L'angolo della poesia

Amore a prima vista

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
È bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.

Non conoscendosi, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
in qualche porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio tempo
il caso giocava con loro.

Non ancora pronto del tutto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando una risata
con un salto si scansava.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o lo scorso martedì
una fogliolina volò via
da una spalla a un'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, forse già la palla
tra i cespugli dell'infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
su cui anzitempo
un tocco si posava su un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

W. Szymborska

 
Il mio corpo non riesce a concepire
che qualche strada
o una qualsiasi geografia ci separi.

Il mio corpo diventa pazzo di dolore
di non poter riconoscere nel cuore della notte
la tua figura o la tua ombra.

Il mio corpo vorrebbe abbracciarti nel sonno.

Il mio corpo vorrebbe dormire in piena notte
e in quelle tenebre essere risvegliato
dal tuo abbraccio.

La mia notte urla e si strappa i veli,
la mia notte si scontra con il proprio silenzio,
ma il tuo corpo resta introvabile.

(Frida Kahlo)
 
Di che è mancanza questa mancanza,
cuore,
che a un tratto ne
sei pieno?
di che?

Rotta la diga
t’inonda e ti sommerge
la piena della tua indigenza…

Viene,
forse viene,
da oltre te
un richiamo
che ora perché agonizzi non ascolti.

Ma c’è, ne custodisce
forza e canto
la musica perpetua ritornerà.
Sii calmo.

(Mario Luzi)
 
Ho quasi paura, in verità,
tanto sento la mia vita allacciata

al pensiero radioso
che l'anima mi ha preso l'altra estate,

tanto la tua sempre cara immagine
abita in questo cuore tutto tuo,

questo mio cuore soltanto bramoso
di amarti e di piacerti!
Io tremo - e tu perdona
la mia estrema franchezza -

se penso che un sorriso, una parola
da parte tua son legge ormai per me,

e che ti basterebbe un solo gesto,
una parola, un battito di palpebre,

per chiudere il mio essere nel lutto
della sua celeste illusione.

Paul Verlaine
 
Tra due note musicali esiste una nota,

tra due fatti esiste un fatto,

tra due granelli di sabbia, per quanti uniti,

esiste un intervallo di spazio,

esiste un sentire che sta in mezzo al sentire,

negli interstizi della materia primordiale

passa la linea di mistero e di fuoco

che è il respiro del mondo,

e il respiro continuo del mondo è ciò che noi udiamo

e chiamiamo silenzio”

Clarice Lispector
 
UMAR IBN UMAR
(XII secolo)

L'AMATA

Quanti mirano i suoi occhi,
restano presi; ché il vino
beve la ragione
di colui che lo beve.

Tutti temono il suo sguardo,
meno che lei : forse che
la spada fa tremare il cuore
di colui che la impugna?

Sollevai i miei occhi
umidi di pianto sino a lei,
e vidi sciogliersi le nubi
davanti al sole della sua fronte.

Ricordando il suo corpo,
gemo d'amore, come le
colombe piangono sopra i rami.

La sua partenza
ha lasciato nel mio petto
una nera tristezza,
come piombano le tenebre
quando il sole tramonta.
 
Ultima modifica:
Non date retta al re,
non date retta a me.

Chi v'inganna
si fa sempre più alto d'una spanna,
mette sempre un berretto,
incede eretto
con tante medaglie sul petto.

Non date retta al saggio
al maestro del villaggio
al maestro della città
a chi vi dice che sa.

Sbagliate soltanto da voi
come i cavalli, come i buoi,
come gli uccelli, i pesci, i serpenti
che non hanno monumenti
e non sanno mai la storia.

Chi vive è senza gloria.

(Alfonso Gatto)
 
Io non ho detto loro di te
ma essi videro
che ti lavavi nelle mie pupille
io non ho parlato loro di te
ma essi ti hanno letto
nel mio inchiostro e nei miei fogli.

Nizar Qabbani
 
Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’ era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’ era potuta riconoscere così.
Italo Calvino
 

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