promozionali sia importante, mentre «sia quantificabile nell’ordine di 8-10 miliardi di euro il montante relativo al calmieramento dei prezzi messo in campo dall’industria di marca», finora capace di gestire il crollo dei consumi e preservare, a cascata, anche i livelli occupazionali della gdo.
I PORTALI COMPARATORI - Rileva Luciano Mazzone, presidente di Klikkapromo.it, uno dei comparatori di offerte commerciali più attendibili, come «la ricerca di sconti da parte dei clienti sia un fenomeno in crescita costante ed è la fortuna del modello di business di Klikkapromo» (da dove abbiamo preso le rilevazioni dei due grafici). In poco più di un anno circa 200mila utenti si sono registrati su questo portale per avere in tempo reale accesso al panorama delle offerte nelle principali catene. Ma ciò comporta anche la necessità - per il consumatore - di trovare il tempo per fare lo slalom tra le insegne a caccia dei prodotti super-scontati.
I NEGOZI DI VICINATO - E’ la fine - già annunciata - della formula dei negozi di vicinato, un po’ più di nicchia ma pensati come last minute della spesa? Troppo presto per dirlo. Spiega Andrea Colombo, direttore commerciale Billa, come «si sono di certo modificate le attitudini alla spesa del consumatore ma il modello di vicinato è ancora funzionale per le spese dell’ultima ora. E comunque anche qui gli sconti sono tanti e prevalgono i primi prezzi». Direte: questa competizione agguerrita è lo scenario perfetto per le famiglie ? Peccato che la propensione agli acquisti si sia ormai ridotta al lumicino e gli italiani non sembrano neanche essersi accorti della guerra degli sconti, presi a fare gli equilibristi per arrivare alla quarta settimana del mese.