L'angolo della poesia

Primavera sulla montagna

Un velo d'acqua su pallidi sassi;
anche un velo di voce fuggitiva
nel silenzio del bosco.
Esco dal prato, affondando il piede in zolle
soffici e irte di seccumi, molli
di segreti disgeli. E dalle crepe
di un cumulo di neve ultima,vedo
spuntare le corolle
ceree dei fiori primi.
Ecco sotto le immense nuvole
azzurre e grigie la betulla
che trema, nuda, nella sua vestina
di verde fumo e il giovinetto larice
che scrolla nell'aria i suoi capelli.

Diego Valeri
 
Alberi che crescono veloci

Quando vennero piantati
questi pioppi sembravano stecchi
appena piegati dalla parte dove soffia il vento
li guardavo nello stare allineati
come un esercito pronto alla battaglia
ma cosa pensano di fare mi chiedevo
e dov’è il nemico e dov’è la guerra

ormai sono arrivati a più di venti metri
con i rami che si allungano nell’aria
avevano ragione loro, avevano ragione:
…………..si sono tenuti la terra
…………..e presi il cielo

(Francesco Tomada)
 
Un’ arancia sulla tavola
il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto tu
Dolce presente del presente
Freschezza della notte
Calore della mia vita.

Jacques Prévert
 
E a me che importa


E a me che importa se non mi ami!
Non hai sentito quando sei mesi, due giorni,
quattro ore, quindici minuti e tre secondi fa
ti ho chiesto: “Mi fai un favore, puoi tenermi il cuore
e la sciarpa, che fra un po’ vengo a riprenderli?”
Ovvio, non nego che sei mesi, due giorni
e quattro ore fa mi hai restituito la sciarpa.

Jairo Anibal Niño
 
Nella luce di questo lussureggiante giorno
di primavera, canta, poeta,
di chi passa oltre e non si ferma,
di chi ride correndo via,
senza guardare indietro…
Non sedere in silenzio, a recitare
la litania delle tue lacrime
e dei tuoi sorrisi passati,
non fermarti a raccattare i petali dispersi
nell’ultima notte, non andare in cerca
delle cose che ti sfuggono,
per conoscere significati oscuri,
entra nel giardino della tua vita,
nel sentiero fiorito dei tuoi giorni
dove la musica può nascere
dalla loro profondità…

Tagore
 
Tagore

Vieni come sei, non indugiare a farti bella.
Se la treccia s'è sciolta dei capelli,
se la riga non è dritta,
se i nastri del corsetto non sono allacciati,
non badarci.
Vieni come sei, non indugiare a farti bella.


Vieni sull'erba con passi veloci.
Se il rossetto si disfà per la rugiada,
se gli anelli che tintinnano ai tuoi piedi si allentano,
se le perle della tua collana cadono, non badarci.
Vieni sull'erba con passi veloci.

Non vedi le nubi che coprono il cielo?
Stormi di gru si levano in volo
dall'altra riva del fiume
e improvvise raffiche di vento
passano veloci sulla brughiera.
Le greggi spaurite corrono agli ovili.
Non vedi le nubi che coprono il cielo?

Invano accendi la lampada della tua toilet
- la fiamma vacilla e si spegne nel vento.
Chi può accorgersi che le tue palpebre
non sono state tinte d'ombretto?
I tuoi occhi sono più oscuri delle nubi minacciose.
Invano accendi la lampada della tua toilette
per prepararti.


Vieni come sei, non indugiare a farti bella.
Se la ghirlanda non è stata intrecciata, che importa?
se il braccialetto non è chiuso. lascia fare.
Il cielo è coperto di nuvole - è tardi.
Vieni come sei; non indugiare a farti bella.
 
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera

Alda Merini, di cui oggi ricorre l'ottantaduesimo della sua nascita.
 
Pessoa XII

Il fiore che sei, non quello che dai, voglio.
Perchè mi neghi quel che non ti chiedo?
C'è tempo per negare
Dopo di aver dato.
Fiore siimi fiore! Se ti coglie avaro
La mano dell'infausta sfinge, tu perenne
Ombra errerai assurda,
Cercando quel che non desti.



21 MARZO giornata mondiale della poesia
 
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Baudelaire

La Natura è un tempio ove pilastri viventi lasciano
sfuggire a tratti confuse parole; l'uomo vi attraversa
foreste di simboli, che l'osservano con sguardi
familiari.


Come lunghi echi che da lungi si confondono in una
tenebrosa e profonda unità, vasta come la notte e il
chiarore del giorno, profumi, colori e suoni
si rispondono.


Vi sono profumi freschi come carni di bimbo, dolci
come òboi, verdi come prati - altri, corrotti, ricchi e
trionfanti,


che posseggono il respiro delle cose infinite: come
l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso; e
cantano i moti dell'anima e dei sensi.
 
Canzone d’amore

Per dire cos’hai fatto
di me, non ho parole.
Cerco solo la notte
fuggo davanti al sole.

La notte mi par d’oro
più di ogni sole al mondo,
sogno allora una bella
donna dal capo biondo.

Sogno le dolci cose,
che il tuo sguardo annunciava,
remoto paradiso
di canti risuonava.

Guardo a lungo la notte
e una nube veloce
per dire cos’hai fatto
di me, non ho la voce.


(Herman Hesse)

 

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