L'angolo della poesia

Messaggio

Diego non conosceva il mare.
Esso, il mare, stava dall’altro lato delle dune alte, apettando.
Quando il bambino e il padre raggiunsero finalmente quelle colline di sabbia,
dopo aver camminato molto,
il mare stava di fronte ai loro occhi.
E fu tanta l’immensità del mare,
e tanto il suo fulgore,
che il bambino restò muto per la bellezza.
E quando finalmente riuscì a parlare,
tremando, balbettando, chiese al padre:
“Aiutami a guardare!”

Eduardo Galeano
 
Laisse-moi te toucher avec mes mots - Poème de Mark O'Brien

Laisse-moi te toucher avec mes mots
Puisque mes mains restent étendues là
Comme une paire de gants vides

Laisse mes mots caresser tes cheveux,
glisser le long de ton dos, effleurer ton ventre
puisque mes mains, légères et aériennes
comme des pierres, ignorent mes voeux
et refusent obstinément de réaliser
mes désirs les plus silencieux

Laisse mes mots pénétrer ton esprit et l"éclairer
Accueille les volontiers de tout ton être,
qu'ils puissent caresser doucement ton âme

Mark O'Brien
 
tutta la tua cenosi
per una cata lungura
o innaturale scopista
di tamarischi serbi
e gli eccerpiti aplustri
per una cata lungura
nella salava geenna
della tua bernia d'oro
per una cata lungura
sbalugina sulle prode
scaciate ad utilità
dei nasuti culoni
per una cata lungura.

doncraudio
 
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tutta la tua cenosi
per una cata lungura
o innaturale scopista
di tamarischi serbi
e gli eccerpiti aplustri
per una cata lungura
nella salava geena
della tua bernia d'oro
per una cata lungura
sbalugina sulle prode
scaciate ad utilità
dei nasuti culoni
per una cata lungura.

doncraudio

Non so cosa vuol dire, ma se e' tua dev'essere per forza la piu' bella poesia mai scritta:)
 
Mi accorgevo di avere la pelle d’oca
Senza una ragione,
dato che nn avevo freddo.
Era forse passato un fantasma su di noi?
No, era stata la poesia.
Una scintilla si era staccata dal poeta
e mi aveva dato una scossa gelida.
Mi sentivo molto strana.
Avevo scoperto un nuovo modo
di essere felice.
(Sylvia Plath)
 
scriviamo fissati su d'un
adunaton smagliante
e bric-à-brac floreali
come la dispietà d'un
contraltino tabetico
e pavoniccio evochi
la singenesi d'un'habanera
la morchia delle polluzioni
in camera charitatis
proclama l'eclissi
della lalofobia maculata
e dei deformi parapalli.

ancora doncraudio
 
Ultima modifica:
l'ailurofilia delle talee pappacchione
corneggia dietro i pronai
stupro di cavalloni sbrindellati a terra
spondili maliscenti imputriditi a Volterra
che giornataccia
sacerdoti lerci evaginano e incacano
la sinchisi del piato ai monelli
gelivi e spinosi
così il sesso pilorcio
nato quasi ultima corvée
riserva all'edace commessa
la rabbia spudorata
e il badanai dell'amasio
se lo sportivo onolefalo
e femminardo cucca
dove ca.zzo devo andare io
gregoriano stabulato?
 
poesia di Mark O'Brien

lascia che io ti tocchi
con le mie parole
perchè le mie mani giacciono
floscie come guanti vuoti,
lascia che le mie parole accarezzino
i tuoi capelli,
scendano lungo la tua schiena e ti
solletichino il ventre;
perchè le mie mani leggere che volano
libere come mattoni ignorano
la mia volontà e rifiutano
caparbiamente di realizzare i miei
più segreti desideri;
lascia che le mie parole entrino
nella tua mente recando fiaccole,
accoglile di buon grando nel tuo essere,
così che ti possano accarezzare
gentilmente l'animo.
 
lascia che io ti tocchi
con le mie parole
perchè le mie mani giacciono
floscie come guanti vuoti,
lascia che le mie parole accarezzino
i tuoi capelli,
scendano lungo la tua schiena e ti
solletichino il ventre;
perchè le mie mani leggere che volano
libere come mattoni ignorano
la mia volontà e rifiutano
caparbiamente di realizzare i miei
più segreti desideri;
lascia che le mie parole entrino
nella tua mente recando fiaccole,
accoglile di buon grando nel tuo essere,
così che ti possano accarezzare
gentilmente l'animo.

:bow:
 
Donne appassionate
Cesare Pavese

Le ragazze al crepuscolo scendendo in acqua,
quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco
ogni foglia trasale, mentre emergono caute
sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma
fa i suoi giochi inquieti,lungo l’acqua remota.
Le ragazze han paura delle alghe sepolte
sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle:
quant’è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva
e si chiamano a nome, guardandosi intorno.
Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio,
sono enormi e si vedono muovere incerte,
come attratte dai corpi che passano. Il bosco
è un rifugio tranquillo, nel sole calante,
più che il greto, ma piace alle scure ragazze
star sedute all’aperto, nel lenzuolo raccolto.
Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo
alle gambe, e contemplando il mare disteso
come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna
ora stendersi nuda in un prato? Dal Mare
balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi,
a ghermire e ravvolgere il corpo tremante.
Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.
Quell’ignota straniera, che nuotava di notte
sola e nuda, nel buio quando la luna,
è scomparsa una notte e non torna mai più.
Era grande e doveva esser bianca abbagliante
perchè gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.
 

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