Spike V
Forumer storico
Ecco i nomi di chi ci intasa la posta con le e-mail indesiderate
Vi siete mai chiesti chi c'è dietro a quelle e-mail che offrono Cialis e Viagra a prezzi stracciati, azioni redditizie, prestiti, soldi praticamente regalati e giovani ragazze che si "divertono" a farsi riprendere da una webcam mentre fanno sesso? Contrariamente a quanto si possa immaginare, i soggetti fautori di queste missive indesiderate che ci intasano la posta sono davvero pochi: nell'80% dei casi si tratta in fatti di un ristrettissimo gruppo di dieci spammer professionisti, che sommerge di spazzatura le caselle di Europa e Nord America. Lo rivela l'autorevole organizzazione internazionale SpamHous, da diversi anni impegnata a combattere questo fastidiosissimo fenomeno che ogni giorno genera ben 55 miliardi di e-mail, una cifra esorbitante che rappresenta il 64% del traffico della posta elettronica.
Lo spammatore numero uno ha un nome: si chiama Alex Blood ed è di nazionalità ucraina. Utilizza anche nomi fittizi come Alexander Mosh, AlekseyB e Alex Polyakov. Il suo hosting provider è bbasafehosting, le sue specialità, se così le possiamo chiamare, sono i farmaci, la pornografia infantile, il credito e molto altro ancora. Al secondo posto c'è Leo Kuvayev (BadCow), russo. È un pirata informatico, e anche il suo spam riguarda farmaci, contenuti pornografici a pagamento e non, virus. Seguono il californiano Michael Lindsay (iMedia Networks), il russo Ruslan Ibragimov (Send-safe), l'israeliano Amichai Inbar, il russo Pavka (Artofit), il cinese Vincent Chan (yoric.net), il russo Alexey Panov (cknc.com), l'americano Jeffrey Peters (JTel/CPU Solution) e infine il canadese Tim Goyetche (Bulkers/Bulckbarn).
Ma come operano queste persone? SpamHous punta il dito contro un'altra ristretta cricca: quella degli internet provider, che vendono i dati dei propri clienti o che non si adoperano per ostacolare questo fenomeno. I provider più gettonati sono quelli russi, cinesi e in generale dei Paesi che non hanno leggi che tentano di arginare lo spam. Riguardo i suffissi, come rivela una ricerca McAfee, il nuovo trend è l'utilizzo domini di piccole isole, che facilmente eludono i filtri anti-spam: .st (Sao Tome e Principe), .tk (Tokelau), .cc (Cocos Islands), .tv (Tuvalu), .as (Samoa Americane), .im (l'Isola di Mann), .to (Tonga). Operando in questo modo gli spammer si assicurano il 36% del ricavato dei farmaci, il 19% dei servizi finanziari o bancari, il 14% dei contenuti pornografici.
Anche degli ignari utenti possono trasformarsi in postini delle e-mail spazzatura, e molto facilmente: basta non avere un software in grado di proteggere il pc dalle missive indesiderate. Grazie a questa mancanza generano involontariamente il 40% dell'odiato traffico, che ha picchi di crescita a seconda del periodo dell'anno. Con l'avvicinarsi del Natale nei 2-3 mesi antecedenti si registra un notevole incremento, segnala Messagelabs, dal +30 al +200% di messaggi dedicati alla promozione di servizi e prodotti legati alle festività.
Vi siete mai chiesti chi c'è dietro a quelle e-mail che offrono Cialis e Viagra a prezzi stracciati, azioni redditizie, prestiti, soldi praticamente regalati e giovani ragazze che si "divertono" a farsi riprendere da una webcam mentre fanno sesso? Contrariamente a quanto si possa immaginare, i soggetti fautori di queste missive indesiderate che ci intasano la posta sono davvero pochi: nell'80% dei casi si tratta in fatti di un ristrettissimo gruppo di dieci spammer professionisti, che sommerge di spazzatura le caselle di Europa e Nord America. Lo rivela l'autorevole organizzazione internazionale SpamHous, da diversi anni impegnata a combattere questo fastidiosissimo fenomeno che ogni giorno genera ben 55 miliardi di e-mail, una cifra esorbitante che rappresenta il 64% del traffico della posta elettronica.
Lo spammatore numero uno ha un nome: si chiama Alex Blood ed è di nazionalità ucraina. Utilizza anche nomi fittizi come Alexander Mosh, AlekseyB e Alex Polyakov. Il suo hosting provider è bbasafehosting, le sue specialità, se così le possiamo chiamare, sono i farmaci, la pornografia infantile, il credito e molto altro ancora. Al secondo posto c'è Leo Kuvayev (BadCow), russo. È un pirata informatico, e anche il suo spam riguarda farmaci, contenuti pornografici a pagamento e non, virus. Seguono il californiano Michael Lindsay (iMedia Networks), il russo Ruslan Ibragimov (Send-safe), l'israeliano Amichai Inbar, il russo Pavka (Artofit), il cinese Vincent Chan (yoric.net), il russo Alexey Panov (cknc.com), l'americano Jeffrey Peters (JTel/CPU Solution) e infine il canadese Tim Goyetche (Bulkers/Bulckbarn).
Ma come operano queste persone? SpamHous punta il dito contro un'altra ristretta cricca: quella degli internet provider, che vendono i dati dei propri clienti o che non si adoperano per ostacolare questo fenomeno. I provider più gettonati sono quelli russi, cinesi e in generale dei Paesi che non hanno leggi che tentano di arginare lo spam. Riguardo i suffissi, come rivela una ricerca McAfee, il nuovo trend è l'utilizzo domini di piccole isole, che facilmente eludono i filtri anti-spam: .st (Sao Tome e Principe), .tk (Tokelau), .cc (Cocos Islands), .tv (Tuvalu), .as (Samoa Americane), .im (l'Isola di Mann), .to (Tonga). Operando in questo modo gli spammer si assicurano il 36% del ricavato dei farmaci, il 19% dei servizi finanziari o bancari, il 14% dei contenuti pornografici.
Anche degli ignari utenti possono trasformarsi in postini delle e-mail spazzatura, e molto facilmente: basta non avere un software in grado di proteggere il pc dalle missive indesiderate. Grazie a questa mancanza generano involontariamente il 40% dell'odiato traffico, che ha picchi di crescita a seconda del periodo dell'anno. Con l'avvicinarsi del Natale nei 2-3 mesi antecedenti si registra un notevole incremento, segnala Messagelabs, dal +30 al +200% di messaggi dedicati alla promozione di servizi e prodotti legati alle festività.