La matematica del sentiment

L'analisi del sentiment arride al mercato
di Bernie Schaeffer - 23/03/2007
http://www.smarttrading.it/?idContenuto=3321



Il quadro del sentiment è migliorato notevolmente da quando ho suggerito (era il 15 marzo) che il mercato sta formando un minimo di breve periodo. Questo ripiegamento da parte del mercato ha generato alcuni consistenti estremi sugli indicatori di sentiment, il che ha suggerito un culmine nella pressione ribassista e la notevole probabilità di un recupero sulla base delle ricoperture e dell'utilizzo di liquidità temporaneamente parcheggiata.
Tanto per iniziare, il nostro Schaeffer's Investment Research (SIR) all-exchange equity put/call ratio di recente ha raggiunto il livello più elevato da quando abbiamo iniziato a raccogliere questo dato a gennaio 2003:

SIR Equity Put/Call ratio da gennaio 2003
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Anche un altro indicatore proprietario, basato sul rapporto fra il complesso delle posizioni aperte in opzioni put sulle azioni, e le posizioni aperte in opzioni call, sempre sulle azioni, ha raggiunto un massimo storico che resisteva da almeno due anni:

Total Equity Put/Call ratio da luglio 2005
070322soca2.gif


La media a 21 giorni del CBOE Equity Put/Call ratio di recente ha abbattuto quota 0.75. Ci sono soltanto 80 casi simili dal 1990 in avanti, e le implicazioni sono state sempre bullish per il mercato.

CBOE Equity Put/Call ratio da gennaio 2004
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Infine, la media a 10 giorni delle vendite allo scoperto "Odd-Lot" è schizzata a livelli record, ben superiori a quelli registrati sul minimo del secondo trimestre 2006:

Odd-Lot short sales da luglio 2000
070322soca4.gif


La domanda da porsi a questo punto è se il rally degli ultimi due giorni sia una fiammata destinata a rientrare, o se avrà le gambe per continuare. Sulla base di questi indicatori di sentiment, la mia impressione è che siamo su un minimo primario e pertanto queste rilevazioni estreme non si sono esaurite con il rally degli ultimi due giorni.
La tendenza dei prossimi giorni sarà funzione del comportamento del CBOE Volatility Index (VIX), precipitato in risposta al rialzo del mercato. C'è da ricordare che quando il VIX si avvicina alla singola cifra, il mercato affronta delle resistenze all'avanzamento, dal momento che i compratori di put intervengono per avvantaggiarsi del premio ridotto, e molti potenziali compratori di azioni si dileguano. Più occorre al VIX per tornare sopra i 10 punti in occasione di ulteriori rialzi del mercato, e più sostenibile sarà il rialzo nel breve periodo.
 
Riecco la Volatilità
furia di chiamarlo lo storno finalmente è arrivato!
Ed ha fatto male, come tutti gli storni. L'elemento positivo è che, per il momento, la processione dei catastrofisti di circostanza (quelle che prevedono recessioni, fallimenti a catena, frane, smottamenti ed alluvioni) per ora ha avuto poche adesioni. Ma, se
dovesse continuare, le loro fila si ingrosserebbero sicuramente.
D'altra parte nemmeno l'ex presidente della Fed Alan Greenspan ha resistito alla tentazione di pontificare sul pericolo rappresentato delle difficoltà del settore dei mutui. Ma come, proprio lui che negli ultimi mesi di presidenza ammoniva sull'esistenza di un enorme bolla speculativa sul settore immobiliare, bolla che dirottava investimenti dei settori che più avrebbero avuto bisogno, tra cui soprattutto quello tecnologico!
A furia di lanciare strali sulla bolla immobiliare e di aumentare i tassi d'interesse, ecco che il settore ha iniziato a vivere il classico "sboom".
Ed ora tutti ne parlano come se fosse la causa principale di ciò che è successo, dimenticandosi, ad esempio, del recupero del prezzo del petrolio e del conseguente risveglio dell'inflazione.
La Cina, croce e delizia. La borsa di Shanghai ha perso il 9% in una sola seduta. Beh, cosa ci si doveva aspettare da un mercato che nel 2006 ha raddoppiato? Solo una leggera correzione? Se vogliamo continuare a credere alle favole, facciamolo pure.

