L'angolo della poesia

Ho messo il mio sogno su una nave

Ho messo il mio sogno su una nave
e la nave sul mare; - dopo, ho aperto il mare con le mani,
per far naufragare il mio sogno

Le mie mani sono ancora bagnate
dall'azzurro delle onde semiaperte,
e il colore che scorre dalle mie dita
colora le spiagge deserte.

Il vento viene da lontano,
la notte si curva dal freddo;
sott'acqua sta morendo
il mio sogno, dentro una nave...

Piangerò quanto sarà necessario,
affinché il mare possa crescere,
e la mia nave arrivi al fondo
ed il mio sogno scompaia.

Dopo, tutto sarà perfetto;
spiaggia liscia, acqua ordinata,
i miei occhi secchi come pietre
e le mie due mani rotte.

Cecilia Meireles
 
Non sapendo quando l'alba possa venire
lascio aperta ogni porta,
che abbia ali come un uccello
oppure onde, come spiaggia

Emily Dickinson
 
ho anch' io alcune squisitezze...

che vanno gustate lentamente...



tre fiammiferi accesi uno per uno
nella notte


il primo per vederti tutto il viso
il secondo per vederti gli occhi
l’ultimo per vedere la tua bocca


e tutto il buio per ricordarmi queste
Cose
mentre ti stringo tra le braccia



J.Prevert
 
Come una farfalla

La carezza serica
dei tuoi occhi
sfiora la mia pelle
e si posa altrove.
Come una farfalla
di fiore in fiore
ti cibi del nettare della vita.
Distrattamente.
Vorrei prenderti.
Afferrare le tue ali.
Ma temo
nel delirio di passione
di polverizzarle tra le mie dita.
Saffo
 
di: VIVIAN LAMARQUE

Quella sera che ho fatto l'amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po' mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
 
‹‹Voi, uomini formali - umili
per viltà, ossequienti per timidezza ¬-
siete persone: in voi e in me, si consumi

il rapporto: in voi, di arido odio,
in me, di conoscenza. Ma per la società
di cui siete inespressivi rapsodi,

ben altro io ho da dire: non da marxista
più, o ancora, ma, per un momento
- se il rapimento degli Autori
.
dell' Apocalisse affabula in un fuoco
che non ha tempo: I miei amori
¬griderò - sono un'arma terribile:

perché non l'uso? Nulla è più terribile
della diversità. Esposta ogni momento
- gridata senza fine - eccezione

incessante - follia sfrenata
come un incendio - contraddizione
da cui ogni giustizia è sconsacrata.

Ah Negri, Ebrei, povere schiere
di segnati e diversi, nati da ventri
innocenti, a primavere

infeconde, di vermi, di serpenti,
orrendi a loro insaputa, condannati
a essere atrocemente miti, puerilmente violenti,

odiate! straziate il mondo degli uomini bennati!
Solo un mare di sangue può salvare,
il mondo, dai suoi borghesi sogni destinati

a farne un luogo sempre più irreale!
Solo una rivoluzione che fa strage
di questi morti, può sconsacrarne il male! ».

Questo può urlare, un profeta che non ha
la forza di uccidere una mosca -la cui forza
è nella sua degradante diversità.

Solo detto questo, o urlato, la mia sorte
si potrà liberare: e cominciare
il mio discorso sopra la realtà.
 
Eugenio Montale

Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
é dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
 
Quest’ora ha la forma di una pausa.
La pausa ha la tua forma.
Tu hai la forma di una fontana,
non d’acqua ma di tempo
In cima allo zampillo della fonte
saltano i miei pezzi:
fui, sono, non sono ancora.
La mia vita non pesa.
Il passato si assottiglia.
Il futuro è un pò d’acqua nei tuoi occhi.

Octavio Paz
 
Come se chiedessi una comune Elemosina,
E nella mia mano stupita
Uno Sconosciuto comprimesse un Regno,
Ed io, sconcertata, restassi -
Come se chiedessi all'Oriente
Se avesse un Mattino per me -
E lui sollevasse le sue Dighe purpuree,
E Mi ubriacasse d'Aurora!
(Emily Dickinson)
 
Tu sei il mio amore


Tu sei il mio amore
e la mia disperazione.
Tu sei la mia follia e la mia saggezza.
E sei tutti i luoghi in cui non sono stato
e che mi chiamano da tutti gli angoli del mondo.
Tu sei queste sei righe
cui devo limitarmi per non gridare

Henrik Nordbrandt
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto