L'angolo della poesia

Volto di donna, dalla mano stessa di Natura dipinto,
hai tu, Signore-Signora della mia passione;
cuore gentile di donna, ma non avvezzo
alla volubile incostanza che delle false donne è l'uso;
occhio più splendente del loro, meno falso nel volgersi,
che indora l'oggetto su cui si fissa;
uomo nella forma che domina ogni forma,
e gli occhi degli uomini rapisce e l'anima stupisce delle donne.
E come donna dapprima tu fosti creato,
finchè, nel plasmarti, la Natura si perse d'amore,
e, con l'aggiunta, privò me di te,
aggiungendo una cosa che al mio scopo è nulla.
Ma poichè ti eresse per il piacere delle donne,
mio sia il tuo amore e loro tesoro il suo uso.
 
Io non sono come quella Musa
ispirata alla poesia da bellezze artefatte,
che usa come ornamento il cielo stesso
ed ogni beltà compara al suo splendore,
raggruppando in solenni paragoni
sole, luna, terra e del mar le ricche gemme,
i primi fiori dell’Aprile e quanto di prezioso
racchiude il firmamento in questa immensa volta.
Onesto in amore, permettete ch’io scriva il vero
e poi credetemi, il mio amore è bello quanto
il figlio di ogni madre, anche se non brilla
come quei lumi d’oro fissi nel firmamento:
lasciate esagerare chi ama frasi di grande effetto;
io non vanterò chi non intendo vendere.
 
Mio amato Bengala
Ti amo.
Per sempre i tuoi cieli,
La tua aria, riempiono di armonia il mio cuore
Come fosse un flauto.
In primavera, o madre mia,
La fragranza dei tuoi boschi di mango
Mi rende pazzo di gioia,
Ah, che emozione!
In autunno, o madre mia,
Nel pieno fiorire delle risaie
Ho visto ovunque il diffondersi di dolci sorrisi.
Ah, che bellezza, che ombre,
Che affetto, e che tenerezza!
Che morbido tessuto hai steso
Ai piedi degli alberi di banyan
E lungo le rive dei fiumi!
O madre mia, le parole dalla tua bocca
Sono come nettare per le mie orecchie.
Ah, che emozione!
Se la tristezza, o madre mia,
Getta un'ombra sul tuo viso,
I miei occhi si riempiono di lacrime!

(Tagore)
 
"Il tuo sorriso" di Pablo Neruda

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=6_1i7yygoUw&feature=related]"Il tuo sorriso" di Pablo Neruda - YouTube[/ame]
 
[ame=http://www.youtube.com/watch?v=XHTRcXSrWXU&feature=related][videorlab 1988-2008] Amelia Rosselli reading - YouTube[/ame]
 
Biglietto a Lily
(P. Verlaine)

Mia piccola compatriota
credo che verrete stasera
a bussare alla mia porta e vedermi,
oh la scandalosa bisboccia
di baci grossi e piccoli
secondo i miei grossi appetiti!
Ma i vostri son poi così esili?
Primo, bacerò le vostre labbra,
tutte, come un caro piatto di mezzo,
e i modi che impiegherò,
come in tante cose vissute,
sono ghiotti e convincenti!
Passerete le vostre belle dita
nella mia fulva barba d'apostolo,
mentre accarezzerò la vostra.
E sulla vostra gola di giglio,
dove i miei ardori metteranno rose,
poserò la mia bocca in fuoco.
Le mie braccia si ostineranno al gioco,
estasiate attorno a buone cose
di sotto la vita e più giù ancora.
Poi le mani, non senza folli lotte,
con le vostre mani mal adirate
blandiranno con tenere sculacciate
quel bei sedere che stringerà
tutto lo sforzo che allora tenderà
la mia gravita verso il vostro centro.
Busso a mia volta. Oh dimmi: Entra!
 
Ouverture
P. Verlaine

Tra le vostre cosce e natiche voglio perdermi,
puttane, del solo vero Dio sacerdotesse vere,
bellezze mature o no, novizie o professe,
oh! nelle vostre fessure, nelle pieghe vivere!

I vostri piedi splendidi, sempre vanno all'amante,
con l'amante ritornano, riposano soltanto
a letto nell'amore, poi gentilmente sfiorano
i piedi dell'amante rannicchiato stanco e ansante.

Serrati, profumati, baciati, leccati dalla pianta
alle dita, succhiate una ad una,
fino alle caviglie, fino ai laghi delle lente vene,
piedi più belli di quelli di eroi e apostoli!

Quanto mi piace la vostra bocca e i suoi giochi graziosi,
di lingua e di labbra e di denti,
che mordicchiano la lingua e talvolta anche meglio,
quasi altrettanto gentile che metterlo dentro;

e i vostri seni, duplice monte d'orgoglio e lussuria,
tra i quali il mio orgoglio virile a volte si solleva
per gonfiarsi a suo agio e strofinarci la capoccia:
come cinghiale nelle valli del Parnaso e del Pindo.

E le vostre braccia! adoro anche le braccia così belle e bianche,
tenere e dure, molli, nervose quando serve, e belle
e bianche come i vostri culi, e altrettanto eccitanti;
calde durante l'amore, e poi fresche come tombe.

E le mani in fondo a quelle braccia, ch'io possa mangiarle!
La carezza e la pigrizia le hanno benedette,
rianimatrici del glande rattrappito e schivo,
masturbatrici dalle infinite cure!

Ma tutto questo è niente, Puttane, al confronto dei vostri
culi e delle fiche la cui vista e il gusto e l'odore
e il tatto fanno dei vostri devoti degli eletti,
tabernacoli e Santi dell'impudicizia.

Perciò, sorelle, tra le vostre cosce e tra le vostre natiche
voglio perdermi tutto, sole compagne vere,
bellezze mature o no, novizie o professe,
e nelle vostre fessure, nelle vostre pieghe, vivere!
 
Omaggio dovuto
(P. Verlaine)

Son coricato per lungo sul suo fresco letto:
è giorno fatto; è più eccitante, più fatto apposta
per il prolungamento nella luce cruda
della festa notturna immensamente accresciuta
per la perseveranza e la rabbia del culo
e l'attenzione a farsi da solo cornuto.
È nuda e s'accoccola sul mio volto
per farsi leccare, perché buono son stato
ieri ed è - buona lei, aldilà del pensiero -
il suo regale modo di ricompensarmi.
Dico regale, dovrei dire divino:
quelle chiappe, carne sublime, alma pelle, polpa fine,
linea possentemente pura bianca, ricca, striata d'azzurro,
quella riga dal prorumo eccitante, rosa scuro,
lenta, grassa, e il pozzo d'amore, che dire!
Festino finale, dessert della fica ingozzata, delirio
della mia lingua arpeggiante sulle labbra come su una lira!
E ancora quelle chiappe, come una luna in due
quarti, misteriosa e allegra, dove voglio
d'ora innanzi nascondere i miei sogni di poeta
e il mio cuore di cacciatore e i sogni d'esteta!
E amante, o meglio, padrona in silenzio obbedita,
troneggia su di me, caudatario abbagliato.
 

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