Qual è allora l'insegnamento delle ultime settimane di mercato? Volatilità. La vera croce e delizia dei trader. Delizia quando spinge il prezzo e noi siamo dalla parte giusta. Croce quando ci troviamo dalla parte sbagliata oppure quando il mercato inverte violentemente e più volte la sua direzione, dandoci quella spiacevole sensazione di sentirci un po' stupidi, dal momento che non ne azzecchiamo una!
La volatilità spesso è come un predatore che si apposta nell'ombra. Sembra infatti che manchi dal mercato, salvo poi aggredirti all'improvviso.
Bisognerebbe sempre diffidare dai lunghi periodi di bassa volatilità, perché poi i prezzi si mettono a correre all'improvviso e non è detto che lo facciano nella direzione a noi utile. Anzi, più sarà violenta esplosione di volatilità, più è probabile che essa avvenga in direzione contraria al trend, soprattutto quando ad essersi svolto in bassa volatilità è stato un trend rialzista, proprio come quello che ha accompagnato i mercati dalla scorsa estate fino a qualche settimana fa.
Sembrerà strano, ma i cicli di volatilità sono una delle cose più regolari in quel caos apparente che sono i mercati finanziari.
Tanto vale tenerne conto e cercare di non farsi sorprendere.
Una delle note positive di queste settimane di passione è stata la rapidità con cui gli operatori sono tornati a ricomprarsi i titoli più caldi, ovvero i bancari, Fiat ed altri. Questo dimostra che, a meno di grossi cataclismi borsistici, la voglia di non perdere le occasioni d'acquisto è forte, fortissima. Questo non significa automaticamente che un titolo che storna va acquistato, perché pochi giorni di anticipo possono significare grosse perdite. Significa semplicemente che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, anche quando i commenti tendono ad essere generalisti e ti raccontano che a Piazza Affari sono state bruciate in poche ore alcune centinaia di miliardi di Euro.
Finché il mercato avrà la forza di recuperare fantasticando o, semplicemente, ipotizzando operazioni di finanza straordinaria è difficile che le cose vadano davvero male. Ma non è affatto difficile che arrivino i temporali o magari anche le tempeste. La regola, a questo punto, è quella di essere il più reattivi possibile, che non significa accontentarsi, anzi significa proprio lasciar correre il titolo più che si può, ma durante la corsa bisogna resistere alla tentazione di ingolosirsi, ma al contrario bisogna mantenere la stessa freddezza e la stessa umiltà che si hanno nel momento in cui si apre l'operazione. Quando si sta guadagnando il 10% lo stato d'animo dev'essere lo stesso
di quando si guadagna solo l'1%. Altrimenti i "commentatori" della ventura spiegheranno
('che spiegare è sempre più facile che prevedere) come abbiamo perduto il nostro denaro.

Massimo Intropido
 
E' possibile valutare il sentiment di mercato analizzando il comportamento del put/call ratio, del volume e dell'open interest.

In particolatare:

il put/call ratio è un indicatore dato dal rapporto tra il numero di opzioni put ed il numero di opzioni call trattate in un certo giorno
il volume è il numero di entità trattate durante il periodo di analisi
l'open interest è un indicatore che misura il numero totale dei contratti long e short aperti nel mercato


http://www.teletrading.tv/opzioni/0092_sentiment_mercato.html
oppure
http://www.youtube.com/watch?v=UDdb...rading.tv/opzioni/0092_sentiment_mercato.html
 
