I quadrati
Il caposaldo di tutta la teoria ganniana è, come sappiamo e come si evince chiaramente dai sui scritti, lo studio del Tempo (riprenderemo l'argomento "Tempo" in successivi interventi)
Uno dei metodi che utilizzava Gann, per mettere a frutto le proprie conoscenze sul Tempo, era quello dell'utilizzo dei cosiddetti "quadrati";
i quadrati si distinguono in 3 tipologie (pur classificandosi tutti come "quadrati del tempo"):
- QUADRATI DEL RANGE
- QUADRATI DEL MASSIMO
- QUADRATI DEL MINIMO
1) I QUADRATI DEL RANGE - I "quadrati del range" (per la cui costruzione rimando ai primi post del 3d), sono, di fatto e a tutti gli effetti, dei rettangoli;
un quadrato, per essere tale, deve ovviamente avere i 4 lati della stessa lunghezza.
E' pressochè improbabile, infatti, che, prendendo un max e un min di riferimento per costruire un quadrato, si riesca ad ottenere un quadrato perfetto;
nella realtà, come detto, si tratta di rettangoli.
Tale informazione non è banale: posto infatti che parliamo di rettangoli, risulta del tutto evidente come gli angoli che ne derivano, ed in particolar modo il "mitico" 1x1, non siano tracciati a 45°;
per questo motivo non possiamo parlare, relativamente ai "quadrati del range", di quadrati del Tempo, ma solamente di quadrati del tempo (notate la differenza tra T maiscola e t minuscola; riuslterà tutto più chiaro alla fine di questo, ahimè lungo, discorso)
Risulta, pure, di facile intuizione come, a seconda della distanza tra il max e il min di riferimento assunti per la costruzione del quadrato, si modifichi, in maniera significativa, la "scala" (o coefficiente angolare) degli angoli all'interno di quello specifico "quadrato"
In pratica, ogni "quadrato (rettangolo) del range" ha una propria "scala" a seconda della dimensione del quadrato, perchè:
in base al tempo impiegato per percorrere la distanza tra il max e il min (la diagonale del quadrato/rettangolo, che impropriamente chiamiamo 1x1), cambia il coefficiente angolare.
Tralascio per ora (ne riparleremo) l'ulteriore differenza che emerge a seconda che vengano utilizzati i giorni di borsa aperta o i giorni solari.
Assodato tutto ciò, personalmente utilizzo (come credo sia ormai chiaro), relativamente alle mie analisi, i "quadrati del range";
pur consapevole di tutte le limitazioni ed imperfezioni sopra descritte
2) I QUADRATI DEL MASSIMO - Gann assegnava una importanza rilevantissima ai "quadrati del massimo" (più che ai "quadrati del range"), in quanto essi raffiguravano la corretta "traslazione", tramite gli angoli, dello "spaziotempo", ovvero del prezzo (lo spazio) nel tempo
Naturalmente, conoscendo profondamente le leggi della natura, e di conseguenza la "Legge di Vibrazione", egli riusciva a costruire il "quadrato perfetto" (4 lati uguali);
per questo motivo gli riusultava "agevole" individuare i punti di maggiore "vibrazione", e, conseguentemente, le date di inversione dei prezzi.
Si definisce "quadrato del massimo", qualsiasi quadrato, il cui lato verticale sx percorra la distanza tra un massimo, ed il livello "0" (zero) del prezzo;
in pratica si pone il vertice sx in alto del quadrato su un max, e si "tira" il lato verticale sx fino al prezzo "0" (zero)
L'enorme problema della costruzione di questo tipo di quadrato, è che, se non si è in possesso della corretta "scala", o coefficiente angolare, di Gann (che, a parte Masetti, non so chi altro possa conoscere, ma qualcun altro ci sarà pure), si rischiano di prendere delle topiche clamorose.
Nei "quadrati del range" abbiamo, appunto, un range (definito) che possiamo "traslare" o replicare "in avanti", ovvero sulla dx del monitor, o del grafico;
nei "quadrati del massimo" non abbiamo nessun riferimento di questo tipo, poichè il prezzo "0" (zero) non è un prezzo segnato nel grafico, ma soltanto un livello "virtuale".
Il concetto non è proprio immediato, ma basta fare qualche prova pratica, e ci si rende conto della difficoltà
Per questo motivo è praticamente impossibile (se non con il rischio di "cannare" completamente l'analisi), se non si conosce la giusta "scala", costruire il "quadrato del massimo" in maniera efficace
3) I QUADRATI DEL MINIMO - Il "quadrato del minimo" si costruisce sulla falsariga di quello del massimo, con la ovvia differenza che, in questo caso prendiamo un minimo di prezzo, e non un massimo.
Si traccia quindi il lato verticale sx, dal minimo preso a riferimento, fino al prezzo "0" (zero)
Naturalmente, valgono tutte le considerazioni fatte relativamente ai "quadrati del massimo", ovvero alla difficoltà di "tracciatura", se non si è in possesso della "scala", o "coefficiente angolare", corretta (e di conseguenza è altissimo il rischio di "cannare" in pieno l'analisi)
Una peculiarità dei "quadrati del minimo", e nello specifico del "quadrato del minimo storico" (quello tracciato dal 12270 del 24 lug 2012), è che, di fatto, si tratta di un quadrato "vuoto";
ovvero non vi è, al suo interno, nessun prezzo "visibile" (ed è anche abbastanza intuitivo capirne il motivo)
Ragione per cui, il "quadrato del minimo storico" deve, necessariamente essere "ribaltato" nella parte superiore del grafico