L'angolo della poesia

Si conobbero.
Lui conobbe lei e se stesso,
perché in verità non s'era mai saputo.
E lei conobbe lui e se stessa,
perché pur essendosi saputa sempre,
mai s'era potuta riconoscere così.

(Italo Calvino)

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Chi è colui che amo? Non lo saprete mai.
Mi scruterete gli occhi per scoprirlo e non vedrete
mai che il fulgore dell’estasi.
Io lo imprigionerò
perché mai sappiate immaginare chi ho dentro il mio cuore,
e lì lo cullerò, silenziosamente,
ora dopo ora, giorno dopo giorno,
anno dopo anno.
Vi darò i miei canti, ma non il suo nome.
Lui vive in me come un morto nella sua tomba,
tutto mio, lontano dalla curiosità,
dall’indifferenza,
dalla malvagità.
Alfonsina Storni
 
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Come spostando pietre:
geme ogni giuntura! Riconosco
l’amore dal dolore
lungo tutto il corpo.

Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l’amore dal lontano
di chi mi è accanto.

Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l’amore dal pianto delle vene
lungo tutto il corpo.

Vandalo in un’aureola
di vento! Riconosco
l’amore dallo strappo
delle più fedeli corde
vocali: ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.
Riconosco l’amore dal boato
- dal trillo beato -
lungo tutto il corpo!

M. Cvetaeva
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il calore giusto


Fa' lievitare il verso come il pane
nel forno al suo calore giusto. Senti
che anche il verso emette il misterioso
profumo della cosa riuscita.
Vocali e consonanti si alleano,
s’incatenano e fondono. Ne esce
lo spiritello d’Aladino e danza
su e giù per la stanza.


Maria Luisa Spaziani

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Vieni da me, resta a casa mia stanotte e capirai la fonte di tutte le poesie.
N. Hikmet
 
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Cercavo te nelle stelle
quando le interrogavo bambino.
Ho chiesto te alle montagne,
ma non mi diedero che poche volte
solitudine e breve pace.
Perché mancavi, nelle lunghe sere
meditai la bestemmia insensata
che il mondo era uno sbaglio di Dio,
io uno sbaglio del mondo.
E quando, davanti alla morte,
ho gridato di no da ogni fibra,
che non avevo ancora finito,
che troppo ancora dovevo fare,
era perché mi stavi davanti,
tu con me accanto, come oggi avviene,
un uomo una donna sotto il sole.
Sono tornato perché c’eri tu.

Primo Levi
 
Abbi pazienza, mia donna affaticata,
abbi pazienza per le cose del mondo,
per i tuoi compagni di viaggio, me compreso,
dal momento che ti sono toccato in sorte.
Accetta, dopo tanti anni, pochi versi scorbutici
Per questo tuo compleanno rotondo.
Abbi pazienza, mia donna impaziente,
tu macinata, macerata, scorticata,
che tu stessa ti scortichi un poco ogni giorno
perché la carne nuda ti faccia più male.
Non è più tempo di vivere soli.
Accetta, per favore, questi 14 versi,
sono il mio modo ispido per dirti cara,
e che non starei al mondo senza di te.

Primo Levi
 
Quando arrivò il momento
in cui dovevamo salutarci,
come una nuvola che solennemente scenda,
ebbi solo il tempo di legarti il polso
con una cordicella rossa,
mentre le mie mani tremavano.

Ora, mentre sbocciano i fiori di mahua
siedo da solo nell'erba
e mi vibra dentro una domanda:
Hai ancora la mia cordicella rossa ?


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