Qualcuno ha scommesso su un grande crack
Maurizio Blondet
28/08/2007

I mercati azionari crolleranno di un terzo entro il 21 settembre?
Almeno, è questa la scommessa che ha piazzato uno speculatore - rigorosamente anonimo - acquistando nei giorni scorsi 245 mila opzioni «put» sull’indice Eurostoxx 50 del Dow Jones.
E’ una scommessa rischiosa: se le azioni mondiali non precipiteranno di tanto, il compratore misterioso rischia di perdere un miliardo di dollari.
Ma se ha ragione lui, guadagnerà 2 miliardi ed anche più.
Il personaggio deve essere sicuro del fatto suo: è certo che qualcosa di brutto accadrà tra oggi e il 21 settembre, la data in cui le opzioni spirano. (1)
Che cosa può accadere?
I mercati stanno già cadendo, ma non nella misura imponente prevista dall’anonimo.
Tuttavia alcuni analisti finanziari puntano il dito sul fatto che, nell’accresciuta volatilità e avversione al rischio di questi giorni, si è apprezzato lo yen, la valuta tanto largamente usata dalla speculazione per il «carry trade»: gli speculatori hanno contratto debiti a breve in yen (a tasso basso) ed hanno prestato a lungo termine in «investimenti» a tasso più alto.
Ma ora che lo yen risale, il loro debito in yen sale e rischia di schiacciarli.
Ciò profila altre bancarotte, oltre a quelle attese a danno dei demenziali compratori di titoli «subprime» (garantiti da mutui ormai inesigibili, concessi a persone senza reddito certo): un doppio crack.
Gli indebitati in yen sono infatti obbligati a sbolognare i loro crediti a lungo termine (se c’è chi li compra) per comprare gli yen con cui estinguere i loro debiti giapponesi.
Ciò, come minimo, forzerà verso l’alto i tassi d’interesse a lungo termine.
Di conseguenza, anche il costo dei mutui variabili aumenterà, accrescendo il numero dei mutuarati insolventi, accelerando così il crack immobiliare USA (più case invendute offerte a prezzi da liquidazione) e dunque precipitando la recessione americana.
E’ questo che prevede l’anonimo scommettitore nel più imponente crollo di mercato dal 1929?
E’ possibile
Ma come fa ad essere sicuro della data, entro il 21 settembre?

C’è un’altra ipotesi, più inquietante: che l’anonimo «sappia» di un attentato tipo 11 settembre fissato per quella data o poco prima.
Come si ricorderà, anche ai primi di settembre del 2001 alcuni anonimi profeti comprarono una quantità anomala di opzioni put su United Airlines ed American Airlines, scommettendo su un clamoroso ed improvviso ribasso delle due compagnie aeree: coinvolte coi loro velivoli nel mega-attentato firmato bin Laden, le due compagnie videro precipitare le loro azioni da 30 dollari a 18 in poche ore.
Gli anonimi scommettitori fecero un bel profitto, parte del quale non osarono però ritirare perché li avrebbe rivelati come «insider» della morte.
Come si sa, parte degli ordini «put» risultò partito da una banca d’affari, la AB-Brown, di cui era stato presidente esecutivo A.B. «Buzzy» Krongard, uno dei capi della CIA alla data dell’attentato.
Tuttavia il profitto di quella speculazione sul terrore si valutò allora a una decina di milioni di dollari; nulla rispetto al profitto atteso dal nuovo misterioso speculatore.
Si attende un evento evidentemente più catastrofico e sorprendente dell’11 settembre.
Un evento capace di produrre un crollo così rilevante sarebbe, poniamo, la svendita massiccia delle sue vaste riserve in dollari da parte della Cina, il che sembra improbabile.
Il peggio è che lo speculatore misterioso ha puntato sul crollo di un indice azionario europeo: «sa» che la catastrofe attesa colpirà l’Europa, piuttosto che gli Stati Uniti?
Ricordiamo che Sarkozy s’è accodato ai neocon di riferimento, minacciando - la prima volta di un presidente francese - un atto di forza contro l’Iran, se non rinuncerà allo sviluppo nucleare.
Può essere necessario un attentato giustificativo per un intervento che certo scuoterebbe i mercati?

Si aggiunga che notizie dall’Iraq, riportate da Uruknet, parlano di una aumentata presenza di personale del Mossad in Iraq, presso la frontiera con la Siria.
Numerosi individui, alcuni con la kippà in testa e scortati da forze americane, hanno occupato la scuola elementare Hahsa nell’abitato di Al-Qa’im, alcuni ex uffici doganali e l’ufficio di un ex ente di mantenimento di strade del regime di Saddam.
Tali individui hanno installato potenti fortificazioni attorno ai loro quartieri generali, ed installato antenne e torri di comunicazione: evidentemente posizioni per la captazione di intelligence rivolte contro la Siria, il nemico «facile» che il governo israeliano si sarebbe scelto per ricostituire la sua credibilità di deterrenza in Medio Oriente, scossa dai successi Hezbollah.
Il 17 luglio la resistenza irachena avrebbe attaccato un veicolo di costoro, uccidendone i quattro occupanti: dai documenti trovati loro addosso sarebbero risultati agenti del Mossad.
Ma sono tutte ipotesi.
Il solo a sapere quale è giusta è l’anonimo speculatore.
A noi non resta che aspettare il 21 settembre.

Maurizio Blondet
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2214&parametro=

magari è uno che crede ciecamente a Pat Robertson che profetizza
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2216&parametro=
 
bell'articolo sul Blog di investire oggi

http://ac-finanza.investireoggi.it/dati-usa-negativi-giu-leuropa-164.html
Sentiment a Wall Street



La AAII [ http://www.aaii.com/ ] comunica che nell’ultima settimana la percentuale di investori che sulle prospettive di mercato nei prossimi sei mesi, si dichiara
bullish il 41,96% scendendo dal 54,64%,
bearish sale da 25,77% a 35,71%.
In rialzo anche la quota di chi ha una view neutrale, dal 19,59% al 22,33%.

Come ho già raccontato in passato, utilizzo questi dati settimanali per la costruzione di un indicatore sintetico per monitorare il sentiment degli investitori a Wall Street. Tale indicatore, messo in raffronto con il suo range normale di oscillazione (precisamente in termini di livello corrente rispetto alla sua media storica corretta dalla deviazione standard) ha dimostrato nel tempo un buon track record in termini di capacità di individuare i principali momenti di svolta del mercato.

La prospettiva di utilizzo è contrarian, ovvero suggerisce di ridurre l’esposizione sull’equity quando l’ottimismo è elevato (così, ad es., è accaduto in febbraio ed in luglio), e viceversa (da ultimo, verso fine agosto).

Tornando agli ultimi dati diffusi dalla AAII, è evidente che riflettano la recente fase di debolezza del mercato azionario (l’indice S&P 500 ha corretto di un 4% rispetto ai massimi) e l’incertezza sull’andamento degli utili societari.
Nondimeno, l’indicatore sintetico continua ad esprimere un elevato grado di ottimismo degli investitori e questo rappresenta un segnale piuttosto preoccupante.

Nel grafico, la linea tratteggiata è quella su cui è costruito il modello: finora resta nell’ambito del range di oscillazione normale (nella fascia alta, però). Un segnale tecnico di vendita verrà graficamente rappresentato dall’inversione d’inclinazione dell’indicatore, da positiva a negativa, che normalmente anticipa un indebolimento del mercato nel corso dei mesi successivi.


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American Association of Individual Investors
http://ac-finanza.investireoggi.it/american-association-of-individual-investors-64.html
Oggi l’esplorazione sul web mi porta ad aggiungere alla mia pagina dei Links un sito in inglese, che, come si sa, in finanza è la lingua-madre.

La American Association of Individual Investors è un’organizzazione non-profit che si propone di fornire agli investitori individuali, strumenti e conoscenze per districarsi nel mondo dell’investimento in Borsa, della pianificazione finanziaria, della previdenza pensionistica.

AAII http://www.aaii.com/
Sebbene il sito sia rivolto in particolare agli investitori americani, non mancano - vi assicuro - spunti di interesse per tutti. La registrazione free già offre l’accesso a molte informazioni o servizi, incluse le newsletter bisettimanali e la sezione download.

