L'angolo della poesia

In un luogo dove non ho mai
viaggiato, gioiosamente oltre
ogni esperienza, i tuoi occhi
hanno il loro silenzio:
nel tuo più fragile gesto
ci sono cose che mi includono,
o che io non posso toccare
perché sono troppo vicine
Il tuo sguardo più leggero
facilmente mi schiude,
sebbene io abbia chiuso me stesso
come un pugno,
tu mi apri sempre,
petalo per petalo,
come la Primavera apre (toccando
sapientemente, misteriosamente)
la sua prima rosa
O se il tuo desiderio
è di chiudermi, io e
la mia vita ci chiuderemo
molto splendidamente,
improvvisamente,
come quando il fiore
di questo cuore immagina
la neve discendere amorosamente
dovunque
Nulla che noi si percepisca
in questo mondo eguaglia
il potere della tua intensa
fragilità: la cui trama
mi sbaraglia con il colore
dei suoi paesi,
rendendo la morte e il sempre
a ogni respiro
(non so che cosa sia di te
che chiude e apre, solo
qualche cosa in me capisce che
la voce dei tuoi occhi
è più profonda di tutte le rose)
Nessuno, nemmeno la pioggia,
ha così piccole mani.

Edward Estlin Cummings

Già postata, scusate.... Va bene lo stesso?
 
Ultima modifica:
Questa poesia è bellissima....


Se io fossi Dio
e avessi il segreto
farei un essere esatto a te;
lo proverei
(alla maniera dei panettieri
quando provano il pane, ovvero:
con la bocca),
e se questo sapore fosse
uguale al tuo, ossia
il tuo stesso odore, e il tuo modo
di sorridere,
e di stare in silenzio
e di stringere la mia mano strettamente,
e di baciarci senza farci male
- Di questo sì, sono sicuro: metto
Tanta attenzione quando ti bacio-;
allora,
se io fossi Dio,
potrei ripeterti e ripeterti
sempre la stessa e sempre differente
senza stancarmi mai del gioco identico
senza disdegnare neppure quello che fosti
per quella che saresti diventata tra un attimo;
ancora non so se mi spiego, ma voglio
chiarire che se io fossi
Dio, farei
il possibile per essere Ángel González
per amarti così come ti amo
per attendere con calma
affinché ti creda te stessa ogni giorno,
affinché sorprenda tutte le mattine
la luce appena nata con la tua propria
luce, e scorra
la tenda impalpabile che separa
il sogno dalla vita,
resuscitandomi con la tua parola,
Lazzaro allegro,
io,
bagnato ancora
di ombre e pigrizia
sorpreso e assorto
nella contemplazione di tutto quello
che, in unione di me stesso,
recuperi e salvi, muovi, lasci
abbandonato quando – dopo – taci…
( Ascolto il tuo silenzio.
Odo
Costellazioni: esisti.
Credo in te.
Sei.
Mi basta.)

Angel Gonzalez
 
Sonetto

Peccato che per te la mia esistenza
diventata non sia quello che invece
per me la tua esistenza è diventata.
Dal mio deserto vecchio un’altra volta

lancio in un cosmo di filo spinato
un mio soldino stemmato, tentando
di celebrare disperatamente
un momento d’accordo...Chi non sa

sostituire il mondo con se stesso,
gira il disco sbrecciato del telefono,
come fa il medium con il tavolino,

in cerca d’un fantasma che risponda,
facendo eco agli ultimi lamenti
d’una sirena in corsa nella notte.


Josif Aleksandrovič Brodskij
 
Io ero solamente ciò

Io ero solamente ciò
che tu toccavi, quello
su cui – notte fonda, corvina –
la fronte reclinavi tu.

Io ero solamente ciò
che tu là in basso distinguevi:
sembiante vago, prima, e poi
molto più tardi, tratti.

Sei tu ardente, che
sussurrando hai creato
la conchiglia dell’udito
a destra, a manca, là, qui.

Tu che nell’umida cavità,
tirando quella tenda,
hai messo voce, perché
potesse te chiamare.

Cieco ero, nulla più.
Tu, sorgendo, celandoti,
hai dato a me la facoltà
di vedere. Si lasciano scie

così, e si creano così
mondi. Spesso, creati,
si lasciano ruotare così,
elargendo regali.

E, gettata così,
in caldo, in freddo, in ombra, in luce,
persa nell’universo,
ruota la sfera e va.

Josif Aleksandrovič Brodskij
 
“Di struggente bellezza”

Ho smesso di contare le volte in cui,
arrivata alla seconda riga,
ho cancellato e riscritto tutto nuovamente.
Cercavo un inizio ad effetto,
qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo,
qualcosa di grandioso, ma agli occhi.
Non ci sono riuscita.
Poi ho capito,
ricordando ciò che non avevo mai saputo:
che per i grandi cuori
che muoiono nel corpo
ma che continuano a battere nel respiro della notte,
non ci sono canoni o bellezze regolari,
armonie esteriori,
ma tuoni e temporali devastanti
che portano ad illuminare un fiore,
nascosto,
di struggente bellezza.
(Frida Kahlo)
 
E sapersi avvinti, stretti, allacciati,
senza esserne mai paghi,
senza chiedersene il motivo,
senza pensare se sia giusto o meno,
abbandonandosi, vivendo quel richiamo
come la più naturale delle condizioni umane.
Non è forse questo l’amore?
Vladimir Majakovskij
 
Supplica a mia madre

Pasolini-Pierpaolo-e-Susanna-madre.jpeg


È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

(Pier Paolo Pasolini)
 
La tenerezza

Abbiamo fame di tenerezza,

in un mondo dove tutto abbonda

siamo poveri di questo sentimento

che è come una carezza

per il nostro cuore

abbiamo bisogno di questi piccoli gesti

che ci fanno stare bene,

la tenerezza

è un amore disinteressato e generoso,

che non chiede nient’altro

che essere compreso e apprezzato.

A.Merini
 
poesia.jpg

Le chiamano “carnali”…
Quelle persone,

che emotivamente ti danno tutto:

Anima, cuore, cervello.

Quelle che una volta entrate nella nostra vita,

ci sconvolgono il tutto,

quelle che le senti oltre la pelle…

fin dentro nelle ossa,

quelle che della passionalità

ne fanno ragione di vita …

quelle che se te ne innamori…

Beh, bisogna prima trovarne!

Solo poi mi capirai.”

F.Pessoa
 

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