Una delle risorse che, ad es., utilizzo regolarmente è rappresentata dal survey settimanale sul sentiment degli Bull Bearinvestitori circa le prospettive di breve della Borsa di Wall Street.
Il sondaggio evidenzia quanti investitori in percentuale sono rialzisti (Bullish), quanti ribassisti (Bearish) ed infine, quanti indecisi (Neutral).
Su tali informazioni ho costruito un indicatore tecnico che uso in ottica contrarian, ovverosia considero una situazione favorevole il fatto che molti siano pessimisti (indice inferiore al suo valore medio meno una deviazione standard), e viceversa. Direi anche che il giochino funziona davvero piuttosto bene…





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tontolina ha scritto:
Qualcuno ha scommesso su un grande crack
Maurizio Blondet
28/08/2007

I mercati azionari crolleranno di un terzo entro il 21 settembre?
Almeno, è questa la scommessa che ha piazzato uno speculatore - rigorosamente anonimo - acquistando nei giorni scorsi 245 mila opzioni «put» sull’indice Eurostoxx 50 del Dow Jones.
E’ una scommessa rischiosa: se le azioni mondiali non precipiteranno di tanto, il compratore misterioso rischia di perdere un miliardo di dollari.
Ma se ha ragione lui, guadagnerà 2 miliardi ed anche più.
Il personaggio deve essere sicuro del fatto suo: è certo che qualcosa di brutto accadrà tra oggi e il 21 settembre, la data in cui le opzioni spirano. (1)
Che cosa può accadere?
I mercati stanno già cadendo, ma non nella misura imponente prevista dall’anonimo.
Tuttavia alcuni analisti finanziari puntano il dito sul fatto che, nell’accresciuta volatilità e avversione al rischio di questi giorni, si è apprezzato lo yen, la valuta tanto largamente usata dalla speculazione per il «carry trade»: gli speculatori hanno contratto debiti a breve in yen (a tasso basso) ed hanno prestato a lungo termine in «investimenti» a tasso più alto.
Ma ora che lo yen risale, il loro debito in yen sale e rischia di schiacciarli.
Ciò profila altre bancarotte, oltre a quelle attese a danno dei demenziali compratori di titoli «subprime» (garantiti da mutui ormai inesigibili, concessi a persone senza reddito certo): un doppio crack.
Gli indebitati in yen sono infatti obbligati a sbolognare i loro crediti a lungo termine (se c’è chi li compra) per comprare gli yen con cui estinguere i loro debiti giapponesi.
Ciò, come minimo, forzerà verso l’alto i tassi d’interesse a lungo termine.
Di conseguenza, anche il costo dei mutui variabili aumenterà, accrescendo il numero dei mutuarati insolventi, accelerando così il crack immobiliare USA (più case invendute offerte a prezzi da liquidazione) e dunque precipitando la recessione americana.
E’ questo che prevede l’anonimo scommettitore nel più imponente crollo di mercato dal 1929?
E’ possibile
Ma come fa ad essere sicuro della data, entro il 21 settembre?

C’è un’altra ipotesi, più inquietante: che l’anonimo «sappia» di un attentato tipo 11 settembre fissato per quella data o poco prima.
Come si ricorderà, anche ai primi di settembre del 2001 alcuni anonimi profeti comprarono una quantità anomala di opzioni put su United Airlines ed American Airlines, scommettendo su un clamoroso ed improvviso ribasso delle due compagnie aeree: coinvolte coi loro velivoli nel mega-attentato firmato bin Laden, le due compagnie videro precipitare le loro azioni da 30 dollari a 18 in poche ore.
Gli anonimi scommettitori fecero un bel profitto, parte del quale non osarono però ritirare perché li avrebbe rivelati come «insider» della morte.
Come si sa, parte degli ordini «put» risultò partito da una banca d’affari, la AB-Brown, di cui era stato presidente esecutivo A.B. «Buzzy» Krongard, uno dei capi della CIA alla data dell’attentato.
Tuttavia il profitto di quella speculazione sul terrore si valutò allora a una decina di milioni di dollari; nulla rispetto al profitto atteso dal nuovo misterioso speculatore.
Si attende un evento evidentemente più catastrofico e sorprendente dell’11 settembre.
Un evento capace di produrre un crollo così rilevante sarebbe, poniamo, la svendita massiccia delle sue vaste riserve in dollari da parte della Cina, il che sembra improbabile.
Il peggio è che lo speculatore misterioso ha puntato sul crollo di un indice azionario europeo: «sa» che la catastrofe attesa colpirà l’Europa, piuttosto che gli Stati Uniti?
Ricordiamo che Sarkozy s’è accodato ai neocon di riferimento, minacciando - la prima volta di un presidente francese - un atto di forza contro l’Iran, se non rinuncerà allo sviluppo nucleare.
Può essere necessario un attentato giustificativo per un intervento che certo scuoterebbe i mercati?

Si aggiunga che notizie dall’Iraq, riportate da Uruknet, parlano di una aumentata presenza di personale del Mossad in Iraq, presso la frontiera con la Siria.
Numerosi individui, alcuni con la kippà in testa e scortati da forze americane, hanno occupato la scuola elementare Hahsa nell’abitato di Al-Qa’im, alcuni ex uffici doganali e l’ufficio di un ex ente di mantenimento di strade del regime di Saddam.
Tali individui hanno installato potenti fortificazioni attorno ai loro quartieri generali, ed installato antenne e torri di comunicazione: evidentemente posizioni per la captazione di intelligence rivolte contro la Siria, il nemico «facile» che il governo israeliano si sarebbe scelto per ricostituire la sua credibilità di deterrenza in Medio Oriente, scossa dai successi Hezbollah.
Il 17 luglio la resistenza irachena avrebbe attaccato un veicolo di costoro, uccidendone i quattro occupanti: dai documenti trovati loro addosso sarebbero risultati agenti del Mossad.
Ma sono tutte ipotesi.
Il solo a sapere quale è giusta è l’anonimo speculatore.
A noi non resta che aspettare il 21 settembre.

Maurizio Blondet
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2214&parametro=

magari è uno che crede ciecamente a Pat Robertson che profetizza
http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2216&parametro=

certo che Blondet in quanto a giornalismo "presappocchista", "senzazionalista" , "incompetente" , da "centri sociali" , "bufalaro" é davvero maestro

a leggere questo articolo c'é da ridere dall'inizio alla fine
la solita zolfa "antimperialista" da centri sociali ed il complotto "giudaico" :P

e viene pure postato in didattica base e avanzata? :rolleyes:

piu che da post "matematica del sentiment, direi sia da "matematica del dement"

:)

ah già dimenticavo che abbiamo un precedente...l'11 settembre nessun ebreo si presentò al lavoro alle Twin Towers, avvisati dal Mossad .. :lol: :lol: :lol:
 
segnalo

L’indice di sentiment mi rinfranca

20 Nov

http://ac-finanza.investireoggi.it/lindice-di-sentiment-mi-rinfranca-198.html


Ieri sera non nascondo che ero piuttosto deluso dell’indiscriminata caduta dell’equity e, per la verità, il rimbalzo di oggi non mi rassicura più di tanto.

Nondimeno, nella mia esperienza professionale ho avuto modo più volte di constatare che spesso è l’emotività degli investitori a prevalere sui fondamentali dei mercati, per lo meno in un’orizzonte di breve periodo.

Ecco perché, come ricorderete, ho l’abitudine di cercare di analizzare anche il sentiment prevalente tra gli investitori, per anticiparne le possibili conseguenze sui mercati: giusto un mese fa, scrissi che l’indice sintetico da me utilizzato stava “esprimendo un elevato grado di ottimismo degli investitori e questo rappresenta un segnale piuttosto preoccupante.”

Detto fatto, da quel post del 23 ottobre scorso ad oggi, almeno fino al momento in cui sto scrivendo, Wall Street ha perso quali il 5% (o quasi il 6% se mi fermassi alla chiusura di ieri), convalidando ulteriormente l’utilizzo dell’indicatore di sentiment in ottica contrarian.



La AAII comunica che questa settimana sono Bullish solo un terzo degli investitori interpellati, mentre quasi la metà, precisamente il 49,5%, sono Bearish (neutrali il 17,5%).

Ecco il grafico aggiornato:

us_sentiment_nov07.thumbnail.gif

US Sentiment - novembre 2007



L’indice di sentiment è dunque tornato nella fascia bassa del range di oscillazione normale, ancorché non ancora proprio sui minimi, preannunciando una possibile inversione del trend nel corso delle prossime settimane.

Più di quanto già espresso nel titolo, comunque, non vorrei aggiungere… scaramanticamente!
 
tontolina ha scritto:
La matematica del sentiment

http://www.saperinvestire.it/index.php?option=com_content&task=view&id=490&Itemid=192

Un certo Humphrey B.Neil in un libro del 1954 “the Art of Contrary Thinking” scriveva: “Quando tutti la pensano allo stesso modo è probabile che siano tutti in errore”.
Cosa voleva dire con questa affermazione generica ma vera e sacrosanta, forse che bisogna cercare di non farsi “influenzare” dall’opinione prevalente nel prendere le proprie decisioni d’investimento? Ma a questo punto come è possibile “misurare l’opinione prevalente” sul mercato azionario?

"Quando tutti la pensano allo steso modo è probabile che siano tutti in errore"

Vorrei fare un esempio pratico:

Credo che guardando il tuo avatar tutti hanno lo stesso sentiment :D :D però è molto probabile che tutti siano in errore perchè tu non sei quella/o della foto :D :D :D
 
Una prima discussione sulle tendenze del 2008
di Bernie Schaeffer* - 10/01/2008

http://www.smarttrading.it/default.asp?idlingua=1&idContenuto=3843


Un aspetto dell'attuale fase di mercato che mi intriga è la differenza esistente fra l'umore della massa e ciò che dicono i grafici. Fra le problematiche legate ai mutui subprime e le voci di recessione, alle volte ci si sente come se siamo sull'orlo della catastrofe. Tuttavia, un grafico di lungo periodo dello S&P rivela che siamo ancora in uptrend, e ad un 6% dai massimi. Durante il bear market successivo alla bolla degli anni Novanta, accadeva il contrario: le borse scendevano ininterrottamente, ma l'umore era stabile. Per avere una prospettiva sull'attuale condizione del mercato, mi sono soffermato con Todd Salamone, Senior Vice President della ricerca, e Ryan Detrick, Chief Technical Analyst.

D: Ryan, cosa vedi in questo momento?

R: Nick, un indicatore che sto osservando da vicino è la media a 21 giorni del nostro put/call ratio delle azioni. Come suggerisce il nome, questo rapporto misura l'attività in opzioni su tutte le azioni su cui sono scambiate opzioni, con esclusione di ETF e indici. Questo ratio punta verso l'alto da ottobre ed ora è prossimo al picco di agosto a 0.79. Per me ciò dimostra che gli operatori in opzioni stanno diventando sempre più negativi, incrementando le probabilità di un minimo a distanza ravvicinata di tempo. Questo indicatore, assieme ad un altro paio che seguiamo, indica che la preoccupazione è il sentimento dominante e che presto potremmo rimbalzare.

D: Interessante. Dunque i dati sembrano confermare quanto dicevo poc'anzi. Per i contrarian, questo è un segnale incoraggiante. Todd, tu cosa dici?

R: Sto prestando molta attenzione alle previsioni che appaiono su quotidiani, periodici e in televisione per creare il mio piano d'azione per il 2008. Dal punto di vista fondamentale, lo scenario per quest'anno appare mai così cupo come quest'anno, a giudicare da quello che si legge in giro. Si parla sempre più di recessione, di inflazione e di come la Fed gestirà il rallentamento in atto. A fronte di questi timori una conclusione è che le stime di utile siano troppo elevate e che ci dovremmo aspettare dei downgrade nel corso dell'anno. Non sorprende che gli investitori decidano di liquidare i fondi di investimento con una veemenza mai vista prima e che le coperture di portafoglio siano raddoppiate rispetto allo scorso anno.
Ma come si diceva poc'anzi, quando si osserva un grafico di lungo periodo dei vari indici, mi chiedo dove si scorge tutta questa negatività. Non c'è dubbio che gli operatori sono consci dei rischi che stanno correndo, ma i grafici segnalano che i problemi sono circoscritti al settore finanziario e a quello immobiliare. Altrove si vedono molte azioni che salgono bene spinte da utili al di sopra delle aspettative, anche a fronte dei titoli non incoraggianti dei giornali. Credo che questi timori si dissiperanno nel 2008. Mentre i media e i piccoli investitori si preoccuperanno di ciò che succede all'economia e ai settori danneggiati dai subprime, continuerò a monitorare questi settori per verificare se emergeranno delle opportunità.


* Nick Perry per Schaefferresearch.com
 

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